Annette – Allora siamo d’accordo – dice Clara. – Tu rimani qui mentre io accompagno Barbara dal dottore. E’ una ragazza molto timida e vedendoti con me potrebbe cambiare idea e decidere di non venire… la vedrai dopo. – Va bene, va bene. Resto qui. Cercherò di far passare il tempo. Sono moltoeccitato all’idea di vederti lesbicare con una ragazzina. – Sei un porco. – Senti chi parla. Ciao. A più tardi.L’auto di Clara si allontana lentamente lungo il vialetto mentre Franco ritorna quasi di corsa nel suo appartamento.<<…tanto per tenermi in allenamento, vediamo com’è fatta Doris. Deve essere niente male…>>Franco suona due volte il campanello per la servitù ed un minuto dopo arriva Maria, la governante: una donna sui quarant’anni, notevolmente ben fatta, e dall’aria molto efficiente. – Buongiorno, signore. In cosa posso servirla? – Buongiorno, Maria. Per cortesia dovrebbe mandarmi Doris perché devo trasmetterle delle comunicazioni della signora Clara. – Certamente, signore. Serve altro? – Per il momento no, grazie. Mi raccomando, oltre a noi nessuno deve sapere che Doris sta venendo da me… Intesi? – Perfetto, signore. Buongiorno.Franco, con il ciondolo d’oro in mano, si distende su una poltrona ed attende. Un leggero bussare alla porta. – Vieni avanti, Doris. Ti stavo aspettando.La ragazza apre la porta, la richiude alle sue spalle, ed un po’ impacciata guarda Franco seduto in fondo al salone.<<…chissà come mai la signora mi da gli ordini tramite lui? Però è un bel ragazzo… la signora sa sceglierli i suoi uomini… Perché mi guarda e non dice una parola? >> – La governante mi ha detto che il signore deve farmi delle comunicazioni della signora Clara…Franco si alza lentamente con il ciondolo nella mano destra. – Doris, hai mai visto questo?Doris concentra lo sguardo sul ciondolo ed in meno di un minuto Franco la tiene in pugno. – Doris, ora ti spoglio. Nel pomeriggio assisterò ad uno spettacolo che non ho mai visto, e ne voglio un’anteprima.E’ un bel po’ che Franco non spoglia una donna con le sue mani, ed il solo pensiero di farlo lo eccita. Sbottona e sfila gonna e camicetta. Poi rimira Doris al centro del salone: crestina bianca tra i capelli, reggiseno e mutandine che celano solo parzialmente i suoi tesori, facendola apparire per questo più nuda. E’ la quintessenza dell’impudicizia. La priva rapidamente anche della biancheria intima. Come aveva supposto Doris è splendida. Sembra una quindicenne: minuta, piccole tette con i capezzoli puntati verso l’alto, e fichetta non celata dalla rada peluria. La spinge sul divano e ne accarezza anche più reconditi recessi. Non risparmia alcuna parte del giovane corpo che, dopo alcuni minuti inizia a fremere di piacere. Franco non vuole possederla, almeno per il momento, quindi si alza e la manda nella camera da letto al piano superiore. Suona poi il campanello una sola volta. Annette arriva quasi subito. – Mi dica, signore. – Vediamo un po’ se hai ubbidito, Annette.Senza attendere altro la ragazza solleva la gonna fino in vita mostrando l’inguine senza veli. – Molto bene, Annette. Ora spogliati e precedimi in camera.<<…siamo arrivati al dunque. Lo sapevo che nel suo letto ci dovevo finire… speravo di arrivarci in un modo un po’ più romantico, però, come mi ha raccontato Doris, che ha sentito mentre la signora lo diceva al telefono, Franco sa come soddisfare una donna… Coraggio, proviamo come scopa…>>Annette inizia a spogliarsi con grazia e senza fretta. Quando è nuda si ricorda della crestina e fa per toglierla, ma Franco glielo impedisce. Lo precede sulla scala. <<…oh? Mi accarezza il sedere… è la prima volta che mi tocca… Di nuovo… mi vengono i brividi… Ci siamo, devo entrare… ma… ma…>> – C’è… C’è Doris nuda, signore. Non posso entrare in queste condizioni… mivergogno… – Non ti preoccupare – dice Franco. – E’ vero, c’è Doris, ma non ti riconoscerà.Svelta, ubbidisci ed entra.