Stanotte ricorre il quinto anniversario dell’ultima volta che Jessica mi ha lasciato venire. Jessica me ne ha parlato per tutto il mese. Diceva: “Non scordarti che il 14 si avvicina. È il quinto anniversario dell’ultima volta che ti ho permesso di godere e dobbiamo festeggiare. Vedrai, sarà un anniversario che non scorderai tanto facilmente!” Non sapevo se intendeva che mi sarebbe piaciuto o che sarebbe stato molto penoso per me. Considerando che non ha ancora assolto al suo impegno di fare sesso con me da quando ci siamo sposati ho i miei dubbi su quanto piacevole questo anniversario possa essere per me. Sono le 9 di sera. Jessica mi ha detto di spogliarmi e mettermi a sedere sul letto. Lo faccio, indossando soltanto la gabbia di castità. Jessica compare nel riquadro della porta ed è stupenda. Indossa una minigonna nera, una camicetta nera e delle scarpe con il tacco alto a punta aperta, anch’esse nere. Ha in mano una scatola e viene verso il letto. Dalla scatola salta fuori un assortimento di addobbi da festa del tipo che ti aspetteresti per il compleanno di un bambino. Prende un cappello di carta da festa e me lo fa indossare. È quel tipo di cappellaccio di carta a punta, con un elastico che corre sotto la mascella. Dalla scatola tira fuori anche dei fischietti del tipo che, quando vi soffi dentro, srotolano una striscia di carta colorata.”Buon quinto anniversario senza godere!” Jessica soffia in un fischietto e ride. Poi comincia a baciarmi appassionatamente sulla bocca. Dopo avermi baciato per qualche istante ricomincia a parlare: “Questo è quel che si dice raggiungere dei risultati. Devi andarne molto fiero! Cinque anni e neppure un solo orgasmo! Non una sola eiaculazione! Non un solo momento di godimento sessuale! Dimmi, la cosa ti fa ancora male? Intendo dire, ti senti ancora frustrato o ti sei semplicemente rassegnato alla situazione?” mi chiede ridendo. “È sempre peggio. Non c’è un solo momento in cui non mi senta incredibilmente eccitato. C’è come un bruciore costante nei miei testicoli, e diventa sempre peggiore ogni volta che mi stuzzichi e mi frustri. Ogni volta che mi ecciti e poi mi neghi il piacere il bruciore diventa molto, molto peggio.” “Oh povero bimbo!” Jessica, che ha addosso uno spesso strato di rossetto scuro, mi piazza un rumoroso bacio sulla guancia. “Questo non suona affatto bello per te! Vuoi dire che per tutto questo tempo sei sempre rimasto frustrato?” Annuisco. Jessica mi sorride e inizia a spogliarsi. “Vediamo di togliere quella terribile prigione.” Inserisce la chiave nel lucchetto e la gira. Mi toglie la cintura di castità e la posa sul comodino accanto al letto. È passato un anno dall’ultima volta che il mio pene è stata libero. Mi diventa immediatamente duro. Jessica si sdraia sul letto e mi invita a raggiungerla. Si gira perché io mi sdrai su di lei. Prima che io lo faccia prende un rossetto color sangue e se ne applica un ulteriore spesso strato sulle labbra. Quando ha finito, mi sdraio su di lei. Siamo uno sopra l’altra, entrambi nudi.Ora puoi sfregare il tuo cazzo lentamente e dolcemente sul mio sesso. Inizio a farlo e finalmente posso sentire la calda e vischiosa carezza della sua fica che reagisce aprendosi un poco. Ciò che provo è indescrivibile. Il mio cazzo, rimasto chiuso in una prigione e in stato di privazione per gli ultimi cinque anni mi sommerge di sensazioni quasi insostenibili. Jessica mi domanda: “Tu sai perché io ti faccia soffrire in questo modo?” “Non lo so davvero. Forse stai sfogando su di me una specie di rancore nei confronti degli uomini in generale.” “Hmmm