Era più di un anno che non vedo mia moglie se non attraverso quel maledetto monitor. Più la vedo usata da decine di uomini al giorno e più la desidero, più la vedo godere della sua condizione di schiava, più mi innamoro di lei.Quella situazione imprevista ha rivelato la sua vera indole: una puttana che gode in situazioni di estrema sottomissione e umiliazione. Nei cinque anni di matrimonio era sempre stata una sposa timorata di Dio, il sesso per lei era quasi un dovere, pochi pompini per farmi piacere, l’orgasmo per lei era un eccezione di cui quasi se ne vergognava, la sodomia poi era innominabile. Ora da più di un anno è a completa disposizione di più di un centinaio di uomini, che dispongono di lei come e quando meglio credono. All’inizio si sentiva violentata, ma ora è evidente che gode continuamente, che si eccita ad essere un oggetto di piacere pubblico, di non essere proprietaria del proprio corpo. Negli ultimi tempi ha cominciato a godere anche sotto i colpi dello scudiscio.In ogni ora del giorno e della notte è in compagnia di qualcuno che la usa, quasi sempre sono in più di uno a prenderla in tutti i modi possibili. Non potevo stare oltre senza lei. Mi sono fatto coraggio ed ho scritto al boss per poterla rivedere . Dopo un paio di settimane mi arriva un invito per un ballo di gala nella villa al mare del megaboss: obbligatorio smoking e maschera. Mi presento puntualissimo ed emozionato all’ingresso della villa, mostro l’invito e, prima di essere introdotto, mi invitano ad indossare la maschera: l’anonimato è obbligatorio. Entro in una grande sala da pranzo, al centro ci sono due tavole apparecchiate, con un centinaio di commensali tutti mascherali già accomodati. Saranno stati una settantina di uomini e una trentina di donne. Vengo accompagnato al mio posto, mi accomodo. Al mio fianco era seduto un uomo dall’età indefinibile e di fronte una bella ed elegantissima signora che sembrava stesse godendo. Il mio vicino alza la tovaglia tra noi e mi invita a guardare sotto al tavolo. Mi trovo uno spettacolo interessante. Una giovane donna completamente nuda alla pecorina intenta a leccare la passera delle bella signora. In quella posizione il suo bel culo mostrava evidenti segni di usura. Il mio vicino mi dimostra subito quanto fosse navigato, attira la mia attenzione, mi mostra la mano a cuneo , punta le cinque dita sul buco del culo e inizia a spingere e ad affondare, nel giro di pochi istanti la mano scompare fino al polso. Comincia poi a pompare con forza e senza tanti riguardi. La ragazza, che evidentemente era ormai abituata a tali trattamenti, non si scompone più di tanto e continuando il suo lavoro sulla bella signora che ormai godeva senza ritegno, sembrava quasi gradire rispondendo alle furiose spinte che le devastavano quel bel culetto. Dopo qualche minuto estrae improvvisamente la mano lasciando un vuoto che non si richiudeva. Era una vista arrapantissima: una splendida biondina, esile, piccoletta, alta non più di 160 cm ma ben proporzionata, con due tettine che non arrivavano alla 2°, un culetto piccolo e sodo, ma con in mezzo un cratere aperto e sbadigliante al posto della rosellina. Il mio vicino mi invita a prendere il suo posto. Non me lo faccio ripetere. Affondo tra quelle mucose palpitanti e, preso dall’eccitazione, spingo in profondità superando abbondantemente il polso. Mi fermo solo quando mi rendo conto che la povera ragazza dava evidenti segni di sofferenza, stavo esagerando. Ma la poverina non osa ritrarsi, evidentemente è nella medesima situazione di mia moglie: una schiava che sconta un debito con il proprio corpo. Estraggo il pugno che lascia la voragine che aveva trovato. Cominciano a servire la cena e la ragazza passa a succhiare altri cazzi e a leccare fighe dei commensali, probabilmente è il suo compito della serata. Mentre servono le varie portate in fondo alla sala aprono una grande porta e portano dentro dei panchetti o cavalletti su rotelle con sopra donne completamente nude, bendate e legate nelle posizioni più svariate tutte con gli accessi ben esposti e accessibili. Sono una decina molte legate su cavalletti sulla pancia con il culo ben sporgente, altre sulla schiena con le gambe legate ben divaricate. Riconosco mia moglie, è legata su un panchetto adagiata sulla schiena, le gambe legate dietro la nuca passando dietro le braccia, una posizione da contorsionista che poteva assumere senza danni grazie al suo passato da ginnasta. In quella postura ha la