A fare la barista in un bar c’è un bel pericolo: quello di incontrare e fidanzarsi con uno dei tanti perditempo fannulloni che lo frequentano, se poi ti capita di rimanere incinta la tua vita sarà per sempre segnata. Questo è quello che successe a Dania che quasi a 30 anni si ritrovò con un figlio ed un marito fannullone e anche succube della forte personalità della donna, che appena saputo della gravidanza fu spedito subito a lavorare in fabbrica. Prima del fattaccio era stata a lungo fidanzata con un militare, affascinata dalla sua divisa, dal suo rango e dal suo temperamento aveva perso la testa per lui ma poi tutto finì. Finito il periodo di maternità Dania trovò lavoro come cassiera in un supermercato e con indosso la divisa era ancora più bella: capelli castano-rossi a caschetto con in mezzo due occhi scuri e molto intensi, alta 1,77 il suo fisico non risentì più di tanto della maternità infatti le cosce rimasero belle sode così come il suo bel culetto, una quarta misura di tette la facevano veramente sexy, a lavoro doveva indossare scarpe abbastanza basse, calze a rete sotto una gonna blu che arrivava fino al ginocchio abbastanza attillata, camicetta bianca con sopra un cravatta blu che evidenziava ancora di più il suo magnifico seno. Quando entrava al bar per comprare le sigarette o per cercare il marito tutti se la riguardavano, infatti quando era la barista aveva avuto molti spasimanti ma lei se l’era sempre tirata rimanendo inguaiata appena abbassò la guardia. Gli amici del marito gli dicevano sempre “beato te che ti scopi quella cavallona di tua moglie!” e lui rispondeva sempre abbozzando un sorriso e tenendo la testa bassa; infatti da quando era nato il piccolo avranno scopato al massimo 3 volte, ed erano almeno 4 mesi che non toccava la moglie, e questo valeva anche per Dania troppo indaffarata col piccolo e col lavoro per cercare altri uccelli, mentre il marito si sfogava affittando numerosi film porno e facendosi più volte beccare dalla moglie “brutto segaiolo che non sei altro, ma perché non pensi a lavorare, hai un figlio non sei più un bambino devi crescere” gli strillava solitamente. A dire la verità un uccello lo avrebbe succhiato volentieri : era quello del suo direttore, un uomo sulla quarantina alto e snello, sempre pulito ed elegante, dirigeva tutti con grande fermezza ma mai con eccessiva durezza. Quando Dania lo vedeva arrivare dentro la sua mercedes pensava a quanto sarebbe stato bello esserne la signora : se non lo avete capito aveva un vero e proprio debole per gli uomini di potere, che si erano realizzati ed avevano un bel conto in banca. Una sera mentre discutevano nell’ufficio del direttore sui turni Igor (questo era il suo nome) non riusciva a staccargli gli occhi di dosso “lei è veramente una donna bellissima, suo marito è davvero molto fortunato” disse lui “grazie direttore, anche lei è un uomo molto affascinante, chissà quante donne le corrono dietro” rispose lei con fare civettuolo, infatti dentro di se pensava che finalmente questa sarebbe potuta essere la volta buona; “lei non è molto che lavora qui, perché una di queste sere non ceniamo insieme, ci potremmo conoscere meglio” disse Igor con tono molto gentile, per tutta risposta Dania si alzò e si sbottonò la camicia, mostrando le sue splendide poppe dentro un reggiseno verde merlettato e aggiunse “veramente io vorrei approfondire la sua conoscenza adesso!” poi mise un ginocchio sulla scrivania, prese l’uomo per la cravatta e gli ficcò la sua lingua in gola in un bacio veramente mozzafiato. Poi lentamente gli sfilò i pantaloni e tirò fuori un bel cazzo già duro sui 20cm, sicuramente più grosso di quello dei suoi unici altri 2 partner, lo masturbava lentamente scappellandolo con dolcezza”che bel cazzone, ora te lo mangio tutto” e se lo infilò in bocca cominciando un pompino lento ma molto ben fatto, infatti gli succhiava la cappella con gusto poi piano piano se lo spingeva fino in gola facendo ululare l’uomo di piacere “si così…mi fai impazzire brava, sei una succhiacazzi magnifica, ora ti voglio scopare” la prese e gli strappò letteralmente l’intimo di dosso squarciando le calze “poi te le faccio riavere!” incominciando a succhiare quelle tette morbidissime dalle quali spuntavano due capezzoli piccoli ma dritti come chiodi, la fece girare poi glielo mise dentro cominciando a pompare con foga “siii scopami così bravo che cazzone, dai dai!!” urlava lei; poi la fece girare e le fece mettere la schiena sulla scrivania e iniziò a scoparla, gustandosi quelle tette burrose che ballavano al ritmo delle pompate, poi Dania si irrigidì e cacciò un urlo “vengo vengo non ti fermare, siiiii!!!” poi con il volto stravolto si alzò e lo ribaciò con una foga animalesca dicendogli “ora voglio che mi inculi!” Igor non se lo fece ripetere e cacciò il cazzo dalla fica ridotta ormai ad un lago e con il cazzo ben oliato dall’abbondante venuta della donne spinse dentro il culo della maiala che si allargava le chiappe con le mani per facilitare la penetrazione. Era come se le voglie represse di tutti questi mesi fossero tornate tutte insieme e per di più con l’uomo che aveva sempre sognato. Igor la inculava ferocemente, il suo cazzone le dilatava il culo in maniera incredibile “sei una puttana rotta in culo, lo sapevo che ti piaceva il cazzo troia, te lo spacco questo culo” le urlava lui “si sono la tua puttana inculami così che mi fai godere, spaccami tutta!!” e dopo qualche altro colpo la donna venne ancora tra urla animalesche, e a quel punto anche Igor estrasse il suo cazzo, prese la donna per i capelli e la inondò di sborra, sulla bocca e sulla tette, poi lei lo mise in bocca ripulendolo tutto. Poi si ricomposero la donna si pulì, si baciarono e si ripromisero che questa non sarebbe stata l’unica scopata; coi buchi in fiamme Dania tornò a casa, diede un bacio al suo figlioletto poi lo prese in braccio e domandò al marito come fosse andata al lavoro “uno schifo il mio principale è uno stronzo, ci comanda a bacchetta chissà chi si crede di essere!”, e lei con la fica ancora tutta bagnata li rispose “non è vero, basta saperli prendere…”
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