Una sera come tante ero davanti alla tv. Guardavo la partita dell’Italia. Ad un certo punto , dopo un gol di Baggio e quel modo così sfrenato di festeggiare, mi venne in mente la mia esperienza nel mondo del calcio, le emozioni provate anche da me dopo ogni gol che per ruolo mi toccava segnare in gran quantità. Soprattutto mi tornò alla mente il giovane compagno d’attacco con cui non divisi soltanto le grandi emozioni che può dare una rete. Erano due anni che giocavo nella stessa squadra. Avevo 25 anni. La campagna estiva portò da noi una giovane promessa. Aveva 21 anni. Fisico da corazziere. Occhi azzurri, capelli quasi rasati come imponeva la moda del momento e un visino che ti faceva fare … cattivi pensieri. Casualmente (e per fortuna) in ritiro fummo messi nella stessa camera. Quale migliore occasione per saggiare le sue doti di “sfondatore”. La prima impressione che ebbi di lui non lasciava tanto spazio ai progettini che avevo fatto su di lui. Un tipo schivo, molto riservato al limite della timidezza. Dopo aver passato una notte da perfetti sconosciuti, ognuno rintanato nei suoi pensieri (e che pensieri!), la mattina seguente ci fu il primo allenamento. Luca (così si chiamava) sul campo diventò tutt’altra persona. Sicuro di se, spietato anche violento. Il Mister volle vederci giocare insieme, volle verificare il nostro affiatamento dato che eravamo ambedue centravanti. Lui non riusciva a guardarmi negli occhi. Aveva una gran soggezione. Sbagliava tutti i passaggi. Io lo rimproveravo. Non capivo perchè si ostinava a non seguire i miei movimenti, quasi a ignorarmi. Lui niente. Ad un certo punto l’allenatore decise che per quel giorno poteva anche finire lì. Facemmo altri esercizi. Lo guardavo sott’occhio. Ebbi una folgorazione. Notai che per un momento il suo sguardo si posò “pesantemente” sul mio culo molto ben “scolpito” dai muscoli. Pensai:ecco, allora, il motivo di tanta vergogna. Aveva solo paura che io scoprissi il suo segreto. Luca non lo sapeva ma aveva trovato la persona giusta con cui confidarsi e non solo.. .. . La storia andò avanti per due giorni. Decisi di rompere il ghiaccio. Eravamo sotto la doccia. Gli chiesi lo shampoo, lui tentò di passarmelo da sopra al muretto di divisione. Io, deciso, entrai nel suo box. Per la forte tensione lasciò cadere a terra il contenitore che stava porgendomi. Rimanemmo qualche secondo a guardarci. Notai che il suo membro accennava ad una piccola erezione. Furono secondi interminabili. Lui cercò di girarsi di spalle. Certo che anche il mio cazzo non era proprio nella posizione di riposo. Ma ci ero un pò abituato. Vedere ogni giorno bei ragazzi dai corpi scolpiti, dal culo sodo e con il cazzo bello pendolante tra le cosce muscolose, era oramai quasi un’abitudine. Quasi non mi eccitava più, o , meglio, avevo imparato a controllare certi “inconvenienti” che non avrei certamente potuto spiegare. Il vedere Luca nudo davanti a me , con il suo sguardo quasi innocente, con il suo corpo da gladiatore.. . beh.. questa volta non mi aveva lasciato indifferente. Decisi che avrei dovuto provocarlo. Iniziai allora a cambiarmi davanti a lui in camera, circolavo quasi sempre nudo, quando lui era in bagno cercavo di entrare con un scusa. Lui rimaneva ancora sulle sue. Certo vedevo che stava per crollare. Nel frattempo avevamo fatto amicizia. Il rapporto era molto cordiale, per certi versi anche un pò cameratesco. Però non riuscivo a farlo cedere sul punto che , lo sapevo io, lo sapeva lui, interessava entrambi. Una sera lui era sotto la doccia. Io entrai gridando:scusa, non ce la faccio più, devo far pipì. Mentre svolgevo quell’operazione notai da uno specchio che lui rimase fermo, quasi incantato. Da uno spiraglio della doccia , stava osservando il mio cazzo emettere quel liquido giallo come se fosse la prima volte che vedeva qualcuno nell’atto di mingere. Feci finta di nulla. Comunque pensai di aver fatto finalmente centro. Non appena uscì dal bagno rimasi in silenzio. Ci mettemmo qualcosa addosso e andammo a cenare. Avevo capito che quel mio ingresso irruento nel suo momento di intimità , lo aveva turbato fino a farlo rimanere incantato alla vista del mio pene. Per tutta la sera non mi rivolse la parola. Ma capì dai suoi sguardi che era finalmente pronto ad aprirsi con me. In tutti i sensi. Quando ritornammo in stanza decisi di rompere il silenzio chiedendogli delle cose attinenti alla sua precedente squadra. Cercai di fare un discorso più lontano possibile dai doppi sensi, dalle frasi da caserma. Oramai anche lui iniziava a farfugliare. Diceva delle cose senza senso. Sembrava che trattenesse il respiro in attesa della mia “stoccata” finale che lo avrebbe scoperto. Cercai di metterlo a suo agio. Si calmò. Ci spogliammo, non lo seguì in bagno (come avevo fatto nei giorni precedenti). Tranquillamente ci infilammo sotto le lenzuola. Prima di augurarci buonanotte gli chiesi secco:posso