Non c’era voluto molto a convincerla.Era bastato semplicemente dirle che Luca ce l’aveva grosso.Tutto era cominciato un paio di sere prima, quando – mentre la scopavo con foga alla pecorina – lei aveva urlato che le sarebbe tanto piaciuto avere anche un bel cazzone in bocca in quel momento.Era stato un lampo… e subito avevo colto l’occasione al volo.Sebbene io e Luca – il mio migliore amico – avessimo tanta esperienza in fatto di sesso, non avevamo mai potuto realizzare una delle nostre principali fantasie: quella di fotterci una donna assieme.Dopo averle scaricato un bel po’ di sborra sulla schiena, avevo ripreso il discorso ed Elena, apparentemente, sembrava restia ad approfondirlo.Diceva che certe cose dette nella foga dell’amplesso non sempre corrispondono a veritàEppure qualcosa mi diceva – forse quella strana ed improvvisa luce nei suoi occhi, che avevo visto quando avevo cominciato questo discorso – che Elena avrebbe gradito più che volentieri di esser riempita per bene da due cazzi.Quando decisi di giocare l’ultima carta e di dirle che Luca era davvero messo bene, allora fu fatta.E Luca era messo bene sul serio.La sera prestabilita arrivammo a casa di Luca poco dopo le nove.Lui ci venne ad aprire con in mano una canna appena accesa.Ci sedemmo a fumare sul divano… Elena nel centro… fra noi due… .Non avevamo ancora spento la canna che già le mani mie e di Luca le frugavano sotto la gonna e dentro il reggiseno.E’ incredibile quanto si fosse bagnata in un paio di minuti.Io e il mio amico ci alzammo in piedi e restammo di fronte a lei solo in boxer.I nostri uccelli duri all’inverosimile tendevano la stoffa elasticizzata dei boxer.Lei rimase un po’ a contemplarli da sotto la stoffa e, dopo qualche secondo, si decise a tirarci giù le mutande.Prima le mie… forse per rimandare il più possibile la vista di quello di Luca, che – già sotto le mutande – prometteva bene.Quando i nostri cazzi svettarono fuori, nelle loro maestose erezioni, Elena prese a spompinarci a turno.Non so che avrei dato per vedere – anche solo per un attimo – la scena dall’esterno. Doveva essere altamente erotica.Noi due in piedi, coi boxer abbassati alle ginocchia, e lei accucciata che accoglieva nella sua calda bocca, a turno, i nostri cazzi.Poi, ad un tratto, fece una cosa che mi eccitò all’inverosimile, tanto che dovetti trattenermi a fatica per non venire immediatamente: prese entrambe le cappelle in bocca e cominciò a succhiare come una forsennata, mentre emetteva inconfondibili gemiti di piacere, che non facevano altro che accrescere spasmodicamente l’eccitazione mia e del mio amico.Quando capimmo che era arrivato il momento di sfottercela per bene, Luca si sedette sul divano e la fece impalare sul suo uccello, mentre io cominciai a lavorarle il culo con un dito che, prima, avevo provveduto a lubrificare con gli umori della sua figa.Non ci volle poi molto ad allargarlo (del resto glielo avevo fottuto un’infinità di volte)… Appoggiai la mia cappella sul buco e spinsi tutto in un colpo… .Non mi interessava di farle male… O, forse, anzi volevo proprio farle male… .Lei cominciò ad urlare come un’ossessa… ma non per il dolore… .Solo per l’incredibile godimento che provava nell’essere riempita da due cazzi contemporaneamente.Mi sentivo in paradiso… .Ero io a dare il ritmo alla scopata: io pompavo lei e lei pompava, di riflesso, su Luca.E poi era una sensazione stranissima (ed anche piacevole a dir la verità) sentire il cazzo di Luca scivolare contro il mio… divisi solo da una membrana sottile… ..e le mie palle sbattere contro le sue ad ogni colpo.Elena era completamente andata di testa… .Non faceva che urlare frasi oscene… ”sfondatemi tutta… apritemi in due… ..che cazzi duri..”.E tutto ciò non faceva altro che accrescere la nostra foga nella scopata.Quando sia io che Luca fummo prossimi all’orgasmo, uscimmo da Elena e, dopo averla fatta stendere sul divano, ci inginocchiammo uno di fronte all’altro su di lei.Bastarono pochi colpi di sega per inondarla di fiotti di sperma che sembravano interminabili… .Sulla pancia… sulle tette… .sul viso… ..E lei accettò tutto..con un’espressione estatica dipinta sul volto che, forse, non le avevo mai visto… Così come lei non avrebbe mai visto e, soprattutto, capito l’espressione estatica che avevo io in quel momento… .per aver finalmente potuto avere un contatto con l’enorme uccello del mio amico…
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