sembra interessante, vai avanti.” “Beh, a volte penso che forse tu ce l’abbia con gli uomini che in tutto il mondo costringono le donne a fare sesso con loro anche se esse non vogliono, e quindi questa è una tua maniera per ricambiare il genere maschile per tutto il male che ha fatto al genere femminile.” “E ti dà conforto pensare che sia questa la ragione per cui ti tormento in questo modo?” “Un poco. Mi aiuta pensare che tutto ciò avviene per qualche ragione profonda.” “Vuoi sapere la vera ragione per cui ti eccito e poi frustro in questo modo?” Annuisco. Jessica comincia a leccarmi le labbra come se fossi un cono gelato. “La vera ragione per cui mi piace tormentarti col desiderio e poi negarti ogni piacere è che… Io sono semplicemente… una stronza. E adoro eccitarti e poi lasciarti frustrato! Sono una vera strega, e mi piace il fatto di averti portato a soffrire costantemente. Amo il fatto di sapere che ti ho condotto alla privazione di qualsiasi orgasmo, qualsiasi piacere sessuale, il fatto di avere negato la tua stessa mascolinità.” Jessica ora mi fissa negli occhi con passione. Tra una frase e l’altra succhia le mie labbra. “Amo proprio il fatto di frustrarti e amo il fatto di essere un tormento per te e amo trattarti con insofferenza. Amo quello che ti ho fatto diventare. Amo che dopo averti negato ogni piacere per anni la prima notte che mi metto un po’ a giocare con te tutto quello che mi chiedi è di poter baciare e venerare il mio culo. Lo adoro semplicemente.” Jessica allarga le gambe e me le allaccia sui fianchi. Sto sfregando il mio cazzo contro la sua figa sempre più calda e bagnata. Sto diventando pazzo dalla voglia di scoparla e di venire. Jessica mi lecca la faccia per qualche secondo. Poi spalanca le labbra del suo sesso con le dita, facendomi scivolare quasi dentro, incredibilmente vicino a scoparla. Vicino, ma non abbastanza. “Sei così vicino, ad un millimetro dall’entrare nella mia deliziosa fighetta. Così vicino eppure così lontano, tesoro. Dimmi quanto ti senti frustrato adesso.””Sono pazzo di desiderio adesso, Jessica. Farei qualsiasi cosa per poterti scopare e per poter venire, qualsiasi cosa.” “Provi quel bruciore di cui mi parlavi prima?””Si, mi brucia da morire in questo momento. È come un bruciore rosso che mi esplode da dentro le balle e brucia lungo il mio sesso. Come se il mio precum (fluidi di lubrificazione, N.d.T.) fosse lava fusa che mi divora dall’interno.””Oh – che bello, mi piace quando mi spighi quanto ti fa male. La mia figa mi ribolle quando mi dici queste cose!”Ora mi sfrego con foga sempre maggiore contro la figa di Jessica. Tutto d’un tratto Jessica si mette a parlare con un tono di voce infantile: “Non ce l’hai con me perché non ti lascio venire? O perché non ti permetterò mai più di scoparmi?” “No.. non ce l’ho con te. Però spero sempre che tu mi permetta di venire e di scopare con te prima o poi.” Lei continua a parlare con la vocina di una bimba di cinque anni: “Mi piace così tanto scaldarti e poi dirti di fermarti! È così divertente fartelo venire tutto duro e poi costringerlo dentro la sua gabbietta! Mi piace quando fai quella faccia quando ti dico di fermarti! Hai l’aria così abbattuta, povero piccolo maritino!” Jessica ora ha sollevato le sue gambe sulle mie spalle e la sua figa si spalanca ancora di più. Sento salire un dolore feroce dai miei testicoli. Jessica torna al suo atteggiamento provocatorio: “Dimmi quanto sei eccitato adesso.” “Le mie balle stanno esplodendo. Non penso di essere mai stato tanto frustrato in vita mia.” “Oh povero piccolo! Sono già