Il professore di matematica (XII parte)Viviana- Mi dispiace Anna, ma proprio non ti posso aiutare: lasciarti copiare il compito in classe è fuori discussione. Studia, e vedrai che riuscirai anche tu ad avere la sufficienza.- Dai Viviana. Cosa ti costa? Tu in mezz’ora lo risolvi, me lo fai copiare, e guadagni diecimila lire… Non è questione di studiare, è che la matematica proprio non la capisco.- Non insistere. Ho detto che non posso. Arrangiati da sola.- Viviana, l’ultima frase proprio non la dovevi dire. Te ne pentirai – dice Anna allontanandosi con le lacrime agli occhi e meditando la sua vendetta.Il compito in classe è il solito disastro e l’ennesimo brutto voto finisce sul registro della professoressa. Ad Anna però non importa o, perlomeno, non importa molto, perché ormai ha deciso come attuare la sua vendetta. Telefona a Franco, gli racconta l’accaduto, ed accenna a quanto intende fare per vendicarsi. L’uomo, pur comprendendo le sue ragioni, cerca di dissuaderla, poi, in seguito alle insistenze di Anna, le promette quanto serve: l’uso di un appartamento per la settimana successiva. Si accordano sui dettagli, ed il professore le augura buona fortuna, pregandola di non calcare troppo la manoIl lunedì successivo, a scuola, con la scusa di farle vedere un giornaletto, Anna convince Viviana a seguirla nei bagni, e lì tira fuori da una tasca il monile d’oro donatole da Franco.- Poi ti faccio vedere il giornale – dice Anna, – intanto dai un’occhiata a questo… E’ bello, vero?Viviana punta lo sguardo sull’oggetto che dondola davanti ai suoi occhi, l’osserva per alcuni istanti, e non riesce più a staccarne gli occhi: è inebetita. Anna ha le mani sudate per la tensione.- Viviana, tu hai sonno… molto sonno. Sei rilassata. Stai bene ed hai molto sonno… Dormi Viviana… Dormi… Dormi… Domani pomeriggio, alle quindici, uscirai di casa da sola, ti recherai in via dei Giardini al quarantadue e salirai al quarto piano. Io sarò lì, e tu ubbidirai a tutti i miei ordini. Hai capito bene?Viviana annuisce lentamente con il capo.- Ora ti sveglierai, ricorderai solo il mio ciondolo, ed avrai molta fretta di ritornare in aula- E’ bellissimo – dice Viviana nuovamente cosciente. – Adesso però devo tornare subito dentro. Me lo farai vedere un’altra volta. Ciao.Anna accompagna con lo sguardo la ragazza che si allontana di corsa lungo il corridoio e si congratula con se stessa.Il resto della mattinata e tutto il pomeriggio Anna lo impiega a mettere a punto il suo piano.Alle quindici Anna è già alla finestra dell’appartamento lasciatole a disposizione da Franco. Come d’accordo ha trovato la chiave sotto lo zerbino, il riscaldamento acceso e, soprattutto, la Polaroid in bella vista sul tavolo con una buona scorta di pellicole. Trova anche un dildo di legno, lo stesso che tanti mesi prima era stato infilato nel suo corpo, ed un biglietto: Fanne buon uso ma non esagerare. Telefonami domenica. Ciao". Anna legge due volte il messaggio, infila il foglietto in tasca, prende in mano il grosso dildo e lo soppesa misurandolo con gli occhi mentre un sorriso ambiguo le increspa le labbra. Meno di dieci minuti dopo la vede: Viviana sta osservando i numeri dei portoni. Arrivata all’altezza del quarantadue svolta bruscamente ed entra. Anna apre la porta, si affaccia nella tromba delle scale, e la segue con lo sguardo mentre sale di corsa i gradini. Viviana arriva trafelata e senza farselo dire entra in casa, fermandosi poi ansante in attesa di ordini. Alle sue spalle la porta è ormai chiusa a chiave.- Bene, Viviana – dice Anna, – oggi faremo presto, sabato un po’ meno. Vedrai che in ogni caso ti divertirai… Ora spogliati e vai in camera da letto, faremo un po’ di fotografie osé.Il flash lampeggia una cinquantina di volte riprendendo Viviana in tutte le posizioni più oscene che la fantasia di Anna riesce ad immaginare. Quando questa si esaurisce, mentre la sua vittima si riveste, Anna controlla il risultato del suo lavoro: esplosivo!