Simona, era davanti la chiesa del quartiere, aspettava la suocera, insieme avrebbero seguito la messa pomeridiana, dopo si sarebbero confessate, per la gioia del prete che nel buio del confessionale, ascoltava i peccati sessuali che lei, la più troia delle sue parrochiane, sia per ottenere il perdono divino ma anche perchè sapeva che il prete si eccitava, gli raccontava con dovizia di particolari tutte le sue porcate .Padre Gino si preparava per la messa, in chiesa c’era il solito piccolo gruppo di donne anziane che da tempo avevano raggiunto la pace dei sensi, quando vide Simona entrare nella chiesa il suo viso si illuminò, era vestita di nero, maglioncino a “v” che lasciavano scoperto il decoltè abbondante, gonna nera a metà coscia, andatura ancheggianta da troia nata, dietro l’altare il Prete di mezza età, stando attento a non farsi vedere dai due chirichetti si strizzò il cazzo che si era irrigidito alla sola vista della ninfomane, pensando alla sega che si sarebbe fatto, quando la baldracca avrebbe aperto il suo cuore al signore chiedendo perdono .Simona e la suocera si misero sedute in prima fila, Simona sorrise al Prete che gli guardava le coscie .Padre Gino si dovette concentrare per dire messa, anche la più pura delle vocazione avrebbe vacillato di fronte alla giovane baldracca che adesso era inginocchiata di fronte all’altare .La messa finì, Simona si mise in fila per ricevere l’ostia, davanti al Prete che gliela porgeva, fece l’inchino e tirò fuori la lingua più del necessario, Padre Gino gli poggiò sopra il corpo di cristo, immaginando con un brivido, di infilare il suo cazzo duro in quella bocca calda e salivosa .Finita la funzione religiosa, dentro il confessionale il Prete ascoltava e perdonava i piccoli peccati delle anziane parrochiane, finchè non arrivò il turno della suocera della ninfomane, ascoltò anche lei e per togliersela dalle palle il tempo necessario a masturbarsi ascoltando la sfilza di peccati della maiala che la donna aveva per nuora, gli diede per ottenere il perdono divino, 150 padre nostro e 200 avemaria. La donna mentre si inginocchiava a pregare si domandava che cazzo di peccati aveva commesso per dover pregare così tanto .Padre Gino nel buio confessionale aveva gia tirato sù la sua tonaca, e si teneva in mano il cazzo rigido, scostò la tendina e dalla grata del confessionale apparve il volto da puttana di Simona .- Benvenuta figliola, libera il tuo cuore dai peccati, se il tuo pentimento e sincero essi verranno perdonati dal nostro signore .- Disse il prete, cominciando a masturbarsi .- Chiedo perdono a Dio, perchè ho tanto peccato Padre .- Raccontami tutto figlia mia ohhh, alleggerisci il tuo fardello ahhh .- Ho peccato di adulterio, tradendo più volte mio marito, ho praticato la sodomizzazione e la fellatoio, con più uomini … e anche l’incesto, con mio… Padre .- Ohh !, figlia mia, ahhh, questi sono dei peccati veramente gravi .- disse con finto tono di rimprovero il prete, che già conosceva i vizi e le depravazioni di cui era capace la sua parrochiana .Simona si eccitava tutte le volte che si veniva a confessare, sapendo bene che il prete si menava il cazzo, mentre l’ascoltava .Ma stavolta Padre Gino decise di non volersi accontentare solo dei racconti, voleva dare il cazzo a quella porca che la dava a tutti e si divertiva a farlo eccitare :- Figlia mia, Credo che il diavolo ti possegga, dimmi, da quale parte del tuo corpo nasce la voglia che ti assale, costringendoti a commettere quegli atti impuri .Simona rimase sorpresa dalle parole del suo parroco, il quale fino ad oggi si era limitato ad ascoltare e a masturbarsi, rispose senza vergogna : – Tra le coscie padre, la voglia mi prende nella fregna, e dilaga in tutto il corpo, mi aiuti padre, mi liberi dal diavolo, che mi costringe alle più schifose depravazioni .