ClaraNelle settimane successive fu il turno di Daniela, poi d Franca, quindi di Mabel, e di tante altre. Le sue tariffe variavano dalle cinquecentomila a tre milioni, a secondo delle possibilità economiche delle sue vittime. Nel giro di tre mesi si trovò in tasca quasi venticinque milioni. Affittò un appartamento tutto suo, acquistò un’auto un po’ migliore, e decise di tentare la sorte con una donna dell’alta società: avrebbe fruttato almeno dieci milioni ed una scopata di classe.Clara P… è la moglie di un grosso finanziere, vive in una villa fuori città circondata da un ampio parco, e sembra inavvicinabile da uno oscuro studente di matematica. Conduce una vita molto ritirata. Le uniche occasioni in cui esce dalla villa è quando va a fare acquisti in centro oppure, in assenza dei rispettivi mariti, quando si riunisce a cena con due amiche in un noto ristorante. Ed è proprio nel ristorante che Franco intende colpire. Telefona al locale spacciandosi per il marito di Clara, chiede se la moglie ha prenotato per quella sera intendendo farle una sorpresa. Alla risposta negativa afferma che telefonerà nei giorni successivi. Dopo dieci giorni di telefonate inutili, si sente finalmente rispondere che la sua signora ha prenotato un tavolo per tre persone, per quella sera, alle ventuno. A quel punto viene la parte più difficile.Alle venti e trenta, elegantissimo, Franco si apposta in auto davanti all’ingresso del ristorante, dove ha prenotato anche un tavolo per sé. Ha le informazioni che gli servono. Due giorni dopo ci sarà un importante ricevimento in onore di una personalità, al quale le tre donne parteciperanno sicuramente. Ed è proprio in quell’occasione che Clara deciderà, consciamente, di buttarsi tra le sue braccia, e di pagare quanto lui le richiederà.Le tre donne arrivano in taxi ed entrano subito nel locale, seguite a brevissima distanza da Franco. Logicamente, dati i prezzi praticati nel locale, ci sono pochissime persone: due o tre coppie che sospirano a lume di candela. Dal suo posto, Franco può vedere sia le tre amiche, sia la porta dei servizi dove, come ha accertato in un sopralluogo precedente, da un vano comune, dove si trovano alcuni specchi, si aprono due porte, una per gli uomini e l’altra per le donne. Attende per non più di cinque minuti.Sandra, una delle amiche di Clara, si alza dal tavolo e si avvia in direzione dei servizi. Franco la imita rapidamente, precedendola nell’antibagno. La donna entra e non mostra di notare il ragazzo che si sta pettinando davanti allo specchio. Passa infatti sculettando, e si dirige verso il settore delle signore. – Mi scusi, signora – dice Franco. – E’ per caso suo, questo?Un lucidissimo ciondolo d’oro legato ad una catenella oscilla tra le dita del ragazzo.Sandra osserva l’oggetto per alcuni istanti per determinarne la natura, e non riesce più a staccarne lo sguardo. – Sandra… tu sei rilassata… stai bene ed hai sonno… molto sonno… DormiSandra… dormi… Dopodomani, al ricevimento, alle ventidue precise, scoprirai il seno davanti a tutti gli invitati, ed attenderai che qualcuno ti ricopra.La donna, in piedi con gli occhi chiusi, annuisce lentamente con il capo. – Ora aspetta due minuti, esci, e porta questo biglietto a Clara… Quando toccherai la sedia ti sveglierai ed avrai dimenticato tutto, tranne che un uomo ti ha dato quel messaggio per lei.Franco esce immediatamente dalla toilette, dice ad un cameriere di aver scordato un impegno, da una grossa mancia e, salito sull’auto, si avvia verso casa. Guida pensando al messaggio trasmesso a Clara: "giovedì, al ricevimento, alle ventidue precise, Sandra farà una cosa molto strana. Se non vuoi che accada anche a te vieni, venerdì sera alle ventuno, sola, nell’atrio della stazione. Ti cercherò io".Le tre donne cenano ridendo di quello strano biglietto, e solamente due sere dopo, quando alla presenza di una cinquantina di persone, Sandra si denuda sino alla vita, Clara si ricorda di quel pezzo di carta che ha gettato, non dandogli la minima importanza.Un po’ per curiosità e molto per paura, il giorno successivo, indossando un attillato abito nero, alle ventuno Clara si trova nell’atrio della stazione ad attendere. Senza farsi notare, Franco gironzola per una decina di minuti osservandola, per capire se è veramente sola come sembra. Avutane la certezza, le si avvicina alle spalle. – Buonasera, Clara. Vedo che è venuta. Evidentemente la scena di Sandra l’ha colpita.Vengo subito al sodo. Io posso costringerla a fare tutto quello che voglio: la posso far spogliare qui, ora, oppure domani in mezzo alla strada. Posso trasformarla in una ninfomane insaziabile, oppure in una lesbica a caccia di donne; posso anche ordinarle di suicidarsi, e lei lo farebbe senza tentennamenti… Sandra ha fatto quello che lei sa perché l’ho ordinato io, quindi sono in grado di farlo anche con lei.Clara lo guarda in silenzio. Non replica, ma dai suoi occhi traspare chiaral’incredulità.