cinque anni dalla notte in cui ho iniziato a negarti persino il diritto di godere. Probabilmente sei l’unico maschio al mondo che abbia dovuto subire tutto questo. L’unico uomo al mondo che sia mai stato negato del diritto di godere per cinque anni interi! Pensi che ti lascerò mai godere?” “Penso di si. Penso che me lo permetterai prima o poi.” Jessica mi ride in faccia: “Davvero lo credi? Questa è buona.” E ricomincia a leccarmi la faccia. “Non hai ancora capito che più a lungo ti tengo in questo stato più il gioco diventa crudele e più crudele diventa più mi piace? Più a lungo ti faccio soffrire maggior piacere ne ricavo. Sai cosa mi eccita da morire? L’idea di tenerti così per dieci anni! Oddio solo a pensarlo mi si scioglie tutta.” A questo punto,a furia di sfregarlo sul suo sesso e di ascoltare come mi schernisce sento montare dentro di me l’orgasmo. Jessica se ne deve essere accorta perché mi dice di fermarmi e si mette a fissare il mio cazzo.Con la vocetta da bambina Jessica dice “Oooh, guarda tutto questo buffo liquido che esce dal tuo piccolo cosino! Non possiamo mica lasciare che sporchi tutto in giro! Sarebbe un vero pasticcio. Bisogna fermare questo sporcaccione!” e così dicendo Jessica corre in cucina. Torna con una borsa del ghiaccio. Si sdraia sul letto e sistema la borsa del ghiaccio girata all’insù sopra la sua figa. “Vieni a prenderla!” Mi sdraio su di lei e lei spinge il pacchetto del ghiaccio attorno al mio sesso e ai testicoli. Quindi mi attira su di se, nella esatta posizione in cui saremmo per fare sesso assieme. Solo che invece di sentire la figa calda e succosa di Jessica mi trovo a sfregarmi contro una borsa del ghiaccio. Jessica mi bacia con passione, godendosi la mia situazione paradossale. Si diverte a cercare di eccitarmi sapendo che il ghiaccio mi sta ridimensionando. Ed è esattamente ciò che succede. La mia erezione sfiorisce velocemente per via del gelo. Il mio cazzo rattrappisce e si ritira. Jessica gli rifila un’occhiata. “Oooh, guarda un po’ che cazzettino piccolo abbiamo qui! È persino più piccolo del suo solito! Scommetto che si sentirebbe molto meglio nella mia bocca!” e con questo me lo prende in bocca. Posso sentire il calore della sua bocca tutto attorno al mio pene congelato. Ma il calore lo sta già avvolgendo di nuovo. Sento il sangue gonfiarlo mentre Jessica continua a succhiarlo e giragli attorno la lingua dentro la sua bocca. Appena mi diventa di nuovo duro lo lascia uscire dalla bocca e lo guarda mentre mi si rizza completamente. “Ooooh, guarda, è resuscitato!” Jessica se la ride. Continua a baciarlo in tutta la sua lunghezza. “Oh guarda, le tue palle sono davvero blu! Non è soltanto un modo di dire dopotutto. Scommetto che ti farebbero vincere al concorso del ragazzo con le palle più blu! Non che sia una associazione di cui sia il caso di far parte, se lo chiedi a me.”JJessica risale sul letto e mi attira sopra di sé. Apre le gambe e comincia a sfregare il suo sesso contro il mio. Ancora una volta mi torna duro da morire. Jessica continua a leccarmi la faccia per eccitarmi il più possibile. Continuo a sfregarmi sul suo sesso. Ce l’ho duro quanto mi è umanamente possibile. Dopo pochi minuti Jessica rimette in mezzo la borsa del ghiaccio, forzandomi di nuovo a sfregarmi contro di essa. Subito la mia erezione comincia a perdere consistenza. Questo gioco prosegue per almeno un’ora ancora, con un totale di dieci cicli in cui vengo portato ad un passo dall’orgasmo e poi sgonfiato completamente dal ghiaccio. Alla fine sono almeno due ore che mi trovo sempre sull’orlo dell’orgasmo. Il