Riccardo e Rita non fecero parola per parecchi giorni di quello che era capitato nella baita. Come per un tacito accordo, decisero di tenere quel momento di passione e piacere come un ricordo prezioso. Il loro rapporto ritornò ad essere quello di sempre; ossia il rapporto che c’è tra un fratello ed una sorella che si vogliono bene. Ma in segreto Riccardo si trovava a fissare il corpo di Rita provando infinito rimpianto e desiderio, mentre Rita si scopriva a fantasticare con lo sguardo perso sulla patta dei calzoni di Riccardo, o a spiarlo mentre faceva la doccia. Più di una volta aveva sognato di fare l’amore con lui e si era svegliata nel cuore della notte, con una voglia che si costringeva a sopire con rabbiosi ditalini; non sapendo che a meno di un metro di distanza, al di là del muro, Riccardo si faceva delle seghe sfrenate con lo stesso pensiero in mente. Una notte però il destino ci mise del suo e, quando Riccardo tornò a casa verso l’una, trovò un messaggio in cui mamma e papà spiegavano di essere dovuti andare in un’altra città ad assistere una vecchia zia che si era rotta una gamba. Sul momento Riccardo si preoccupò soltanto per la zia alla quale voleva molto bene, ripromettendosi di telefonare la mattina dopo per sapere come stava ed eventualmente salutarla. Siccome le porte delle camere da letto erano di vetro, Riccardo si spogliò in cucina e, scalzo e in boxer, prese a salire le scale nel buio più totale. Non c’era neanche la minima luce a guidarlo, per cui avanzava a tentoni tastando cautamente il terreno con i piedi e mettendo le mani avanti per non urtare contro qualcosa. Ad un tratto, la sua mano finì contro qualcosa di morbido. In quella frazione di secondo che intercorse tra il contatto e il duplice urlo di spavento Riccardo credette di riconoscere la forma di un capezzolo nudo e la consistenza tipica di un seno. Riccardo accese la luce un attimo dopo e vide Rita, nuda dalla vita in su, che ansimava e con il viso rossissimo a causa dello spavento. Anche Riccardo era spaventato, ma questo non gli impedì di guardare i seni di Rita, resi rossi dal contatto con le lenzuola. Anche lei sembrava fissare qualcosa. Riccardo seguì quello sguardo e si accorse che, a causa del movimento brusco e dell’apparizione di un seno stupendo, il suo membro era sgusciato fuori dai boxer e ora si ergeva fiero e gonfio come un cobra che sta per attaccare. Rita spostò lo sguardo dal pene al volto di Riccardo. Non disse nulla, ma i suoi occhi erano eloquenti come un discorso elettorale. Riccardo la prese per mano e la condusse fino al letto di lei (il più vicino). Lei lo fece sdraiare e con un bacio sulla bocca lo lasciò solo. Tornò dopo alcuni istanti, dopo essersi messa un paio di calzettine di cotone traforato azzurre in tinta con le mutandine. Riccardo rimase sdraiato e la guardava con il cuore negli occhi. Cominciarono baciandosi con ardore, per poi passare ad un “69” che li portò entrambi pericolosamente vicino all’orgasmo. Senza dire nulla, allora si staccarono e Rita si mise di fronte ad Riccardo e, come nella baita, cominciò a fargli una sega con i piedi mentre gli succhiava voracemente la punta della cappella. Poi fu il turno di Riccardo, che diede ancora una volta prova di saperci fare con la lingua. Dopo essere arrivati quasi all’orgasmo parecchie volte, entrambi sapevano quale sarebbe stato il passo successivo, ma nessuno aveva il coraggio di compierlo. E alla fine fu Rita a fare quel passo: avvicinò le labbra all’orecchio di Riccardo e gli disse in un sussurro: “Lo voglio fare”. Lui capì subito e in un attimo il suo sangue gli prese a bruciare di desiderio. Non aveva mai sverginato una ragazza, e poterlo fare con la sua Rita, cioè la persona che amava di più in assoluto, gli diede un senso di vertigini. Allora la fece sdraiare e cominciò ad umettare il sesso di lei con la lingua. Poi, quando vide che cominciava a bagnarsi abbondantemente di suo, smise di leccare ed avvicinò il suo membro all’agognata fessura. Si costrinse ad essere dolce e non cedette all’impulso di prenderla di forza. In fondo, anche per lui era (almeno a queste condizioni) la prima volta. Non voleva farle male, ma quando si ruppe l’imene Rita emise un gemito di dolore e strinse le spalle di Riccardo. Lui però non si fermò. Sapeva (per sentito dire) che tra breve il piacere avrebbe preso il posto del dolore. Quindi si costrinse a continuare ignorando le lacrime di Rita e i suoi gemiti. Infatti, in pochi istanti cambiò la tonalità dei gemiti e il corpo di Rita si rilassò notevolmente. Prese ad accarezzare la schiena di Riccardo e a muoversi al ritmo dei colpi di lui. Infine, incrociò le gambe dietro alla schiena del fratello per aumentare la penetrazione. Intanto, i due si baciavano senza sosta fondendo le lingue in un’unica forma vorticante. Ad un tratto Rita prese la lingua di Riccardo tra le labbra e cominciò a succhiarla come se fosse stata un cazzo. Rita ebbe un orgasmo quando Riccardo era ancora lontano, ma non cessò di dimenarsi e di partecipare con foga. Dopo un po’ Rita si staccò e fece coricare Riccardo sulla schiena con il cazzo che svettava. Lo leccò abbondantemente, poi vi si sedette sopra e lasciandosi penetrare fino a quando le sue chiappe non arrivarono a contatto con le cosce di lui. Lui poteva vedere il suo fallo che si apriva la strada tra le grandi labbra rese rosse dalla passione dall’attrito e dal sangue della deflorazione appena avvenuta. Allungò le mani per raggiungere i seni di Rita, la quale intuendo il gesto si protese in avanti e cominciò a “cavalcare” Riccardo saltando quasi letteralmente. Non volendo venire dentro sua sorella, Riccardo ebbe la prontezza di spirito (di cui si meravigliò egli stesso) di uscire dalla passera di Rita prima di eiaculare. Rita allora lo prese e se lo mise tra le tette cominciando a sfregarlo con impeto. Quando alla fine l’orgasmo arrivò, inondò il collo, i seni ed il volto di Rita di un abbondante getto di sperma caldo. Nonostante l’orgasmo, l’eccitazione era tale che in pochi istanti Riccardo era già pronto a ricominciare. Rita da parte sua faceva del suo meglio per eccitarsi ed eccitare suo fratello. Mise ancora la sua fessura vicina al fallo di Riccardo, che non si fece pregare e la penetrò nuovamente, stando però attendo a non essere troppo brusco. Questa volta andò decisamente meglio e, quando Riccardo stava per estrarre il suo pene sull’orlo dell’esplosione, Rita lo trattenne e fece sì che lui le venisse dentro, proprio mentre anche lei raggiungeva l’orgasmo. Fu una cosa eccezionale per entrambi, che rimasero storditi per alcuni minuti. Poi Rita si accoccolò vicino ad Riccardo che le stava accarezzando i capelli. Si addormentarono.
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