Luca e Marco erano coetanei e per festeggiare il loro diciottesimo compleanno, una sera che erano a casa soli, decisero che ora erano “uomini” ed era arrivato il momento di provare il sesso, quello vero. Salirono perciò in motorino, nessuno dei due aveva ancora la patente e si diressero verso la tangenziale dove sapevano di poter trovare buona compagnia. Arrivarono verso le 9 e c’erano già molti fuochi accesi. Fecero un giro divertendosi a dire porcate alle puttane che gli rispondevano per le rime e alla fine si fermarono davanti a una bellissima bionda, ma bionda davvero, doveva essere scandinava. Avrà avuto sui 35 anni e i ragazzi l’avevano scelta proprio per questo. Cercavano la trasgressione e perciò andare con una loro coetanea era una cosa che gli sembrava troppo banale, volevano farsi una “grande” e quando si hanno 18 anni una donna di 35 è già vecchia. Lei però era molto cara, aveva una clientela danarosa e si diceva che tra tutte le sue colleghe fosse la migliore, e molti si stupivano del fatto che battesse il marciapiede anzichè “esercitare” in un albergo di lusso. I ragazzi avevano pochi soldi e non potevano pagare due scopate. Si guardarono in torno per cercare qualcosa di più a buon mercato, magari una senegalese su di peso. Si fecero sentir dire che era la prima volta che lo facevano e che non volevano andare con una racchia. Lei si mise a ridere e disse che aveva capito tutto, che quello era il loro battesimo del fuoco e aggiunse “oggi mi sento generosa, vi farò scopare tutti e due al prezzo di uno, ma non posso perdere tutta la sera, perciò lo dovrete fare insieme” nei suoi occhi si poteva scorgere un lampo di sfida. Voleva vedere se i ragazzi se la sarebbero sentita di scopare insieme. Avevano certo paura, come tutti la prima volta, di non essere all’altezza e non volevano certo farsi sputtanare davanti al proprio migliore amico. Ecco perchè i due ragazzi erano riluttanti, ma alla fine fecero un patto. “Dobbiamo giurare sulla nostra amicizia che se a uno di noi non gli tira, l’altro non si metterà a ridere e non lo dirà mai a nessuno.” I ragazzi si diedero la mano e si sentirono sollevati. Finalmente avrebbero scopato e per di più a tre con una puttana delle migliori! Solo che loro non avevano la macchina e non avevano pensato a come e dove andare con la loro troia bionda. Per fortuna lei aveva la macchina e li avrebbe accompagnati in un albergetto che lei conosceva bene. Come sempre Tania, questo era il suo nome avrebbe registrato la camera a suo nome e i clienti sarebbero saliti qualche minuto dopo. Quando però fu il momento di entrare si accorsero che erano tanto eccitati da dimenticare il numero della camera. Erano imbarazzatissimi, ora dovevano andare dal portiere e chiedere della camera di Tania, ma erano sicuri che avrebbe capito tutto. Il portiere di notte non era come se lo immaginavano, era giovane, avrà avuto sui 30 anni era molto attraente e muscoloso, sembrava pià un istruttore di palestra che un portiere di albergo, e difatti di giorno era proprio quello che faceva. Giacomo è il nome del portiere era molto sveglio e capì subito dall’impaccio in cui si trovavano i due ragazzi che erano li per fottere ma avevano dimenticato il numero della camera, cosa che succedeva regolarmente. “Perchè cercate della signora Tania?” loro si inventarono una scusa ma non furono molto bravi. “Non credo neanche a una parola di quello che avete detto, voi siete qui per scopare, punto e basta.” Luca e Marco furono costretti ad ammetterlo, ma il portiere non cedeva: “Voi due dovete essere minorenni e non potete salire” “Ma no, si sbaglia” gli ripetevano i ragazzi, “siamo tutti e due maggiorenni” e visto che non voleva crederci, tirarono fuori i documenti e glieli fecero veder, ma lui fece finta di non fidarsi “Si vede benissimo che sono falsi, voi due siete minorenni e non vi faccio salire a meno che…” Non finì la frase e Luca e Marco vollero sapere cosa intendeva dire. Giacomo gli disse che se andavano nel suo ufficio, lui li avrebbe “controllato meglio i loro documenti”, ma lo disse in un modo molto strano. Loro erano tanto arrapati, all’idea che ci fosse Tania in una di quelle camere, già bella nuda con le gambe larghe pronta a farsi fottere che avrebbero seguito il portiere in capo al mondo. Lui chiuse la porta a chiave e poi si avvicinò ai ragazzi sempre con in mano le carte di identità. Dava un’occhiata alla foto e una ai ragazzi. “Non sono ancora convinto devo fare un’esame più accurato, io dopo tanti anni che faccio questo lavoro i minorenni li riconosco da una cosa” Visto che i ragazzi insistevano per sapere cosa gli disse “Io li riconosco dal cazzo!” I ragazzi erano rimasti di merda, in che guaio si erano cacciati! “Si mi basta dare una bella occhiata alle vostre mazze per vedere se avete 18 anni, se volete andare di sopra a fottere la bella Tania, vi dovete togliere i pantaloni”. Loro erano tanto vogliosi di perdere la verginità che lo fecero, si tolsero