Un mese e mezzo dopo il loro primo rapporto completo, mentre Riccardo stava dormendo nel suo letto, Rita sgusciò nella stanza del fratello e si infilò sotto le sue coperte. Lo svegliò con un bacio e gli sussurrò: “Buon compleanno amore…” Ad Riccardo ci volle qualche attimo per rendersi conto di quanto stava accadendo, ma neanche il più addormentato del mondo può restare sdraiato con una bellissima ragazza nuda premuta contro il suo corpo senza avere una qualche reazione. E infatti la reazione di Riccardo ci fu e fu la solita. Infatti, dalla notte in cui Rita si era fatta sverginare da suo fratello, i due avevano fatto regolarmente l’amore e vivevano il proprio rapporto come una normale coppia. Oggi era il compleanno di Riccardo, e Rita gli aveva annunciato che gli avrebbe fatto un grosso regalo. Riccardo, che era assolutamente e perdutamente innamorato di Rita, aveva aspettato il giorno fatidico con una specie di formicolio continuo alle parti basse che minacciava di sopraffarlo. Cominciarono a farsi le coccole in silenzio. Ormai erano bravissimi a fare sesso senza emettere neanche un suono, per non svegliare mamma e papà in fondo al corridoio. Poi Rita fece alzare Riccardo e si mise al suo posto nel letto. Si mise con il cuscino sotto la pancia e le chiappe, tenute aperte con le mani, svettavano con l’invitante buchino che pulsava in mezzo. Rita non portava nessun indumento, se non un paio di calze traforate, che erano il capo di abbigliamento preferito di Riccardo. Senza dire nulla, alla luce fioca dei numeri della sveglia elettronica, Riccardo cominciò a leccare il buchino per umettarlo a dovere. Poi fu il turno di Rita, che leccò il membro di Riccardo e lo coprì di un’abbondante e lucente pellicola di saliva. A quel punto Riccardo si mise alle spalle di Rita e appoggiò la punta della cappella al culo. Spinse leggermente e gli parve che il foro indietreggiasse di fronte alla sua avanzata. Quindi cominciò a penetrare lentamente. Ma un gemito di Rita lo costrinse a fermarsi. “Un colpo solo è meglio” gli sussurrò lei. Riccardo allora prese il coraggio a due mani, afferrò i fianchi della sua Rita e con una sola, poderosa spinta infilò tutta la sua asta nell’orifizio caldo. Poi cominciò ad andare avanti e indietro prima piano, poi sempre più velocemente e guardando bene di far godere Rita quanto godeva lui. Infatti, la caratteristica principale nel rapporto carnale di questi due fratelli era che ognuno badava più al piacere dell’altro che al proprio. Quindi Riccardo fece alzare Rita e, senza estrarre il suo cazzo dal culo della sorella, la fece mettere in piedi. In quella posizione riusciva a baciarla sul collo, l’avvinghiava con le braccia per andare a palparle i capezzoli e quando seppe che stava per venire, portò le mani sulla passera di lei e, mentre con una teneva aperte le grandi labbra, con le dita dell’altra mano giocava, esplorava, stuzzicava. Rita si morse due volte il labbro per non gridare dal piacere, e Riccardo fece lo stesso ben tre volte. E quando i due raggiunsero l’orgasmo, lo fecero come al solito all’unisono amplificando l’uno il piacere dell’altra. Ad una cena a casa di Paola, una cara amica di Rita, fu invitato anche Riccardo che ebbe il piacere di essere al centro delle attenzioni della padrona di casa per tutta la serata. Ad un certo punto, tra una portata e l’altra, Riccardo sentì il contatto di un piede inconfondibilmente femminile e piacevolmente nudo (tranne che per il collant) contro il suo polpaccio. Alzò la testa verso Rita che sedeva di fronte a lui, leggermente spostata sulla destra. Ma Rita stava chiacchierando con la ragazza seduta di fianco ad Riccardo e non dava segno di essere a conoscenza del fatto. Allora spostò la sua attenzione verso Paola, che sedeva a fianco di Rita, quasi di fronte ad Riccardo ma spostata sulla sinistra. Paola lo stava fissando con uno sguardo che avrebbe fatto eccitare una statua di cera. E infatti Riccardo, che non era di cera, si eccitò subito. Mentre il piede di Paola raggiungeva l’inguine di Riccardo e cominciava a massaggiare il suo membro gonfio nei pantaloni, un altro piede si aggiunse al primo, ma non sembrava essere della stessa persona. Ci fu un attimo di imbarazzo quando i due piedi destri si toccarono tra le gambe di Riccardo, poi Paola e Rita si scambiarono uno sguardo arrossendo abbondantemente. Nessuna delle due