Tutto e’ cominciato dopo l’incidente di sabato. Non avevo mai pensato prima sessualmente a Lara. Non fraintendetemi, lei era bella e adorabile, la tipica cheerleader bionda: occhi verdi, capelli lunghi e fluenti, seno pesante, pelle liscia, ma era mia sorella maggiore e io ero il suo rispettoso, 18enne fratellino. Rispetto, questa e’ la parola giusta. Descrive perfettamente il modo in cui guardavo a mia sorella. Con il rispetto non c’e’ posto per pensieri sessuali o desiderio. E’ solo che non e’ corretto. Quando tua sorella maggiore si china per raccogliere una chiave che ha fatto cadere mentre fate una passeggiata in centro, non e’ giusto guardarle il culo. Chiudi gli occhi o guardi da un’altra parte, cercando di mettere da parte l’immagine proibita del suo sedere sodo. Rispetto e’ una cosa buona tra fratelli. Mi sono sempre chiesto come mai tutti i miei amici non andavano d’accordo con le rispettive sorelle. Guglielmo era solito chiamare la sua “stronza”. Samuele era stato picchiato dal padre dopo che lui aveva rotto un braccio alla sua sorellina. Niente di tutto questo tra me e Lara, solo rispetto, amore e adorazione, fino a quell’incidente di sabato sera. I miei genitori erano usciti. Lara aveva invitato la sua amica Sara a dormire a casa nostra. Io non avevo progetti per la serata. Guglielmo e Samuele mi chiamarono al telefono, chiedendomi di incontrarli al bar. Mi sono cambiato gli abiti, poi sono andato verso la camera di Lara per dirle che stavo andando fuori con gli amici. La porta era chiusa ma noi non bussiamo mai l’uno con l’altra, era troppo formale per noi. Eravamo soliti spingere la porta ed entrare, tutto qua’. Ma quando sono entrato dentro ho sentito il cuore che si fermava, ero shoccato, senza respiro, cercando di comprendere cosa stavo vedendo… Lara era nuda, completamente nuda, vergognosamente nuda. Anche l’amica era nuda. Erano entrambe sul letto di Lara. I vestiti e la biancheria ammucchiati sul pavimento. Mia sorella stringeva un cuscino al seno. Il suo culo nudo era arcuato verso la sua amica. Gli occhi erano chiusi, i capelli sul viso mentre mordeva il lenzuolo dal piacere. La sua amica Sara stava pompando un piccolo vibratore verde dentro e fuori la sua fichetta, la fica di mia sorella! Lara sobbalzo’ spaventata mentre tirava le lenzuola a se per coprire il suo corpo esposto. Sara resto’ immobile e silenziosa, tenendo ancora in mano il dildo, senza cercare di nasconderlo o coprire la sua nudita’. “Giacomo! Che ci fai qui’?” chiese Lara, quasi piangendo dall’imbarazzo. Le lenzuola erano pressate contro il suo grosso seno, coprendo il suo davanti, e lasciando la schiena nuda verso l’amica. “Volevo solo dirti che stavo uscendo con Guglielmo e Samuele”. Fu difficile trovare le parole, la mia bocca era secca, dolorosamente asciutta. Mi sono girato, cercando di evitare di guardare verso di lei, e non potei evitare di notare il folto cespuglio tre le gambe della sua amica. Sara sorrise timidamente. Arrossii, guardai il pavimento, cercando di trovare qualcosa da dire, qualsiasi cosa, per farle sentire un po’ meglio. La mia bocca era secca, la mente vuota, non c’era proprio niente da dire, niente completamente. La mia presenza era inutile e imbarazzante per loro, il cuore mi batteva forte al ritmo di: Vattene. Vattene. Vattene. Mi girai cercando la maniglia della porta, e uscii dalla stanza. La prossima volta bussa, pensai, idiota che non sei altro. Sempre bussare alla porta, questa ti ha insegnato tua