i jeans e rimasero in mutande. Luca non era molto alto, ma era un patito della forma fisica e aveva un fisico scolpito e muscoloso senza un filo di grasso, indossava una paio di slip a pois bianchi e neri, molto aderenti e sottili e si intravedeva piuttosto bene la forma dei suoi attributi, si vedeva già così che era abbastanza dotato, Marco al contrario era alto e magro, portava un paio di boxer azzurri a fantasia larghi e non si capiva se aveva un bell’arnese o no. Giacomo iniziò da Luca, gli passò con libidine una mano sul pacco e lo strinse leggermente. Luca fece per toglierli la mano ma il suo gesto fu stranamente poco convinto. Anzi dopo un attimo sembrava quasi che trattenesse la mano del portiere sul suo pacco! Poi venne il turno di Marco, “sono proprio curioso di vedere cosa nascondi in quel sacco” gli disse Giacomo, alludendo ai suoi boxer troppo larghi e gli diede una forte palpata. “credevo peggio, non sei così scarso come vuoi far credere, ma c’è qualcosa di strano” sembra quasi che tu sotto abbia un altro paio di mutande. E infatti era vero Marco sotto i boxer portava degli slip contenutivi, molto stretti che nascondevano l’esuberanza dei suoi attributi. Quando Giacomo lo convinse a toglierseli, sbucò fuori un cazzo di grosse dimensioni. Anche Luca era molto stupito, infatti Marco era sempre stato molto riservato e non aveva mai voluto far vedere a nessuno il suo cazzo e tutti credevano che ce l’avesse piccolo e invece ce l’aveva più grosso del suo. Ma come mai nascondeva una virilità di cui ogni uomo sarebbe stato fiero. La risposta era da cercarsi nella famiglia di Marco, lui era rimasto orfano da piccolo ed era stato allevato dalla nonna, una donna bigotta e arretrata che lo aveva allevato convincendolo che un sesso del genere era una vergogna, che lui doveva nascondere il suo grosso pacco dentro delle mutande contenutive che portava sempre da ormai 6 anni. A questo punto Giacomo disse che non era giusto che lui avesse visto i loro cazzi e non viceversa e perciò anche lui si spogliò e rimase nudo, il suo cazzo non tradiva il resto del corpo era molto bello, doveva essere lungo almeno 22 cm in erezione e le palle erano lunghe e morbide. Lui gli disse che era 23 cm in tiro e che aveva fatto godere tanti ragazzi che neanche se l’immaginavano, se avevano avuto qualche dubbio sulla sua sessualità ora era fugato, Giacomo era inequivocabilmente Gay. Poi cominciò a segare il suo cazzo finchè non diventò grosso e duro. I ragazzi rimasero colpiti e stranamente ad entrambi cominciò a crescere qualcosa, ma non era la paura. A quella vista Giacomo andò alla porta e fece scattare la serratura. “ora è aperto se ve ne volete andare siete liberi di farlo”, ma sapeva bene che non lo avrebbero fatto, anzi Luca andò alla porta e la richiuse a chiave poi si tolse anche lui le sottili mutande e il suo cazzo ormai duro gli svettò davanti al pube. Era lungo sui 20 cm, ma soprattutto molto grosso e peloso. Anche Marco era arrapato e il suo arnese aveva raggiunto ben 25 cm una misura davvero inaspettata. “Tu devi essere scemo per vergognarti di quel ben di dio” li disse Giacomo e difatti da quella sera Marco fu orgoglioso del suo uccello e non cercò più di nasconderlo, ogni mattina infatti quando era nell’androne del palazzo si infilava nel locale delle caldaie e si levava le mutande contenutive per uscire sfoggliando tutta il suo sesso, e! la sera quando rientrava se le rimetteva. I tre iniziarono a baciarsi e a toccarsi, poi Giacomo ordinò a Luca di mettersi in ginocchio e di succhiargli il cazzo. Luca non se lo fece ripetere e fece il primo pompino della sua vita. Intanto Giacomo segava il cazzo di Marco. Dopo un po’ Luca venne e Giacomo volle tenerlo dentro per bere fino all’ultima goccia di sborra. Dopo fu il turno di Marco di venire, ma Giacomo non voleva che una sola goccia di sborra fosse sprecata e perciò fece aprire la bocca di Luca proprio un attimo prima che il suo amico del cuore venisse e gli riempisse la bocca di liquido caldo e salato. Per lui fu una strana sensazione quella di bere la sborra del suo migliore amico, una sensazione che da allora aveva provato altre mille volte. Dopo Giacomo aprì un cassetto ed estrasse un grosso tubetto di crema lubrificante, era venuto il momento di perdere la verginità. Del resto loro erano usciti quella sera proprio con quella intenzione ma avevano creduto di farlo con una bella donna e non con un gran pezzo di ragazzo dai muscoli guizzanti. Tania si era rivestita ed era uscita in fretta dalla stanza, quei due ragazzini non si erano fatti vedere e lei stava perdendo la nottata senza lavorare. Scese le scale dell’albergo arrabbiata e quando passò davanti alla porta dell’ufficio del portiere e sentì diverse voci che gemevano di piacere, capì tutto e disse sbattendo la porta che era l’ultima volta che andava in quell’albergo a farsi rubare i clienti da quel frocio del portiere.
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