passera e il culo tremendamente esposti. In molti cominciano ad alzarsi e si avvicinano alle vittime. Erano a disposizione di chiunque in sala volesse farne uso. Intorno alla mia sposa si avvicinano in quattro o cinque e cominciano a tastarla a leccarla e ad assaggiare i buchi con le dita, poi cominciano a spogliarsi e a turno a scoparla e a farsi spompinare. Notai che nessuno la prendeva nel culo; mentre tutte le altre da subito venivano inculate senza tanti riguardi a lei veniva risparmiato. Mi avvicinai pure io e notai che sul suo panchetto c’era un cartello con scritto “no anal”. Chiedo spiegazioni a quello che la stava scopando e mi dice che non veniva inculata da un mese circa, le veniva conservato stretto per lo spettacolo di stasera. Aspetto il mio turno e, nonostante fosse piena di sperma, non esito a penetrarla. Finalmente dopo più di un anno riusco ad entrare di nuovo dentro mia moglie: una sensazione splendida. Comincio a pompare con forza, lei, essendo bendata, non poteva sapere che fossi io, era già stata scopata da sei o sette uomini prima di me quella sera e era sempre intenta a succhiare altrettanti cazzi. Quando l’uomo che stava succhiando scarica nella sua bocca, prima che venisse sostituito da un altro, la bacio. Lei obbediente risponde al mio bacio, sapeva si sperma, ma non m’importava, la volevo per un attimo tutta per me. E’ stato veramente un attimo visto che uno con un cazzo ragguardevole reclama la bocca della mia sposa, gli lascio il posto o lo vedo sparire completamente nella gola della mia amata. A quella vista non resisto e scarico il mio sperma in mezzo a quello degli altri. Dopo me quello che le era in bocca passa nella fica. Resto a guardare per un bel pezzo la mia donna passata da innumerevoli stalloni, era gettonatissima nonostante non fosse inculabile. Poi mi sposto in un panchetto vicino dove era legata sulla pancia una donna rossa di capelli, stava spompinando un tipo distratto che le si era posto davanti e in quel momento non c’era nessuno che la scopasse. Controllo che non ci fossero cartelli con indicazioni, e presi ad incularla con rabbia, come se fosse colpa sua. Poi vedo nel tavolo dei falli di gomma di varie dimensioni, ne prendo uno bello grande e lo infilai nel culo della rossa con un unica spinta per cercare di farle male. La poverina caccia un urlo disumano e sputa il cazzo che stava ciucciando. Il tipo le molla un gran manrovescio e gli rinfila fino in gola il cazzo provocandole conati di vomito e grossi lacrimosi; poi porgendomi uno scudiscio mi dice “frusta ‘sta troia”. Non me lo faccio ripetere, la rabbia saliva in me e la sfogo sulle natiche e sulla schiena della poveretta. Mi fermo tutto sudato solo quando l’avevo riempita di striature rosse e bluastre; getto lo scudiscio e mi allontano lasciandola singhiozzante. Il tipo gli estrae l’arnese gli avevo lasciato nel culo e comincia ad incularla eccitatissimo. Mi siedo al mio posto e mi limito a guardare; in un altro panchetto c’era un’altra schiava legata come mia moglie, avevano chiamato due servi negri con una mazza incredibile e se la inculavano a turno, quando usciva uno il buco non faceva in tempo a richiudersi che entrava l’altro. Poi uno, sempre inculandola, si sistema in una posizione più rialzata, l’altro da dietro sembrava volesse inculare il compagno, invece riusciva ad arrivare pure lui al culo della sventurata. Dopo un po’ di smaneggi anche lui entra accanto al compagno. Con due cazzi nel culo di quelle dimensioni la poveretta comincia a gridare, ma i due energumeni imperterriti gli infliggono terribili colpi sincronizzati. La stavano letteralmente squartando. Uno spettatore li vicino, preso dall’eccitazione, prende uno scudiscio e comincia a frustare con forza il seno della inculata. Non osavo pensare cosa sarebbe spettato alla mia dolce metà. I negri nonostante la scomoda posizione pompano con gran vigore per un tempo incredibile accompagnati delle frustate, poi insieme scaricano nel povero culo. Appena usciti, gran parte della sborra uscì fuori, il buco del culo, anche per la posizione molto esposta, restava aperto, la pancia e le tette e le cosce erano rosso fuoco per le frustata, dalla maschera che le copriva gli occhi colavano copiose le lacrime. Non le danno tempo di riprendersi: appena i negri si allontanano subito si ritrova un cazzo che sguazzava nel culo ed uno che cerca di farsi strada nella sua gola. Appena quello del culo scarica ed esce, quatto o cinque scudisciate