però ritirò il piede e ben presto Riccardo fu costretto ad andare in bagno per porre rimedio al fattaccio causato da tante attenzioni. La cosa sembrò finire lì. La cena terminò molto tardi e sia Riccardo che Rita avevano alzato un po’ il gomito. Paola li prese da parte: “Ragazzi – esordì – se non ve la sentite di guidare, potete fermarvi qui stanotte e tornare a casa domattina. Tantopiù – concluse – che si sta alzando la nebbia!” Riccardo alzò meccanicamente gli occhi verso il cielo stellatissimo. “Sì – disse Rita dando di gomito al fratello – si sta alzando la nebbia. È meglio che ci fermiamo”. Una breve telefonata a casa e tutto a posto. Riccardo e Rita furono condotti da Paola nell’ampio giardino della sua villa, dove c’era una piscina che spiccava tra l’erba soffice tagliata all’inglese. Riccardo si attardò a prendere qualche lattina di birra e, quando arrivò sul margine del prato, Paola e Rita erano già sdraiate l’una di fianco all’altra e a quanto pareva stavano parlando fitto fitto. Trovandosi di fronte a quel prato invitante, Riccardo prima di salire sull’erba si tolse le scarpe e le calze, rimanendo a piedi nudi. Si avvicinò alle due ragazze che si sollevarono a sedere per prendere una lattina ciascuna. Paola vide i piedi nudi di Riccardo: “Ti piace stare scalzo?” gli chiese con un’espressione innocente. “Sì – rispose lui – e dovresti farlo anche tu di tanto in tanto… fa bene alla circolazione, sai?” (e intanto pensava: “sì, fa bene alla circolazione del MIO sangue verso il MIO cazzo”) Rita, conoscendo Riccardo, stette al gioco e si sfilò prontamente i sandali. Rimase con le solite calzine azzurre. Paola invece portava delle scarpe chiuse da una cerniera e delle calze di nylon chiare. “Mmmmmm…. – disse stiracchiandosi – non ho voglia di toglierle… lo faresti tu?” Riccardo fissò per un momento i piedi di Paola, invitanti calzati negli stivaletti di pelle e poi guardò Rita in cerca di un indizio su cosa fare. Rita fece segno che per lei era tutto ok. Allora Riccardo prese un piede che Paola sventolava il alto lasciando che la gonna le scoprisse le gambe ben modellate. Slacciò la cerniera e sfilò con grazia la calzatura. allora lei fece cambio di piede e lui ripetè l’operazione anche con la seconda scarpa. Nel cambio di piede, Riccardo ebbe l’occasione di constatare che un ciuffetto di peli di un color castano scuro faceva capolino tra le gambe di Paola. Riccardo non stette a domandarsi come mai il colore di quei peli non era lo stesso dei capelli (che erano biondi). Fu riportato alla realtà da un insistente martellare sulla coscia: “Le calze no?” gli disse Paola con tono petulante sventolando i piedini in faccia ad Riccardo. Riccardo allora prese l’orlo della calza destra, e non si stupì più di tanto quando vide Rita fare lo stesso con la calza sinistra. Rita cominciò a sfilare lentamente la sua calza, e man mano che la pelle restava scoperta, lei la baciava e la mordicchiava con voluttà. Riccardo si affrettò a fare altrettanto. Giunto all’altezza della caviglia, si prese un po’ più di tempo, e quando si affrettò a denudare il piede credendo di essere rimasto indietro si accorse che Rita era ancora ferma a baciare la pianta del piede di sua competenza. Allora Riccardo lasciò entrambi i piedi a Rita (che si affrettò a succhiarli voracemente) e cominciò a spogliare sua sorella. (Operazione peraltro semplice, visto che portava solo un abitino, azzurro come le famose calzine, sopra un tanga da urlo e un reggiseno di pizzo). Fu poi la volta di Paola. Fu più complicato, perché Paola stava coricata e inoltre indossava una gonna lunga e larga (e fin qui non c’è problema), ma assieme a una camicia con tanti bottoni durissimi da slacciare. Riccardo ebbe la tentazione di strappare tutto, anche perché sotto la camicia bianca si intuivano i capezzoli nudi e turgidi. Ma si impose di stare calmo, e con un po’ di pazienza anche la camicia di Paola prese il volo. Intanto Rita non era rimasta a far nulla. Aveva cominciato a risalire lungo le gambe di Paola fino ad arrivare all’inguine e, come le faceva sempre Riccardo, aveva cominciato a sbocconcellare la patata della sua amica con dolcezza mista ad avidità. Appurato che il piano inferiore era occupato, Riccardo si concentrò su quello superiore. Prese gli abbondanti seni di Paola tra le mani e cominciò a succhiare ora un capezzolo, ora l’altro. Paola