- Brutta puttana, il compito non me l’ hai fatto copiare, ma come ti ho già detto la pagherai cara. Ora vai. Quando varcherai il portone ti sveglierai e ti sarai dimenticata di questo indirizzo e di tutto il resto.Anna la segue ancora con gli occhi lungo la scala, poi corre alla finestra. Viviana è ferma in mezzo al marciapiede e si guarda attorno smarrita: non sa né dove si trova, né cosa è venuta a fare da quelle parti. Si avvicina ad un passante infreddolito e, dopo aver un po’ parlottato con lui, si incammina incerta verso una fermata dell’autobus poco distante.Tranquillamente seduta sul letto, Anna riguarda le fotografie, ed ha un’idea che giudica a dir poco geniale. Scatta come una molla, solleva il telefono, e per oltre mezz’ora non lo lascia. Una decina di telefonate, e tutti i ragazzi interpellati aderiscono con entusiasmo alla sua proposta.Ritorna a casa canticchiando: è in affari. Finalmente ha la possibilità di avere un gruzzoletto tutto suo all’insaputa dei genitori. Il mattino successivo, durante l’intervallo, Viviana vede che Anna le fa dei cenni. Le si avvicina scocciata perché ricorda che il giorno successivo ci sarà una nuova prova scritta di matematica.- Anna, se è per il compito di domani non…- Niente compito di domani – dice Anna. – Vieni, ho qualcosa da farti vedere che ti riguarda da vicino.Viviana la segue incuriosita. Si chiudono in bagno ed Anna apre il libro che tiene in mano mettendole davanti agli occhi una decina di fotografie scattate il giorno prima. Viviana le scorre più volte, sempre più rapidamente, finché, con il volto violaceo, alza gli occhi pieni di lacrime.- Ma… Ma cosa sono? Come? Chi… insomma, dimmi, parla: cosa significano queste… queste foto? Come le hai avute? Io… Io non ho mai fatto queste cose…- Se ci sono le fotografie è evidente che queste cose, come le chiami tu, le hai fatte. Ora, se non vuoi che tutta la scuola ed i tuoi genitori le vedano, devi fare quello che ti dico io senza discutere. Mi sono spiegata? Pensaci bene. All’uscita mi darai la tua risposta, sì o no, niente ma o se. Se sarai d’accordo ti darò delle istruzioni che dovrai seguire alla lettera, altrimenti oggi pomeriggio queste fotografie, ed un’altra quarantina dello stesso tipo, saranno nelle mani dei tuoi genitori e sulla scrivania del Preside. Ora andiamo.Durante le successive ore di lezione ogni tanto Anna sbircia in direzione di Viviana che, con il volto pietrificato, sembra seguire le parole dell’insegnante, ma il suo pensiero è certamente altrove.Suona la campanella. Anna lascia l’aula tra i primi ed attende Viviana nel cortile. La vede arrivare lentamente, come un automa, e capisce che la risposta sarà affermativa.- Va bene, Anna – dice Viviana. – Dimmi cosa devo fare. Sono disposta a tutto purché quelle porcherie non finiscano nelle mani dei miei genitori. Dimmi almeno come le hai avute perché sto impazzendo.- Non posso, Viviana. Proprio non posso. Arrangiati da sola a scoprirlo. Visto che sei d’accordo, sabato darò una festa per degli amici e tu li dovrai intrattenere: solo questo, e ti darò tutte le fotografie. La festa inizierà alle diciassette e sabato ti dirò dove. Tu dovrai venire alle sedici precise e là ti dirò esattamente quale sarà il tuo compito.Anna lascia la compagna sola in mezzo al cortile, ed anche durante le tre mattinate successive la evita, non permettendole di fare domande.Alle sedici del sabato, Viviana, questa volta pienamente cosciente, varca la porta dell’appartamento di via dei Giardini.- Vedo che sei puntuale. Vieni, perché non abbiamo molto tempo per le spiegazioni.Viviana sfila la giacca e segue Anna.