Cinzia iniziava a preoccuparsi. Mai prima di allora aveva avuto problemi di denaro, ma da qualche mese le cose non andavano più come prima. Non arrivava nemmeno a giorno venti che in tasca non aveva più il becco di un euro e questo significava porre fine alle uscite con gli amici. In quel momento era con Giovanni al telefono, lui insisteva per andare al cinema insieme, ma lei sapeva di non poterselo permettere. Alla fine lui aveva insistito talmente tanto da non sapergli dire di no. Diciotto anni appena compiuti, bruna, e senza ragazzo stava diventando mira di mille attenzioni dei ragazzi che frequentava da un po’. Era il turno di questo Giovanni di farle la corte, probabilmente. All’ora convenuta, si fece trovare davanti casa, indossava una T-shirt di cotone celeste, sopra una gonna corta. Salì in auto ed intanto rimurginava su come fare per non entrare al cinema: lei i soldi non li aveva. “Ma vuoi proprio andare al cinema?” chiese lei. “Possiamo anche rimanere in giro e continuare a parlare”, propose. Giovanni rimase interdetto, poi accettò anche se malvolentieri, dirigendosi verso la periferia sulla strada che portava verso il mare. A lei sembrò giusto dargli da parlare mentre lui guidava, facendolo ridere e scherzare. Così si ritrovarono con l’auto ferma in prossimità di una spiaggia deserta. Giovanni la lasciava parlare, ma il suo sguardo si poggiava spesso sul suo seno, sotto la T-shirt. Le gambe di lei erano rivolte verso di lui, lasciando che potesse ammirare la pelle vellutata delle cosce che la gonna lasciava scoperte. Dopo un po’ notò che le gambe si erano leggermente divaricate. In quella posizione Cinzia, assolutamente rilassata, era parecchio provocante. Allungò il suo braccio verso accarezzandole una guancia, e lei trasalì, ma istintivamente gli si avvicino accucciandosi sulla sua spalla così che lui potesse proseguire nelle carezze. La mano giunse sul collo, le dita si mossero alla sua base, raggiunsero l’orecchio. Un movimento di entrambi li portò a baciarsi sulla bocca. Intanto la mano era scivolata sotto la t-shirt abbrancando una mammella. Al contatto, lei rispose abbracciandolo. Ben presto le labbra si schiusero e le lingue si cercarono con ardore. Le loro bocche continuavano ad essere unite, incollate in un bacio che sembrava senza fine. Tenendo ferma la mano destra sul seno ormai saldamente impugnato, Giovanni fece scivolare l’altro braccio verso le cosce, le toccò e subito spostò la mano verso per risalire sotto la stoffa della minigonna. Sentiva entrambe le gambe a contatto con la sua mano, una sul palmo, l’altra sul dorso. Cinzia teneva le gambe strette, ma non gli impediva di muovere la mano lentamente verso l’alto. Si muoveva con una lentezza esasperante, lasciando che le dita conquistassero millimetro dopo millimetro. Mentre continuavano a baciarsi la mano fu improvvisamente lesta a venire a contatto con la stoffa sottile degli slip. Appena Cinzia senti la pressione delle dita sopra gli slip fu presa da una voglia matta di sentire tra le mani il cazzo di Giovanni. Si mosse leggermente per slacciare la cintura e gli abbassò la zip dei pantaloni, cominciando a toccargli il cazzo sotto la stoffa. Lui infilò un dito sotto gli slip di lei, scostandoli, sentì che la fica era bagnata. Lei mosse il bacino per favorirlo e per assumere una posizione che gli consentisse di estrarre il cazzo con la mano, e, reggendolo, lo diresse verso la bocca, le sue labbra si richiusero attorno al glande. La bocca serrava il cazzo tra le labbra, che si muovevano lungo l’asta, la lingua girava attorno, assaggiava il prepuzio, lo abbassava. Le dita di Giovanni toccavano il clitoride e sulla fessura della fica, un dito entrava. Lei smise di succhiarlo per rialzarsi. Si sfilò la gonna ed iniziò ad abbassare lo schienale del sedile. Poi si sfilò la T-shirt e si tolse il reggiseno, abbassando le spalline e liberandosene, per poi distendersi. Giovanni le si distese di sopra, baciandola sul collo e sul seno. Intanto, con la mano aveva ripreso ad accarezzarle la fica, sgrillettandola. Sentiva le mani di lei cercare il suo cazzo, per poi stringerlo ed iniziare a segarlo per poi guidarlo verso la fessura. Giovanni sentì le labbra schiudersi al passaggio. Dopo una breve resistenza scivolò dentro tra gli umori copiosi e si senti la verga fasciata dalla carne della giovane. Lei mugolava e muoveva il bacino sotto gli affondi, sporgeva in alto il petto porgendo i seni ai suoi baci, rendendo la scopata intensa. Poi si staccò per girarsi. “scopami di fianco, dai!” Mentre Giovanni la prendeva da dietro, sentì una sua mano stringergli il cazzo guidandolo nella giusta direzione. Ricominciarono a scopare, ma quella posizione lo faceva pensare al culo di Cinzia, così bello e sodo ogni volta che il suo bacino ci sbatteva contro durante la trombata. Con un movimento che sembrò casuale, fece uscire il cazzo dalla fica, appoggiandolo sull’ano. Provò ad infilarlo, ma Cinzia fu lesta a spostarsi. Iniziò a muoversi sul sedile sino a girarsi completamente in modo da potere imboccare il cazzo mentre gli dava la possibilità di leccarla tra le cosce. Giovanni sentiva il suo membro scivolare sul viso della ragazza mentre continuava a baciarle le gambe. Con le mani le divaricò ed entrò con la lingua nel solco. A pochi metri un uomo nascosto da un grosso cespuglio stava assistendo alla loro scopata mentre li riprendeva con una telecamera minuscola.
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