Caterina oscilla tra la realtà esterna e quella che le impone la Padrona in un balletto dai contorni offuscati. La Padrona le fa vivere giorni incolori e privi di emozioni, lei vive pigra e sorniona come una gatta per poi esplodere piantandole le unghie addosso in una esplosione di furia che lascia Caterina stremata dal piacere…come ora……i due piccoli moschettoni scintillano come piccoli draghi maligni mentre mordono gli anellini infilati nei suoi capezzoli trattenendola carponi a terra. La catenella è fissata ad un filo sottile che circonda le zampe della sedia su cui è seduta a gambe larghe la Padrona, la testa di Caterina le affonda tra le gambe mentre cerca disperatamente di farla godere leccandola.Se il filo si spezza prima che goda la Padrona imperverserà su di lei, la travolgerà come un uragano usando ogni mezzo che la sua perversa fantasia le suggerirà per arrivare al piacere.La gonna è arrotolata sulle cosce bianche come solo una rossa può avere mentre i sandali scivolano avanti ed indietro sul pavimento fino ad arrivare sopra le mani di Caterina. Le suole non premono sulle nocche e dopo pochi secondi scivolano giù fermandosi di fianco alle mani, il piede destro si solleva lentamente ed il tacco alto e sottile si poggia sul dorso della mano premendo piano.La Padrona sbuffa leggermente mentre sfoglia annoiata una rivista, Caterina è terrorizzata dall’idea di non riuscire a farla venire e questa paura la fa bagnare come non mai. Dentro di se muore dalla voglia di fallire per annullarsi nella punizione della Padrona ma continua ad insistere con la lingua perché è quasi sul punto di venire. Altre volte era arrivata vicino al piacere senza sfiorarsi neanche con un dito ma questa volta è talmente carica che sta per venire mentre lecca la Padrona.Pochi secondi dopo un gemito, dei piccoli brividi e Caterina ha un orgasmo, si accascia tra i piedi della sua dea tirando con le tette la catenella fino a strappare il filo che la blocca per poterli leccare.“Brutta cagna… troia in calore che non sei altro… che cazzo fai… che cazzo fai… chi ti ha dato il permesso di godere… e sopratutto…sopratutto… lurida vacca… la tua unica funzione… il solo motivo per cui vivi… è far godere MEEEEE!”Il piede che Caterina leccava la colpi in viso facendola ruzzolare via e la Padrona si alza in piedi rimanendo con le gambe leggermente divaricate mentre la gonna scivola al suo posto con un fruscio sensuale.“Prendi la scatola” dice a Caterina stirando le labbra in un sorrisetto demoniaco.È bella la Padrona anzi è bellissima, Caterina si stupisce ogni volta di quanto sia bella pur essendo alta solo un metro e mezzo. Un fisico perfetto con un bel sedere pronunciato e due tettone alte e sode che sarebbero sproporzionate su ogni donna minuta ma che porta con una tale grazia e sicurezza da renderle adattissime a lei, il tutto sormontato da un viso da cherubino incorniciato da una cascata di boccoli rosso fuoco.Solo gli occhi svelano che lei un cherubino non lo è neanche lontanamente. Due pozze nere in cui iride e pupilla sono talmente simili come colore che ci si accorge della lieve differenza solo da molto vicino quando si vede un leggero cerchio celeste che li separa. Caterina ha imparato presto a leggerli e quando vede che il cerchio azzurro si scurisce capisce che il piacere è vicino.Nel rialzarsi si ferma ad osservare i piedi della Padrona, perfetti, semplicemente perfetti.Minuti, affusolati, curatissimi, Caterina è letteralmente pazza per i piedi della sua dea. Nulla la manda fuori di testa come vedere la Padrona tenderli ed arcuarli come una ballerina classica sulle punte quando è eccitata o sta per venire. Impazzisce di piacere quando le è permesso di leccarli mentre la Padrona gode, passa e ripassa le lingua tra le dita succhiandole una ad una per fermarsi più a lungo sull’alluce.Lo prende in bocca come un piccolo cazzo e come tale lo lavora con la lingua passandola sul taglio dell’unghia laccata alla perfezione come fosse il bordo della cappella mentre vistosamente asseconda i movimenti con la testa per dare più enfasi al pompino.Da quando è diventata una proprietà della Padrona viene presa sempre più frequentemente da forme di feticismo incontrollate, è come rotolarsi con una coperta avviluppandosi sempre più strettamente.Un breve colpetto a terra del piede della Padrona la riporta alla realtà e Caterina scatta a prendere la scatola. * * * È nuovamente seduta nello studio di Clelia ma stavolta lei è leggermente in ritardo e Caterina impegna il tempo con una rivista. Non si accorge di Clelia fino a quando non le passa davanti per andare a sedersi sulla poltrona.