Facendo un lavoro d’ufficio dalle nove alle cinque è duro starein forma, e il migliore modo che ho trovato per tenere le mie gambe snellee il culo sodo è andare a lavorare in bicicletta. Così peri benefici della salute indosso una lucente e stretta attrezzatura da bicio, se mi sento particolarmente in forma, una delle mie corte gonne “professionali”.Ogni giorno ho anche il piacere di fare la strada con i fattorini che vannoin bicicletta, seguendoli da vicino dietro ai loro bei corpi e alle lorogambe muscolose. San Francisco è una città piccola e non ci vuole moltoa cominciare a riconosce la gente, e mi diverto sempre a vedere la facciache fanno quei fattorini quando vengono nel mio ufficio a consegnare oprendere un pacco e mi vedono lì calma e tranquilla, e non selvaggiacome quando vado in bicicletta. Se solo sapessero che genere di approvazionegli dò, sia nella mia testa che tra le mie gambe. La mia compagnia,che rappresento da sola, si trova in un ufficio con altre ditte. Questoè sia buono che cattivo, buono perché qualche volta tuttiloro se ne vanno e sono lasciata sola, cattivo perché sono lasciatasola. Il fine settimana del quattro di luglio sono stati via due giorni,io solo uno. Allora ho deciso di celebrare questa particolare solitudineforma di in un mio modo speciale. Avevo saputo che sarei sata sola e indossai i miei indumenti da lavoropiù sexy, una gonna corta, nera, insieme con una giacca nera, euna camiciola in pura seta e i tacchi. Non portavo il reggiseno ed i mieicapezzoli, erano continuamente duri, strofinati attraverso la stoffa sottile.Mi eccitava essere sola nell’ufficio, così eccitante che mi illuminaiappena passai la porta. Sistemai i miei pacchi e decisi di prepararmi mentreaspettavo il fattorino. Mi sedetti rigirata sulla mia sedia ed alzai la gonna. Colpendo leggermentela stecca nera della sedia cominciai a strofinare il mio clitoride indurito.Il tranquillo venticello del condizionatore insieme con l’immagine di tuttol’altre scrivanie piene di gente a guardarmi mi fece arrivare velocementesopra il limite. Mi allungai e afferrai il lato della mia scrivania, spingendoil bacino avanti con un lieve sussulto venni. Appena finito di godere sentiìil suono del campanello dell’ufficio. Tempismo perfetto pensai saltandogiù e abbassandomi la gonna. Dovevo essere ancora arrossita, con gli occhi trasognati tipici deldopo orgasmo, perché il fattorino in bicicletta mi guardòin modo strano. Lo guardai dall’alto verso il basso, compiacendomi al suocorpo snello e muscoloso e alla faccia graziosa. “Pensi di potereaspettare per un minuto? Devo scrivere l’indirizzo sulla scatola,”gli ho domandato, “puoi entrare e aspettare,” ho aggiunto conun sorriso seducente. Fece sì col capo e mi segui dietro alla scrivania, portando lasua bicicletta con se. Mentre fingevo di cercare nei cassetti per l’indirizzo,ho sporto in fuori il culo; tutto quello a cui pensavo era quanto avreivoluto che avesse messo le sue mani sopra di esso. “Così sei qui sola?,” ha balbettato. “Si,”ho risposto allegramente, “l’altra ditta ha il giorno libero.”Annnui col capo e quasi sentiì il suo singulto. “E’ divertente, sono già un po’ solitaria,” ho aggiunto,alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Poi ho preso un pezzo dicarta, “Qui c’è l’indirizzo,” ho sorriso, muovendomi cosìvicino a lui per dargli la scatola che potevo sentire suo caldo fiato sulmio collo; la pelle della mia coscia si rabbrividì con quel gesto.”Hai fretta?,” gli domandai. Fece cenno di no con la testa. “Bene,”ho risposto, con