Luigi, il senatore, era contento di vedere che finalmente suo figlio e Valeria non si guardavano più in cagnesco, sebbene in sua presenza loro facevano in modo di non manifestare alcun atteggiamento che potesse rivelare la tresca che li univa ormai da una decina di giorni; Aldo era comunque sempre provocatorio e si divertiva ad affannare Valeria con dei palpeggiamenti furtivi, sogghignando quando lei lo fulminava con delle occhiate preoccupate, al limite della sincope.Quella sera erano in salotto attendendo che venisse servita la cena, Valeria si era offerta di preparare degli aperitivi nel bar d’angolo dell’ampio salone, subito in ciò aiutata da Aldo che la seguì dietro il bancone, proprio nel momento in cui arrivava una telefonata per il senatore che lo costringeva ad una delle sue solite elucubrazioni fiume, seduto in poltrona in posizione defilata rispetto all’angolo bar.Valeria aveva appena posato i bicchieri sul marmo del bancone quando sentì le mani di Aldo che da dietro le sollevavano il vestito, mormorando con voce impercettibile: mi è venuta voglia di leccarti, su sposta il tuo bel culo all’indietro! Per fortuna che il senatore era troppo intento nella conversazione altrimenti sarebbe stata la volta buona che avrebbe sospettato qualcosa nel vedere il volto di Valeria che avvampava, ella fece appena in tempo a mordersi le labbra per soffocare l’urlo che le si era formato in gola, quando il ragazzo, abbassate in un lampo le mutandine a mezza coscia, si avventò sulla fica succhiandola avidamente.Troia, troia, sei bagnata fradicia, avvisami se il vecchio conclude la telefonata, sussurrò appena Aldo che oltre alla bocca usava le dita per allargarle le grandi labbra, mentre Valeria stravolta dalla libidine gli strusciava il pube sul viso, trovando un orgasmo dietro l’altro, l’ultimo dei quali la fece vibrare per quasi un minuto senza che riuscisse a ritrovare una parvenza di controllo.Aldo si rialzò da terra e le bloccò le mani che si erano portate sulle mutandine per risistemarsi, guardò verso suo padre sorridendogli ma lui nemmeno si accorse tanto era preso dal colloquio di lavoro; ne avrà ancora per diversi minuti sussurrò il ragazzo, sculacciando dolcemente il maestoso culo di Valeria prima di forzarle lo sfintere con un dito: preferisci che te lo metta didietro o che ti chiavi alla pecorina, soggiunse affannandola ulteriormente.No, no, ti scongiuro non farlo, ci scoprirà, lo sai che faccio fatica a trattenermi, balbettò sconvolta avvertendo il cazzo di Aldo che già le sbatteva sulle cosce; le mani del ragazzo si avvilupparono ai seni da sopra il vestito, dovette allungarsi e puntare i gomiti per mantenere l’equilibrio: no, no, nel culo no, lo sai che poi grido senza accorgemene, fottimi ti prego, sospirò lei un attimo prima di sentire l’asta vibrante scivolare al suo interno; la chiavò senza foga pur affondando fino alla radice nella sua vagina, aveva spostato le mani sui suoi fianchi per trattenerla saldamente mentre i seni dell’amante sembravano dover strappare la scollatura del vestito ad ogni collisione dei coglioni sul perineo.La tensione accumulata lo fece sborrare precocemente e Valeria potè tirarsi su in fretta le mutandine e andare verso il bagno a gambe strette e con le cosce impiastricciate di sperma, che stava colandole dalla fica ricolma; fece in tempo a ritornare ben ricomposta prima che Luigi finisse quella lunghissima telefonata: brindarono felici prima di sedersi a tavola per la cena; il senatore sprizzava gioia da tutti i pori della pelle e si lasciò andare un paio di volte ripetendo: finalmente ho ritrovato la mia famiglia!Dopo cena il vecchio dava segni di stanchezza sbadigliando ripetutamente, era l’effetto del sonnifero che quel mascalzone di suo figlio gli aveva mescolato nel vino; Aldo chiamò Valeria vicino alla libreria per farle vedere un libro che teneva leggesse, come si avvicinò le mise una mano sotto il vestito correndo a scostarle le mutandine ed a massaggiarle il clitoride, le disse il perché suo padre era assonnato e sentì la sua vulva inumidirsi, allagandosi definitivamente quando soggiunse: portalo a letto e fagli un pompino, interverrò quando lui arriverà all’orgasmo, voglio incularti con la bocca piena di sborra del papà!Pur se la telecamera nascosta riprendeva la scena, Aldo non volle perdersi lo spettacolo in diretta, suo padre si era messo come al solito il pigiama, continuava a sbadigliare e stava crollando, Valeria sapeva della