madre. “Divertiti, Giacomo” sentiti Lara gridarmi dietro, penoso tentativo di apparire disinvolta. Niente puo’ essere disinvolto dopo questo. Niente sara’ piu’ come prima. Chiusi la porta, tutto quello che volevo era cercare di sfuggire alla tensione e all’imbarazzo. “Giacomo! Mi stai ascoltando?” Samuele mi schiaffeggio’, facendo morire dal ridere Guglielmo. “Che c’e’ che non va, amico? Non sembri a posto stasera, qualcosa che non va a casa?” “Jessica l’ha mollato la settimana scorsa, e non riesce riprendersi” disse Guglielmo con la sua solita, noiosa, stupida cadenza. “No, che non e’ cosi’. Lo sai bene che sono stato io a mollare lei” “Allora che c’e’ che non va?” “Niente, sono solo un po’ stanco. Non ho dormito molto la scorsa notte”. “Allora torna a casa e mettiti a letto, non ti vogliamo cosi’ depresso domani quando andremo a sciare” Ero felice di liberarmi di loro. Avevo bisogno di tempo, tempo per stare da solo, tempo per pensare, per decidere. Come potevo guardare in faccia mia sorella a casa? Cosa dovrei dirle? Cosa dovrei pensare di lei? Non avevo mai visto mia sorella nuda prima di stasera, nemmeno in biancheria intima. A adesso, tutto insieme, la sua immagine era indelebile nella mia mente; nuda, esposta, le ginocchia sotto il cuscino, le tette all’aria, e la sua amica che violava la sua intimita’ con un vibratore verde! Una timida erezione si faceva sentire la sotto, dentro i miei jeans. Cazzo! Mi sto eccitando pensando a mia sorella? Che razza di pervertito sono? No, mi sta venendo duro a causa della sua amica. Deve, essere la sua amica. Era a lei che avevo visto la fica, il folto cespuglio scuro che era tra le sue cosce. Chissa’ se mia sorella la tiene rasata o ce l’ha come la sua amica? Pensieri proibiti di nuovo. Andate via. Andate via! Ma Lara e’ forse lesbica? Dio, no, non voglio che mia sorella sia una lesbica. Si’. Aveva un ragazzo una volta. Si’. Si chiamava Tommaso. Non puo’ essere lesbica. Ma era nuda con Sara sul suo letto! La sua amica le stava pompando un vibratore nella fica, Dio santo! E perche’, perche’ si e’ coperta quando sono entrato? Perche’ poteva stare li’ nuda con l’amica e non con me presente? Sara non mi aveva nascosto niente, sorrideva anzi quando le ho fissato la passera. Forse mia sorella preferisce Sara a me? Forse perche’ non sono una ragazza come Sara? No, scemo, e’ perche tu sei il suo fratello minore. Non si suppone tu debba vederla in quello stato. E neanche pensare a lei in questo modo. Pensieri senza fine durante il mio ritorno a casa. Quando arrivai la macchina dei miei non era nel parcheggio. Avrei voluto fossero tornati. Aprii la porta di casa nervosamente. Nessuno era in salotto. Salii le scale silenziosamente, non volendo incontrare Lara in nessun modo. Sentii musica ad alto volume provenire dalla sua stanza. La sua porta socchiusa. Le risatine delle due ragazze mi giunsero all’orecchio. Chiusi gli occhi cercando di non immaginare cosa stessero facendo. Sgaiattolai velocemente nella mia camera chiudendo a chiave la porta dietro di me. Pensieri senza fine in una notte infinita. L’immagine di mia sorella nuda non voleva lasciarmi in pace; lei era li’, inginocchiata, abbracciando il cuscino, ansimante di piacere, un dildo verde tra le sue labbra rosa. Mi ritrovai con la mano dentro le mutande, stringendo forte la mia erezione e desiderando una cosa sola: che il io pene fosse un piccolo dildo verde. Sentii il rumore della porta del garage fuori, grazie a Dio i papa’ e mamma erano tornati. Adesso potevo