Caterina stava tornando a casa guidando come una pazza nella notte e snocciolando tutta una serie di maledizioni a bassa voce, ad un certo punto voce s’incrina e lei accosta al marciapiede scoppiando in un pianto dirotto. La fronte poggiata sul volante, le mani strette convulsamente sullo stesso e le spalle scosse da tremiti incontrollabili. Grosse lacrime scivolavano sull’ovale perfetto del suo viso e cadevano sulle gambe nude lasciate abbondantemente scoperte dalla mini.”Bastardo! Maledetto bastardo! Non sarei mai arrivata a questo da sola… è colpa tua, solo colpa tua…”Le parole smozzicate uscivano convulse dalle sue labbra mentre il pianto continuava senza posa, poi il respiro smette di essere affannoso e diventa irregolare mentre lentamente Caterina abbandona la presa sul volante e scivola a scatti sul sedile del passeggero svenendo.Il ritorno alla realtà avviene in una stanzetta del pronto soccorso con un medico ed una infermiera chini su di lei.”Allora signora come si sente?” le chiede il medico mentre la osserva attentamente”Come se mi fosse passato sopra un camion, ma dove sono?”“Non faccio fatica a crederlo con tutto quello che aveva nel sangue. Si trova al pronto soccorso del Gemelli” le risponde il medico allontanandosi e sedendosi ad un tavolo a compilare un modulo.”Mi spiace annunciarle che devo passare la sua cartella alla polizia ed alle assistenti sociali” continua il medico senza alzare gli occhi dal foglio”Non si può evitare?” chiede con un filo di voce Caterina”Purtroppo no, lei aveva nel sangue una quantità molto elevata di alcool ed un bel campionario di droghe di ogni genere”Caterina annuisce e si rannicchia in posizione fetale sul lettino. Sa cosa l’aspetta anche se non lo ha mai vissuto prima, le amiche che ci sono già passate le hanno raccontato tutta la trafila. Si ritroverà senza patente per tre mesi e dovrà raccontare la sua vita ad una persona che la starà ad ascoltare annoiata, e la dovrà convincere che nonostante tutto è una buona madre altrimenti assegnerà la bambina al padre… al bastardo…”Può rimanere sdraiata ancora per un po’ anche se le consiglio di alzarsi prima che può, l’aiuterà a riprendersi. Uscendo non si dimentichi di passare al posto di polizia” le dice il medico uscendo con l’infermiera.Il torpore la invade e lei rimane sul lettino in uno stato quasi catatonico per parecchio tempo, alla fine trova la forza di togliersi di dosso la coperta e buttare giù le gambe dal lettino. La camicetta e la gonna sono sporche evidentemente si è vomitata addosso mentre era svenuta. Scende dal lettino e si avvia a piedi nudi verso uno specchio ma immediatamente i piedi le ricordano le scarpe, ormai è talmente abituata ai tacchi che non riesce più a camminare scalza senza fastidio. Infila lentamente i sabot con un tacco impossibile e lentamente ciabatta verso lo specchio per guardarsi.L’immagine che lo specchio le rimanda impietosamente è di una donna di quarant’anni con il viso sfatto, rigato dal trucco colato e con delle occhiaie spaventose per non parlare dei capelli incollati da chissà cosa in ciocche scomposte.Si volta con un gemito in cerca della borsetta per rimediare allo sfacelo e con gesti lenti e misurati si toglie il trucco e si spazzola i capelli.Molto meglio.Il viso è sempre stanco e segnato ma la sua naturale bellezza ora si può vedere.Un respiro profondo ed esce dalla stanza con la sicurezza di una regina, sa perfettamente che anche in queste condizioni è molto più attraente del 70% delle donne. Il fisico snello e longilineo, il seno piccolo e sodo, il sedere rotondo e le lunghe gambe le danno un’aria da ragazza che crea un contrasto affascinante con il viso maturo, anche se dall’ovale perfetto e senza una ruga, e con gli occhi rapaci.Si avvia sicura di se verso l’ufficietto della polizia dicendosi che è solo uno stupido incidente di percorso, che lei è una donna che lavora e non una puttana, che queste stronzate non sono per lei le facessero una multa del cazzo e la mandassero a casa a riposare.Purtroppo l’agente di polizia che si sta facendo la notte alle quattro del mattino è piuttosto scoglionato e non è minimamente d’accordo