un sorriso. Devo averlo sopreso perché ha appoggiatola bicicletta e l’ha rigirata. Mi sono appoggiata su di lui per aiutarloa raccoglierla permettendogli un’occhiata compleata delle mie tette uscitefuori dalla camiciola. Non ero molto di aiuto aggrovigliata su di lui eè finita che siamo cascati lui, io e la bicicletta sul pavimento.E’ atterrato sul mio seno, una buona posizione dal mio punto di vista,e potevo sentire la sua durezza tra le mie gambe. “Buona cosa che nessuno sia qui,” ho mormorato muovendo lemie labbra per incontrare le sue. Il suo bacio era forte, la sua linguaimmediatamente si arrotolò intorno alla mia. In un furore opprimentedi concupiscenza ha cominciato a tastara tra i miei vestiti. Dolcementel’ho spinto via e l’ho rallentato. Ero in piedi sopra di lui, permettendogliuna vista perfetta delle mie mutandine bagnate sgocciolanti. Mi sono spogliata,raggiante come un amazzone possente sopra il ragazzo sbalordito. “Ragazzo, sei sexy,” gli ho detto, e rapidamente mi èsaltato addosso. Si tolse tutti i suoi vestiti in due secondi e mi preseper le anche mettendomi sopra la scrivania. Mi mise giù e mi aprìle gambe, allora si sedette nella sedia sotto di me e iniziò. Conquel ragazzo ho fatto la migliore scopata della mia vita, consegnandomia piaceri mai provati prima. Ha leccato e ha succhiato il mio clitoridefino a che le mie gambe non si sono scosse, allora ha inserito un dito,due dita. “Infilalo tutto dentro,” mi sono lamentata, e l’hafatto. Il suo pugno intero era profondo nella mia fica e lui ancora hatoccato leggermente il mio clitoride eccitato con quella sua lingua dolce.L’ho perso, stringendo le mie cosce intorno alla sua testa e disperatamenteafferrando il suo pugno coi muri caldi della mia fica ardente. Finalmentesono venuta tutta sopra la sua faccia con un grido. Esausta ho posato la schiena sulla scrivania, ma il fallo del mio giovanestallone era su, duro come mai. Mi sono inclinata in avanti e ho catturatoil suo cazzo con la mia bocca. Ho abbassato la testa fin nella parte inferiore,così profondamente da fare appoggiare il mio mento sulle sue palle.Lo sentivo così bene, forte come la roccia, palpitante nella miabocca. Ora sapevo esattamente quello che volevo e dove lo volevo. Allora l’ho lasciato e sono scesa. Ho messo le mie mani sulla mia scrivaniagirandomi, e piegandomi così che il mio culo perfetto fosse espostoalto nell’aria. Lui ha strofinato le sue mani sopra di esso allargandole mie natiche. Il mio corpo era tutto teso e scosso dal desiderio, ilsuo stuzzicamento era eccessivo.”Dammelo,” l’ho implorato. Ha esitato ancora invece, riempendoil mio buco del culo solo col suo dito. Comunque tutto il mio intero corposi scosse a quel tocco. “Dammelo, riempimi, mettimelo nel culo,” dissi piangendo.E lo fece. Me lo ha messo finchè ho pensato che sarei esplosa. Siera conficcato e spingeva dentro di me, allora ho afferrato la mia scrivaniama con una mano lui mi ha raggiunto e ha cominciato a passare la mano sulmio clitoride. E sono venuta di nuovo con una forza talmente sorprendenteche ho pensato il mio corpo si sarebbe rotto. Poi l’ho sentito venire esparare il suo carico di sperma tutto sopra il mio corpo, scaricandosisul dietro delle mie cosce; mi sembrava così buono e caldo quandosi è strofinato sulla mia pelle! Dopo siamo stati in piedi lì per un minuto dopo, pulendoci erivestendoci. Quando abbiamo finito gli ha dato il pacco che era venutoa prendere. “Allora,” ho domandato, “fai anche consegnenotturne?”
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