“Scusami. Traffico. Un minuto per organizzare le idee e sono da te”Caterina posa la rivista e rimane in attesa mentre Clelia sbriga velocemente le sue cose.“L’ultima volta abbiamo chiuso il cosiddetto primo capitolo, adesso vediamo di inquadrare quest’uomo con cui hai avuto una storia degna di tale nome” inizia Clelia senza preamboli.“Claudio è un collega, mi è sempre ronzato intorno anche quando ero ancora sposata…”“E tu gli davi corda anche quando eri ancora sposata?”“Mi è sempre piaciuto…” risponde con una leggera spallucciata Caterina“…e ti gratificava avere un uomo che ti apprezzava visibilmente” conclude per lei Clelia“Certo che mi gratificava. In più mettici che è un bell’uomo con un bel po’ di soldi che spende largamente vorrei vedere quale donna al posto mio non si sarebbe fatta fare la corte!”“Anche quando eri sposata?”“Uffa con questa storia della sposata, neanche fossi la prima donna al mondo che si fa un amante!” sbuffa Caterina“Cosa cercavi in lui che non trovavi più in tuo marito?”“Niente e tutto. Mariano è un uomo a cui piace molto il sesso e non soffre di inibizioni ma farlo sempre con lo stesso uomo alla fine stufa”“Come mai non avete cercato di variare il vostro approccio al sesso?”“Con Mariano? Ma che dici! Secondo te sarei dovuta andare da mio marito e dirgli che mi ero stancata di scopare con lui e che ci voleva qualcosa di nuovo?”“Certo. Era la cosa più giusta da fare, più difficile che trovarsi un amante ma certamente quella migliore per tenersi il marito”“E se pensava che ero una troia? Se si fosse convinto di essersi preso una puttana per moglie?”“In questo caso forse, e ripeto forse, avresti scoperto che non era l’uomo giusto per te…”“Non lo conosci neanche un po’ ma ti assicuro che Mariano è il miglior marito e padre che si possa desiderare!”“Non basta in un rapporto di coppia specialmente se la coppia è giovane, parlandone forse avresti scoperto che anche lui si era stancato di come facevate l’amore”“Non mi veniva. Non riuscivo a parlarne con lui, non mi stava più bene ma sono mai riuscita a manifestargli il mio scontento. Come potevo andare dal padre di mia figlia e dirgli che volevo mettere più pepe nel rapporto!”“Lui come viveva il sesso?”“Ho paura che lo vivesse molto male. Da quando cominciai ad andare a letto con Claudio non riuscivo più a farlo con lui e lo tenevo a distanza”“Cosa te lo impediva?”“Principalmente mi vergognavo e poi non volevo farmi vedere nuda per paura che scoprisse i lividi ed i segni dei morsi che avevo regolarmente addosso”“Con il tuo amante facevate solo del sesso violento o c’erano anche dei momenti di tenerezza?”“Scopavamo e basta. Claudio non è neanche un gran che a letto e come dimensioni e resistenza non si avvicina neanche lontanamente a quelle di Mariano ma è un maiale vizioso e riusciva sempre ad eccitarmi fino a coinvolgermi nelle sue fantasie”“Quanto ci sei stata con Claudio prima che Mariano se ne andasse? Ma era sempre lui quello che è venuto dopo il periodo dei locali oppure è un altro Claudio?”“È sempre lo stesso, prima della separazione è stato il mio amante per tre mesi e quando abbiamo ripreso a frequentarci ci siamo visti una decina di volte”“In questi tre mesi antecedenti alla separazione quante volte vi siete visti?”“Ci vedevamo un paio di volte la settimana, andavo a casa sua il martedì con la scusa della palestra. Mariano portava la bambina in piscina ed io mi ero iscritta in un altra palestra con la scusa di stare insieme a Federica. Poi uscivamo il venerdì o il sabato sera, una sera a settimana uscivo con leamiche ma quando è ricomparso Claudio ho usato quelle sere per uscire con lui”“Che età ha Claudio?”