- L’abbigliamento non è indicato – dice Anna, – ma provvederemo dopo. Ora stami bene a sentire… alla festa parteciperanno dei ragazzi, li ho scelti danarosi, il tuo compito sarà di fare uno spogliarello a pagamento: metterò all’asta i tuoi indumenti, ed a mano a mano che saranno aggiudicati, tu te li toglierai…- Ma…- Aspetta, lasciami finire… Quando sarai nuda, metterò all’asta il tuo corpo: prima la bocca, poi le tette, la fica, e per ultimo il culo. Cosa ne dici? Ti piace la mia idea?- Dico che sei tutta matta – grida Viviana. – Prima mi dovrei spogliare e poi farmi scopare o peggio da degli sconosciuti? Niente da fare!- Va bene, non insisto, però sai cosa ti accadrà se non accetti. Se invece collabori, avrai le fotografie, e non temere, nessuno ti riconoscerà, perché porterai un cappuccio con i fori per gli occhi e la bocca.- Hai detto che ti saresti vendicata perché non ti ho fatto copiare il compito, ma non così… così no… Sono vergine, non puoi rovinarmi. Ho un ragazzo, siamo innamorati, a lui non ho mai concesso niente, la mia verginità è sua, non di uno sconosciuto e per denaro… Per pietà Anna, ti prego… ti imploro: non questo… non questo…- E’ il prezzo delle fotografie: prendere o lasciare.- Va bene, brutta schifosa. Va bene. Buttami pure in pasto ai bastardi tuoi pari.- Non mi insultare mai più, Viviana. Potrei decidere di farti prostituire sulla strada, ho la possibilità di farlo, anche senza fotografie. Ricordalo, stronza. Ora vieni perché ti devi vestire come si conviene.Ormai rassegnata Viviana segue Anna. Sul letto, in bell’ordine, un minuscolo tanga, un reggiseno a balconcino, una cortissima sottoveste, un paio di calze a rete con relative giarrettiere di pizzo, una camicetta praticamente inesistente, ed una corta gonna a pieghe.- Spogliati ed indossali alla svelta – ordina Anna. – Non fare la pudica perché so come sei fatta.Quando Viviana è nuda, prima di farla rivestire, con un pennarello fluorescente Anna le ritocca i capezzoli, il monte di Venere, ed il solco tra le natiche.- Sei perfetta. Questi quattro stracci i miei amici li pagheranno a peso d’oro. Tieni, questo è il cappuccio. Ora siedi ed aspetta. Fra qualche minuto inizieranno ad arrivare, e quando ti chiamerò, e ti chiamerò Rosy, verrai nel salone, salirai sul tavolo e farai quello che ti dirò. Attenta a non giocarmi scherzi o te ne pentirai amaramente.Viviana non risponde ed Anna la lascia sola con la sua disperazione. …Bastarda. Bastarda. Il campanello… questi sono i primi… maledetta… eccone altri… Cosa fare? Ormai devo andare fino in fondo… Con questo coso in testa almeno non mi riconosceranno… Bastarda… – Rosy, vieni, i miei amici ti vogliono vedere – la voce di Anna dal salone.Viviana s’alza stanchissima ed entra nel salone accolta dagli applausi di una decina di ragazzi….Applaudite, bastardi, applaudite pure… Che vi possa cadere il cazzo… Maledetti anche voi come questa bastarda… Ecco, sono sul tavolo… Guardatemi, lustratevi gli occhi… figli di puttana… – Vedo che siete impazienti – dice Anna, – quindi incominciamo subito. Quanto offrite per quella bellissima camicetta?- Cinquantamila… cento… centoventi… centocinquanta… Le offerte si susseguono serrate.- Duecento!