Mi chiamo Marina, ho 42 anni ed ho un figlio di 17 anni. Un giorno, mettendo a posto la sua stanza, mi accorsi che sporgeva qualcosa da sotto il materasso. Tirai con forza ed uscì fuori una rivista porno. Sorpresa e sbigottita mi sedetti sul letto e la sfogliai. Mi ero fidanzata giovanissima e non avevo conosciuto che mio marito, per cui avevo praticato un sesso meno che normale, per cui vidi foto per me assolutamente scandalose. Donne che prendevano due cazzi insieme, sborra che usciva dalle bocche e tanto altro ancora, poi arrivai ad una rubrica di inserzionisti, una raffica di cazzi e fiche con volti coperti davvero invitanti. Sconvolta rimisi tutto a posto e feci finta di niente. La sera tutto come niente fosse successo, ma quelle immagini restarono impresse nella mia mente e durante la notte mi toccai godendo silenziosamente. Il giorno dopo andai a prendere la rivista di proposito, la aprii, mi misi comoda e la sfogliai masturbandomi, godevo tanto. Arrivai agli annunci e li lessi tutti, uno per uno, moltissimi erano di uomini, ma la mia attenzione si posò su quello di due amici seduti sul divano e col cazzo ritto nella mano, c’era il numero del telefonino, per un attimo il pensiero volò, ma immediatamente mi ripresi pensando che dovevo essere proprio matta. Ma il pensiero nei giorni seguenti mi torturava. Un giorno riaprii la rivista e mi segnai il numero, comprai una nuova scheda telefonica e col mio nuovo numero mandai un messaggio su quel numero. Subito spensi il telefono come se avessi mandato un messaggio da galera. Dopo qualche ora riaccesi il telefono, prontamente vidi che c’era un messaggio nuovo, erano loro. Continuammo per qualche giorno con i messaggi, fino a quando decisi di sentirli. Dalla voce mi sembravano persone non volgari, ma fini ed affabili, mi proposero di vederci su una stazione di servizio sull’autostrada se li gradivo sarebbero andati avanti, altrimenti ognuno per la sua strada. Avevo paura ma ero anche tremendamente eccitata, corsi a sfogliare la rivista e mi sditalinai fino allo sfinimento. Il giorno dell’appuntamento ero emozionantissima, come una ragazzina al primo incontro. Arrivai alla stazione di servizio e mi sedetti ad un tavolo del reparto bar girando e rigirando l’orologio nervosamente. Ad un tratto entrarono due uomini sulla trentina, ben vestiti, si guardarono intorno e poi si diressero verso di me. Uno di loro mi chiese se ero Marina, io non avevo la forza di parlare e con la testa annuii. Si presentarono e mi misero subito a mio agio, erano molto affabili e gentili, dissero che anche loro erano sposati e che questi episodi erano fini a sé stessi, e così dovevano essere anche per me. Dopo i convenevoli ed un aperitivo, mi chiesero se volevo salire al primo piano e mi fecero vedere una chiave. Io dissi di si e mi alzai. Così fecero loro avviandosi. Io li seguii con il cuore in gola e la fica grondande. Per le scale mi misero una mano sui fianchi stringendomi in mezzo, anch’io misi le mie mani sui loro fianchi. Arrivammo in camera, mi abbracciarono uno davanti l’altro dietro schiacciando i loro cazzi sul mio corpo, mi baciarono sul collo ed incominciarono a palparmi. Quello dietro mi prese per i seni, mentre quello davanti per le chiappe. Dopo aver pomiciato un po’ ci spogliammo e ci accomodammo sul letto. Uno mi fece leccare il suo bastone, mentre l’altro mi aprì le gambe e mi leccò la fica, incominciai a sciogliermi, mi dimenticai chi ero cosa facevo e di tutto il mondo che c’era intorno. Mentre continuavo a spompinare l’altro smise di leccare, si mise in ginocchio e mi penetrò lentamente, ma con forza. Dopo qualche minuto si scambiarono di posto e mi penetrò l’altro, inutile dire che sborravo come una fontana, mi fecero mettere carponi e, mentre la bocca era impegnata, si alternavano dietro di me. Poi uno si stese sul letto e mi fece mettere su di lui infilandomelo di colpo nella fica, l’altro armeggiò dietro di me, umettando il buco del culo, un brivido mi percorse. Appoggiò il cazzo sul buchetto e lentamente entrò dentro. Quando fu tutto dentro si fermò mentre l’altro stantuffava. Non mi pareva vero. Sentivo dietro male, ma godevo troppo. Anche stavolta si scambiarono di posto, ma il godimento era ancora tanto, non mi sono resa conto di quante volte sono venuta. Alla fine uno mi sborrò nel culo ormai aperto, l’altro mi sborrò un bocca, altra cosa che non avrei mai creduto che mi accadesse. Stanchi, ma soddisfatti, ci riposammo un po’, poi ci rivestimmo, prendemmo da bere qualche altra cosa e poi ci salutammo. Fu un episodio, ma non tanto isolato, trovai altri numeri, incontrai altri uomini, l’unico rimpianto era del tempo perso in precedenza.
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