La mia doppia vita. Mi piace da impazzire. Sicuramente non mi sono fatta mai mancare una opportunita’, ho fatto sesso con tutti quelli che ho potuto e tutte le volte possibili, ma mai cosi’ freneticamente ed intensamente come ora. E poi mai in tale quantita’!! Ho perso ogni ritegno, ne voglio sempre, di piu’. Un giorno senza cazzo e’ una giornata in meno.Per questi motivi, ieri, dopo il lavoro, vado a bermi il solito aperitivo nel solito bar, dove ormai sono ben conosciuta come Lia. "Ma dove sei stata??- il barista.""Ho avuto da fare…(e’ proprio vero).""Guarda che Mauro chiede di te tutti i giorni.""Beh, ora sono qui.""Ha detto che verra’ anche oggi, credo tra una mezz’ora.""Senti, ormai sei di casa qui. Vieni nel retro che devo preparare delle cose, tanto qui resta il ragazzo."Sapete cosa doveva preparare? Il cazzo. Lo sfila fuori dalla patta con un gesto rapidissimo."Non e’ giusto che tutti ti sbattano e io no. Ho sentito meraviglie su di te.""Allora saprai che costo cara…""Fammi un pompino e vuol dire che non mi darai la provvigione sui prossimi due clienti che ti procuro."Mi conviene, sono almeno centomila risparmiate. E poi mi attira quel cazzo che penzola fuori dalla cerniera. Lo prendo in mano tirandogli in dietro la pelle per guardargli la cappella. E’ rosso vivo, ben fatta, chissà come sara’ se glielo faccio diventare duro.Mi inginocchio, gli meno il cazzo avanti ed indietro picchiettando la cappella con la lingua."Sei un maiale, puzza, perché non ti lavi?""E tu sei una troia, per cui me lo lavi con la bocca."E me lo spinge contro le labbra.Subisco giocoforza, allargo la bocca e ricevo quasi tutto il suo cazzo, succhiostringendogli le palle. Non e’ ancora duro, ma lo sento crescere gradualmente. Piu’ succhio e piu’ cresce nella mia bocca, devo arretrare per farne uscire un po’, non posso soffocare. Quando lo sento ben duro gli guardo di nuovo la cappella: e’ grossa e paonazza, buona, non puzza piu’, gli ho succhiato tutta la sporcizia. Ora comincia l’arte di Lia: labbra attorno alla cappella, una mano a stringere i coglioni e con l’altra una sega da manuale. Guardo in su, incrocio i suoi occhi, e’ estasiato. Con la bocca piena mormoro:"Dai maiale, goditi il pompino piu’ bello della tua vita, ti risucchio fuori tutta la sborra, ti vuoto i coglioni.""Si, continua, sei la migliore, tra poco ti affogo di sborra."E mantiene la promessa: mi inonda la bocca e la gola, bevo rumorosamente e mentre ingoio continua a darmene, me ne esce dalla bocca, non riesco e stare al ritmo dei suoi schizzi."Cazzo, avevi ragione, proprio il pompino piu’ bello della mia vita. Chissà come chiavi bene!""Cosi’ dicono… ma per la mia figa si paga salato."Mi rialzo, mi ricompongo e torno di la’ a sciacquarmi la bocca col gin tonic che ho lasciato sul banco.Vedo un avventore che mi squadra con uno strano sguardo fissando un punto sul mio petto: Cazzo, sulla camicetta nera ho una chiazza di sborra di almeno dieci centimetri di diametro. Cosa racconto adesso a Carlo??
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