“50”“Fisicamente e caratterialmente come è?”“Bello. Fisico longilineo, sempre abbronzato e curato, pochi capelli grigi e con un carattere molto forte e lunatico”“Simile a tuo padre?”“No, Mariano è molto simile a mio padre. Alto, massiccio, con un viso aperto e delle mani grandi e forti ed è affidabile. Una persona su cui puoi contare sempre”“Forse è proprio questo il suo problema” dice quasi distrattamente Clelia“Quale?”“Che è troppo somigliante a tuo padre, in genere questo è un gran buon motivo per le tue remore a parlare con lui di problemi sessuali. Ti soddisfaceva il sesso con Claudio?”“Come ti ho detto Claudio non è un gran ché a letto, gli bastano cinque minuti per venire scopandomi mentre se gli faccio un pompino viene anche prima. Non sono mai venuta quando ho scopato con lui”“Ed allora spiegami come mai ci andavi a letto, dov’era il tuo piacere?”“Nell’attuare le sue fantasie. Non so come ma quando eravamo a letto riusciva sempre a scoprire cosa mi avrebbe mandato fuori di testa, se la immaginava porca al 1000% mentre lo spompinavo e dopo che era venuto me la raccontava istigandomi e tentandomi fino a convincermi a farla. Una volta ho goduto soltanto con l’aspettativa di quanto poi avrei fatto la sera”“Mi chiarisci il tipo di fantasie che avevi”“Le mie?”“Certo. A quanto sembra Claudio fungeva da esperto amplificatore di situazioni immaginate da te”“Già, sembra proprio cosi. Ce ne sono state molte ma il tema dominante era la sottomissione. In ogni occasione subivo la volontà altrui, sempre ubbidiente e remissiva”“Com’era il tuo rapporto con Mariano, chi era l’elemento traente della coppia?”“Tutti e due. Non ha mai accettato un rapporto di sottomissione. Per lui si doveva procedere affiancati, solo occasionalmente si poteva verificare che uno dei due tirasse l’altro. Durante una delle tante discussioni prima che se ne andasse mi disse che lui voleva una compagna, una donna autonoma ed autosufficiente, che avesse una sua vita anche al di fuori della coppia e non una da tirarsi sempre dietro…”“E queste considerazioni hanno fatto morire sul nascere ogni eventuale tentativo di chiarire la situazione con lui” la interrompe Clelia “Mi hai detto che dopo la separazione ti sei vista con Claudio solo una decina di volte, come è finita la storia e perché?”“Da quando avevamo ripreso erano cambiate alcune cose, non erano più coinvolta nella realizzazione di mie fantasie ora imponeva le sue ed alcune non mi piacevano molto”Caterina si ferma un attimo per prendere una caramella dalla borsa per poi continuare“Poi una sera organizzò un poker con degli amici a casa sua e mi fece indossare solo un collare ed un guinzaglio, mi fece rimanere inginocchiata accanto a lui legata al tavolo come un cane per tutta la sera. Non mi fece toccare da nessuno, potevano solo guardare”Ora si ferma per bere un sorso d’acqua con le labbra che tremano leggerissimamente. Clelia capisce al volo che si sta avvicinando un momento estremamente critico nella storia di Caterina.“Qualche sera dopo ripeté il poker e stavolta c’era anche una donna, Stefania, un’amica di un suo amico intimo. Stessa scena con me nuda legata al tavolo e seduta a terra, stavolta però Claudio perde pesantemente ed alla fine della serata è sotto di una ventina di milioni quasi tutti con Stefania. Quando alla fine si arriva ai portafogli Stefania gli offre uno scambio, vuole me in cambio dell’estinzione della metà del debito”Un’altra pausa per un altro sorso d’acqua e stavolta il tremolio delle labbra è evidente.“È come se fossi veramente un cane, Stefania e Claudio contrattano per un po’ ed alla fine si accordano. Stefania straccia i pagherò ed io sono sua per sempre. Claudio mi slega e passa il guinzaglio a Stefania che mi fa indossare un soprabito e mi porta a casa con se”“È lei che ti ha forato i capezzoli vero?” chiede in un soffio Clelia“Si”“Vivi ancora questo rapporto di possesso?”Caterina trema molto e stringe le labbra senza rispondere, le è stato ordinato di non rispondere a domande sulla Padrona.“ALLORA! LO VIVI ANCORA?” urla Clelia scagliandosi verso di lei come per colpirla e Caterina crolla come uno straccio di fronte a quella esibizione di forza repressa e risponde sommessa.