uscire da questa prigione in cui mi ero volontariamente chiuso. Mi sentii un vigliacco ma non potevo farci niente. Non avevo il coraggio di riamanere solo con mia sorella, non ora. Cosa dovrei dire? Sorellina, non essere imbarazzata solo perche’ ti ho visto farti scopare dalla tua amica con un vibratore? Mi misi in pigiama. Quando sentii la voce alta di mia madre, aprii la porta e uscii fuori. “Hey, tesoro di mamma, ma hai passato la serata a casa?” “No, mi sono visto con Guglielmo e Samuele” “Vi siete divertiti?” “Si, moltissimo!” Perche’ non chiedi a Lara se si e’ divertita, pensai. Sembrava che non potevo pensare nientaltro che a mia sorella quella sera. Chiusi la porta del bagno dietro di me, mi sedetti sulla tazza con le mutande tirate giu’, e cominciai a tirarmi il cazzo. Avevo terribilmente bisogno di darmi sollievo. Di solito mi portavo dietro la foto di una modella o di qualche celebrita’ quando dovevo masturbarmi, ma non stasera. Oggi avevo solo una figura in mente, una proibita ma molto arrapante. Girai un momento lo sguardo e vidi il cesto dei panni da lavare. In cima al mucchio c’era un tanga color porpora piegato. Per la prima volta nella mia vita provai un brivido guardando la biancheria di mia sorella. Afferrai il piccolo pezzo di seta. La mano mi tremava. Questo era senza dubbio incesto. Toccare la biancheria di mia sorella con la stessa mano che usavo per tirarmi il pene. Mi sentivo colpevole ma eccitato, sporco ma elettrizzato, curioso di esaminare questa cosa intima che mia sorella indossava a contatto con le sue parti piu’ private. Presi il tanga di pizzo, quindi, e lo tastai. Dio, era liscio e piacevole sentirlo tra le dita. Una ragazza deve davvero essere orgogliosa delle sue intimita’ per coprirle con questi delicati e costosi capi. E non erano le mutande di una ragazza qualsiasi, erano le mutande di mia sorella. Passai le dita lungo la stretta strisciolina che era stata infossata nel solco del suo culo prima che lei se le togliesse. Sentii un brivido corrermi nei lombi. Stavo violando la privacy di mia sorella, la sua femminilita’, le sue cose proibite e intoccabili. Spiegai il tanga ed esaminai il cavallo. Una leggera macchia gialla era li’, le secrezioni di mia sorella, le sue macchie proibite, il suo sudore e i suoi succhi. Ero duro, duro oltre ogni immaginazione. Incollai il cavallo contro il mio naso e annusai. Era il profumo del paradiso. Era l’dore intimo di mia sorella. Strofinai il tanga sul mio viso, impregnando la mia pelle con le sue secrezioni. La mia pelle bruciava, il mio uccello era duro, faceva male per quanto era duro. Avevo bisogno di toccarlo, tirarlo, accarezzarlo con questo minuscolo g-string. Avvolsi il mio cazzo con il tanga. La stoffa liscia era stupenda attorno ad esso. Feci aderire il cavallo delle sue mutandine alle mia palle: non ero mai stato cosi’ vicino alla fichetta di mia sorella come in questo momento. Lo stesso materiale era stato ora a contatto con entrambi i nostri sessi. Il suo sudore e il suo succo, il mio seme appiccicoso, ero sporco, sporco. Venni come non avevo mai fatto prima, riempiendo il piccolo cavallo con la mia sborra densa. Quando terminai la venuta, srotolai lo slip e lo esaminai. Una piccola pozza di seme lo riempiva e gocciolava attraverso il sottile tessuto. Cosa avevo fatto? Avevo rovinato la costosa lingerie di mia sorella. Non potevo rimetterlo nel cesto adesso. Avrei dovuto nasconderlo da qualche altra parte e cercare di lavarlo piu tardi. Ma se lo danneggio