mio pene sparge tanto di quel precum in giro che sto praticamente gocciolando continuamente sul tappeto. Pare che i miei genitali e la mia prostata siano talmente sconvolti da questo teasing and denial che dura da cinque anni da farmi produrre precum come fosse sperma. Il mio corpo è evidentemente convinto di essere sul punto di raggiungere un enorme orgasmo tale da svuotarmi di cinque anni di sperma e frustrazione. Questo pare credere il mio corpo, ma la mia mente la sa più lunga. “Bene, ti abbiamo fatto divertire più che abbastanza. È tempo di tornare nella tua gabbia per un altro anno.” Jessica prende la gabbia e dopo avermi sgonfiato con il ghiaccio ancora una volta torna a incarcerarvi il mio sesso e chiude il lucchetto prima che possa di nuovo ingrossarsi. Dopo avermi imprigionato torna su di me e mi copre la bocca di baci. Quindi torna a sdraiarsi sul letto. “Ho voglia! Non ho un orgasmo da questa mattina e tutto questo eccitarti e frustrate mi ha proprio fatto venire voglia.” Jessica inizia a toccarsi la clitoride. “perché non mi baci le dita dei piedi mentre mi soddisfo?” mi chino sui suoi piedi e mi metto a baciarle le dite, una alla volta. Lei continua a giocare con il suo sesso. Dopo pochi minuti, mentre le venero i piedi, Jessica gode in ondate estatiche.Quando ha finito di gustarsi il suo orgasmo, mi attira vicino. “Mmm, è stato un orgasmo delizioso. Ero così eccitata. Ho dovuto aspettare per quasi una intera giornata per avere un orgasmo!” mi dice ridendo. Inizia a baciarmi le labbra e muovere la lingua attorno alla mia bocca e sulla mia faccia. “Ma il cazzo e le palle non ti fanno male dopo tutto questo stuzzicarli?” “Si. Un male terribile. In questo momento ho quel bruciore che I assale ogni volt anche mi tormenti così tanto le balle mi bruciano, il cazzo fa male, e sono lacerato da un miscuglio di terribile desiderio e intensissima frustrazione. La frustrazione è così profonda che sento come se i miei genitali fossero tenuti sopra una fiamma viva. Guarda:” e le indico il consistente rivolo di precum che continua a sgorgare dal mio pene imprigionato. Ricopre tutta la mia cappella e sbrodola fuori dalla gabbia. “Mmmm adoro sentire queste cose. Tenerti in questo stato è la cosa che preferisco al mondo. Non ti sconvolge il fatto che in cinque anni non ti abbia lasciato godere nemmeno una sola volta?” “Ad essere sinceri si.” “Beh, anche a me sconvolge! Non posso credere di essere così crudele con te. Talvolta mi sorprendo da sola.” Mentre parla, Jessica continua a tracciare i confini della mia bocca con la lingua. “Sono così cattiva! Non ti ho fatto venire nemmeno una volta in cinque anni!” D’improvviso Jessica cambia atteggiamento. Percepisco un altro aspetto della sua mutevole personalità femminile che emerge. Mi guarda con freddezza e si volta sullo stomaco. “Un vero uomo ottiene di fare sesso con me, una patetica scusa di uomo può al massimo baciarmi il culo. Vediamo se indovini a quale categoria appartieni. Su, dimmelo, voglio sentirlo dalle tue labbra.” Jessica mi tira verso di sé finché le nostre labbra si sfiorano. Mi fissa negli occhi con severità. “Allora? Sto aspettando…” Prendo tempo per un momento, poi ammetto: “Io.. non sono un vero uomo.” Prendo tempo per un momento, poi ammetto: “Io.. non sono un vero uomo.” Ma Jessica non pare soddisfatta. “No no, non è abbastanza. Voglio sentire di più. Spiegami quanto sei patetico… Su avanti, sto ancora aspettando!” Jessica ricomincia a far scorrere la sua lingua sulle mia labbra e sulla mia faccia. Ancora una volta, fonde crudeltà e dolcezza