Ero arrivato a Modena che l’emozione mi faceva vibrare tutto il corpo. Avevamo scelto quella città per incontrarci perché era a metà strada tra la città dove si trovava lei e dove abitavo io; in più lei doveva raggiungere sua sorella con la quale sarebbero ripartite la settimana successiva per tornare a casa loro, in Calabria, per trascorrere le ferie. Ci eravamo conosciuti circa un mese prima chattando; mi attirò molto il suo nick name, Solare, perché diceva aveva un viso solare, un bellissimo sorriso e le piaceva la vita. Non mi considerò subito, ma quando oramai avevo perso le speranze, aprì una finestra privata ed iniziammo a chiacchierare. Era molto simpatica, dolce, più matura rispetto ai suoi soli 21 anni, anche perché la vita le aveva posto di fronte delle difficili prove da superare. Facemmo anche l’amore in chat – una cosa che non avevo mai fatto, ma che con lei mi parte stupendo; dopo circa 15 giorni ci scambiammo le fotografie e i numeri di telefono. Non appena la vidi, rimasi folgorato. Era bellissima. Aveva davvero un sorriso molto bello e molto dolce, I capelli neri, lunghi alle spalle e lisci contornavano un viso rotondo con due grandi occhioni neri. Il corpo era perfetto: alta circa 1,65 per circa 53 kg, un seno terza misura sodo e alto, due gambe dritte, lunghe affusolate. La carnagione era naturalmente scura, ma resa ancora più ambrata dall’abbronzatura dell’estate. Non resistetti oltre e le telefonai. Mi fece una certa impressione sentire dall’altra parte la voce di una persona che fino a poche ore prima non sapevo se esisteva veramente. Le faceva molto piacere sentirmi. Le nostre telefonate sostituivano i nostri incontri in chat. Ben presto mi resi conto che facevo fatica a resistere molto tempo senza sentire la sua voce; ed infatti le telefonavo con una frequenza fin esagerata. Ma il suo ciao mi serviva come l’aria che respiravo, come il cibo che mi nutriva. Mi ero innamorato di lei, della sua voce, dei suoi modi dolci e gentili, della sua voglia di vivere. Non potevamo non incontrarci; ed infatti, dopo una sua iniziale ma flebile resistenza decidemmo di vederci a Modena.Ed ora ero lì, nella camera dell’albergo che avevo prenotato e che mi avrebbe ospitato per una settimana. Stavo aspettando l’ora dell’appuntamento come un ragazzino alla sua prima cotta attende di vedere l’amata. Arrivai al luogo dell’appuntamento e, mentre stavo parcheggiando, vidi una ragazza con i capelli neri seduta su una scalinata. “Speriamo che sia lei perché è davvero bella quella ragazza”. Scesi dall’auto; eravamo d’accordo che mi sarei avvicinato e non avrei detto una parola fino a che lei non avrebbe parlato. Così feci; mi avvicinai alla ragazza vista prima, che era la mia ragazza, quella con la quale dovevo incontrarmi. Appena mi vide sorrise; mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei. Non ci volle molto ed iniziammo a parlare. Vi assicuro che mettere assieme la voce che avevo sentito al telefono e l’immagine di lei che avevo vista in foto, mi dava una sensazione strana. Dopo circa un ora che parlavamo, mi disse se volevo fare quello che le avevo detto avrei voluto fare quando ci saremmo visti. Così feci: le accarezzai il viso con la mano; poi la abbracciai stretta stretta a me dandole dei dolci baci sui capelli. A quel punto mi chiese di portarla in albergo con me. Ero felicissimo perché avrei trascorso l’intero pomeriggio con lei. Non mi interessava il sesso. Volevo solo stringerla a me, accarezzarla, coccolarla. Ne aveva bisogno.Giunti nella mia camera, ci sdraiammo sul letto e ci scambiammo il primo bacio. Fu un bacio dolcissimo, tenero, guidato dal sentimento che c’era tra di noi. Non c’era malizia. Mentre la baciavo lei mi prese una mano e se la mise sul suo seno. Fu un gesto non volgare, delicato. La toccai, poi lei salì su di me; le tolsi il top che indossava e le slacciai il reggiseno. Laura aveva il più bel seno che abbia mai visto: sodo, pieno, che sfidava la forza di gravità; era sormontato da un paio di capezzoli bruni e diritti. Il contrasto della sua pelle scura con il candore e del seno normalmente coperta dal reggiseno e quindi non abbronzato era molto eccitante. Le palpai il seno, le sfiorai i capezzoli turgidi, li leccai. Ero al settimo cielo. Mai avrei potuto immaginare di trovarmi in quella situazione con una ragazza così bella. Le tolsi anche i pantaloni e vidi il suo perizoma bianco che contrastava con la sua abbronzatura. Anche lei mi aveva spogliato lasciandomi addosso i boxer; le salii sopra e ricomincia a baciarla scendendo verso il centro del piacere.