“Vivo per questo”La tensione è altissima e Caterina piange a dirotto e Clelia le passa dei kleenex. Silenziosa si mette a riempire di appunti il taccuino lasciandola sfogare e calmarsi.I minuti passano e Caterina riprende una parvenza di controllo, quando Clelia posa la penna non riesce a guardarla e rimane con il viso basso.“Direi che per oggi può bastare, credo di essere arrivata ad avere un numero sufficiente di elementi per dirti che riuscirò a ridarti una vita normale e, alla fine del percorso, anche tua figlia. Ora ti spiego come procederemo, la prossima volta scaveremo a fondo su questo rapporto fino a tirare fuori le reali motivazioni che ti hanno portato ad accettarlo, poi inizieremo a risalire la strada che ci porterà ad interromperlo del tutto lavorando sull’autostima ricostruendo la tua volontà”Si interrompe un attimo prima di proseguire più dolcemente.“Sei libera di andare, ci vediamo tra una settimana”Caterina si alza senza guardarla mai ed esce velocemente dallo studio. * * * Caterina è stesa supina sul tavolino davanti al divano del salotto con mani e piedi legati alle zampe, “la Scatola” è aperta davanti a lei.I suoi occhi sono fissi sulla schiena della Padrona, è nuda e sta indossando un doppio dildo, si infila dentro la parte più piccola fino a far aderire al pube un piccolo separatore coperto di peduncoli morbidi che le stimolano il clitoride, lega strettamente le cinghie fissandoselo addosso e si gira verso Caterina che la guarda ad occhi spalancati.Dal ventre della sua dea spunta un enorme cazzo di gomma, Caterina lo fissa ipnotizzata per un paio di secondi poi alza lo sguardo sul viso della Padrona.Il luccichio che le vede brillare negli occhi ed il sorrisetto che le aleggia sulle labbra lucide e carnose le dice che tra poco se lo ritroverà in bocca. Inizialmente la Padrona lo spingerà piano ma poi salirà l’eccitazione e sarà sempre più forte e sempre più a fondo fino a ficcarglielo tutto in gola, fino a soffocarla, fino a farla vomitare.E quando starà riprendendo fiato, tossendo e sputando, le girerà dietro e prendendola per i fianchi le sfonderà la fica con una raffica di colpi rabbiosi che la lasceranno senza fiato. Poi l’afferrerà per le tette piantandoci le unghie e continuando a scoparsela, tirando e torcendo i capezzoli, fino a quando non riuscirà a venire.La sequenza di queste azioni si è cristallizzata in un rituale preciso, un preludio codificato che permetterà alla Padrona di raggiungere quello stadio di esaltazione da cui emerge, pura come Venere dai flutti, la motivazione che lega Caterina e si solidificherà in una serie di ordini incredibili, perversi ed abbietti a cui Caterina dovrà ubbidire la sera.È l’esecuzione passiva di quegli ordini, il degradarsi come nessuno mai farebbe volontariamente, perdere la connotazione di persona e diventare oggetto che la farà godere come niente altro al mondo riesce a fare. In quei momenti Caterina raggiunge l’estasi, nell’annullamento del libero arbitrio, nell’essere lo strumento con cui la Padrona esprime la sua sessualità, completamente compenetrata nel suo ruolo è ormai smarrita nella sua personale perversione che l’ha portata a rinunciare al possesso del proprio corpo.Presa da questi pensieri Caterina inarca i piedi emulando la posizione preferita dalla Padrona mentre sente già i primi umori bagnarle la fica. La sessione con Clelia l’ha lasciata con una eccitazione che l’ha accompagnata per tutto il giorno e sa che godrà più volte prima che la Padrona sia soddisfatta.E non sarà soddisfatta fino a quando non le avrà ficcato dentro il più grosso dildo che ha scopandola ed inculandola come una furia, fino a quando togliendolo lei non rimarrà visibilmente aperta. Solo allora, solo quando l’avrà violata fino all’inverosimile si fermerà ed inizierà il rituale di chiusura.Si metterà davanti a lei a gambe larghe per farsela leccare e le ricorderà che lei non sarà mai più cosi’ stretta e che nessun uomo potrà provare piacere a scoparsi una troia sfondata come lei. Caterina trema dentro di se pensando a come s’incazza la sua dea quando si accorge che nonostante tutti i suoi