con la visione che Caterina ha di lei, la distrugge in un istante ritirandole la patente senza quasi guardarla o rivolgerle la parola ed indirizzandola all’ufficio delle assistenti sociali con un veloce “vada là”.La donna non è molto meglio del poliziotto, è stanca, non vede l’ora che questa notte finisca e l’occhiata che rivolge a Caterina esprime tutte le considerazioni di una donna di mezza età che non è mai stata bella ad una che invece continua ad esserlo, e molto, nonostante l’età e la vita che evidentemente conduce.Cinque minuti bastano per fissare un appuntamento per il giorno seguente nell’ufficio di zona e Caterina è libera di andarsene finalmente a casa… in taxi.Quando entra in casa scalcia i sabot che finiscono sul divano e si spoglia buttando via gonna e camicetta come capita rimanendo con il bustino ed i microscopici slip. Ferma davanti allo specchio della camera da letto si guarda a lungo prima che le mani salgano a slacciare i bottoni e liberare il seno piccolo e perfetto.Una leggerissima catenella d’oro unisce gli anelli che forano i capezzoli e quando fa cadere il bustino si srotola arrivando a sfiorarle gli slip.Caterina continua a guardarsi allo specchio, inizialmente i suoi occhi vagano liberi sul corpo ma tornano sempre più spesso alla catenella che oscilla fino a rimanerne catturati.I due moschettoni con il microscopico rubino incastonato scintillano come piccole teste di drago maligne ricordandole che ora è un oggetto, non è più una donna libera ma una proprietà della Padrona.L’ira sale in circoli fumosi e la litania esce spontanea dalle sue labbra.”È colpa tua… solo colpa tua…”La voce spezza l’incantesimo e la stanchezza le piomba addosso, Caterina si toglie la catenella e si mette a letto addormentandosi di colpo.Alzarsi la mattina ed andare dall’assistente sociale è un incubo, nonostante l’appuntamento le tocca una buona mezz’ora di attesa.Quando finalmente entra nel piccolo studio la psicologa è intenta a sfogliare il fascicolo con più attenzione di quanta se ne sarebbe mai aspettata. La donna legge e rilegge le note aggiungendone di sue in una calligrafia minuta.”Caterina iniziamo con le presentazioni io sono Clelia, hai voglia di dirmi cosa ti sta succedendo?” dice rompendo il ghiaccio con un sorriso”Nulla di speciale”“Io direi invece che è proprio speciale. Sei una donna istruita, con un buon lavoro, una figlia, una casa. Che cosa ti spinge verso comportamenti così border line… così estremi?””Ti ripeto che non è nulla di speciale” ribatte Caterina caparbia”Vediamo di capirci, il tuo comportamento non è quello che ci si aspetta da una madre responsabile. Il mio primo dovere è di proteggere tua figlia e se per farlo la dovrò allontanare da te non avrò nessuno scrupolo a farlo. Adesso ho la tua attenzione? Ricominciamo. Cosa ti sta succedendo?””Tutto quello che mi succede è solo colpa sua” disse Caterina quasi ringhiando”Colpa di chi?””Di Mariano””E chi è Mariano?””Il mio ex-marito””vuoi dirmi qualcosa di più per favore” chiese la psicologa con una pazienza infinita”C’è poco da dire, quel bastardo mi ha lasciata””E perché lo ha fatto? Ha un’altra?””SI!… no… all’inizio non ci rendevamo conto che ci stavamo allontanando, facevamo l’amore sempre più di rado, poi nessuna tenerezza, nessun segno di affetto ed alla fine ci siamo separati…””Non mi sembra un quadro distruttivo, triste e malinconico ma quasi indolore””In effetti di dolore inizialmente ce n’è stato poco, per un anno non ci siamo quasi frequentati. Lui aveva le sue amiche che entravano ed uscivano dalla sua vita e dal suo letto. Amiche di tutte le età dai 18 ai 55 anni, che lo chiamavano continuamente, lo cercavano. Tutte cose che io non ho mai fatto, ho vissuto una serie di avventure più o meno veloci, dalla troiata di qualche giorno con uno mai conosciuto alla storia di un paio di mesi…””Anche questo mi sembra abbastanza nella norma… anche se con qualche contraddizione che chiariremo più avanti””Come nella norma?! Quel bastardo si divertiva con la prima che gli capitava a tiro!”Nonostante questo sia solo un incontro preliminare Caterina straripa come un fiume in piena ed investe la