- Duecentomila uno… due… tre. Aggiudicata a Carlo… Rosy, la camicetta….Bravo stronzo, hai comperato la mia camicetta… Eccola e impiccati… – Quanto offrite per quella meravigliosa gonna?Le offerte ricominciano, e per duecentocinquantamila lire la gonna è aggiudicata ad Antonio che provvede da solo a sfilarla alla ragazza. E’ poi il turno della sottoveste che spunta duecentomila lire, e delle calze, che ne fruttano altre trecentomila….Finora è stato facile, sulla spiaggia sono più scoperta, ora però mi dovrò togliere il resto… mi devo fare coraggio, purtroppo è solo l’inizio… – Passiamo ora al delizioso reggiseno che racchiude due frutti bellissimi… scoprirli costerà parecchio.Le offerte salgono sino ad arrivare a seicentomila lire da parte di Luca….Coraggio, Viviana, toglitelo… Ma cosa fa? Lo vuole togliere lui? Va bene, porco, vieni a vedere le mie tette da vicino… Tremi? Ti tremano le mani? Le hai mai viste le tette di una ragazza? E voi applaudite pure, bastardi schifosi… Da perfetta imbonitrice Anna riprende a battere l’asta. – Viene ora il capo più importante: il tanga. Le offerte inizieranno da mezzo milione. Chi offre cinquecentomila? – Cinquecentomila… seicento… settecento… ottocento… un milione….Un milione? E’ quello con la faccia da maiale… Spero che qualcuno offra di più, mi fa schifo solo il pensiero che mi sfiori… – Un milione uno… due… tre: aggiudicato a Federico….Accidenti… Ecco che viene a togliermele… spero che non mi tocchi… rimarrò immobile… Non mi toccare, verme… così… tirale giù ma non mi toccare… mi fai schifo… Un boato accoglie la comparsa dei riccioli che ricoprono il monte di Venere. Viviana è completamente nuda, esposta agli occhi lascivi dei ragazzi ed a quelli vendicativi di Anna….Ora il mio corpo sarà messo all’asta… chissà cosa comprerà il verme? Mi sembra il più ricco, e sicuramente il più viscido… quando mi ha tolto le mutandine mi ha solo sfiorata ed a momenti vomitavo… Che schifo… avere un rapporto sessuale con quello mi farà vomitare… Ma perché hanno spento la luce? Ora ricordo. Il pennarello… Senti come urlano e come mi guardano… Sento i loro occhi che mi accarezzano su tutto il corpo, mi penetrano nella fica e nel culo, mi stanno scopando… Bastarda… Fra poco qualcuno di loro mi avrà sotto di lui… – Vi ricordo che il tempo concesso in camera è di quindici minuti esatti… Mettiamo ora all’asta la bocca. Per ovvie ragioni non la si può vedere, ma vi assicuro che è in grado di succhiare a meraviglia.- Cinquecentomila… seicento… ottocento.- Ottocento uno… due… tre. Aggiudicata a Saverio. Rosy vai con lui, e quando ti chiamerò ritorna immediatamente….Ottocentomila lire per un pompino… sei proprio un porco scemo… andiamo, tanto ormai…Non l’hai neppure grosso, il mio Piero…- Succhia e inghiottisci….Stronzo, lo so come si fa un pompino, l’ho già fatto altre volte… Questo cappuccio… Farò finta di farlo al mio amore… Ti piace? Sborra… sborra… Che schifo… ma quanta ne fa? Quanto è passato? Va bene, ricomincio… l’hai ancora duro… ho voglia di darti un morso e staccartelo… Sborri di nuovo… questa volta però te l’ho svuotato, porco… Come mai quella bastarda non mi chiama? E’ una vita che succhio… Ancora? Vuoi che ricominci? Mi fanno male le mascelle… Ti è venuto di nuovo duro… Sborra maledetto, sborra, ma poi lasciami perdere… ah, non ce la faccio più… Eccoti accontentato per la terza volta…- Rosy, torna sul tavolo.Viviana è nuovamente sul suo piedistallo nel salone. Saverio compare dopo alcuni minuti, occhi velati e passo strascicato. Nessuno però lo vede, tutti gli sguardi sono nuovamente rivolti al corpo nudo, in piedi al centro del tavolo.- Passiamo ora alle tette. Possono dare molto piacere anche se sono un po’ piccole. Quanto offrite?Il seno è aggiudicato per seicentomila lire a Verardo che in camera le fa vedere le stelle. Pizzica e tira i capezzoli, e stringe il cazzo tra le due collinette ancora poco sviluppate. Ha in ogni caso il suo orgasmo e sborra sul volto di Viviana coperto dal cappuccio. Viviana è nuovamente sul tavolo mentre Anna bandisce la fica vergine….Sono proprio stata stupida, avrei dovuto darla a Piero, almeno lui mi avrebbe scopata con amore… Senti che offerte… non pensavo che una verginità potesse valere tanto… In questo momento, se potessi, la darei a Piero… Stanno superando i due milioni…- Due milioni e duecento… quattrocento… cinquecento….Chi è che ha offerto due milioni e mezzo? Quella voce non l’ho mai sentita… ah, è quello là… sono ancora fortunata, ho schivato il verme…- Uno… due… tre. La fica vergine di Rosy appartiene a Leonardo….Avanti, porco, vieni a prenderti la mia fica… Su, togli anche le mutande… Oddio… è enorme, è grosso come il mio braccio… è mostruoso… mi romperà tutta dentro… mi farà morire… lo sento… lo sento…Viviana si irrigidisce mentre Leonardo le parla con voce calma.