Nell’hangar dei carri il silenzio era quasi totale, si sentiva soltanto il gocciolio dell’olio di qualche bidone. Il mio turno di guardia era appena iniziato, per fortuna la notte era calda, in inverno qui si deve morire dal freddo Per passare un po’ il tempo mi ero portato, infilate nei pantaloni, un paio di riviste hard. Le tolsi dai pantaloni e le appoggiai su di un bidone: dalla copertina patinata, una bella figa bionda mi invitava. Iniziai a sfogliarla … ed il mio cazzo scatto’ subito sull’attenti, non volevo prendermelo subito in mano, due ore sono lunghe da passare, volevo protrarre il piacere il piu’ a lungo possibile. Improvvisamente sentii dei passi dal viale di accesso. Intimai subito l’altolà, come di rito, ed il capoposto rispose con le frasi previste. Aprii la porta dell’hangar e vidi il capoposto con a fianco un mio commilitone che conoscevo soltanto di vista. Il capoposto mi disse che Marco doveva riparare un carro che sarebbe dovuto uscire la mattina successiva e mi porse l’ordine del mio capitano con l’autorizzazione a lavorare nell’hangar anche durante le ore di guardia. Visto che tutto era a posto lo feci entrare, salutai il capoposto e chiusi il portone. Marco mi salutò distrattamente e si avvicino’ al carro che doveva riparare mentre io tornavo alla mia rivista. Lo sentii lavorare per una decina di minuti bestemmiando come un turco, poi sentii un rumore di acqua: si stava lavando le mani; poi mi si avvicino’. Vide subito quello che stavo leggendo e, abbassando gli occhi, anche la grossezza del mio pacco : “Vedo che anche il tuo cazzo salta subito sull’attenti !” – mi disse – “Fai dare un’occhiata anche me!” Ci mettemmo tutti e due a sfogliare la rivista senza trattenere giudizi su quella o quell’altra foto. “Certo quella bionda deve soffrire un po’ a prendersi quel cazzone !” – disse Marco “Beh – risposi – non è poi tanto grosso ! Io ce l’ho più grosso !” “Non esagerare, anche se vedo un bel pacco, non l’avrai certo piu’ grosso del mio!” esclamo’ Marco ridendo “Se non ci credi……” dissi aprendomi la patta e tirando fuori l’uccello ormai durissimo. Quando marco vide quei 23 cm di nerchia rimase un attimo sorpreso poi si apri’ la zip della tuta e mi sbatte’ davanti agli occhi un cazzone piu’ o meno come il mio ma un po’ piu’ grosso. “Direi che abbiamo tutti e due una bella fava ! – disse Marco. “Senti – gli dissi – io avevo idea di farmi una bella sega, ora ho il cazzo in fiamme, se non ti va di guardarmi puoi allontanarti !” “Non ci sono problemi – rispose Marco – Anch’io sono in tiro e ti faccio compagnia. Entrambi cominciammo a maneggiarci l’uccello guardando la rivista. “Cazzo – disse ad un tratto Marco – Come vorrei che ci fosse qui qualcuno a smanettarmi il cazzo, darei qualunque cosa !” Questa frase fece accendere in me una luce; senza pensarci su gli dissi: “Senti Marco, se io faccio una sega a te, tu la fai a me ?” Altrettanto rapidamente Marco rispose “Ma certo, siamo tutti e due maschi al 100% e fare una sega ad un amico non è poi la fine del mondo !” ed allungo’ una mano sul mio cazzo … io feci altrettanto. Per me era la prima volta ed il sentirmi in mano quel palo caldo, sentirne le vene in rilievo mi eccitava da matti. Ormai non guardavamo piu’ la rivista, Marco si dedicava con attenzione al mio uccello, lo accarezzava con una mano e con l’altra mi toccava le palle mentre io cercavo di dargli piu’ piacere possibile. Guardai il viso di Marco, era eccitatissimo, ogni tanto si passava la lingua sulle labbra a detergere le goccioline di sudore. “Come mi piacerebbe se quella lingua tu la passassi sulla mia cappella ! ” gli dissi ad un tratto. Marco sorrise e lentamente si chino’. Comincio’ prima a baciarmi il ventre, mi infilo’ la lingua nell’ombellico mentre continuava a masturbarmi, poi si fermo’, lo vidi guardare il mio cazzo quindi, timidamente, diede un bacio alla cappella … mi sentii morire, i baci divennero 2, poi 3, poi con una maggior durata, usci’ la lingua, un lieve tocco, poi una rapida leccata … poi una lingua bagnata che insisteva sul frenulo e sulla cappella ed infine …. lo prese in bocca. Ansimai ! Le succhiate erano lunghe e profonde con la lingua che mi avvolgeva tutto il cazzo. Si fermo’. Si alzo’. Ora tocca a te ! – mi disse. Due secondi dopo, senza i preliminari di Marco, avevo la sua nerchia che mi sprofondava in bocca. Marco mi teneva la testa imprimendomi il ritmo del pompino. Era stupendo. Stavo facendo godere un uomo. Marco mi fermo’, si sdraio’ in terra e disse “Facciamo un bel 69”. Mi sistemai al suo fianco e gli presi subito in bocca l’uccello ed altrettanto fece lui, mentre lo pompavo accarezzavo le sue palle, arrivai al suo sfintere, con un dito bagnato di saliva lo penetrai, emise un sospiro … e fece altrettanto a me. Le dita divennero due mentre le bocche succhiavano, infine sentii di non farcela piu’, urlai un ‘Vengo’ in simultanea con Marco. Sborrammo come due fontane. Lo sperma di Marco mi bagno’ il petto ed il viso, il mio sperma colava dai suoi capelli. I nostri ansiti si calmarono lentamente, ci alzammo guardandoci in viso. “Marco , gli dissi, la prossima volta ti rompo il culo !” “Benissimo” rispose “ma preparati a prendere il mio cazzo fino alle palle”. Ridemmo. Ci sarebbe stata sicuramente una prossima volta.
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