donna con un fiume di parole. Ovviamente conclude con la sua solita litania “è solo colpa sua… solo colpa sua se adesso sono in questa situazione”.”Non credo che scaricare le colpe su qualcun altro sia la soluzione migliore. Prima di arrivare a sentenziare che il tuo stato attuale è colpa del tuo ex-marito dobbiamo escludere ogni altra ipotesi. Per oggi credo che può bastare, ci vediamo tra una settimana stesso giorno stessa ora”Nonostante Caterina fosse sfinita quella frase conclusiva la fece saltare in piedi.”E… per mia figlia?” chiese con un filo di voce.”Per ora credo che sia meglio per tutte e due se la bambina va a stare dal padre per qualche tempo…””MA CHE CAZZO DICI! Mi vuoi togliere mia figlia…””ZITTA E SIEDI! Guarda in che stato sei… GUARDATI! Non sei in grado di occuparti neanche di te ed adesso non è niente!” scatta Clelia per contenere la crisi che stava arrivando veloce.”Tu sei qui proprio per vedere se sarai in grado di continuare ad occuparti ancora di lei, ed uso il futuro di proposito perché ora è evidente che non lo sei. Io sono convinta che ci riuscirai ma adesso proprio non se ne parla, ed ora per cortesia se vuoi uscire…”Quando esce dallo studio è sfinita e svuotata e nonostante sia mattina ha solo voglia di andarsene a casa e mettersi a dormire. Con un gesto automatico accende il cellulare ed immediatamente arriva un sms.È un ordine della Padrona, un appuntamento per la sera.Caterina ha addomesticato molto il suo raccontarsi a Clelia, con una furbizia animale ha tentato di presentare un quadro più normale di se ma è un gioco pericoloso da fare con una psicologa esperta e sveglia come lei. Se ne rende conto ma non poteva dirle della Padrona.Nonostante lo sfinimento al pensiero della sera Caterina sente i capezzoli indurirsi e stringere gli anelli che li forano.* * *Sette giorni dopo si ripresenta al centro di assistenza, è stata una settimana intensa e l’occhiata con cui l’accoglie Clelia lascia capire che il suo viso né mostra chiaramente i segni.”Ciao Caterina, vedo che hai passato dei giorni pieni””Ciao, si sono stata molto impegnata””Già” ribatte Clelia con un sorrisetto mentre apre il fascicolo e lo sfoglia rapidamente.”L’altra volta mi hai fatto un quadro generale, anche se molto confuso e lacunoso, del percorso che ti ha portato qui. Adesso cominciamo ad entrare nello specifico, si tratta di un periodo di nove.. no 10 mesi e vorrei che tu focalizzassi gli eventi primari che ti sono accaduti. Considerali come i capitoli di un libro, capitoli che esploreremo uno ogni nostro incontro. Sei in grado di dirmi di quanti “capitoli” si tratta?””Lasciami pensare un attimo… direi che sono forse…”La mente di Caterina lavorava febbrilmente per trovare qualcosa da mettere negli ultimi tre mesi, da quando la Padrona era entrata nella sua vita, ma era fottutamente difficile inventarsi qualcosa di congruente su due piedi.”… 3. Sì tre capitoli” concluse con un leggero affanno.”Vediamo, fammi un breve sommario””Allora il primo va dalla separazione a quando ho deciso di provare a vedere se riuscivo ad interessare ancora gli uomini e mi sono lasciata abbordare con facilita… il secondo è quello della storia di un paio di mesi con un collega ed il terzo… è quando mi sono accorta che razza di verme era, l’ho mollato e sono rimasta sola fino ad oggi””Il tuo collega è un tipo autoritario o violento?””No assolutamente no, perché?””Perché allora manca un capitolo” ribatte perentoria Clelia”Che capitolo? Ho detto tre e te li ho esposti…””Ed in quale di questi tre ti saresti fatta bucare i capezzoli ed inanellare come un animale da portare a spasso con il guinzaglio?” dice con calma Clelia.Le mani di Caterina scattano velocemente a coprire il seno mentre abbassa la testa per controllare ma ormai il danno è fatto.”Cosa ti ha fatto credere che potevi prendermi in giro facilmente? Il fatto che sembro una casalinga o che sono cortese? Hai cercato di poggiarti sulla solidarietà femminile o cosa? Eppure mi è sembrato che l’altra volta ti ho inviato molti segnali sulla mia capacità di reagire ma evidentemente non sono bastati. Allora ti decidi? Aspetto il sunto del quarto