Penso a me stesso come a “Sabrina”, volgarmente potrei essere definito come un frocetto effeminato e facilmente scambiabile per una ragazzina.Sono alto solo 1,64, capelli neri, occhi verdi bocca larga dalle labbra carnose. Porto piccoli occhiali da vista, viso grazioso ed effeminato dalla pelle molto chiara. Corpo snello, vita stretta e culetto grosso, sodo e attraente ho piedi piccoli così come il mio piccolo cazzetto da 7 cm.Adoro pensarmi femmina. Cerco in ogni modo di tenere nascoste le mie tendenze ma non è facile più di una volta la mia passione per gli uomini mi getta in situazioni imbarazzanti dalle quali è difficile uscire indenne.Adoro la lingerie femminile e i tacchi alti e in particolare mi eccita moltissimo indossare calze a rete e camice da notte nere. Sono studente e vivo ancora con i miei genitori e questo mi lascia pochissime occasioni per dar sfogo alle mie voglie.Nel corso del tempo mi sono messo da parte una piccola collezione segreta di, bigiotteria, oggetti per il trucco e indumenti femminili che indosso nelle rare occasioni in cui rimango a casa da solo oppure sotto gli abiti maschili quando non riesco a resistere alla voglia di sentirmi femmina.L’esperienza non mi manca, nonostante abbia solo 20 anni sono una vera troietta…anche se ad essere sincero se vivessi da solo lo sarei molto di più. Mi piacciono gli uomini virili, alti e massicci perché mi piace sentirmi sovrastata, mi piace sentirmi piccola in confronto al mio uomo.Ciò che desidero raccontare ora è l’infatuazione per il mio professore di fisica che l’anno scorso ha dato una dimensione nuova alla mia vita sessuale.Me ne innamorai fin dal primo giorno che lo vidi entrare in classe. Era alto circa 1 metro e novanta sui 45 anni muscoloso e prestante, un fisico da ex palestrato un po’ inflaccidito dall’età e con un po’ di pancetta. Ciò che mi eccitava di più era la sua virilità aveva intorno un aura che esprimeva una fortissima mascolinità. Il viso severo e barbuto dagli occhi penetranti mi ipnotizzava.Per non incorrere in problemi troppo grossi andavo a scuola vestito in modo abbastanza normale senza concedere troppo alla mia parte femminile ma il fortissimo desiderio di attrarre la sua attenzione mi porto gradualmente ad abbandonare i miei tanti scrupoli. Volevo concedermi a lui ma più di tutto volevo che mi desiderasse, e quando lo avrebbe fatto io sarei entrato in pieno nella mia parte diventando la sua femmina, una troia a sua completa disposizione che lo avrebbe fatto godere soddisfando appieno le sue voglie e prendendomene cura come solo una donna sa fare. Questo era il mio sogno.Fisica era una materia difficile per me, in classe durante le lezioni chiedevo spesso chiarimenti al professore cercando di mettermi in mostra e farmi notare ma mi sembrava che la maggior parte delle volte evitasse di guardarmi direttamente. Fedele al mio obiettivo iniziai allora a cambiare il mio abbigliamento indossando sempre più spesso tute da ginnastica o fusò attillatissimi che mettessero in bella evidenza le mie belle gambe affusolate e depilate e specialmente il mio culetto prominente.Cercavo in ogni modo di piegarmi sul banco di fronte alla cattedra a parlare con qualche compagno in modo che lui potesse notare le mie forme. Dopo alcuni tentativi la mia troiaggine colpì nel segno e lo vidi di sottecchi mentre mi fissava. L’episodio mi galvanizzò e decisi di spingere sull’acceleratore. Il giorno successivo indossai dei pantaloncini talmente stretti e corti da lasciare scoperta una parte dei glutei. Quando alla fine della lezione andai alla cattedra a chiedere un suo consiglio gli posi il mio quaderno in grembo e mi accucciai sulle ginocchia con il risultato che i pantaloncini vennero ulteriormente risucchiati nel solco fra le chiappe lasciando il mio culetto in gran parte scoperto. Gli dissi che ero disperato e che non capivo come fare l’esercizio e contemporaneamente gli appoggiai una mano sulla coscia. Al contatto lo sentii fremere e ne fui deliziato. Spostai la mano un pochino più in alto e mi feci più vicino continuando a parlare della lezione.Mi guardava con aria svanita, ero sucuro che non stava capendo una sola parola di quello che