dal canto suo accettava tutte quelle attenzioni cercando di ricambiare per quanto possibile: aveva già slacciato i pantaloni di Riccardo e gli stava estraendo la mazza dai boxer. Questi boxer avevano i bottoni e Paola molta meno pazienza di Riccardo, per cui dopo uno strattone deciso volarono bottoni e pezzi di boxer ovunque. Ad Riccardo bastò quindi sfilare i piedi dai pantaloni per essere nudo quanto bastava. Paola, in qualità di padrona di casa, condusse i due ospiti ad una sdraio su cui si coricò aprendo le gambe in modo inequivocabilmente invitante. Riccardo era restio ad accettare, per rispetto a Rita, ma fu proprio Rita ad accostare il pene di suo fratello alla patata aperta ed abbondantemente bagnata di Paola. Riccardo allora non si fece pregare oltre. Reso pratico dai numerosi amplessi avuti in segreto con Rita, il Nostro perforò con abilità l’amica strappandole abbondanti gemiti di piacere. Intanto anche Rita si era data da fare ed ora stava in ginocchio sopra il petto di Paola e, per quello che poteva vedere Riccardo, si stava agitando usando un capezzolo di Paola per masturbarsi. Quando poi il petto di Paola fu abbondantemente ricoperto dagli umori di Rita, Rita scese da quella posizione (che permetteva ad Riccardo di ammirarle le natiche e gli immancabili piedi) e cominciò a ripulire l’amica con abili e decisi colpi di lingua. Intanto Riccardo passava spesso e volentieri da un buco all’altro (cosa che aveva sperimentato più volte con Rita) con l’intento di ritardare l’orgasmo di Paola ma cercando anche di renderlo il più completo possibile. Rita, poi, si mise a cavalcioni del volto di Paola e, mentre si faceva leccare la patata, baciava Riccardo con passione e gli dava la possibilità di giocare con i suoi seni. Ad un tratto poi, mentre Riccardo era impegnato nel culo di Paola, Rita scese andando a baciare e leccare il clitoride dell’amica che venne dopo pochi secondi di quel trattamento. Allora Rita pulì diligentemente e si soffermò a leccare l’ombelico di Paola, che le piaceva molto. Stranamente, Riccardo era ancora ben lungi dal venire. Per cui Rita si adagiò su Paola e le due donne cominciarono a baciarsi con passione, palpandosi i seni a vicenda e mordicchiandosi le labbra e le orecchie. Riccardo, dalla sua posizione, ora aveva davanti non due ma ben quattro buchi, e si diede da fare per occuparne almeno due alla volta: uno con il fallo ed almeno un altro con le dita. (A seconda della posizione). Per Riccardo l’orgasmo giunse tardi (venne nel culo di Paola per sua esplicita richiesta) ma fu talmente debilitante che il poveretto fu costretto a riposarsi per parecchi minuti. Le due ragazze, lasciate a loro stesse, presero a fare dei furiosi 69 leccandosi follemente e stuzzicandosi i buchini con le dita. Anche tre o quattro alla volta. Riccardo, da parte sua, si era già ripreso da parecchio ma stava volentieri a guardare e si masturbava allegramente vedendo i numeri di sua sorella con l’amica. Quando poi Paola fece sdraiare Rita su un fianco, Riccardo capì subito cosa stava per accadere e decise di cambiare posto per poter sbirciare meglio. Rita era sdraiata sul fianco destro, con addosso solo una calzina azzurra. Paola le fece alzare la gamba e si mise sdraiata sulla schiena in modo da incastrare le sue gambe con quelle di Rita. Poi prese le caviglie di Rita ed attese che anche lei facesse altrettanto. Quando furono avvinghiate, tirarono ognuna le caviglie dell’altra fino a far aderire completamente i loro sessi. Poi cominciarono a strusciarsi in una danza frenetica che ricordava molto un pesce fuori dall’acqua. Riccardo intuì subito come arricchire ulteriormente quella posizione, ma anche Paola giunse alla stessa conclusione e più o meno nello stesso momento: avvicinò alla bocca un piede di Rita e cominciò a succhiarlo. Rita ovviamente fece altrettanto e le due continuarono fino a raggiungere l’orgasmo, leggermente sfasate in favore di Rita che fu la seconda a venire. Intanto Riccardo si era fatto tante di quelle seghe che aveva la mano grondante di sperma e la cappella era talmente rossa da sembrare ustionata. Paola e Rita si contesero tutta quella sborra, leccando la mano di Riccardo con abilità e avidità e per finire si baciarono tra loro. Esausti e soddisfatti si addormentarono sull’erba, nudi e mano nella mano.
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