capitolo, quello che ti ha portato qui””Ecco… io… ma come hai fatto ha capire…””Come ho fatto sono segreti del mestiere. Adesso dimmi di questo quarto capitolo” Clelia non le avrebbe mai detto che il tessuto leggero della camicetta aveva lasciato intuire molto.”Il quarto capitolo… è quello che dura da più tempo, quello da cui non riesco… non voglio… che si chiuda anche se a volte mi lascia veramente confusa” dice in un unico respiro Caterina sentendo un nodo sciogliersi dentro di se.”Adesso andiamo meglio, molto meglio. Su continua e questa volta dal principio” la esorta con dolcezza Clelia.Caterina fissa gli occhi in quelli di Clelia e si accende una sigaretta nonostante i numerosi cartelli di divieto ben visibili sulle pareti.”Ero andata con Federica, una mia amica con cui lavoro, a pranzo in un bar del centro approfittando di una bella giornata di dicembre….” * * *”Ma insomma Caterina non puoi continuare così!” sbotta Federica”Parla piano che siamo al bar” bisbiglia Caterina all’amica”Va bene parlo piano ma anche a bassa voce ti dico che è ora che ti svegli. Sono tre mesi che Mariano se n’è andato e sono tre mesi che fai una vita da suora!””Non mi va di uscire, che ci posso fare se non mi va!””Senti falla finita e sabato sera vieni a ballare con me e Vincenzo””Ballare?!? Ma se non mi piacciono le discoteche, troppo casino ed una musica di merda!””Niente discoteca, ce ne andiamo in un disco-pub che fa musica sudamericana. Prima una cenetta sfiziosa e poi ci lasciamo andare e balliamo fino a quando ci va. Niente disco, solo musica commerciale e latina””Ma dai cosa ci andiamo a fare…””Ci andiamo a divertire! Non rompere le palle domani sera si esce… e mettiti in tiro!””E va bene, chissà se alla fine non hai ragione tu”Sabato sera Federica e Vincenzo, il suo ragazzo, la passano a prendere. Su consiglio di Federica Caterina si è vestita leggera per non scoppiare di caldo nel locale. Una camicetta di seta non trasparente così può evitarsi il reggiseno che tanto è inutile con la sua seconda di tette alte e sode, una mini non troppo corta ed un paio di sandali alla moda con il tacco alto e legati da stringhe fino al polpaccio che esaltano a meraviglia i piedi affusolati con le unghie smaltate alla perfezione.A lei non sembrava niente di che ma quando la vede Vincenzo rimane a bocca aperta. Il trucco leggerissimo ed il caschetto biondo fanno risplendere a meraviglia l’ovale del suo viso, ed il lucidalabbra da quel giusto tocco di spessore alla bocca piccola dalle labbra sottili.”Vedo che mi hai dato retta” esordisce Federica con un sorriso mentre l’abbraccia per salutarla.”Cioè?””Cioè ti sei messa in supertiro, stasera lo farai scoppiare nei pantaloni a molti uomini””Ma dai…””A proposito e queste scarpe?””Carine vero? Non erano in budget ma non ho saputo resistere, come mi stanno?” dice Caterina mentre gira su se stessa per farle vedere meglio all’amica.”Ti stanno benissimo… e lunedì mi accompagni a comprarle”Il disco-pub argentino è carino, si cena bene e la musica è decente. La serata scorre via leggera e Vincenzo è un simpatico chiacchierone.Quando arrivano le 23 e vengono tolti i tavoli per poter ballare, Caterina prova ad alzarsi ma deve rimettersi seduta. Tra la sangria, le birre, la tequila bum-bum si è ubriacata senza accorgersene. Alla fine si alza e si avvia verso i bagni barcollante, la pipì le scappa talmente tanto che se la sarebbe fatta sotto a breve.Il percorso è una specie di campo minato e più di una mano maschile si prende dei passaggi sul suo sedere. All’uscita del bagno viene imbottigliata dalla folla e le mani tornano a farsi sentire.La calca è tremenda e non se ne riesce ad uscire, per sfuggire a quelle fastidiose presenze dietro di lei Caterina sale su un palchetto dove c’è un tavolo con due uomini.L’abbordaggio è questione di un attimo e Caterina si ritrova seduta a chiacchierare con i due che le offrono continuamente da bere.Dopo svariate tequila il più audace appoggia con noncuranza una mano sulla coscia di Caterina e visto che lei non reagisce minimamente la lascia lì cominciando ad accarezzarla piano.I due la bombardano di chiacchiere e la tequila non