stavo dicendo. Sentii la sua grossa mano appoggiarsi sulla mia schiena e scendere fino al sedere. Un brivido di lussuria mi fece tremare mentre sentivo le sue dita insinuarsi nel solco fra le natiche e titillarmi il buchino voglioso. Gli studenti ci passarono di fronte senza vedere quello che stava succedendo ma sentii comunque il mio viso avvampare per l’eccitazione e la paura di essere scoperto.Il professore mi spiegò cosa dovevo fare per risolvere l’esercizio ma contemporaneamente mi accarezzava la schiena e il sedere.”ora vai” disse alla fine “cerca di stare più attento durante le lezioni”Gli regalai un sorriso malizioso e alzandomi lo ringraziai calorosamente per il suo aiuto.Il mio atteggiamento e il mio modo di vestire aveva ormai fatto capire ai miei compagni di scuola quali fossero le mie tendenze e mi capitava sempre più spesso di essere preso in giro. Alcuni mi davano del frocetto e della femminuccia ma nessuno mi aveva ancora importunato seriamente.Vestirsi in modo ancora più audace di quanto stessi già facendo in una scuola interamente maschile come quella mi sarebbe costato una quantità di critiche e sbeffeggiamenti ancora più intensi ma se volevo conquistare il mio professore dovevo dare del mio meglio. Decisi cosi che due giorni dopo quando le ultime due ore di lezione sarebbero state di fisica avrei fatto qualcosa di speciale.Quella mattina indossai tanga neri, calze a rete autoreggenti nere coperte da delle attillatissima pantacalze nere e una succinta canottiera bianca che lasciava scoperto l’ombelico. Tenevo il mio piccolo uccellino piegato verso il basso in mezzo alle gambe in modo che non si vedesse.Poco prima che il professore entrasse in classe diedi qualche ritocco al mio look. Tirai verso l’alto le pantacalze in modo che alle caviglie si vedesse che portavo delle calze a rete poi abbassai le pantacalze sotto la vita per mostrare l’inizio del solco fra i glutei e tirai verso l’alto le fettuccine laterali del tanga in modo che uscissero dalle pantacalze.Attesi il suo ingresso piegato a novanta sulla cattedra mentre facevo finta di sfogliare il registro.Chi entrava dalla porta e mi guardava da dietro poteva vedere chiaramente il mio bel culo tangato con le fettuccine che uscivano dai fianchi. Il professore entrò proprio nel momento in cui uno dei miei compagni di classe mi dava un forte schiaffone sul culo e mi dava del frocio.Gli risposi di andare a cagare e il professore lo richiamò dicendogli che se lo avrebbe beccato a fare ancora una cosa del genere lo avrebbe mandato dal preside. Mi girai sorridendogli e non seppi resistere alla tentazione di passarmi la lingua sulle labbra con fare lascivo.La prima ora era di pratica e quindi ci trasferimmo nella sala sperimentazione dove mi guadagnai uno dei primi posti e fissai per tutto il tempo il professore sorridendogli e guardandogli il pacco.Alla seconda ora, tornati in classe cercai di seguire con attenzione la lezione e quando finalmente suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni mi recai velocemente alla cattedra con il libro in mano e atteggiamento afflitto.”professore…””Che c’è ancora difficoltà ?” chiese con tono burbero”Si … non sono proprio fatta per la fisica…”Ero eccitatissimo , mi accucciai di fianco a lui come avevo fatto la volta precedente, posi il libro sulla cattedra e gli appoggiai una mano sulla parte alta della coscia proprio di fianco alla patta.Mi feci più vicino per indicargli il brano del testo che non avevo capito e nel farlo spostai la mano sul suo uccello. Fremevo dalla voglia, avevo una gran paura che mi prendesse a schiaffi ma appena appoggiai la mano e sentii che era eccitato seppi che era quasi fatta.Tutti gli studenti si precipitarono fuori dalla classe e rimanemmo da soli.La sua mano destra inizio a palpeggiarmi il sedere poi si introdusse nelle pantacalze e sentii il suo grosso dito medio spingere sul mio ano ed infilarsi leggermente dentro.Ero in estasi finalmente potevo sentire le sue mani su di me. Gli piacevo e questo pensiero mi faceva impazzire dalla voglia. Gli abbassai la zip ed infilai la mano felice di poter finalmente afferrare il suo uccello ma lui me la bloccò con la mano