ben assestate nelle chiappe e via dentro un altro. Dopo qualche ora durante le quali le povere donne erano state sfondate e massacrate in tutti i modi (a parte mia moglie che non viene ne inculata ne frustata), si apre di nuovo il portone in fondo alla sala ed entra un omone abbondantemente sopra i due metri, con le mani legate dietro la schiena scortato da due giganteschi negri che a suo confronto sembravano nani. Il gigante si dimena, è evidente che sia un ritardato, è calvo, sguardo assente, bava alla bocca, corpo massiccio, ventre abbondante e un po’ flaccido. Viene fatto sdraiare su un grande tavolo alto 50 cm da terra e gli vengono legati mani e piedi ai quattro angoli. Nel tavolo sono fissate delle cinte che gli vengono legate in vita per tenere fermo il tronco. A quel punto si fanno avanti due belle signore tra le invitate, una giovane, alta, con un abito da sera nero e lungo fino ai piedi con uno spacco laterale vertiginoso che rivela l’assenza di biancheria intima. L’altra un po’ più su d’età, forse di qualche anno sopra i quaranta, con un elegante taieur appena sopra il ginocchio ed una modesta scollatura che lascia intuire un generoso seno. Le due armate di forbici tagliano la tunica di Lello (così chiamano il gigante) e lo denudarono completamente. Rimango sbalordito nel vedere l’armatura del demente: un cazzo di dimensioni impressionati, moscio adagiato tra le gambe arriva alle ginocchia, ed anche a riposo avrà avuto un diametro di 10 cm., veramente uno scherzo della natura. Le due si avventano sulla proboscide di Lello, comincino a masturbarlo a quattro mani, a leccare l’enorme cappella (metterla in bocca è impossibile) fino ad ottenere una paurosa erezione. Orgogliose mostrano il risultato del loro lavoro al pubblico che si era radunato attorno al gigante. Quasi tutti gli invitati hanno infatti lasciato le schiave (dandole un po’ di respiro) per godersi lo spaccatolo. Lello grugnisce come un’animale, mentre una signora tiene il suo pauroso uccello perpendicolare rivolto verso l’alto, l’altra con un metro prende le misure: 52 cm di lunghezza per un diametro di quasi 15 cm! Il pubblico, con un tifo da stadio, le esortano ad impalarsi. Dopo un attimo di perplessità, la più grande si decide, si spoglia completamente, restando con solo le autoreggenti e mostrando un fisico con curve generose e un seno di una splendida quarta, unge abbondantemente il palo fremente di Lello, sale in piedi sopra il tavolo dandogli la schiena. La compagna tiene dritto quel maestoso cazzo afferrandolo con entrambe le mane alla base e, dopo una breve pausa, la bella signora flette le gambe, punta la pulsante cappella sulla sua passera completamente depilata e, con smorfie di dolore, comincia a sedervicisi. Scende di qualche centimetro poi si ferma per fare adattare i tessuti tesi al limite dello strappo dall’enorme intruso, poi prova a introdurne qualche altro cm. Ha il viso contratto e i muscoli addominali tesi. Ad un certo punto Lello si agita e con un colpo di reni riesce, nonostante fosse legato in vita, ad affondare in un sol colpo tutta la cappella. La donna caccia un urlo spaventoso, ma rimane immobile impalata in modo pazzesco. La sua amica comincia allora a succhiargli il clitoride. Ben presto il piacere sale e la zoccola comincia a muoversi con un andirivieni prima lento poi sempre più veloce fino a raggiungere l’apice, si sfila la cappella di Lello (era riuscita ad infilarsi solo quella) e traballante ritorna vicino al suo uomo che bacia con passione. Ora toccherebbe alla più giovane che rimasta con il pilone in mano esita, fa no con la testa rivolta al suo uomo, che invece la incita; allora sale pure lei sul tavolo, sposta a lato il vestito mostrando le sue grazie afferra il tronco e guardando con aria di sfida il suo uomo senza fare una piega se lo infila per un terzo della lunghezza, ci fu un’ovazione, anche lei comincia a salire e scendere fino a raggiungere l’orgasmo; scende dal tavolo raggiunge pure lei il suo uomo che eccitatissimo la gira e glielo scaraventa nel culo con foga sussurrandogli nell’orecchio che la prossima volta voleva vederla impalata nel culo. Altre invitate si fanno avanti per provare Lello, ma il boss le ferma dicendo che cominciava lo spettacolo. Ad un suo cenno i due negri vanno da mia moglie e la portano al centro della sala accanto al gigante, chiaramente lei non ha visto nulla essendo stata sempre bendata. I due la slegano dal panchetto, le lasciano le gambe