in quella miscela traditrice che è la sua specialità. Ricomincio a parlare, cercando di soddisfarla annaspando nell’umiliazione che mi sta infliggendo. “Sono una patetica scusa di uomo.” Mi lecca il viso con più passione, ora. “Bene, è un inizio, ora vai avanti” Lotto con la mia lingua per riuscire a parlare. “Sono solo una patetica scusa di uomo. Per questo non marito di poter godere.””bene, questo andava meglio. Quasi sufficiente direi. È divertente come tu non riesca a descrivere quanto sei patetico senza vergognartene. Penso sia più ironico che divertente, in effetti. Ma non inatteso, considerando che riguarda te. Era quasi abbastanza buono, ma voglio giusto un poco di più di auto-degradazione da parte tua. Su tesoro, puoi farcela. Solo un poco di più e avrai un premio. Beh, un premio di consolazione, ma è pur sempre qualcosa.” Rabbrividisco, mentre ripeto ancora una volta quelle parole dolorose. “Bene, ora dimmi, quale parte del corpo è la più spregevole? Quale parte del corpo un vero uomo confiderebbe la più disgustosa e insultante? Immagina, per un attimo, di essere un uomo. Quale parte anatomica troveresti la più umiliante e meno invitante per appiccicarvi le labbra e da baciare appassionatamente? Hmmm? Stai sforzando le meningi?” Jessica mi dedica un ghigno mentre esito a rispondere. “Dunque? Lascia che te dia qualche suggerimento.” Jessica mi spinge lontano dalla sua faccia e solleva il sedere, poi spinge la mia testa per farmi guardare direttamente tra le sue natiche. “Ci sei arrivato, Sherlock?” “Va bene, allora te lo spiegherò io.” Piazza le mani sulle natiche e le allarga indicandomi il suo ano con l’indice della mano destra. “Devo baciarti l’ano.” “Molto bene, non sei così scemo come sembri. Non bado a quello che dice la gente.” Jessica mi ride in faccia da dietro la spalla. “No, non hai ottenuto di poter godere, ma puoi baciare il mio piccolo delizioso buco del culo per, diciamo, cinque intermi minuti dovrebbe essere abbastanza.” Jessica agita il suo sedere davanti alla mia faccia. “Allora, che cosa stai aspettando?”Inizio a baciarle il sedere e l’ano con tenerezza e adorazione. Mentre mi continuo ad umiliare Jessica rinnova il trucco delle labbra con uno strato spesso di rossetto scuro. Mi osserva grazie allo specchio sulla parete, sopra i cuscini. Sorride soddisfatta della scena che ha disegnato. Aumento la passione con cui le sto baciando e leccando il culo. “come ci si sente, a baciare e adorare il mio sedere? Ti senti ancora un uomo?” mi fermo per un momento dal leccare e incontro i suoi occhi duri nello specchio. “No, non mi sento come un uomo… mi sento debole e stupido e patetico.” “beh, tanto peggio oramai, no? Lo vedi, sei patetico. Un vero uomo non si lascerebbe mai umiliare così da una donna, non credi? No, ovviamente no. Un vero uomo lascerebbe mai una donna a decidere che non può godere per cinque anni, non pensi? No, di sicuro non lo farebbe. E un vero uomo non permetterebbe mai ad una donna di dirgli in faccia che non gli è permesso venire e che invece che venire deve baciarle il buco del culo. Ora dimmi, lo farebbe? Allora?” “No.” “Esattamente. E questo che cosa ci rivela su di te? Che sei un vero uomo? Direi proprio di no. Ci dice che sei un patetico e spaventato piccolo maschietto che lascia che sua moglie se lo rigiri come preferisce e lo conduca a patetici atti di umiliazione solo per soddisfare i suoi capricci. E quindi che cosa potrebbe finire col fare un piccolo impotente come te nelle mani di una donna stronza come me? Dillo, voglio sentirlo dalle tue labbra, prima che tornino