Ho un amico professore, professore universitario per l’esattezza. la ns amicizia risale ai tempi dell’università… ed in quel periodo ci siamo parecchio divertiti insieme… negli ultimi anni però ci siamo persi un pò di vista, sapete… il lavoro… la famiglia… , incontrandoci comunque di tanto in tanto. un bel giorno mi telefonò chiedendomi di vederci… e, non appena fui nel suo ufficio all’università mi disse:”Luca, quì la situazione stà diventando insostenibile… tu mi devi aiutare…” preoccupato, lo interruppi… :”Luciano dimmi quello che ti serve… quanto ti serve…, lo sai per quello che posso… ti sono vicino…” lui cominciando a ridere mi rispose… “ma che cazzo hai capito… il problema è un’altro… che poi se lo guardi nella giusta maniera è un falso problema… ma che comunque necessita di un’aiuto… ed io ho pensato a te… ora ti spiego… tu sai che dato l’indirizzo questa facoltà ha una nutrita popolazione femminile e, a quanto sembra, queste troiette sono tutte in fregola… così io ho il mio bel da fare… ci sono giorni che me ne scopo anche 3 ma non riesco a starci dietro, davvero… ho bisogno di una mano… o meglio di un “cazzo” … così ho pensato al tuo… scusami, ho pensato a te… !! se sei d’accordo ti presento come l’assistente di un mio collega di un’altra università quì per uno stage e per assistermi in questo periodo. devo ammettere che le sue parole mi avevano sorpreso non poco ma mi mostrai subito entusiasta della proposta. lui in occasione della prima lezione mi presentò alle sue alunne dicendo loro che io avevo il compito di assisterlo ed aiutarlo in tutto e per tutto… e che potevano rivolgersi a me per ogni tipo di approfondimento che ritenevano necessario… notai che mentre diceva queste cose guardava ammiccando le studentesse… indugiando su ognuna… la cosa, devo dire, m’imbarazzò molto… più tardi scoprii che avrei potuto tranquillamente evitare di “sprecare” tanto imbarazzo… in quanto le studentesse di quella facoltà erano tutto fuorchè delle educande… al termine della lezione Luciano mi pregò di tornare il giorno dopo che certamente avrei avuto da fare… lo salutai e non avevo ancora raggiunto l’uscita che fui avvicinato da una studentessa che mi chiese di dedicarle qualche minuto in quanto aveva avuto dei problemi sull’argomento trattato nella lezione precedente… fui immediatamente rapito dalla bellezza ella ragazza… una giapponese dai tratti delicatissimi, incredibilmente alta… almeno quanto me, occhi lievemente allungati… , carnagione bianchissima, seno grande per la sua razza ma incredibilmente sodo a giudicare dalla posizione dei suoi capezzoli evidentissimi, sotto l’attillatissima maglietta, per la mancanza del reggiseno. la mia fantasia più ricorrente si era materializzata… il sogno di fare sesso con un’orientale si stava realizzando… guardandomi fisso negli occhi… mi sfiorò leggermente una mano e m’invitò a seguirla… “venga c’è un’aula che a quest’ora non viene usata, la useremo noi…” presi posto dietro la cattedra e lei impossessatasi rapidamente di una sedia la sistemò accanto alla mia… molto accanto… ero a contatto con la carnagione delicatissima del suo braccio che lei, molto poco distrattamente e con estrema mestria faceva sfregare lungo il mio facendo crescere la mia libidine… si voltò verso di me e guardandomi intensamente negli occhi prese a massaggiarmi l’interno della coscia… dal ginocchio a salire compiendo con la mano ampi e voluttuosi cerchi… , io avendo perfettamente capito quello che sarebbe successo rimasi un’attimo sorpreso per l’immediatezza dell’azione… avevo immaginato che saremmo giunti per gradi ad una situazione del genere… e di certo non così rapidamente… lei lesse la sorpresa nei miei occhi e per nulla imbarazzzata disse:”l’argomento della lezione di ieri era proprio questo… solo che ieri eravamo tre allieve ed