<<…come sarebbe a dire che non mi riconoscerà? Accidenti, devo entrare ugualmente, altrimenti questo è capace di farmi licenziare… E’ piantata in mezzo alla camera… non mi guarda… neppure mi vede… ma cosa le è successo?>> – Vedi? Non ti riconosce – dice Franco. – Non ti ha neppure vista. Le però è molto più ubbidiente di te, guarda… Doris, coricati sul letto, solleva le ginocchia ed allargale bene.L’ubbidienza è pronta e cieca. La vagina è chiaramente visibile tra le gambeoscenamente aperte. – Come puoi vedere Doris è molto ubbidiente – dice Franco. – Vediamo se tu lo sei altrettanto… Vai da lei e falla godere.<<…No… No… Pensavo volesse averci entrambe nel letto, e la cosa mi faceva già schifo… Quello che mi chiede non posso farlo… non posso… Vuole che la faccia godere… dovrei accarezzarle il seno e la… la… magari devo anche baciarla sulla bocca… Mai…>> – Signore – dice Annette risoluta, – mi può chiedere di andare a letto con lei o con un suo amico, ed io forse lo farei, ma non mi può chiedere questa… questa schifezza. Non posso, non posso proprio. Preferisco essere licenziata ed andarmene da questa casa e… e… Doris, mi meraviglio di te!Annette scoppia in un pianto dirotto e Franco capisce dalle sue parole che per il momento non c’è niente da fare. Tira quindi fuori il ciondolo e lo fa oscillare davanti agli occhi lucidi di Annette. – Va bene, Annette. Poi ne parliamo… ora dimmi se hai mai visto questo.La ragazza tira su con il naso, osserva il disco, ed è la prima cosa che in seguito non ricorderà.Doris e Annette impazzano sul letto. Usano mani, bocca, lingua, e persino i piedi. Liberate dai freni inibitori, esse rivelano la oro natura di giovani donne pronte a dare e ricevere piacere da qualunque parte esso provenga. Doris, in particolare, sembra conoscere alla perfezione il modo di far impazzire di piacere Annette. Entrambe hanno orgasmi su orgasmi, spossanti e travolgenti, e l’occhio attento della macchina fotografica manovrata da Franco registra tutto. Poi le lascia libere. Ha avuto un’anteprima: è stata molto piacevole e ci si sarebbe volentieri buttato in mezzo. Per il momento però ha solo il cazzo duro tanto da dolergli. BarbaraSono trascorse ormai più di due ore da quando Clara se ne è andata e probabilmente è quasi di ritorno. Franco sente proprio il desiderio di un corpo di femmina, e Barbara sarà la sua valvola di sfogo. Purché arrivi presto, però, perché è tanto annoiato che inizia seriamente a pensare a Maria, la governante. L’auto finalmente arriva. Clara è in compagnia di una ragazza bruna che, un po’ titubante, apre la portiera per scendere. Lascia passare ancora qualche secondo, poi esce e si dirige verso di loro. – Questo è Franco, mio cugino – dice Clara. – E’ un esperto di uccelli e nidi. Ti farà da guida nel parco.Vedendo un ragazzo giovane, Barbara si rilassa e lo saluta stringendogli la mano. – Piacere. Io sono Barbara. Clara mi ha assicurato che nel parco ci sono molti animali, specialmente uccelli. Sono molto curiosa di vederli. – Ciao, Barbara. E’ vero, ci sono molti uccelli, in particolare uno è interessantissimo. Lo potrai vedere e anche toccare prima che entri nel suo nido… vieni, te lo faccio vedere subito.Clara segue con gli occhi Barbara e Franco ridacchiando per i doppi sensi. Vede che Franco tira fuori il suo pendolino, ma non sente le parole che dice. Mezzo minuto dopo i due tornano sui loro passi, e Barbara ha gli occhi fissi. Clara non crede ai propri occhi: non aveva ancora visto all’opera Franco, l’aveva solo subito. E’ ancora incerta. – E’… E’ ipnotizzata? Farà quello che le dirò? – Certo – l’assicura Franco. – Ubbidirà solo a te. Puoi ordinarle qualunque cosa e lei lo farà.La prendono per mano e lentamente l’accompagnano in casa e poi nella camera di Clara, dove la porta viene chiusa a chiave. Franco si avvicina a Clara e da dietro le afferra i seni massaggiandoli rudemente, e le fa sentire fra le natiche il pene nuovamente teso. – Spogliati, Barbara – dice Clara.La ragazza non indugia. Davanti agli occhi libidinosi dei due amanti, Barbara inizia a sollevare il maglioncino mentre Franco sbottona la camicetta di Clara. Seguono la larga gonna di Barbara ed i calzoni della donna. La ragazza rimane con il reggiseno e le mutandine, Clara con i soli slip: non porta quasi mai il reggitette. – Barbara – dice Clara, – tieni il resto e sdraiati sul letto.Il triangolo di seta bianca di Clara vola lacerato in un angolo e Franco si inginocchia e le bacia la vagina glabra. – No, Franco. Non mi toccare… non prima almeno che io abbia messo le mani su quel fiorellino steso sul letto. Quel bastardo di ginecologo mi ha frugata per mezz’ora nella fica e rischio di godere appena mi tocchi. Aspetta un attimo, ti prego.Clara lascia Franco inginocchiato sulla moquette e sale sul letto dove, avidamente, finisce di spogliare la sua vittima, mentre il respiro le si fa affannoso. Delicatamente, con le dita, discosta le labbra della vagina vergine, e vi applica la bocca come una ventosa – Mmm… buona… buona… dolce come il miele… mi piace… mmm… mi piace… allarga bene… sì, così… mmm…La scena che si svolge davanti agli occhi di Franco è quanto di più eccitante un uomo possa pretendere: la ragazza, ad occhi chiusi e scompostamente scosciata, geme sommessamente per il piacere che le procura il lavorio della lingua di Clara, inginocchiata tra le sue gambe con il sedere esposto in modo osceno. Tra le gambe discoste la vagina nuda ed aperta lascia uscire gocce di piacere.Franco non riesce più a resistere. Si spoglia in un baleno, salta sul letto brandendo il membro, e con mossa rapida lo infila fino alla radice nella vagina di Clara che lo accoglie con gioia. – Sì… Sì… chiavami… chiavami mentre mangio questa fichetta di burro… Così… Così… Godo… Ooooohhh!!! – Sei una troia… una cagna in calore… Quel tuo dottore ti ha scal… data… Tieni il cazzo… Tieni… Tieniiiii!!!Franco, nudo, siede poi su una poltrona per godersi a pieno lo spettacolo delle due femmine infoiate che, per oltre un’ora, si scambiano effusioni. Clara si scatena e pare che la sua lussuria non abbia limiti: bacia, lecca, e penetra il corpo acerbo ma bellissimo. Le dona piacere e dolore finché, rantolando, mentre la ragazza le sta profondamente leccando la vagina, ha un orgasmo, poi un altro, ed un altro ancora, quindi stramazza esausta sul letto stringendo il capo bruno di Barbara tra le gambe. Eccitatissimo, Franco torna sul letto, con delicatezza libera la ragazza dalla morsa di Clara, e le si sistema tra le gambe. – Cara Barbara – dice Franco, – ora viene il bello.Punta il pene vibrante sulla vagina aperta madida di umori ma Clara, riscuotendosi, lo ferma. – No. No. Franco, per favore, è vergine. Il ginecologo l’ha vista due ore fa e non posso riportarla a sua madre sfondata. – Poco male – dice Franco. – Passerò dalla porta posteriore. Sarà vergine anche lì, ma il passaggio, a parte un po’ di bruciore, non lascia tracce.Senza dire una parola Clara si inginocchia sul letto, gira la ragazza, le nfila due cuscini sotto il ventre, e dopo averle separato le natiche, prende a leccare con gusto il forellino già rilassato. Poi anche il membro di Franco trova posto nella sua bocca vorace. – Piano… Piano… Così… bagnalo bene… Basta… Basta… non ti voglio sborrare in