all’attività che gli è più appropriata. Dimmelo!” “Penso che debba subire frustrazioni sessuali continue e poi essere condotto agli atti di umiliazione più completi che si possano immaginare, come baciare il buco del sedere della donna che lo manipola e tormenta.” “Esatto. Ora voglio sentire la tua lingua un po’ più a fondo dentro il mio culo, capito?” “Si, ho capito.” Corro a infilare la mia lingua nel suo sedere mentre lei finisce di applicarsi il rossetto sulle labbra. “Non ti ho lasciato venire per cinque anni e non ho alcuna intenzione di concedertelo mai più. L’idea di celebrare il decimo anniversario di tua sofferenza mi elettrizza totalmente. Sei davvero patetico.” Aumento la passione nel baciarle l’ano. Mi scopro ad adorarla come ipnotizzato. “È buffo. Col passare degli anni la mia cattiveria cresce. E più sono crudele verso di te più la cosa mi eccita. Più ti sottometti senza alcuna resistenza più mi viene voglia di trovare nuove e più feroci cose da farti subire. Ora che ti ho impedito di godere per cinque anni mi viene voglia di impedirtelo per altri cinque, e altri cinque dopo quelli.””Ha un buon sapore il buco del mio culo dopo che ti ho tormentato e frustrato in questo modo? Scommetto che ti sembra due volte più dolce non è vero? O due volte più amaro? Non si può mai dire con te. Non so neppure se ti piace il gusto del mio ano perché ti piace il suo sapore o perché non ti piace affatto e quindi sai di meritartelo. Amo la sensazione di averti lì a adorare il mio culetto. C’è qualcosa di autocelebrativo in questo. Va bene, è tutto quello che hai ottenuto.” Jessica spinge via la mia faccia dal suo sedere e mi vado a infilare accanto a lei sotto le coperte. Mi abbraccia e posso sentire il calore del suo sesso attraverso le sbarre della mia gabbia. Jessica sembra improvvisamente molto stanca e inizia a sbadigliare e stiracchiarsi. Ha un’aria molto soddisfatta sul viso. Dopo pochi minuti mi domanda: “Il bruciore dovuto al mio modo di tormentarti ed eccitarti sta calmandosi?” “Si, è molto meno doloroso di un’ora fa.” “Pensi che riuscirai a dormire?” “Si, credo di si.” “Ebbene, io voglio che tu abbia dei problemi a dormire. Voglio che tu rimanga sveglio a ripensare a tutto quello che ti ho fatto. Voglio che tu rifletta su quanto ti ho frustrato, eccitato e negato ogni piacere negli ultimi cinque anni. Voglio che tu sia ossessionato da che razza di persona hai sposato, e da che razza d’uomo hai finito col diventare. Voglio che ripensi a come ti ho castrato sessualmente, privato di ogni mascolinità e derubato di ogni forma di soddisfazione sessuale. Voglio che pensi a quanto mi piace costringerti a vivere una vita di assoluta frustrazione sessuale per potermi divertire a eccitarti e negarti ogni piacere. Voglio che pensi a che razza di donna preferisce sentire la lingua di suo marito che le esplora il buco del culo piuttosto che il suo cazzo tra le gambe.” Jessica ricomincia a leccarmi la faccia. Mi lecca come fossi un cono gelato. Il mio pene cerca subito di erigersi e si scontra con la sua prigione. Il bruciore nei testicoli risorge immediatamente. Jessica continua a leccarmi e intanto mi dice: “Dimmi quando ricomincia a bruciare di nuovo.” Aspetto ancora qualche secondo finché il bruciore non diventa di nuovo intollerabile e poi le dico: “Ora brucia come l’inferno. Il dolore nasce dai testicoli e mi avvolge il cazzo e tutta l’area del bacino.” Ancora un paio di leccate e Jessica si ferma. “bene, questo dovrebbe tenerti sveglio per un poco.” “Ti amo Jessica,” le dico. Lei risponde: “Lo so.” E si addormenta.

