Erano le cinque di pomeriggio, Gianni stava giocando con i suoi amici al pallone, lui era il portiere. L’attaccante della squadra avversaria scarta l’ultimo difensore, è di fronte all’ultimo difensore, Gianni doveva fare subito qualcosa, di scatto corse verso di lui, ma l’attaccante lo scartò con disinvoltura e a porta sguarnita era pronto per il goal che avrebbe di sicuro cambiato l’esito della partita. Gianni non si perse d’animo e tentò l’impossibile per togliergli la palla che stava calciando, Si buttò su di lui come solo i giocatori di rugby sanno fare ma invece di puntare alla palla afferrò i pantaloncini dell’attaccante e quasi glieli strappò, cadendo tutti e due a terra. Come si rialzarono tra i fischi ed i sorrisi dei giocatori e le urla dei tifosi Gianni notò in sé un qualcosa che mai prima d’allora aveva notato, non solo l’imbarazzo per la scena ma la nudità del giocatore che lo attirava. L’attaccante insozzato per il goal mancato (forse non resosi conto che aveva i pantaloncini abbassati), alzò lo sguardo in alto stringendo i pugni sulla testa (come per dire ma porca puttana che pazzo è successo), cercò di correre verso il palo della porta e irrimediabilmente cadde come un pesce lesso. Ma la cosa strana e che Gianni non distoglieva lo sguardo dalle rotondità del calciatore. Il calciatore si rialzò di scatto e come si alzò i pantaloncini andò verso Gianni con uno sguardo inferocito, per fortuna intervenne l’arbitro che ammonì il portiere e concesse il rigore alla squadra avversaria, che inesorabilmente l’attaccante sbaglio mandandola fuori. Quella noiosa partita di calcio movimentata solo dal piccolo incidente finì 0-0. Quando tutti andarono negli spogliatoi Gianni fu preso di mira e più di uno fece delle allusioni alquanto imbarazzanti, e lui rispose che si era trattato di un incidente involontario, anche perché spiegare l’accaduto lo rendeva stranamente nervoso. Nella notte Gianni non riuscì a dormire dentro di sé qualcosa stava cambiando, ma avrebbe preferito che ciò non succedesse. (Che ci vuoi fare a 18 anni non si possono capire delle verità che ti possono sconvolgere la vita). Ma cosa era poi quella strana attrazione se la spiegò così, probabil-mente era da molto che non vedeva la sua ragazza, a volte il desiderio gioca veramente dei bruttissimi scherzi. Il giorno dopo andò agli allenamenti un po’ frastornato sperando che nessuno gli ricordasse l’avvenimento di domenica pomeriggio. Irrimediabilmente il suo miglior amico lo stuzzicò, e Gianni reagì dandogli un cazzotto, si azzuffarono per bene e dovette intervenire l’allenatore a separarli Gianni andò via col labbro rotto e con dentro una rabbia indescrivibile. Non andò agli allenamenti per un bel po’ a chi lo incontrava per strada assicurava che era rimasto indietro con gli studi, se non si metteva sotto rischiava di perdere l’anno; anche se studiava molto, quel pensiero non voleva andarsene dalla mente, era diventato il suo incubo. Nel fine settimana la sua ragazza ritornava in città era stata per un mese col padre separato dalla moglie. Quando la rivide l’abbraccio così forte come un naufrago che si aggrappa al salvagente la invitò a casa sua per il sabato sera, i suoi erano andati ad una festa e sarebbero rincasati molto tardi, quale migliore occasione per avere delle conferme. Faceva un freddo quella sera si raggomitolarono sul divano col camino acceso sotto una bella coperta, e iniziò a baciarla in maniera quasi ossessiva, tanto che la ragazza lo frenò per un attimo, chiedendogli come mai tutto quell’impeto. Lui rispose affermandogli che gli era mancata veramente tanto e che aveva un gran voglia di sentirla sua. Iniziarono a spogliarsi spargendo gli indumenti attorno al divano, lui aveva una gran voglia (almeno così credeva) ma sul più bello rivide la scena successa in campo ed immaginò che la posto della ragazza ci fosse il giocatore purtroppo si bloccò e non riuscì ad andare avanti. La ragazza che ormai era al massimo dell’eccitazione non capì quel suo frenarsi.. Non capendo più niente gli chiese soltanto se per caso avesse conosciuto qualcun’altra e questo avrebbe spiegato quel suo abbraccio così focoso quando la rivede e il blocco in quel momento. Lui non sapeva che dire si sentiva come il peggior verme della terra. Si trincerò nel suo silenzio con tanti