Dopo quello che era successo nell’hangar dei carri, mi ero trovato spesso a guardare con maggior attenzione i miei commilitoni nudi. C’era Luca, un biondino di Bologna, che aveva un culetto da sballo; Francesco, un senese moro e muscoloso con un uccello da infarto; ecc. Spesso mi rinchiudevo nei cessi e mi masturbavo pensando a Luca, Francesco ma soprattutto a Marco. Passarono cosi’ un paio di settimane. Un sabato mattina, in libera uscita, mi ero appena avviato per la strada che porta al centro, quando sentii un’auto fermarsi di fianco a me, mi voltai, era Marco. “Ciao – mi disse – vuoi un passaggio?” “Certo – risposi – non mi va di farmi tutta la strada a piedi” Salii in auto. Per un po’ parlammo del piu’ e del meno poi Marco, quasi per caso, mi sfioro’ la gamba, io mi voltai e gli sorrisi. “Ti va’ di bere qualcosa a casa mia” – mi chiese “Certamente, mi piacerebbe conoscere la tua famiglia” – risposi “No, la mia famiglia e’ via per il fine settimana, ma fra noi due c’e’ in ballo una promessa” disse Marco “Ti riferisci alla promessa fatta nell’hangar?” chiesi “Esattamente, sempre che ti vada naturalmente” “Boh ! Non ci ho piu’ pensato – mentii – ma ora che me lo ricordi ….. va be’ proviamo, ma se ci ripenso ….” “Non ci sono problemi, non voglio certo violentarti. Adesso mi fermo alla farmacia per comprare il necessario” Dopo la sosta in farmacia ed una mezz’oretta di macchina arrivammo a casa di Marco: era una bella villetta in mezzo al verde. Entrammo. “Io adesso mi faccio una bella doccia, se vuoi fartela anche tu ….” Disse Marco. “Si – risposi – sono un po’ sudato” Entrammo in bagno, Marco comincio’ a spogliarsi e rimase nudo. Il mio sguardo ando’ subito al suo cazzo, non me lo ricordavo cosi’ bello. In queste settimane doveva essere andato in spiaggia, infatti il segno degli slip evidenziava la sua abbronzatura. Marco entro’ nella doccia ed apri’ l’acqua. “Perché non entri anche tu, cosi’ mi lavi la schiena” Velocemente mi spogliai, immaginavo gia’ cosa sarebbe successo. Entrai anch’io nel box, Marco mi volto’ la schiena, presi il sapone ed iniziai a lavarlo: prima le spalle, poi la schiena e quindi arrivai alle natiche, le insaponavo con attenzione, carezzandole. Intanto il mio cazzo si era fatto duro e vedevo, riflesso nelle piastrelle, che anche Marco era nelle mie condizioni. Le carezze si fecero piu’ audaci, le mie dita correvano gia’ nella scanalatura dei glutei, arrivai al suo buco, inizia a vellicarlo con un dito. Mi accucciai in modo da avere il culo di Marco all’altezza del mio viso, l’acqua scorreva lavando via il sapone, gli aprii le natiche e vidi quel fiore rosa fra un ciuffetto di peli. Iniziai a leccarlo prendendo contemporaneamente in mano il cazzo di Marco. Il mio amico mugolava “Che bello … si … leccami …. Che lingua che hai …” Mi alzai e lo feci girare, il suo uccello urto’ contro il mio. “Te la senti davvero di prenderlo dentro?” gli chiesi “Se non lo fai ti ammazzo” rispose marco. Uscimmo dalla doccia, Marco si chino’ a prendere qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni: i preservativi ed un tubetto di vaselina. “Vuoi farlo qui o sul letto” mi chiese “Meglio il letto” In pochi secondi eravamo in camera, ancora bagnati ed entrambi col cazzo duro. Marco si dispose subito a pecorina, gli aprii le natiche e spalmai un bel po’ di vasellina sul suo ano, poi provai ad inserire un dito, entro’ facilmente, poi due, Marco ebbe un sussulto. Muovevo la mano avanti e indietro come a scoparlo con le dita, lentamente: non volevo farli male. “Mettimelo !” sussurro’ Marco. Velocemente indossai il preservativo, mi spalmai una bella quantita’ di vaselina e puntai il mio cazzo. Sentii subito una forte resistenza e Marco allontanarsi da me. Non volevo demordere. Inserii di nuovo le due dita, cercando di aprirle mentre erano dentro. Poi tornai a puntare il cazzo. Resistenza minore. Ne entro’ un po’. Marco respirava forte. Altri centimetri. Lo afferrai per i fianchi. Poi scesi con la mano ad accarezzargli il cazzo. Nuova resistenza. Nuovo sussulto. Non volevo fermarmi. Spinsi. Qualcosa si dischiuse. Marco grido’. Spinsi del tutto. Ero dentro. Marco sussultava, doveva provare un fortissimo dolore. Mi fermai. “Vuoi che smetto?” gli chiesi. “NOOOOO!” quasi grido’ Iniziai a pompare, all’inizio lentamente, lo sfilavo e infilavo di pochi centimetri. Sentii la resistenza cedere. Adesso Marco sospirava. Aumentai. Come era caldo e stretto. Divenni violento. Spingevo e spingevo. Marco pronunciava parole che non riuscivo a capire tale era la mia eccitazione. Mi accorgevo che il corpo di marco mi veniva incontro, come a voler anticipare l’affondo. Come un’esplosione sentii l’orgasmo scendermi dal cervello, afferrai nuovamente il cazzo di Marco e diedi gli ultimi affondi. Venni, venni come mai ero venuto e sentii che Marco veniva con me, sentii il suo cazzo gonfiarsi nella mia mano ed il suo e il mio grido. Continuai a pompare per qualche istante, non volevo uscire da quel nido caldo. I nostri respiri si calmarono. Rotolai sul letto. Marco sembrava svenuto. Mi spaventai “Marco, ti senti male?” “Male?! Non ho mai goduto tanto in vita mia. All’inizio e’ stato terribile, ma dopo …… godevo da matti, e a te e’ piaciuto?” “Non so dirti quanto ! Con una donna non avevo mai sentito una cosa del genere, e’ stato fantastico. Ora tocca a te farlo a me !” “Non adesso – rispose il mio amante – sono sfinito, ora facciamoci un sonnellino, poi ricominciamo.” Si giro’ di fianco verso me, chiuse gli occhi, e dopo qualche minuto mi accorsi che si era addormentato. Lo guardai, gli guardai l’uccello ormai moscio, e continuai a fissarlo a lungo. Pensai che fra poco lo avrei avuto dentro di me, ed il mio ano pulsava a quel’idea. Come se fosse in sintonia coi miei pensieri il cazzo di Marco comincio’ ad ergersi, quando mi addormentai anch’io era tornato ad essere in riposo.
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