presenza del ragazzo ed aveva indossato un ridottissimo baby doll, era salita sul letto e si era inginocchiata in mezzo alle gambe del senatore, manipolandogli l’uccello da sopra le braghe mentre sussurrava mielosa: sei stanco amore, non vuoi che la tua gattina te lo succhi per farti addormentare meglio? Sì, sì porcona, succhiamelo come sai fare tu, bofonchiò lui.Valeria glielo prese in mano e cominciò a scappellarlo facendo scorrere la lingua sul glande, il cazzo si gonfiò rapidamente ed il senatore cominciò a respirare affannosamente, mentre Aldo si godeva lo spettacolo di quella bocca, che lui conosceva molto bene, che scivolava veloce verso la radice mostrandogli le splendide natiche e la fica dischiusa dalla mano di lei, che si masturbava sapendo di eccitarlo al parossismo!Luigi sborrò e cadde in un sonno profondo, mentre Aldo la raggiungeva sul letto intimandole di continuare a tenere in bocca l’uccello del papà che si stava afflosciando: il cazzo di Aldo si insinuò in mezzo alle chiappe della donna, che lui teneva spalancate con le mani affondate nella carne vellutata, malgrado il pertugio fosse già violato la penetrazione all’inizio era sempre dolorosa, questa volta lo fu ancora di più perché il ragazzo non usò alcuna precauzione, forzandola brutalmente, essendo troppo eccitato.Valeria mollò un urlò strozzato che fece rimestare nel sonno persino Luigi, poi tornò ad incollare la bocca sul cazzo moscio del senatore, roteando il culo per meglio accompagnare quella devastante sodomizzazione, lentamente il bruciore si trasformò in piacere e lei travolta dalla libidine cominciò ad agitarsi come una ossessa, gridando: porco, porco, depravato, stai inculando la donna di tuo padre nel suo letto, dopo che gli ha succhiato il cazzo! Quelle parole sconce ebbero l’effetto di accrescere ancor più la loro già esplosiva lussuria, ella godette al limite dello svenimento nel sentire lo sperma propagarsi nelle viscere.La sera dopo il senatore aveva promesso a Valeria di portarla fuori a cena a casa di amici, rovinando così la giornata ad Aldo, che ormai era diventato uno stallone infernale, alla ricerca continua di situazioni intriganti con la donna del papà; Valeria era di una straboccante bellezza quella sera dopo che si era preparata per uscire, indossava un vestito rosso che ne esaltava le splendide forme del corpo, le labbra carnose erano pregne di rossetto dello stesso colore, si affacciò in salotto chiedendo ad Aldo civettuola: come sto?Aldo sobbalzò stravolto da quella visione: vieni qui troia e fatti vedere da vicino, sibilò con la voce rotta dall’emozione; la tenne in piedi davanti a sé e le fece sollevare il vestito obbligandola a trattenerlo alzato con le mani sui fianchi, indossava calze nere trattenute dalle giarrettiere, che esaltavano le candide porzioni di carne rimaste scoperte, e facevano pendant con il perizoma rosso che a mala pena copriva il pube: puttana, puttana, sospirò affannato Aldo mentre la toccava in mezzo alle gambe trovandola già irrorata di umori.In ginocchio troia, soggiunse con voce strozzata dalla libidine, voglio sentire il rossetto delle tue labbra che mi dipinge il cazzo! Oh mio Dio, no adesso no, tuo padre arriverà a momenti, mi rovinerò il trucco, poi l’eccitazione travolse anche lei che soggiunse: va bene sporcaccione, ti farò un pompino, ma non qui andiamo in camera tua, potrebbe entrare qualcuno della servitù!No, no, lo voglio qui, su muoviti! Con il cuore in gola Valeria glielo tirò fuori dai pantaloni, gonfio e svettante, calò la bocca facendo aderire le labbra su quel consistente pezzo di carne pulsante, scendendo fino alla radice così come piaceva a lui, lo squillo del telefono li fece sobbalzare, Aldo prese in mano la cornetta sul tavolino vicino al divano: era suo padre!Valeria si era bloccata con l’uccello in bocca quasi temendo che Luigi potesse sentirla, ma Aldo con una occhiata maligna le fece riprendere la suzione, si sentiva la voce del senatore che chiedeva: Valeria dov’è? E’ ancora di là che si sta preparando se vuoi la chiamo, rispose Aldo.No, no, digli che farò un po’ più tardi, arriverò fra una decina di minuti, può finire di prepararsi con calma!Come Aldo ripose la cornetta Valeria sbuffò: sei proprio un depravato, un giorno o l’altro mi farai morire di infarto!Riprese a succhiarlo fino a che una scarica di sborra le inondò la gola.Aldo credeva che suo padre fosse un vecchio rincoglionito ma lui non lo era affatto, anzi, qualcosa