bocca, ma voglio farlo nel culo di questa puttanella. – Ecco, mio signore – dice alla fine Clara, – questo culetto vergine è a sua disposizione. Ne faccia buon uso.In un primo momento sembra che l’anello d muscoli non ceda, che non permetta di essere violato. Poi cede di colpo, ed alcuni centimetri del grosso piolo di carne affondano, accompagnati da un grido di dolore di Barbara, solo in parte attutito dalla mano di Clara che corre prontamente a tapparle la bocca mentre, con voce isterica, eccitata dal rapporto lesbico e dalla perversità della scena, incita Franco. – Sfondala… Sfondala… Daglielo tutto… Rompile il culo…Franco continua a spingere dilatando e sfondando tra il dolore indicibile di Barbara e gli ansiti di libidine di Clara che, prima dell’affondo finale, vedendo il culetto sul punto di cedere definitivamente, ha un nuovo orgasmo. – Aaah… Ci sono. Sono tutto dentro. Ora, troietta, fammi godere.Inizia a ritirarsi. Esce quasi del tutto e riaffonda parecchie volte mentre Barbara continua a gemere per il dolore nella mano di Clara. – Vengo… Aaah… Vengo… Ti sborro nel culo… te ne sparo mezzo litro nella pancia… Vengo… Vengooooo!!! – Complimenti – dice Clara. – Bellissima esecuzione ed ottima inculata. La sola a non averne tratto piacere è questa scema. Tira fuori il cazzo da quel culo e mettilo dentro al mio: io so apprezzare. – Arrivo, troia. Ce n’è anche per te… te ne farò fare indigestione.Franco si sposta tra le gambe divaricate di Clara che intanto si è sistemata come Barbara e ciò basta per fargli tornare duro il pene. Punta sulla vagina madida e vi affonda per alcune volte, poi lo indirizza tra le natiche e con un solo colpo violento, sadico, penetra fino alla radice. – Bello… Bello… Come mi piace… mi fai male ma mi piace… ti sento tutto dentro… più forte… più forte… Spingi… sì così… fammi male… spaccami il culo, porco… aaah… mi piace… le dita nella fica… di più… fammi male… sììì… stringi le tette… i capezzoli… i capezzoli… tirali… tirali di più…cosììì… ancoraaaaa… ahahahah… gooodooo!!!Clara morde con forza il lenzuolo per non urlare. Frano è rimasto con il pene ancora rigido ad impalarla, in attesa. Clara si divincola, gli scivola tra le gambe, e prende in bocca il randello ormai violaceo che fino ad un attimo prima le spazzava il culo.. – Scopami così – biascica.Franco affonda completamente nella bocca aperta, si ritrae, riaffonda, sempre più velocemente. – Succhia, vacca… Succhia il cazzo del tuo padrone… Lo senti in gola? Tutto… devi prenderlo tutto… così… Ti sborro in bocca… ti affogo… sto per venire… sborro… aaah… bevi troia… bevi…Clara beve con gusto, e mentre lo mordicchia come un osso, lo sente afflosciarsi. – Metti un po’ di vaselina nel culo di questa troietta – dice poi Franco, – altrimenti non riuscirà a sedersi per una settimana. – Come sei gentile – sghignazza Clara. – Prima le sfondi il culo e poi la curianche… Prendimi la scatola nel cassetto, porco. Fanno lavare e rivestire Barbara, poi scendono nel parco e Franco la sveglia. – Bene. Hai visto gli uccelli che ti interessavano – dice Franco. – Spero ti abbia fatto piacere. Ritorna pure quando vuoi, noi saremo sempre a tua disposizione. Un po’ stordita, Barbara si rende conto di non ricordare assolutamente nessun animale, ma ne da la colpa alla tensione accumulata per la sua prima visita ginecologica e, tra l’altro, la vagina, e specialmente l’ano, le dolgono parecchio. – Molto interessante. Ritornerò sicuramente. Ora vorrei andare a casa perché non mi sento molto bene: sono tutta indolenzita… Arrivederci, e grazie ancora. – Grazie a te, Barbara. Ciao.Poco lontano l’attende l’auto con Luigi che la riaccompagna a casa.
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