manca mai nel suo bicchiere, gli uomini si avvicinano continuamente a parlarle nell’orecchio ed a guardarle nella camicetta.La mano continua ad accarezzarla e lentamente risale lungo la coscia. Quando si è seduta si sono presentati ma Caterina ha dimenticato i nomi nel momento stesso in cui li dicevano, le sembra che quello alla sua destra abbia detto di chiamarsi Paolo e sta pensando di togliere la sua mano dalla coscia quando questi allunga un braccio e lo passa sulle spalle cominciando ad accarezzarle la nuca.Caterina reagisce come una gatta che fa le fusa e l’altro, forse Marco?, con un gesto velocissimo le slaccia un bottone della camicetta. La testa le gira come non mai e le mani di Paolo sono piacevoli da sentire addosso. Marco ha continuato a slacciare bottoni scoprendole le tette ed accarezzandole con il dorso della mano.Ad un tratto la mano di Paolo che le massaggia la nuca le gira il viso e l’uomo la bacia con passione mentre la mano sale velocemente lungo la coscia e si impossessa del suo monte di venere.Nonostante la ressa la posizione del tavolo è piuttosto defilata e nessuno si accorge di nulla, Caterina è inebetita ed alza le mani come per fermarli ma poi le abbassa lentamente fino a posarle sulle cosce degli uomini lasciandoli liberi di fare quello che vogliono. Paolo continua a baciarla mentre con il medio la stuzzica da sopra il perizoma e Marco si è impossessato di una tetta e la carezza dolcemente.”Che ne dici se cerchiamo un posto più tranquillo?” le chiede Paolo staccando le labbra.Caterina annuisce riuscendo a biascicare un “basta che non usciamo da qui” mentre chiude gli occhi per il piacere di una stretta di Marco sul seno.Paolo si alza e sparisce per ricomparire dopo qualche minuto con una chiave, un cenno e Marco si alza portandosi dietro Caterina. La chiave, che Paolo ha pagato cinquanta euro alla guardarobiera, apre la porta di un piccolo magazzino e mentre se la chiude alle spalle vede uno della security fargli cenno di stare tranquillo.La stanzetta contiene degli scatoloni ed una scrivania a cui Marco e Caterina sono appoggiati, l’uomo la sta baciando sul collo mentre con una mano le palpa un seno e con l’altra le stringe il culo.Paolo si avvicina le toglie la camicetta e la mini, i due uomini si allontanano per guardarla mentre Caterina si appoggia nuda alla scrivania.”Ammazza che fregna!” bisbiglia Marco mentre la scruta centimetro per centimetro. Le lunghe gambe magre incrociate la fanno sembrare più alta e le braccia che le stringono il busto fanno uscire fuori le tette dai piccoli capezzoli appuntiti.”Non fa stronzate e ce la godiamo per bene sta troia” risponde Paolo all’amico mentre si avvicina a Caterina rovesciandola sulla scrivania ed affondandole la testa tra le cosce.”Dai… dai con quella lingua… fammela sentire…” mugola Caterina appoggiando i piedi sulle spalle dell’uomo. Marco si è messo di fianco e le afferra le tette stringendole e leccandole.”Ohh cazzo!… oh cazzo cazzo cazzo!” continua a sussurrare Caterina mentre con le mani si spinge con forza la testa di Paolo tra le gambe.Marco lascia momentaneamente le tette e le afferra il viso strusciandole il cazzo sulle labbra.”Dai troia fammi sentire cosa sai fare”Caterina apre la bocca e cerca di ingoiare tutto il cazzo senza riuscirci. Dopo pochi tentativi rinuncia e comincia a fargli un pompino rumorosissimo.Paolo si rialza e si spoglia velocemente mentre Caterina continua a sbocchinare Marco facendo con la bocca degli incredibili rumori di risucchio.”Senti questa zoccola come lo succhia… adesso voglio sentire come sta tra le cosce e poi non me la voglio proprio perdere una bocca così…””È una favola… manco le puttane lo succhiano così…”Paolo si risistema tra le gambe di Caterina ed appoggia la punta del cazzo sulla figa, l’afferra per le gambe e comincia a spingerlo dentro con piccoli colpi.”Madonna santa che fregna… senti che roba… calda, stretta e bagnata…” biascica Paolo mentre lo spinge dentro poco per volta.Caterina stringe le gambe dietro l’uomo e se lo tira addosso facendoselo entrare tutto dentro con un mugolio che lo rende pazzo.”Ahhh… che troia… che troia… mo te la allargo