aveva intuito di peccaminoso tra il figlio e la sua donna, ma in qualche modo ne era anche orgoglioso e felice, poi per caso si accorse della telecamera nascosta installata nella camera da letto, si insospettì e fece un controllo trovandone una eguale nella stanza del figlio; un mattino che era solo in casa controllò tra le cose di Aldo trovando i CD su cui erano state riversate le riprese, che il ragazzo aveva montato tenendo solo le scene più erotiche, togliendo anche quelle iniziali tra il negro e Valeria.Luigi guardò affascinato i filmati, un po’ geloso per le scene travolgenti tra il figlio e la sua donna, il cazzo gli si era gonfiato dentro il pigiama, diventando duro come un sasso, rimise tutto a posto e tornò in camera sua, chiamò Gina, la cuoca, attraverso il citofono dicendole che gli portasse un tè; Gina era una donna di trent’anni dai capelli e carnagione scura, un po’ grassottella e con culo e tette molto pronunciate, era arrivata alla villa non ancora diciottenne, con le referenze del parroco del paese di campagna ove abitava, a qualche chilometro dalla villa.Gina entrò trafelata, conosceva bene i toni della voce del senatore e non si meravigliò di trovarlo a letto sotto le lenzuola, guardò nella penombra il cazzo teso che alzava le lenzuola all’altezza del suo inguine, erano mesi che non la chiamava più, da quando alla villa era arrivata Valeria, posò il vassoio con il tè sul comodino e sussurrò: non si sente bene Padrone, le fa male lo stomaco, vuole che le faccia un massaggio?Sì, Sì, bofonchiò lui prestandosi al giuoco.Con gli occhi che sprizzavano lampi maliziosi, Gina scostò le lenzuola e gli aprì la giacca del pigiama, sbottonando gli ultimi tre bottoni, sollevò lentamente verso l’alto la maglietta di cotone e con la sua manina piccola e sudaticcia cominciò a massaggiargli lo stomaco, stazionando sul bordo delle braghe ove l’uccello gonfiava prepotentemente la patta.E’ più giù che le fa male, soggiunse con la voce ormai arrochita, facendo scivolare la manina dentro le braghe del pigiama, sfiorò appena i peli del pube aspettando che il Padrone si decidesse a dare un ordine: succhialo troia cosa aspetti!In un attimo abbassò le braghe del pigiama e calò la bocca sull’asta pulsante, succhiandolo con ingordigia, come da tempo non faceva con quel cazzo che l’aveva sverginata, una scarica di sborra le riempì la gola ed ella restò incollata ancora per diversi minuti, bevendo fino all’ultima goccia, felice che il Padrone le avesse chiesto una sua prestazione malgrado in casa vi fosse quella donna, così prorompente con cui non poteva certamente competere. Aldo stava mettendo in ordine le immagini registrate degli ultimi due giorni, quando restò incantato a guardare la scena tra il papà e Gina, capì che lei era succube del vecchio e cominciò a far volare la fantasia, sapeva che la cuoca era lì da quando lui era un bambino, a quel tempo anche la mamma viveva alla villa, si eccitò pensando a quali intrighi erotici le avesse coinvolte il papà, era ormai troppo tardi quando suo padre lo raggiunse silenziosamente poggiandole una mano sulla spalla: anch’io ci so fare vero figliolo, mormorò sdrammatizzando la situazione, mentre Aldo balbettava qualche parola di scusa.Bastarono poche parole per fare del figlio un suo complice: non ti biasimo, anch’io al tuo posto avrei sfruttato l’opportunità di farmi una bella figa come Valeria, per il momento lei non dovrà sapere quello che invece noi sappiamo, sarà più eccitante possederla in situazioni in cui teme di essere scoperta, le donne amano ficcarsi in questo genere di pasticci, l’ansia le rende porche e spudorate, specialmente se sanno di essere belle e sensuali, Valeria ne è il classico esempio.Papa, papà, ti adoro sbottò Aldo buttandogli le braccia al collo e baciandolo con affetto sulla guancia come da tempo non gli succedeva; tentò di chiedergli qualcosa su Gina e sulla mamma ma lui si limitò a rispondere: lo devi scoprire da solo, anche Gina è diventata una troia navigata sotto i miei insegnamenti, considerato che sono un po’ di mesi che la trascuro credo non si dispiacerà di donarti ogni anfratto del suo corpo, è un buon boccone anche se adesso si è un po’ appesantita, tieni anche lei sulle spine, non dire nulla della nostra complicità, pretendi solo, vedrai che pur con le debite proporzioni rispetto a Valeria, anch’ella diventerà per te una buona cavalla da monta.
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