- Se lo lecchi per bene e poi ti apri il più possibile non sentirai molto dolore….Lo lecco… sì, lo lecco… Non riesco a prenderlo in bocca, è troppo grosso… ecco, ora è bagnato di saliva, di più non posso fare… più di così le gambe non le posso allargare…fai piano… fai piano per pietà… aaah… male…detta…- Aaah!!! Maledetta bastarda!…La cappella è entrata… mi sta sventrando… apro di più le gambe… aaah niente, niente… non resisto… no… no…Il cazzo è penetrato fino all’imene. Leonardo ha fretta, il tempo passa. Da una spinta poderosa che apre la strada e fa svenire Viviana….Sono svenuta… aaah, che male, come brucia… E’ passato solo poco tempo… mi sta scopando… aaah… E’ venuto… mi è venuto dentro… resterò incinta… cosa faccio adesso? Non si muove di sopra… non vorrà mica ricominciare, per caso? Non lo sopporterei… Si alza… meno male… si sta rivestendo… Ecco che la bastarda chiama… faccia quello che vuole, io di qui non riesco a muovermi…- E’ rimasta sul letto – dice Leonardo, rientrando nel salone. – Le ho fatto male, non volevo, ma l’ho grosso e lei era vergine.- Non è necessario che si alzi, siamo all’ultimo lotto, il più pregiato. Quanto offrite per il culetto vergine?- Un milione e tre… un milione e cinque……Stanno comprando il mio culo… qualcuno mi infilerà il suo cazzo dentro… Sono distrutta… Chiunque sarà non sarà certamente peggio di quello che ho sofferto prima… mi ha sfondato… bastardo… Bastardi tutti…- Un milione e otto… due milioni… due e due… tre milioni.Per un attimo regna un silenzio innaturale.- Offro tre milioni per quel culo!Federico si fa largo con una mazzetta di banconote da centomila in mano.- Aggiungo anche mezzo milione perché sia inculata alla presenza di tutti dall’amico Leo, se lui è disponibile… Cosa ne dici, Leo?- Be’, certo che me la sento, l’ho di nuovo duro, però le farò molto male.Anna non vuole lasciarsi sfuggire il supplemento.- Non ti preoccupare di questo. Il culo di Rosy è aggiudicato per tre milioni e mezzo a Federico, che ne disporrà come vuole.Sul volto di Federico appare un sorriso sadico.- Benissimo. Anna, vai a spiegare la situazione alla ragazza e falla mettere con il culo in posizione: per questa somma deve essere tutto perfetto.In camera da letto, con un tono di voce che non ammette repliche, Anna illustra a Viviana quanto le sta per accadere.- Il culo se l’è aggiudicato Federico… Svelta, metti due cuscini sotto la pancia e preparati, ha pagato anche per far assistere tutti, però non sarà lui a incularti, lo farà Leonardo, quello che ti ha appena sfondato la fica.Comprendendo appieno l’orrore di ciò che l’attende, Viviana si volta, toglie il cappuccio, e la guarda fissa negli occhi.- Hai deciso di rovinarmi del tutto, quel maledetto ha un cazzo enorme, mi dilanierà. Ma non sperare di sentirmi piangere od implorare: dalla mia bocca non uscirà un gemito… Sei una maledetta bastarda, e ti auguro, un giorno, di soffrire quanto ho sofferto io oggi.- Ti avevo avvertita di non insultarmi… Svelta, mettiti il cappuccio, fra un attimo arriveranno tutti.Ormai, senza lacrime e volontà, Viviana si corica con il ventre sui cuscini, allarga le gambe, ed attende mordendo le lenzuola.