Estate 2001. Riviera adriatica. Per quell’estate io e Alice avevamo deciso di aggregarci ai genitori di lei che avevano affittato per un intero mese una villetta al mare. La compagnia era composta dai genitori di lei, la sorella, Massi (cugino di Ali) e la sua fidanzata Monica e naturalmente io e Alice. I genitori di lei ci hanno preceduto di una settimana mentre noi cinque li abbiamo raggiunti la seconda settimana di agosto. Avevamo programmato delle vacanze all’insegna del relax. La mattina sveglia alle 9, colazione, spiaggia fino a mezzogiorno, pranzo, pennichella pomeridiana in spiaggia, bagno e verso le 18 rientro in casa, doccia, cena e la sera uscita verso le varie feste e locali della zona, rientro verso mezzanotte e tutti a nanna. La casa era abbastanza carina: a piano terra veranda esterna, soggiorno e cucinino, al primo piano camera matrimoniale e bagno e al piano mansardato una grande stanza tutta per noi. La nostra camera era molto ampia dato che copriva l’intera pianta della casa e il tetto a capanna della Villetta a schiera, permetteva di muoversi agevolmente. Io e Ali ci posizionammo con i due letti vicino alla finestra più grande, io infatti d’estate soffro molto l’afa notturna e l’essere vicino alla finestra mi dava un certo sollievo. Massi e Monica si posizionarono sotto l’altra finestra, che era praticamente un lucernario dalla parte opposta rispetto alla nostra e Anna con il suo letto singolo a metà strada tra le due coppie. La prima settimana di permanenza è scorsa così come programmata. Devo però ammettere che però un po’ stavo iniziando ad annoiarmi. Ero alla ricerca di “sensazioni forti”. In spiaggia mi guardavo in giro alla ricerca di topless o nudisti e in casa spiavo tra le pieghe dei costumi di Monica e Anna sperando di scorgere qualche angolo remoto della loro pelle che mi facesse salire su per la schiena qualche brivido d’eccitazione. Poi a metà della seconda settimana è successo qualcosa che ha trasformato le mie ferie. Dovete infatti sapere che dalla finestra accanto al mio letto in mansarda la vista del mare era oscurata da un bruttissimo condominio su tre piani, distante non più di 6-7 metri, e all’altezza del nostro piano vi era proprio di rimpetto un terrazzino con una ringhiera a cui non mi sarei mai appoggiato visto lo stato in cui si trovava e la tapparella della portafinestra era sempre stata abbassato almeno fino a quel giorno. Ero talmente sicuro della situazione, dato che era più di una settimana che lasciavamo sempre aperta la finestra visto che ci trovavamo più in alto rispetto a tutte le altre case e ci sembrava che la nostra privacy fosse al sicuro, che anche quella sera, di ritorno dalla doccia non mi sono accorto che l’appartamento di rimpetto si era improvvisamente ravvivato. Così come ogni giorno avendo l’abitudine di fare la doccia per penultimo, con indosso l’accappatoio sono risalito dal bagno di sotto, ho chiuso a chiave la porta alle mie spalle e, dopo essermi asciugato, mi sono tolto l’accappatoio e mi sono diretto all’armadio che sta proprio di fronte alla finestra, con tutta calma ho tolto gli abiti per la serata e con tutta calma mi sono rivestito. Come solito pochi minuti dopo è salita Alice, le ho aperto la porta e poi l’ho richiusa alle sue spalle, e anche lei, solita come me ha girare per la camera nuda, si è asciugata e si è tolta l’accappatoio, il tutto davanti al nostro letto e quindi davanti alla finestra. Nei minuti successivi, mentre lei aveva quasi ormai ultimato di rivestirsi, mi sono alzato dal letto, dove ero stato sdraiato tutto il tempo, e mi sono affacciato al parapetto della finestra, che essendo in mansarda parte molto più in baso rispetto ai soliti davanzali, diciamo circa 60 cm da terra. L’aria era ancora calda, nonostante il sole fosse ormai tramontato e il giorno si stava ormai oscurando. Ho guardato a destra e sinistra per un po’ fino a che gli occhi mi sono cascati sul terrazzino di fronte e con incredibile sorpresa ho notato che la tapparella della porta finestra era alzata e ancor peggio, strizzando gl’occhi per vederci meglio nella penombra mi è parso da subito di vedere sulla soglia una figura maschile che se ne stava immobile se non fosse per un movimento della mano destra che all’inizio ho creduto fosse più un grattarsi nelle zone genitali. La prima reazione è stata quella di gridargli qualche frase