sforzi non riesce a farla diventare come lei vorrebbe. La natura le ha sorriso e l’ha dotata di tessuti molto elastici che riescono a recuperare, almeno in parte, alla devastazione del mostruoso cazzo di gomma che la Padrona le spinge dentro.Qualcosa di freddo e duro le si appoggia sulle labbra e mentre la Padrona ancora non ha iniziato a godersi la sua cagna e lei, la cagna, comincia a sentire le prime pulsazioni di piacere contrarle la vagina. * * * È la seconda settimana che Clelia aspetta invano Caterina ma stavolta la rabbia che le monta dentro scatena un vortice di pensieri.Stupida! Stupida! Stupida! Quanto sei stata stupida Clelia a credere che una persona cosi’ border line come Caterina si sarebbe potuta recuperare facilmente. Le scuse, le motivazioni, lo scaricare sempre tutto sull’ex-marito non sono assolutamente niente di fronte alle spinte della patologia che la tiene stretta.Come ha potuto non capire che non si trattava di una semplice vendetta autodistruttiva ma di paranoia! Come sei potuta essere cosi ingenua cosi…cosi… cosi stupida!Apre lentamente il taccuino e quasi piange di rabbia mentre, per quel poco che la riguarda, scrive le note conclusive alla vicenda umana a nome “Caterina”. Stasera o domani mattina lo renderà in forma ufficiale, lo infarcirà di termini tecnici e di forme professionali e lo inoltrerà agli organi competenti ma alla fine, anche se in maniera stilizzata ed asettica, dirà le stesse cose che sono scritte sul taccuino. Dirà che sebbene non sia incapace di intendere e di volere allo stato attuale non è assolutamente in grado di assumersi responsabilità.Qualche secondo di riflessione e poi Clelia chiude stancamente il taccuino. * * * Caterina piange a calde lacrime ma a capo chino ubbidisce all’ultimo ordine della sua dea e sale in macchina con l’uomo.La Padrona non ha accettato la sua ribellione dopo la sentenza che la dichiarava inadatta al ruolo di madre e l’ha ceduta ad un altro Padrone.Portava ancora sul viso i segni di quell’episodio e mai e poi mai avrebbe potuto utilizzarla ancora come oggetto di piacere, gli oggetti non si ribellano, non urlano e sopratutto non mollano ceffoni.In realtà era stata venduta per davvero visto che la Padrona ne aveva ricavato 10 mila euro ma a lei non importava nulla. Il nuovo Padrone le aveva già detto che avrebbe continuato a lavorare ma che avrebbe gestito lui i suoi guadagni e che questi non sarebbero venuti solo dalla sua attività pubblica.La sua dea l’ha fatta inginocchiare sul marciapiede davanti al sedile dove era mollemente sdraiata e, con lo sguardo che le brillava, le aveva sussurrato che il nuovo Padrone l’avrebbe affittata a dei master senza serve.Ti useranno senza riguardi, le aveva detto, ti useranno e ti sfrutteranno al massimo delle loro possibilità fino all’ultimo secondo a loro disposizione. E quando sarai troppo aperta per soddisfare i più esigenti abbasserà il prezzo e ti darà a quelli che per permetterselo si riuniscono in gruppi di due o tre e poi, quando ormai avrai la fica sfondata come un vecchio secchio ed il buco del culo calloso ed aperto come una damigiana a furia di infilarci di tutto, lo abbasserà ancora ed ancora fino a che non costerai quanto una qualsiasi puttana da strada.La sua dea l’aveva leccata sulle labbra e si era alzata andandosene con le scarpe che ticchettavano veloci sul marciapiede.Era convinta di averla uccisa, finita, ridotta uno straccio ma in realtà Caterina sapeva bene che era solo un misero tentativo di umiliarla ed impaurirla. Che il nuovo Padrone le facesse pure tutto quello che voleva, lei non aspettava altro e la meschina previsione del futuro della sua dea non aveva fatto altro che colpirla come un maglio tra le cosce facendola quasi venire.Quando la sua dea se ne era andata un veloce pensiero aveva attraversato la sua mente, da pochi istanti non era più una cosa ma era ridiventata una persona.Caterina stava assaporando questa sensazione strana quando il Padrone l’aveva afferrata per un polso.Tutto si era annullato svanendo come una bolla di sapone e da quel momento era diventata una cosa sua.
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