- Non sarà facile, vincere il maligno, devo vedere, anzi, toccare, la parte del tuo corpo in cui esso malignamente si annida .- Disse il prete eccitato .- Oooohhh, sì Padre, le mostro dove lo sento .- così dicendo Simona, si alzò in piedi divaricando le gambe, si tirò su la gonna, come suo solito non portava mutandine, appoggiò la fica, sopra la grata .- Oh, mio dio. – Esclamò il parroco, alla vista della sorca pelosa e bagnata .- E grave Padre ?- Domandò l’ indecente parrochiana, in chiesa con la gonna alzata, che mostrava la fica al suo parroco .- Devo toccarla per sapere figlia mia. – Con mani tremanti Don Gino strappò la grata del confessionale, trovandosi davanti la fregna della donna che incorniciata dal telaio della grata, sembrava un quadro, un indecente opera d’arte, viva, bagnata, calda e profumata .La mano del parroco, accarezzò il vello peloso del monte di venere, le dita scesero tra le labbra della fica, la trovarono calda e umida. Padre Gino sentì il fremito della donna, prese coraggio e affondò le dita nella carne viva. – Ohhh, Padre, più in fondo, ahhh, il maligno si nasconde molto più dentro .- Mugolò Simona .all’ispezione profonda .Il prete spinse le dita ancora più dentro nella fregna bagnata, sopra le sue dita colavano abbondanti secrezioni .Don Gino sfilò le dita e le annusò estasiato .Simona protestò .- Perchè, Padre ai tolto le tue dita, sento ancora il diavolo dentro .- Il Demone che ai dentro e potente, dobbiamo pregare il divino, inginocchiati figliola.Simona si inginocchiò, dall’apertura del confessionale all’altezza della sua bocca si affacciò il cazzo duro del prete .- Bacia il “divino” .- Disse Don Gino, eccitato come un toro .Simona prese con una mano il cazzo duro del suo parroco, s’è lo infilò nella bocca , da esperta pompinara qual’era, stava portando rapidamente l’uomo di chiesa all’orgasmo .- Ohh mio Dio, ahhh, fermati sorella, queste cose vanno fatte con calma .- Disse il prete che voleva godersi il più a lungo possibile, la vaccona .Simona teneva il cazzo per le palle, che adesso brillava bavoso alla luce tremolante delle candele .- Cosa vuole che faccia Padre ?.- Domandò Simona, sempre più eccitata. – Devo infilare il “divino” nella tana dove si nasconde il demonio .- disse il prete .Simona si riposizionò in piedi, scostò leggermente le gambe, poi domandò : – Va bene così .Padre Gino da dentro il confessionale, infilò il cazzo dentro la fica oscena della ninfomane, altro che diavolo, pensò, questo e il paradiso in terra .- Lo senti, ohhh il “divino” lo sentììì .- Sìììì Padre lo sento finohhh in fondo alla ficaaahhh. – disse Simona che aveva abbracciato il confessionale, e spingeva il bacino verso il cazzo duro che stava piantato nella sua fregna .Don Gino spingeva il cazzo dentro la sua parrochiana più che poteva, aveva sempre sognato di scoparsi così attraverso il quadrato dove di solito c’è la grata, le sue parrochiane più belle. Ma quella che gli stava dando la fica in quel momento aveva una cosa che lo faceva impazzire che gli toglieva il sonno ; il culo, Don Gino voleva il buco del culo di Simona. Sudato per il caldo asfissiante, che c’era nel piccolo confessionale di legno, Don Gino con voce trafelata, disse alla zoccola all’ esterno : – Sento che stahh, funzionando figlia mia, ma dobbiamo fare ancora un piccolo sforzo .- Tutto ahh ciò che è necessario ohhhh, Padre, tuttoooohhh .- Rispose Simona con il cazzo del prete che durissimo gli scivolava nella fica .