entrare nel tuo letto? Lui perentoriamente mi rispose :Sì. Così feci. Iniziammo a parlare. Lui mi raccontò le difficoltà che stava incontrando nel mondo del calcio a causa della sua omosessualità. Non aveva mai avuto un rapporto completo. Io gli riferì della mia esperienza. Lo ascoltavo sdraiato su un fianco. Sentivo il suo cuore battere forte, avvertivo il suo respiro oramai quasi affannoso. Si aspettava quello che di lì a poco avrei fatto. Gli presi la mano. Ebbe un sussulto. Iniziai a massaggiarla. poi passai al suo possente torace. Inizio a rilassarsi e a ricambiare sul mio corpo le stesse mie “attenzioni”. Quasi tremava. Lo baciai, lui cedette definitivamente a quel fuoco interiore che non era , a quel punto, più possibile spegnere. Con molta dolcezza passai la mano sul suo cazzo ancora rinchiuso nei suoi slip di marca. Iniziai a massaggiarlo. Iniziò un’erezione davvero insperata. A quel punto mi misi su di lui in modo da far si che potessimo stimolarci con la bocca i nostri cazzi oramai in tiro. Io ero, quasi più spaventato di lui, dato che mi aveva confidato che era praticamente vergine e la prima volta è un momento molto importante. Gli succhiai il cazzo in maniera sempre più forte e decisa. con le mani iniziai a stimolargli il culo. Dapprima accarezzando le sue dure natiche. Poi intrufolandomi in quella parte del suo corpo che nessuno aveva mai osato toccare. Le mie dita pian pianino penetrarono nel suo splendido buchetto. Mentre sentivo sul mio cazzo che il ragazzo ci sapeva fare anche se non aveva molta pratica. Lui fece a me ciò che io gli stavo facendo. Fu molto dolce. Mi stupi quando prese iniziativa. Non usò solo le dita per stimolare il mio ano. Ci incollò la bocca e vi fece penetrare la sua lingua. Me la sentivo su, sempre più su. Devo dire che era veramente bravo anche se inesperto. Allora io osai e feci lo stesso. Gli chiesi di mettersi in modo che potessi avere a disposizione il suo bel culo davanti alla mia faccia. Non se lo fece dire due volte. Iniziai a leccare tutto il leccabile. Sentivo che iniziava a godere, la mia lingua arrivò nel suo intenstino. Era molto rilassato. Pensai che era arrivato il momento di entrare in lui. Mi infilai il preservativo in maniera così veloce che nemmeno se ne accorse. Il suo ano così rilasato permise al mio cazzo affamato di entrare con poca fatica. Certo dovetti usare prudenza perchè nulla era mai entrato in quel meraviglioso angolo del suo corpo. Dapprima introdussi la cappella. Lui fece un urletto di dolore. Nel frattempo cercavo di stimolare il suo grosso cazzo con le mie mani libere. Tentai di entrare ancora più a fondo. Altro gridolino. Mentre il mio cazzo poco per volta entrava e usciva dal suo buchetto. Lui con un movimento repentino afferrò da dietro le mie natiche e tirò il mio corpo contro il suo. La penetrazione fu completa. Dopo un gridolino più acuto del precedente inizio a rilassarsi e a godere senza più alcun timore. Dopo un pò mi accorsi che stavo per sborrare, gridai:sto venendo!!Lui da inesperto-espertissimo, strinse le natiche e con una contrazuione del suo sfintere mi fece godere come mai prima mi era successo. Gli chiesi se aveva voglia di entrare in me. Mi disse che non aspettava altro. I niziò prima con le dita a dilatare il mio buco tanto ansioso di ricevere il suo cazzone. Poi iniziò delicatamente ad accarezzarlo con la cappella del suo cazzo. Era veramente bravo. Non avrei mai detto che quella era per lui la prima volta. Si fece coraggio e con una botta di reni, entrò in me. I suoi colpi erano forti, intensi, decisi. Urlai dal piacere. Lui con le mani vigorose teneva fermo il mio bacino. Dopo un pò mi disse che stava venendo. Gli risposi:regala alla mia schiena il tuo delizioso liquido di uomo. Detto fatto. Uscì il cazzo dal mio culo , si sfilò il preservativo e urlando di piacere , sborrò abbondantemente sulla mia schiena. Il primo getto fu così violento che raggiunse la mia testa ed io mi sentì colare giù per il collo il caldo, bianco liquido del suo orgasmo. Dopo qualche attimo in cui rimase avvinghiato alla mia schiena, ci mettemmo a letto assieme, l’uno nelle braccia dell’altro. E, al dolce suono del suo respiro, dolcemente, senza dire una parola ci addormentammo. Inutile dire che d quel giorno la nostra intesa in campo migliorò tantissimo tanto da stupire lo stesso allenatore. Anche in camera da letto andavamo molto d’accordo. Per tutto il campionato fu la stessa storia. Purtroppo per me alla fine dell’anno lui ebbe la grande occasione di andare a far parte di una squadra molto importante. Con dolore dovemmo separarci. Rimanemmo i contatto ma per il genere di vita che svolgevamo ci perdemmo un pò di vista. La mia squadra non ha più avuto due attaccanti così affiatati come lo eravamo noi. Come tutte le cose belle quella storia finì. Ma fui davvero contento di averla vissuta.
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