se e neanche una conferma. La ragazza alquanto indispettita gli tirò uno schiaffo e gli chiese se per caso avesse conosciuto un’altra era meglio che lo sapesse da lui e non dagli altri altrimenti sarebbero stati guai. Lui si giustificò sostenendo che forse era dovuto alla pressione dello studio e il non seguire più gli allenamenti. Lei non volle credergli e si rivesti velocemente e se n’andò senza neanche salutandolo. Gianni non dormì nella notte, perché proprio a lui che male aveva fatto per soffrire a quel modo, ma non capiva che era giunto il momento che si rivelasse la sua vera natura. Il giorno dopo non andò a scuola voleva sfogarsi con qualcuno, capire cosa gli stesse succedendo. Decise che sarebbe andato in chiesa a parlare col parroco tanto in confessione non avrebbe riferito ad anima viva quello che avrebbe raccontato……… Dopo la messa dei vespri andò dal parroco che tra una cerimonia e l’altra, confessava. Andò con aria molto dimessa in chiesa non c’era nessuno pensò meglio così la vergogna sarebbe stata alleviata. Arrivò il suo turno s’inginocchiò sullo sgabello e il prete iniziò la preghiera rituale. E gli chiese che peccati avesse commesso, ma Piero non rispose si vergognava troppo per dirlo. Allora il prete decise di elencargli i dieci comandamenti ed anche se non voleva dire quel che aveva commesso, con un sì avrebbe capito di che si trattava. Arrivò agli atti impuri e lì Gianni scoppiò in lacrime. Il parroco a questa reazione di stupì non poco ed uscì dal sagrato. Chiese a Gianni per piangere tanto gli chiese se avesse ingravidato la sua ragazza ma Gianni disse: ”Peggio molto peggio”. Il prete rimase allibito che mai avrebbe potuto combinare di così sacrilego, lo invitò in sacrestia e gli diede un bicchiere d’acqua per calmarlo, lo avvicinò a se solo come un padre sa fare con suo figlio. A quel contatto umano Gianni si calmò e affermò che gli avrebbe spiegato tutto. Si sedette al suo fianco e gli raccontò tutto quello che gli stava accadendo, e gli specificò che stava provando attrazione fisica per individui dello stesso sesso. Il prete sorrise al suono di quelle parole, con una strana tenerezza e con un po’ d’amarezza gli accarezzò il viso e disse: ”Non preoccuparti Gianni è naturale quello che tu provi. Io per sfuggire a queste voglie mi sono rifugiato nel monachesimo; ma non è servito a nulla; sono parte di te non puoi dominarle sono come il tuo carattere col tempo smorzi gli spigoli ma il nucleo rimane quello. Se ti va di amare un uomo amalo non avere paura, è naturale purché tu sia cosciente di quello che fai” Nel sentire quelle parole Gianni si sentì sollevato poteva finalmente condividere questo segreto con qualcuno che lo capiva fino in fondo. Per cinque minuti non si dissero nulla si stavano conoscendo con lo sguardo perché volevano entrambi la stessa cosa. Il parroco gli mise la mano sulla coscia si dettero un bacio molto passionale, Gianni iniziò a toccarlo ovunque e come lo baciava con quelle labbra carnose. Il parroco chiuse la sacrestia si tolse la tunica e sotto mostrava un fisico asciutto ma per niente sfatto, e avanti aveva un piccolo gioiello. Gianni iniziò col baciarlo ed iniziò a fargli un pompino, mentre il parroco lo stava spogliando, gli fece i complimenti per il suo fisico atletico. Iniziò a massaggiargli il sedere lo voleva penetrare; in un primo momento Gianni tentennò ma poi con le rassicurazioni del prete si convinse. Un piccolo sibilo ruppe il silenzio della sacrestia e dei movimenti ritmici e scanditi (il prete stava sfogando gli anni d’astinenza),erano sempre più forti. Gianni dovette mettersi la mano sulla bocca per non far sentire quanto stava godendo. Era la prima volta per lui, si era sentito veramente appagato, si era diventato un uomo. Mentre il prete stava per venire lo baciò bramosamente sul pene eretto di Gianni. Come venne il parroco poi fu la volta di Gianni, gli fece un pompino da favola quasi se lo divorava. Il parroco si fece venire in bocca e poi col caldo sperma baciò sulle labbra Gianni; poi si rivestirono frettolosamente e Gianni lo lasciò con una promessa che avrebbe mantenuto il loro piccolo segreto. Da quel giorno in paese molti si accorsero di quanto era cambiato Gianni e di quanto era diventato “religioso”.
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