- Bene, bene. — Disse il porco di un prete esultando, continuò : – Il “divino” deve entrarti nel cu…ore, solo se il divino ti tocca in fondo al tuo bel cu…ore possiamo sperare di vincere, il maligno .Simona si girò, si piegò e misè le chiappe nel quadrato aperto dove prima c’era la grata, il culo nudo della bagascia c’entrava giusto giusto, come se chi lo aveva costruito l’avesse fatto su misura per il suo deretano. Una calda lacrima scese lungo la guancia di padre Gino alla vista di quel magnifico culo che era entrato quasi di prepotenza nel confessionale e nei suoi sogni, quel culo su cui tante volte aveva sognato di mettere le mani, quel culo dentro il quale, lui con la mente e molti altri realmente, avevano riempito di cazzo e riversato dentro litri e litri di sborra. continuava a piangere mentre lo toccava, gli allargava le morbide chiappe sode, con i polpastrelli toccava il buco del culo scuro e cresposo .Simona piegata a pecora con il culo “incastrato” nel confessionale, nell’ombra della chiesa a pochi metri dalla suocera che espiava i suoi inesistenti peccati pregando in ginocchio, l’ombra e un fitto colonnato, nascondeva i giochi osceni, della giovane madre di famiglia, e del suo parroco depravato. – Il mio, cu…ore, e impaziente di accogliere il divino. – Disse la porca che aspettava di sentire il duro randello farsi strada nel foro tra le sue chiappe .- Allarga il tuo cu…ore al divino, figlia mia .- Ringhiò il prete infilando il cazzo nel buco di culo sfondato .- Aahhh, si lo sento Padre, sììììì, ma ci vuole ahhh, più forza ohhhh, per scacciare il demonio, ohhhhh .- Mugolò la cagna, per incitare il prete a sodomizzarla più a fondo .Padre Gino si afferrò dove poteva dentro il confessionale, muoveva il bacino avanti e indietro con forza, il cazzo scorreva indecente nel culo di Simona, che per quanto abituata alla sodomizzazione, sentiva un leggero dolore misto al piacere, il divino nel suo culo stava tenendo un bel ritmo, Simona capì che tra poco si sarebbe scaricato nel suo deretano, si mise una mano tra le cosciè, si masturbò con tre dita .Padre Gino sborrò anche l’anima nel culo di Simona .Anche Simona godette con le sue dita nella fregna e la sborra nel culo .Dopo che il cazzo spompato del prete fu uscito dal suo culo, Simona si inginocchiò guardando dentro il confessionale, dove vide Padre Gino buttato come uno straccio sopra lo sgabello, la tonaca tirata sù tra le gambe il cazzo penzolante e sgocciolante, sul viso l’espressione beata di chi a toccato il cielo con un dito .Si ridestò ascoltando la voce della donna che lo aveva reso il prete più felice al mondo.- Sono perdonata Padre? – Non c’è bisogno di perdonarti figlia mia, tu sei un regalo che dio a fatto a tutti gli uomini !- Allora, mi benedica, Padre .Il prete con la mano disegnò nell’aria il segno della croce, dicendo : – Io ti benedico, benedico la tua fregna, la tua bocca, e sopratutto benedico il tuo bellissimo culo rotto. Vai in pace figlia mia, pecca quanto ti pare e poi torna qui a confessarti . Commossa Simona ringraziò facendosi il segno della croce, e lasciò il prete, recuperò la suocera che aveva perso il conto delle preghiere e quindi lasciò perdere, Fuori dalla chiesa si divisero. Simona disse alla suocera che prima di tornare a casa, sarebbe passata al supermercato per fare un pò di spesa, era una bugia, aveva un appuntamento con due negri cazzuti conosciuti per caso qualche giorno prima, un altro pieno di sborra l’aspettava prima di rientrare in casa dai suoi figli e da qul cornuto di suo marito, poteva peccare quanto voleva, visto com’era facile per lei ottenere il perdono divino .
Aggiungi ai Preferiti