irriguardosa ma poi ho deciso di prendere tempo. Ho lasciato perdere e, senza dir nulla, ho accompagnato Alice da basso per la cena. Più tardi poi siamo usciti, e siamo andati a divertirci ad una festa sulla spiaggia. Ma tutta la sera io non ho smesso di macchinare sulla scena che avevo visto: su chi potesse essere, cosa ci facesse li fermo, e se quel movimento non fosse forse un masturbarsi. A notte inoltrata siamo rincasati, con una scusa banale non ho abbassato la zanzariera ed ho chiesto agli altri di sistemarsi con il solo ausilio della luce della luna che quella sera brillava bella piena in cielo. Mentre mi cambiavo con la coda dell’occhio cercavo di capire se dall’altra parte quella persona fosse ancora a guardare. La porta finestra era ancora aperta ma tutte le luci erano spente, comunque poteva benissimo essere lì e, nascondendosi al buio, spiarci. Il giorno successivo quasi non c’ho fatto caso, la sera ho fatto la mia doccia e sono salito in camera a cambiarmi, pur non chiudendo la finestra sono stato ben attento a non farmi notare troppo e ogni tanto sbirciavo con la coda dell’occhio verso la casa accanto ma tutto era come la sera precedente. Stavo quasi per convincermi che fosse stata tutta un’illusione visiva e frutto di equivoci, quando sceso nella camera dei genitori di Alice, sono uscito sul terrazzo, per distendere il mio accappatoio e alzando lo sguardo ho notato sbucare dalla finestra accanto al terrazzino qualcosa di strano. Ho concentrato lo sguardo sull’oggetto che sporgeva e dopo un breve attimo, ho capito di cosa si trattava: era certamente un binocolo, non molto grande, quasi certamente uno di quelli che trovi in qualsiasi negozio a prezzi bassissimi, ma pur sempre un binocolo che a quella distanza svolgeva egregiamente il suo servizio. Di sopra, in quel momento, c’era certamente la mia ragazza che si stava rivestendo dopo la doccia! Era chiaro che, in quel preciso istante, il nostro vicino si stava godendo lo spettacolo di Alice nuda. Preso da un irrefrenabile impulso di gelosia sono rientrato frettolosamente in casa e ho percorso i gradini delle scale a due a due raggiungendo in un lampo la nostra camera. Ho bussato e, come previsto, Ali è venuta alla porta e mi ha aperto. Se ne stava tutta nuda con ancora dei residui di crema doposole sulle gambe. Ma qui mi è successo qualcosa che non avrei mai immaginato. Vederla nuda, avendo la conferma di quanto immaginavo poco prima, ha fatto scattare in me la scintilla dell’eccitazione e in pochi secondi mi sono ritrovato con un’erezione da paura. Così. Di fronte alle domande di ali che mi chiedeva cosa mi avesse spinto a raggiungerla in camera tanto frettolosamente, le ho allungato le mani sui suoi stupendi seni, dicendole che mi era venuta voglia pensando a lei tutta nuda. Insomma, credo che in quel preciso istante sia esplosa in me la mia anima voyeuristica. Così ho spinto Ali di fronte al letto e, dopo essermi accertato con un colpo d’occhio che il nostro vicino fosse ancora al suo posto, le ho cinto i fianchi e ho iniziato a muovere le mie mani sul suo sedere allargandole le chiappe e mettendo in mostra il suo buchetto, il tutto per agevolarne la vista al nostro amico. Alice, ignara di tutto, ha accettato le mie avance e ha iniziato a baciarmi sul collo e a mordermi l’orecchio, si è abbassata calandomi i boxer e dando un paio di leccate al mio pisello che nel frattempo era livido dall’eccitazione. Ali mi ha spinto poi sul letto e, sapendo che quella è la posizione che prediligo, mi ha fatto sdraiare a pancia in su e mi si è seduta sopra facendolo entrare tutto fino all’ultimo centimetro. Così, mentre le cingevo i fianchi e massaggiavo i seni ha iniziato a cavalcarmi con foga. Io ogni tanto volgevo lo sguardo verso la finestra e vedendo il binocolo puntato verso di noi, sentivo l’eccitazione salirmi lungo la spina dorsale. La cavalcata è durata qualche minuto fino a che, ormai incapace di trattenere la mia eccitazione, ho sollevato Ali sfogando il mio caldo liquido sul suo petto. Rialzandomi dal letto, mentre Ali si vestiva, ho raggiunto la finestra e volgendo lo sguardo verso il terrazzo vicino ho ricevuto dal nostro spettatore un cenno di ringraziamento per lo spettacolo altamente erotico che gli avevo appena offerto. Credo che quell’avventura sia stata la scintilla che ha fatto nascere in me l’anima voyeuristica.