per bene…” dice Paolo che ha passato le braccia sotto le gambe di Caterina e se la sta scopando con forza.La situazione è talmente carica che nessuno dei due uomini riesce a reggere il ritmo per molto tempo ma a Caterina non glie ne può fregare di meno, è già venuta e si sta godendo quella scopata da puttana come non mai.Paolo viene con un “cazzo… cazzzzooooo!” mentre lo spinge fino in fondo e le sborra dentro.Marco continua a scoparle la bocca ed a tormentarle le tette, inizialmente Caterina sente fastidio quando lui le pizzica i capezzoli o le strizza il seno con forza ma poi comincia a provarci gusto e quando la stringe ferocemente mentre lo tira fuori dalla bocca per poterle schizzare sul visoCaterina viene di nuovo.I due uomini si guardano negli occhi ma nessuno dei due ha la forza di continuare e si rivestono mentre Caterina rimane abbandonata sulla scrivania.”Forza bella, muovi le chiappe che dobbiamo uscire da qui” la incita Paolo facendola alzare.Si alza dal tavolo e con pochi gesti spezzati si riveste. Quello che Paolo le ha schizzato dentro è ormai scivolato lungo un gluteo per formare una pozzetta sulla scrivania ed il perizoma trattiene quel poco che è rimasto dentro, intontita afferra uno straccio e si pulisce al volo il sedere mentre si struscia il dorso della mano sul viso per togliere la sborra di Marco.”Senti io ho voglia di rivederti, perché non mi dai il tuo cellulare?” le dice Paolo mentre tira fuori un biglietto da visita.”No, dammi il tuo e ti chiamo io” ribatte Caterina in un lampo di lucidità.”Ok, eccolo allora chiama. Chiama hai capito? Chiama.” le dice mentre le passa il talloncino di carta e la fa uscire dalla porta.Caterina si dirige verso il loro tavolo dove trova una Federica preoccupatissima.”Ma che fine hai fatto? Madonna santa sei stravolta!” le chiede concitatamente l’amica”Mi sono fatta una bella scopata”La risposta che le esce di bocca con tanta sorprendente tranquillità la stupisce talmente tanto che a Caterina sembra sia un’altra persona a rispondere.”E con chi?” chiede allibito Vincenzo.”Con un paio di tizi che mi hanno agganciata laggiù””Ma li conoscevi?” chiede Federica”Mai visti prima, sentite io mi sento stanca morta perché non ce ne andiamo” dice Caterina buttando via con noncuranza il biglietto di Paolo.Mentre aspettano fuori dal locale che Vincenzo recuperi l’auto, Federica prende un kleenex e pulisce il viso di Caterina chiedendo stupidamente “e questa che roba è?”Caterina la fissa e le risponde “sperma” con la stessa calma glaciale di prima.”Ma ti sei fatta scopare senza precauzioni!?” chiede quasi senza voce l’amica.”Già. Una vera cretina. Domani me ne vado dal medico per togliermi qualche dubbio e mettermi al sicuro da rischi indesiderati” * * *Caterina finisce di raccontare con un filo di voce e si ferma in attesa di qualche commento da parte di Clelia bevendo un poco d’acqua.”Come esperienza è stata certamente di rottura per una donna come te ma, nell’attuale contesto, niente di anormale” commenta con calma la donna.Caterina è senza parole e la guarda con gli occhi di fuori.”Niente di anormale?” chiede stupefatta.”Cosa credi che sei la prima che si fa sbattere da uno sconosciuto? Succede tutte le sere in molti locali di Roma. D’altronde la rapidità con cui quello ha rimediato la chiave di uno sgabuzzino lascia intuire facilmente che in quel locale non è una novità. Com’erano questi uomini?””Com’erano come?””Fisicamente, com’erano, somigliavano a qualcuno?”Caterina rimane un attimo sopra pensiero e poi risponde piano “Quello che mi ha agganciato era la copia del mio ex-marito, lo stesso fisico forte, la stessa altezza…””Va bene, ho capito. Per oggi ci fermiamo qui, la prossima settimana andremo avanti e continueremo con questo periodo fino a quando, secondo te, non termina” Caterina la saluta con un breve cenno della testa ed esce leggermente malferma sulle gambe.Clelia la guarda uscire fissandola intensamente per alcuni secondi prima di cominciare a prendere appunti su come Caterina continua a tornare sul suo ex-marito ed a incolparlo di tutto ciò che le accade.
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