<<…Questo è matto… sta vaneggiando… Però… però Sandra… Vediamo dove va a parare.>> – Vedo dall’espressione del suo viso che non mi crede – dice Franco. – Se esce un attimo con me le fornisco la prova che non racconto storie. Non tema… venga…<<…Andiamo fuori a vedere questa prova… Speriamo che non mi salti addosso… no, non vuole violentarmi: avrebbe scelto un luogo meno affollato… Forse è solo un mitomane.>>Clara segue Franco fuori dalla stazione e sul piazzale, tra le macchine parcheggiate, viene ipnotizzata. Sale sull’auto di Franco, solleva, dimenandosi, lo stretto vestito fino in vita, sfila le mutandine e le consegna al ragazzo. Poi, lui, con una Polaroid, la fotografa a gambe divaricate. La riaccompagna quindi nell’atrio della stazione e la sveglia.<<…Ma… ma cosa ci faccio qui? Sono uscita, lo ricordo benissimo, ed ora sono dentro… E questo tizio è ancora qui con il sorriso di un gatto che sta per mangiare il topolino… E’ tutto molto strano…>> – Clara – dice Franco, – se ci fa caso, ora è senza mutandine.<<…Ma cosa dice…? Cazzo, è vero. Non le ho… eppure… no, non le ho più…>> – Non le ha più, vero? – continua Franco. – Sono queste, per caso? – Franco apre la mano che contiene il minuscolo indumento di seta.<<…Come fa ad averle lui? Io non gliele ho sicuramente date, e lui non può avermele sfilate… Forse…>>Mentre la donna continua a guardarlo in silenzio, Franco tira fori da una tasca la fotografia scattata in auto e la mette davanti agli occhi di Clara. – Qui può vedere com’è bella senza mutandine.<<…Cazzo, mi ha fotografata senza mutande e con la fica al vento… Sono proprio io, non ci sono dubbi, la mia fica la riconosco, e quello è il vestito che ho addosso…>>Clara guarda in rapida successione la fotografia, le mutandine, ed il volto delragazzo, poi arrossisce.<<…Ma come ha fatto? Io non mi sono messa a gambe larghe a farmi fotografare, non con lui, in ogni caso… Ma cosa vuole? Cosa faccio adesso?>>Per un attimo Clara è indecisa sul da farsi poi però, da donna abituata ad affrontare tutte le situazioni, parla con voce sicura. – Non capisco come ha fatto, questo però non importa: lo può fare, e tanto basta. Cosa vuole da me? – Dieci milioni ed il suo corpo per un paio d’ore.<<…Mi vuole scopare, ecco cosa vuole… Chissà se gli interessano più i soldi o…>> – Ti do venti milioni e mi lasci perdere – dice Clara. – No. Dieci e te.<<…Vuole proprio scoparmi… in fondo è un bel ragazzo.>> – Vedo che sei proprio deciso a portarmi a letto. Sono lusingata che tu valuti una scopata con me dieci milioni, e sarei rimasta un po’delusa se tu avessi accettato il denaro. Va bene… dove e quando? – Domani sera alle venti, a casa mia. Non fare la furba, te ne pentiresti. – Non temere, sono curiosa anch’io.Franco trascorre il giorno successivo nei preparativi per il grande eveno. Nonsolamente avrebbe intascato in un colpo solo dieci milioni, ma avrebbe avuto tra le sue braccia, cosciente e consenziente, Clara che, pur avendo quasi qurant’anni, sembra avere il corpo di una ragazzina: insomma, è una ficona. La sera prima, quando l’ha fotografata, era rimasto di stucco vedendone l’inguine completamente depilato e la fica semiaperta che occhieggiava tra le gambe divaricate. Volutamente non l’aveva toccata anche se il desiderio era stato violento, perché preferiva scoprirla, accarezzarla, e scoparla, tutto in una sola volta. Il solo pensiero del corpo di Clara racchiuso nell’abito nero che portava alla stazione lo eccita. Sarebbe stata una notte indimenticabile.Acquista champagne, fa pulire minuziosamente tutta la casa, e mettere nel letto le lenzuola di seta nera. Poi esce per una lunga passeggiata rilassante. Ritorna