Le immagini scorrevano sul grande schermo ma Cinzia le seguiva a malapena impegnata com’era a stringere nel pugno il cazzo del suo ragazzo. Non era una novità quella di masturbalo all’interno di una sala cinematografica. Almeno due volte la settimana si imboscavano dentro un cinema semivuoto e davano libero sfogo alla loro piccola voglia. Una sega era solo una sega, ma se fatta in luoghi diversi dalle loro camere, in luoghi dove c’era sempre il rischio di essere visti, allora acquistava un sapore particolare. Ogni volta Cinzia usciva con le mutandine inzuppate anche se Luigi, il suo ragazzo, non la sfiorava nemmeno con un dito. Stavano insieme da quasi otto mesi. Lei ventuno anni, lui ventiquattro. Tutti e due bruni, di carnagione scura, longilinei. Lei con un seno da favola e un culo a mandolino. Avevano scopato sin dalla prima sera, ma non c’era voluto molto per scoprire che, nel loro piccolo, erano rimasti infantili con la nostalgia per le loro prime esperienze quando, sia per lei che per lui, il sesso si limitava ad una sega e, caso mai, ad un ditalino per ricambiare. La prima volta era successo per caso durante il periodo di Natale. Usciti per compere, erano rimasti imbottigliati in mezzo al traffico caotico, dentro la macchina di Luigi. Avevano iniziato a scherzare sino a che il ragazzo non si era buttato il giubbotto sulle gambe e lei, rossa in viso per l’eccitazione, gli aveva fatto una sega con i passanti che sfioravano l’auto da tutti i lati. Quando aveva sentito lo sperma colarle fra le dita era venuta anche lei, imbarazzatissima. La volta successiva era successo mentre stavano seduti in pizzeria insieme agli amici. Cinzia aveva notato che la tovaglia del tavolo era straordinariamente lunga dal loro lato e che nessuno avrebbe fatto caso se avesse poggiato una mano in mezzo alle gambe di Luigi. L’aveva lasciata scivolare su una coscia del ragazzo e, visto che lui non le aveva detto nulla, era risalita piano iniziando a strofinare le dita sul pene che, sollecitato, si era irrigidito subito. Luigi la guardava esterrefatto e alla fine era stato costretto ad alzarsi. Cinzia lo aveva seguito nel gabinetto dove alla mano aveva sostituito le labbra per un succulento pompino che definì più buono della pizza. Era un’escalation giorno dopo giorno. Pur avendo la possibilità di stare comodi in una delle loro stanze (i loro genitori erano sempre fuori per lavoro) preferivano nascondersi per strada o nel parco cittadino o sulla spiaggia semideserta. Le stanze andavano bene per scopare comodamente oppure quando, di rado, lei gli concedeva di infilare il suo bastone tra le natiche. Bocchini e seghe, invece, andavano fatti fuori da quelle mura. Era successo anche in teatro, seduti in uno dei palchi del primo cerchio. Sino a quel giorno, però, mai nessuno li aveva colti in flagrante anche se c’erano andati vicini un paio di volte. Il film proseguiva. Dai movimenti, la ragazza aveva capito che Luigi stava per esplodere ed era pronta ad intervenire con un fazzoletto. Ormai era un’esperta per evitare che si sporcassero i vestiti. Una, due smanettate, il seme aveva iniziato a gonfiare il pene che stava stringendo con la sinistra e la destra era stata pronta a correre sulla punta coprendola col pezzo di stoffa. I sussulti del bastone di carne avevano anticipato di un millesimo di secondo la fuoriuscita dello sperma e lei era rimasta concentrata a recuperarlo tutto. Erano usciti felici dal cinema. L’indomani stavano attraversando il parco cittadino, scorciatoia obbligata per attraversare la città. Un muretto alto poco più di un metro divideva il viottolo dove si trovavano dalla stradella principale e, per di più, il traffico di passanti, ciclisti e ragazzi sui roller era veramente scarso. Saranno stati i fumi primaverili, ma Luigi sentì il bisogno di fermarsi e di baciare la propria ragazza. Un attimo dopo era incurante dei pochi viandanti che, aldilà del muro, lo osservavano incuriositi quasi a chiedersi cosa ci facesse un ragazzo solo, fermo lì. Se si fossero avvicinati avrebbero potuto ammirare Cinzia inginocchiata davanti alle sue gambe, impegnata a fargli un pompino. Se n’era venuto poco dopo, direttamente nella bocca della ragazza che non aveva protestato affatto e che anzi sembrava avesse gradito. Si erano spostati di poco, trovando riparo dietro un grosso tronco e lì lui aveva ricambiato con un ditalino veloce, accettando che la fidanzata lo facesse venire una seconda volta, masturbandolo. Mentre si lasciava andare sotto le dita di Luigi, stringendo tra le dita il suo cazzo, Cinzia era stata disturbata solo per un attimo da un’ombra sfuggente. Aveva cercato di mettere a fuoco l’immagine, un grosso cespuglio una quindicina di metri lontano da loro, ma in quel momento l’orgasmo l’aveva raggiunta e subito l’impressione le era passata di mente. Dopo una breve ripulita, i due ragazzi si erano rimessi in cammino. A quindici metri da loro, un uomo stava sudando freddo. C’era mancato poco che si facesse beccare quando un suo movimento stolto era stato percepito dalla giovane e solo il caso aveva voluto che non lo riconoscesse. Una volta rimasto solo, Gaetano, il garagista sotto casa della ragazza, era uscito dal suo nascondiglio ed aveva ricomunicato a seguire i due mantenendosi a debita distanza.
Aggiungi ai Preferiti