“Fermami Principessa” le dissi. Ma lei come risposta mandò un gemito ed io, infilandole le dita nell’elastico del perizoma e facendole sollevare il sedere dal letto, glielo sfilai. Davanti a me si presentò la sua passera: era coperta da un morbido e folto pelo nero, ben curato; alcuni peli scendevano fino a raggiungere il suo sfintere. Era bellissima con le gambe aperte, le mani sul suo seno, che gemeva aspettando una mia mossa. Mossa che non si fece attendere molto: iniziai a baciarla sulla sua figa: le labbra, il clitoride. La leccai, alzandole le gambe per raggiungere anche il forellino dietro (sapevo che le piaceva) per poi tornare alla sua fessura nella quale infilavo la mia lingua. Lei urlava dal piacere, si dimenava. Mi faceva capire che le piaceva quel trattamento; e a me piaceva leccarla. Aveva un buonissimo sapore, dolce, un profumo delizioso. La feci venire così, con la lingua mentre lei stringeva le sue cosce attorno al mio viso. I suoi umori invasero la mia bocca e li raccolsi sulla mia lingua. Dopo essersi ripresa volle ricambiare il favore; si abbassò su di me e tirò fuori il mio sesso durissimo dai boxer. Iniziò a baciarlo, a passare la lingua su tutta l’asta e infine lo imboccò. Durante queste operazioni mi guardava e la cose mi faceva enormemente piacere perché la mia ex non lo faceva mai. Aveva uno sguardo che mi faceva capire la passione che ci metteva nel farmi il pompino, voleva darmi piacere e lo dimostrava anche con gli occhi. Non potevo resistere molto a quel trattamento ed infatti dopo soli 5 minuti venni. La avvisai prima; lo tirò fuori dalla sua bocca e mi fece venire nella sua mano. Era stato un orgasmo bellissimo; ci eravamo masturbati a vicenda perché volevamo darci piacere. Non era solo sesso, era qualcosa di più.Passammo assieme tutti i giorni di quella indimenticabile settimana durante i quali i sentimenti reciproci si rafforzarono; anche i nostri contatti sessuali si approfondirono. Facemmo l’amore più e più volte; lei aveva una fighetta molto stretta e calda; si bagnava molto facilmente e abbondantemente. La sodomizzai anche; per me era la prima volta e lei lo sapeva. Così un pomeriggio si mise a pecorina e mi chiese di prenderla dietro che voleva farmi provare questa emozione. Per lei non era la prima volta; io ero un po’ titubante non tanto perché non ne avessi voglia, ma perché non volevo che lei si sentisse usata. Ma riuscì a convincermi del contrario; così la penetrai in quel delizioso culetto che lentamente vedevo aprirsi sotto la pressione del mio cazzo. Quando fui tutto dentro mi fermai per permetterle di adattarsi all’intrusione; poco dopo lei cominciò a muovere il culetto avanti e indietro facendomi chiaramente capire che dovevo iniziare a scoparla. Lo feci. Andai avanti e indietro sempre molto lentamente, lei nel frattempo si masturbava, si infilava il dito nella fighetta bagnata. Era piena, lo gridava, si sentiva piena, appagata. Il movimento che dava alla anche unito allo stretto canale che si trovava fecero sì che le scaricai nel retto tutto il mio sperma. Era stata un’esperienza bellissima, che mi sarei ricordato a lungo; esperienza che ripetemmo durante i giorni successivi. Terminata la settimana ci siamo lasciati; volevo portarla con me, vivere con lei, sposarla. Ma lei no, diceva che non poteva, che quella era la nostra settimana. Non capivo, non volevo capire. Io mi ero innamorato, volevo vivere con lei, farla felice. Ma era irremovibile, anche se mi pareva che i suoi occhi desiderassero il contrario. Purtroppo persi i contatti. Ma un giorno che, preso il coraggio a due mani telefonai a sua sorella, mi disse che Laura non c’era più. La malattia che aveva contratto non le aveva dato scampo. D’un colpo capii perché non voleva stare con me, perché i suoi occhi sofferenti quando ci siamo lasciati. Mi venne in mente un film che avevo visto poco prima, Sweet Novembre. Avevo rivissuto la stessa storia. Laura, ti amerò sempre.
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