verso le diciannove, controlla che tutto sia in ordine, stacca il telefono, e si concede una lunga doccia, prima bollente e poi fredda, per smaltire il nervosismo. Indossa una camicia d lino, jeans, ed un paio di scarpe di corda. E’ pronto. Alle venti meno cinque il campanello suona. Franco scatta come una molla per aprire, poi, volutamente, si ferma, attende qualche attimo, ed abbassa la maniglia. Clara è davanti a lui, sorridente. Indossa un abito da mezza sera grigio perla con un profondo spacco sul fianco, dal quale spunta una gamba affusolata. E’ bella da mozzare il fiato. Sicuramente la più bella donna che mai sia stata con lui. Gli occhi verdi lo guardano fisso. – Allora, posso entrare? O hai deciso di scoparmi qui, sul pianerottolo? – No… no, entri… entra, sì… cioè no, non ho deciso di sc… cioè… – si fa da parte imbarazzatissimo per cederle il passo. Lei entra e chiude la porta alle sue spalle. – Smettila di guardarmi con gli occhi sgranati. Non sono un fantasma. Tocca- gli prende una mano e se la porta sul seno.Franco non si è ancora reso bene conto di quanto sta accadendo, ma la morbidezza della carne sotto la sua mano gli schiarisce un po’ le idee. Indugia in silenzio a massaggiare la soda collinetta. – Vedo che hai capito – dice Clara. – Ma dimmi un po’, mi hai sfilato le mutande, fotografata scosciata, scopata con gli occhi, mi stai strizzando una tetta, ed io non ho ancora capito chi sei. Non so neppure il tuo nome. – Franco. Mi chiamo Franco… E’ vero, non sono stato un perfetto padrone di casa: la tua presenza mi ha rimbambito. Vieni avanti, sediamoci, e beviamo qualcosa. Non so te, ma io ne ho proprio bisogno.Clara siede su una bassa poltrona, accavalla le bellissime gambe e lo spacco, aprendosi, mostra le cosce completamente nude. Franco ritorna con un secchiello di ghiaccio nel quale tintinna una bottiglia di champagne, vede le cosce scoperte mentre sta versando, ed il vino trabocca copiosamente. Clara scoppia in una sonora risata. – Se le mie gambe ti fanno sprecare lo champagne, cercherò di tenerle coperte. Senti, siediti, chiudi gli occhi, ed aprili solo quando te lo dirò. Mi raccomando, rilassati e non barare… Bravo, così.Franco ubbidisce ed attende con gli occhi chiusi, percependo il fruscio di abiti. – Ora aprili – dice Clara.Davanti a lui, ad un metro di distanza, il corpo completamente nudo di Clara: una cosa fantastica. Alta, con curve da capogiro, inguine glabro in mezzo a cosce statuarie. Non un’imperfezione. Franco rimane per alcuni secondi stordito e percepisce solo la seconda parte di quanto la visione sta dicendogli. – … Nel letto. Ne ho voglia anch’io.Franco balza in piedi, l’abbranca per un braccio trascinandola accanto al letto, poi si ferma, temendo di essere troppo rude. – Continua Franco, continua. Nel rapporto sessuale io voglio essere posseduta. Il maschio mi deve fare totalmente sua, devo implorare sotto di lui. Non voglio rispetto. Fammi tutto quello che faresti ad una delle tue ragazze se le te lo permettesse. Per tutta risposta, guardandola fissa negli occhi, Franco inizia a strizzarle un seno, mentre l’altra mano corre pazzamente sulle natiche, soffermandosi nel solco che le divide. La mano, dal seno scende lentamente sul ventre, poi sull’inguine. Clara discosta le gambe per facilitargli l’esplorazione. L’indice entra risolutamente nella vagina ed inizia un movimento circolare, mentre un dito dell’altra mano affonda con decisione nel buco posteriore. Le lingue, nelle due bocche incollate, vagabondano senza freno. Le dita iniziano ad entrare ed uscire all’unisono. Ben presto Clara vibra e geme di piacere. – Sì, sì, scavami… scavami… non smettere, fammi venire… sì, nel culo… piùforte, mi piace… ohhh… ancora… ancora… sììììì… Franco si ferma, porta le dita grondanti di umori alla bocca di lei che le succhia avidamente. – Spogliami, vacca.Sempre succhiando, Clara gli sbottona la camicia, slaccia la cintura, fa scorrere la lampo dei jeans, e con mossa rapida li abbassa, agganciando nel movimento anche i boxer. Il pene di Franco scatta fuori rigido e violaceo. Clara allunga una mano per toccarlo, ma Franco si sposta di scatto e siede sulla sponda del letto. Senza dire una parola, Clara si inginocchia tra le sue gambe, avvicina il volto al membro, e lentamente lo fa sparire quasi