sinistra. Con la sua mano destra mi afferrò invece i capelli dietro al collo e spingendoli verso il basso mi fece alzare la testa.Mi fissò con espressione dura e temetti di stare per essere picchiato.Estrassi la mano dai suoi pantaloni, mi inginocchiai e misi le mani dietro la schiena in una posizione che ostentava la mia completa passività. Alzai la testa e guardandolo dal basso verso l’alto attraverso i miei piccoli occhiali decisi di giocare il tutto per tutto, dissi.. “P..pr.. Professore …Lei mi piace moltissimo, mi eccita da impazzire…è così maschio…..cosi possente ….e io mi sento così femmina …la prego… voglio essere sua… voglio essere la sua donna …..per favore .posso ciucciare il suo cazzo ?….. lo farò con tutta la passione di cui sono capace”Pensai che più troia di così non sarei potuta essere ma in futuro mi sarei smentito.Visi i suoi occhi accendersi di lussuria e le sue mani tremare leggermente. Mi fece segno di infilarmi sotto alla scrivania e lui si alzò per chiudere a chiave la porta della classe.Quando tornò a sedersi alla cattedra mi posi in ginocchio fra le sue gambe. Gli sbottonai i pantaloni e abbassai la zip. Il suo grosso uccello era duro e svettava di fronte a me a conferma che avevo fatto un buon lavoro. Con sapiente lentezza iniziai a massaggiargli e leccagli i testicoli sudati. Lo sentii gemere. Mi abbassai i pantaloni e iniziai a masturbarmi.Presi a passare la lingua su tutto il suo uccello partendo dalla base fino alla punta della cappella e quando finalmente fu tutto ben insalivato me lo infilai in bocca.Mi afferrò la testa con le mani e gemette…”che brava bocchinara….” SussurròSucchiai e leccai quel delizioso uccello con il preciso intento di farlo godere quanto più potevo.Lo deliziai con sapienti tocchi di lingua e potenti risucchi per circa 20 minuti andando a titillare con la punta della lingua tutti i ponti più sensibili di quel delizioso pene poi iniziai a pompare con forza agognando il suo nettare bianco. Mi prese la testa e tenendola ferma prese a scoparmela come se mi stesse inculando, sentivo quel grosso bastone di carne affondare fino in gola, uscire quasi per intero per poi riaffondare fino ai coglioni, un trattamento rude che mi faceva sentire puttana fino nel profondo..e io adoro sentirmi puttana…Si bloccò, sentii il suo uccello fremere, lo tolsi di bocca e con le mani dietro la schiena attesi a bocca aperta e la lingua fuori di venire colpita dai suoi getti caldi.Il gemito soffocato che emise durante l’orgasmo mi riempì di soddisfazione, il primo schizzo si spiaccicò sulle lenti degli occhiali, il secondo sulle labbra e tutti i successivi nella mia bocca.Mentre assaporavo ed inghiottivo quel delizioso seme godetti anche io scaricando il mio sperma sul pavimento sotto alla sua sedia.Mi passai voluttuosamente il suo membro sul viso perché mi piace sentirmelo impiastricciato di sperma odoroso, poi ripulii accuratamente il suo uccello con la lingua.”…..mio dio che brava che sei” disse facendo trasparire una vera e propria ammirazione per il mio operato.”Grazie professore” risposi sorridendogliGli aprii la camicia e gli leccai la pancia, uscii da sotto la scrivania mi sedetti a gambe larghe sulle sue ginocchia e misi il mio viso di fronte al suo. Lo strinsi e inizia a baciagli il volto, limonammo alcuni minuti….” Sono una frana in fisica….una vera asinella….ho bisogno di ripetizioni vero professore ?…. posso venire da lei a prendere ripetizioni per favore ?…la prego…” parlai in tono lamentoso da vero frocetto assatanato.Mi strinse a se mettendomi le mani sul culo infilate nelle pantacalze. Sotto di me sentivo il suo uccello ancora duro e svettante che si era immediatamente ripreso dopo l’orgasmo.”Si piccola, hai bisogno di ripetizioni…vieni oggi pomeriggio” disse mentre continuava a palparmi il culo.Lo baciai con passione e mi feci dare l’indirizzo.Ci ricomponemmo e uscimmo in tempi diversi dalla classe, prima lui e dopo molti minuti io..Ero in estasi, gli piacevo, mi desiderava e questo pensiero mi riempiva di orgoglio. Andai in bagno a lavarmi il viso e corsi a casa a mangiare e a prepararmi per il grande incontro,
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