il professore non ha avuto la possibilità di dedicarsi anche a me così stamattina mi ha detto che potevo tranquillamente rivolgermi a lei… mentre diceva questo… la sua mano era oramai arrivata a lambire il mio inguine e lei indugiava nel massaggiare delicatamente la parte laterale del mio scroto e l’interno della mia coscia.. non mi accorsi che aveva rapidamente tirato giù la lampo… ma avvertii la sua mano che s’insinuava all’interno dei miei slip e s’impossessava delicatamente ma decisamente del mio membro che si stava gonfiando ed in quel preciso momento assunse dimensioni decisamente ragguardevoli… pochi sapienti ma dolcissimi movimenti mi procurarono un’erezione che fece trovare la strada di uscita al mio cazzo… che così, liberato dalla costrizione degli slip, oramai fuoriusciva fiero dai pantaloni… , con l’altra mano slacciò la mia cinta di cuoio ed aprì completamente i miei pantaloni che prese ad abbassare con gli slip fin giù… alle scarpe… questa manovra la portò con le labbra vicinissime alla punta del mio cazzo… , prima lo baciò con estrema delicatezza e sensualità… per farlo poi scomparire nella sua interezza nella sua dolcissima e delicatissima bocca… il che mi sorprese non poco… non avrei mai creduto che fosse stata capace di far scomparire tutto il mio considerevole pene nella sua apparentemente delicatissima e piccolissima bocca… pareva essere a suo agio con un cazzo in gola… anzi sembrava che non avesse fatto altro nella sua vita che leccare cazzi… e a questo punto sono certo anche di dimensioni maggiori del mio… prese a scorrere su e giù lungo la mia asta stimolandomi con i denti delicatamente il nervo che la percorre dalla base sino quasi alla punta, con la lingua schiacciava morbidamente la mia cappella contro il palato dandomi davvero sensazioni piacevoli… anche lei sembrava felice che la sua bocca fosse tutta piena di cazzo. i suoi movimenti avevano provveduto a far arrotolare la corta gonna lungo i fianchi lasciando così scoperte del tutto le sue lunghe e tornite cosce… il bianco della sua pelle era interrotto dal sottile filo di un microscopico perizoma nero che s’insinuava scomparendo tra le sue natiche e la sua fica nella quale io immediatamente affondai due dita… era talmente lubrificata che non incontrai alcuna resistenza… anzi non appena lei avvertì il contatto con un movimento del bacino fece affondare ulteriormente le mie dita… che la penetrarono in profondità provocandole, a giudicare dai mugolii, enorme godimento… presi a menarle la fica… dopo poco lei mi chiese di farlo più forte e mi disse:”nel culo… mettimi due dita anche nel culo ti prego…” non mi feci pregare… e la penetrai con indice e medio uniti… devo dire che entrarono con estrema facilità… era ormai bagnatissima, la sua fica continuava a produrre umori… al primo affondo delle mie dita nel suo culo lei venne… e disse:”ti prego… leva le dita e riempimi il culo del tuo cazzo… e chiavami… chiavami come una cagna nel culo…” le sue parole così lascive… quasi oscene… mi eccitarono ancora di più, le tolsi il cazzo dalla bocca… la girai bruscamente ed appoggiandola con forza alla cattedra la penetrai con violenza… mentre lei prese a menarsi la fica violentemente… cominciai a fotterla come voleva… lei stringeva sapientemente e ritmicamente i muscoli del suo ano provocandomi ulteriore piacere… mi accorsi che apprezzava i modi rudi, così presi a schiaffeggiarle le natiche… questo le provocò un nuovo orgasmo… mentre godeva si girò e guardandomi in viso disse:”chiavami… in culo… chiavami come una cagna… !!… sfondami il culo con il tuo cazzo… voglio sentirlo tutto dentro…” ero già al limite… le sue parole fecero schizzare tutto lo sperma che avevo nelle sue viscere… che furono inondate da fiotti caldissimi di sborra…
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