del tutto in bocca. Al tocco delle labbra delicate ed esperte, per poco Franco non ha l’orgasmo. Si trattiene, seppure a stento, ed assapora per un ultimo istante la carezza. – Basta, troia. Non devi farmi sborrare. Vieni sul letto che ti scopo tutta.Clara si sdraia con le ginocchia piegate ed aperte, rivelando la vagina dischiusa e grondante: vertice i piacere tra due colonne di carne. Franco osserva il contrasto tra la pelle ambrata di lei e le lenzuola. Le strizza i capezzoli e le accarezza il ventre poi, afferrandolo con una mano, indirizza il pene sulla vagina luccicante d’umori, e con una sola spinta affonda fino alla radice, lasciandosi nel contempo cadere sul corpo di Clara trasudante lussuria. Rimane immobile per lunghi secondi assaporando le contrazioni ormai isteriche della stretta guaina sul suo sesso, poi, sostenendosi sulle braccia per guardarla in viso, inizia a scoparla rudemente, uscendo quasi completamente per riaffondare di colpo. – Scopami… scopami… Sì… sì, così… ancora più forte… più forte… vengo…vengo… vengooo…Un brivido la sconvolge. Rovescia per un attimo gli occhi poi si rilassa. Franco riprende a scoparla con forza. – Sei forte… ce l’hai grosso… un vero maschio… Continua, non ti fermare, ah… ah… godo… ti sbrodo sul cazzo… vieni anche tuuuaaahh!!! – Si porcona, godo… godo anch’ioooo!!!Franco rovescia un caldo torrente di sborra nella vagina famelica, mentre Clara è in preda ad un terzo delirante orgasmo. -Cazzo, Franco… sembravi un po’ imbambolato, ma sai far godere una donna. Era un bel po’ che non venivo scopata così. Se vuoi ho tante amiche che… ne parliamo dopo. – Sì, dopo parliamo d’affari. Ora però succhialo e fallo diventare duro. Ti voglio scopare ancora. Mettiti sopra perché voglio leccare la tua bella fica senza peli.Clara non si fa pregare. Apre le gambe ai lati della testa di Franco e si abbassa ad imboccare il pene. Mentre la donna, con tocchi sapienti della lingua e rapide e profonde succhiate riporta la verga a nuova gloria, Franco inizia a lappare la vagina succosa, intrisa degli umori di entrambi, sospesa sulla sua bocca. L’apre con le dita, la sonda a fondo, provocando in Clara movimenti incontrollati di piacere, che la portano a mordicchiare il grosso boccone di carne. Continuano a lungo. Clara ha un altro orgasmo quando Franco, sentendo dai gemiti che ne è prossima, le infila all’improvviso un ditonel buco posteriore. Un grido di sorpresa e di piacere accoglie il gesto, ed un caldo fiotto sgorga dalla vagina e finisce sul volto di Franco. A quel punto, Franco, con mossa rapida sguscia da sotto a Clara e, portatosi alle sue spalle, le infila il pene nel sesso bollente. Esce completamente e riaffonda, parecchie volte, finché la donna non inizia a spingere ritmicamente in alto il bacino, per affrettare la successiva penetrazione. Franco si ritrae ancora una volta poi, alzando la mira, mentre Clara spinge in alto il sedere, le affonda completamente nello sfintere, ormai aperto dal piacere travolgente. – Aaahhh… cazzo… è grosso… non ero preparata… Sei un porco, mi hai fatto male, ma mi piace… oooh sì, che mi piace… spingi… spingi ancora… no, non uscire, spaccami tutta… accidenti com’è grosso… lo sento fino in gola… accarezzami la fica… cosììì… i capezzoli… pizzicami i capezzoli… fammi male… ahiiii… mi piace… mi piace… godo… Francoooo!!! – Godi vacca, godi… godo anch’io… ti sborro nl culo… nel culooo!!!L’orgasmo esplode simultaneo, lungo, violento, incontrollato.La donna è affondata nel letto con Franco sopra, mentre il pene si sta svuotando, ancora stretto nello sfintere pulsante. Rimangono immobili per parecchi minuti, poi Franco si muove, porta il pene moscio alla bocca di lei e le dice di pulirlo. Clara ubbidisce senza fiatare. Lo lecca più e più volte, dal glande ai testicoli. Lecca la parte interna delle cosce, e poi anche il solco tra le natiche. L’abilità di Clara non serve però a riportare vigore al membro vuoto d’energie. – Caro Franco – dice alla fine Clara, – per il momento sei k.o., ma abbiamo tutta la notte davanti.Franco la guarda sorpreso. – Certo. Se mi ospiti rimango qui con te. Sarà una notte folle… Ora andiamo a farci una doccia, anche perché la tua sborra continua ad uscirmi dal sedere… mi hai riempita.
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