non potro’ rimetterlo nel suo cassetto facendo finta di niente. Una notte puo’ cambiare la tua vita. Ho visto mia sorella nuda, mi sono masturbato col suo tanga e rubato la sua biancheria intima, tutto in una notte, una notte di colpa, una notte di lussuria… Il giorno dopo mi svegliai presto, feci colazione e mi incamminai verso casa di Guglielmo. Ero cosi contento che avessimo organizzato questa cosa in montagna io e i miei amici. Non ero pronto ad affrontare Lara, non ancora almeno. Trascorsi una bella giornata coi ragazzi. L’aria era fredda e rinfrescante. La neve bianca, bianca e pura, il colore dell’innocenza, la cosa che avevo perduto quella notte. Tutto era perduto: la mia sborra riempiva le mutende di mia sorella, il dildo verde dentro la sua fica, mia sorella era una puttana; si meritava ogni pensiero che avevo avuto su di lei. Smetti di sentirti colpevole per quello che hai fatto, mi dissi. Quando tornai a casa mia madre era in cucina, preparando tramezzini. Mi chiese di sedermi in salotto che era quasi ora di cena. Mi tolsi la giacca, accesi la tele, quando mia sorella Lara scese giu’ dal piano do sopra. “Hey Giacomo” Guardai su, e sospirai. Lara era ancora in pigiama, i capelli raccolti a coda di cavallo, il viso fresco e pulito. Indossava i pantaloni rosa di un pigiama di Topolino, che era carino e sexy su di lei. Le tette riempivano uno stretto top con coppe triangolari. Arrossii, notando le areole scure dei suoi grossi capezzoli dietro la stoffa aderente. Un bordino di pizzo rosa circondava le coppe piene del suo top. “Hey Lara” “Ti sei divertito?” “Cosa??” “Sulla neve coi tuoi amici, ti sei divertito?” “Si’ da morire!” Dannazione, sembrava cosi’ disinvolta e naturale, come se niente fosse successo la sera prima. Mi sentivo arrabbiato e stupido, mi sentivo preso in giro. Io ero li’ che quasi morivo, ansioso di non metterla in imbarazzo, temendo il momento in cui l’avrei finalmente incontrata, e lei si presenta come nulla fosse. Ero cosi’ arrabbiato, e non sapevo neanche perche’! “Cosi’ dov’e’ la tua amica Sara?” “Se n’e’ andata due ore fa. E’ andata a casa a cambiarsi. Tommaso e Gregorio ci portano fuori a vedere un film stasera… Hai mica visto il mio compact disc per caso?” Me lo chiese mentre si inchinava cercando nel mobile della tv. Il suo pigiama stretto aderi’ perfettamente al suo ampio culo sodo. Respiravo a fatica, fissando il segno delle mutandine chiaramente visibile sotto la stoffa che le ricopriva. Ad essere sinceri era la parte superiore di un paio di mutande azzurre che faceva capolino dall’elastico della vita del pigiama. Diedi un’occhiata verso la cucina, per assicurarmi di non essere beccato da mia madre mentre fissavo e ammiravo il culo sexy di mia sorella. “Giacomo, non hai risposto alla mia domanda” “Che?” “Hai visto il mio cd da qualche parte?” “No” “Mi chiedo dove posso averlo lasciato questa volta. Sara’ meglio che guardi meglio tra la mia roba” Si raddrizzo’, e si reco’ di nuovo in camera sua. Una leggera erezione era li’ dentro ai miei calzoni. Questo non era bello. Iniziavo ad eccitarmi in presenza di mia sorella, addirittura. Non e’ normale. Mi alzai e me andai in bagno. “Giacomo, dove stai andando adesso?” Disse mia madre mentre mi allontanavo dal salotto. “Solo un minuto mamma, non ti preoccupare, torno tra poco a mangiare tutti i tramezzini!” Ma per ora avevo bisogno di alleviare la mia tensione con un paio delle mutandine di mia sorella…
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