legate dietro la nuca e le legano le braccia dietro la schiena, poi le inseriscono una specie di imbraco sotto le ascelle su cui legano una corda che scendeva da un paranco attaccato al soffitto. A questo punto azionano un motore elettrico che raccoglie la corda e solleva la mia sposa. Mi ritrovavo davanti uno spettacolo incredibile: la mia donna appesa a mezz’aria in una posizione da contorsionista che da sotto mostrava il buco del culo insolitamente chiuso (anche se era evidente che era un culo ben usato) e il buco della passera dal quale, appena sollevata, esce una gran quantità di sperma. Manovrando il paranco la posizionano sopra Lello, una delle invitate afferra il cazzo del gigante e lo punta verso l’alto. Cominciano a calarla; poco prima del contatto vedo che l’uccellone veniva puntato verso il buchino posteriore. Mi spavento, temo che la rompano, ormai ha preso di tutto in quel culo, ma non ha mai subito una dilatazione simile. Appena la cappella tocca il buco del culo fermano il paranco. La tipa che teneva l’uccello si preoccupa a ungerlo il tutta la sua lunghezza, poi applica con due dita dell’unguento fuori e dentro il povero buchino. Mia moglie respira con affanno, cerca di capire cosa le stesse succedendo. Probabilmente a quel punto immaginava che sarebbe stata impalata, ma non certamente da un attrezzo simile. Ad un cenno del boss il negro aziona il paranco, c’era un silenzio di tomba, gli occhi di tutti sono fissi sul punto di contatto del cazzone col culo. Comincia a scendere con una lentezza esasperante, l’enorme cappella comincia a farsi strada sfondando quel culo che io ancora non avevo mai provato. L’entrata della punta della cappella ben oliata non provoca nessuna reazione su mia moglie che aveva un culo ben elastico per le innumerevoli inculate che aveva preso nell’ultimo anno, comprese quelle dell’amico di Amir che ormai la veniva a trovare tutte le settimane lasciandogli un cratere al posto del culo, ma a mano a mano che scendeva comincia a serrare le mandibole e a lamentarsi, poi arrivati a mate cappella comincia a urlare “Bastaaa, mi si straccia il culo!” Al punto di massima dilatazione urlava come un ossesso e cercava di piegare il tronco per sottrarsi a quello scempio. Mi accorsi che il boss mi osservava, studiava le mie reazioni, ero preoccupato speravo che si fermassero, ma lei continuava a scendere ed ad impalarsi. Si fermano solo ad un terzo, aveva circa 20 cm di quel mostruoso cazzo piantato nel culo. Lei aveva gli occhi fuori dalla testa, singhiozzava senza ritegno, Lello grugniva era infoiato, voleva godere. La lasciano così per diversi minuti, durante i quali la donna, che prima indirizzava il cazzo, comincia a leccarle la passera e un’altra prende a frustarla nella schiena e sui seni. Il culo nel frattempo si adatta all’intrusione e la mia troia inizia a godere del trattamento: il culo con un diametro di 15 cm, la figa sapientemente lappata e le scudisciate che, da buona masochista quale si era scoperta, apprezzava. Appena la leccatrice si accorge che lo sfintere si è rilassato allenta la cinghia che legava la vita di Lello quel tanto per dargli un gioco di 10 cm. e si rimette a leccare. Lello allora inizia a spingere affondando e uscendo dal povero culo per l’escursione consentitagli. Le prime spinte provocano un nuovo grande dolore alla poveretta, ma ormai il piacere è partito, 30cm di quel supercazzo che le massacrava il culo, le leccate e le frustate la portono presto ad una serie infinita di orgasmi. Dopo circa 15 minuti anche Lello riesce finalmente a godere scaricando in quel povero culo tutta la sua sborra. A quel punto il negro al comando del paranco aziona in senso inverso il motore che solleva lentamente la sposa; guardavo quel cazzo sfilarsi, non finiva mai, arrivato alla cappella fa una lieve resistenza poi esce all’improvviso con un rumore di una bottiglia stappata e un mare di sperma fuoriesce da quel culo che rimase oscenamente dilatato. Nel frattempo hanno sistemato un fallo di silicone della misura di quello di Lello, applicato su un treppiedi. Vi calarono mia moglie, la rimpalarono e la lasciano alla mercè degli invitati che a turno eccitatissimi se la scoparono in figa diventata stretta per l’ingombrate penetrazione anale. Adesso le scudisciate non mancano anche per lei. Lello viene slegato e sistemato in una gabbia.La serata non era ancora finita e ci vengono promesse altre sorprese.
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