- Andiamo, Rosy è pronta. Ha detto che non urlerà… Prendi, Leo, è burro, in un film lo usa Marlon Brando… Federico, quel culo è tuo, se vuoi toccarlo è meglio che lo fai ora, dopo sarà malconcio.Federico s’avvicina a Viviana, accarezza le tenere rotondità, le apre lentamente, e di colpo, vigliaccamente, infila un dito nello sfintere. La ragazza ha un sussulto ma non fiata, lo lascia fare, anche quando le dita diventano due, ed iniziano ad entrare ed uscire.- E’ tenero e molto stretto… Vieni Leo, è tutto tuo.Federico tira fuori le dita mentre l’amico mette in mostra il cazzo enorme, già rigido come un palo. Anna lo spalma di burro partendo dalla cappella e poi lungo tutta l’asta immaginando, per un momento, di sentirselo nella vagina bagnata per l’eccitazione. E’ poi il turno del buco scuro di Viviana. Federico, seduto sul letto, ansimante e con una strana luce negli occhi, divarica le natiche con le mani e fa cenno a Leo d’iniziare.L’enorme bastone è puntato, Leo da una spinta improvvisa e fortissima. Affonda per alcuni centimetri dilatando l’anello fino quasi al punto di lacerarlo davanti agli occhi di Federico, che inizia a sudare copiosamente. Tranne un gorgoglio smorzato proveniente dal lenzuolo che stringe tra i denti Viviana non da altri segni di vita, ma quando arriva la seconda spinta, per fortuna sviene, e questo le risparmia nuove sofferenze. Il pene di Leo è completamente dentro, lo scroto accarezza le labbra della fica dalle quali escono ancora le tracce della violenza subita in precedenza. Eccitatissimo dalla ristrettezza del budello, Leo si ritrae ed affonda alcune volte finché, con un urlo di piacere riversa il suo seme nelle viscere dilaniate. Viviana riprende i sensi in quel momento, in tempo per sentire la voce di Anna.- Ora è vostra per mezz’ora. Fatene quel che volete.Viviana si sente sollevata di peso dal letto mentre il dolore è terribile. Stringe i denti fino a farli dolore: non deve urlare. La penetrano contemporaneamente davanti e dietro, una, due, cinque volte: sviene. Ritorna in sé, e si trova distesa tra due corpi, due cazzi sono già dentro di lei, mentre un terzo le è forzato in bocca. Succhia per non soffocare, ma il dolore la vince e sviene ancora. Riprende i sensi. E’ sdraiata sul letto, sola, un rivolo bianco venato di rosso le esce dalla fica. Pare che in casa non ci sia più anima viva. Silenzio assoluto. Rimane immobile per un tempo indeterminato, poi, con uno sforzo sovrumano, si rizza a sedere. Fa cadere i piedi sul pavimento e con mille attenzioni tenta di alzarsi. Non ci riesce: il suo corpo è un’unica esplosione di dolore. Ricade rumorosamente sul letto. Per alcuni istanti rimane senza fiato, gli occhi chiusi, cercando la forza di riprovare ad alzarsi. Una voce la sorprende.- Resta sul letto. Vengo subito….Non è ancora finita… basta per pietà… basta… Anna compare sulla soglia con un grosso vassoio.- Su, allarga bene le gambe, così ti pulisco… Se non li fermavo ti avrebbero scopata fino ad ammazzarti… Mi dispiace, Viviana, non volevo arrivare a ridurti così, ma la cosa mi è sfuggita dalle mani.Dapprima la ragazza non ubbidisce poi, come se la cosa le costasse un’enorme fatica, lentamente divarica le gambe ed Anna inizia a lavarla con una salvietta ed acqua tiepida. Pulisce le gambe, il ventre, e la vagina fuori e dentro, delicatamente, alleviandole poco a poco il dolore. Infine le spalma una crema rinfrescante sulle pareti dilaniate apportandole un notevole sollievo.- Girati ora, vediamo il sedere, che immagino in condizioni anche peggiore… allarga bene le gambe. Lava delicatamente le natiche per rimuovere lo sperma che le deturpa, poi cerca di introdurre un dito per spalmare la crema ma un urlo la fa desistere immediatamente: lì non è possibile il benché minimo contatto. – Riposa un paio d’ore, poi ti riaccompagno a casa. Un po’ rilassata e con il dolore attutito, Viviana si addormenta quasi subito.E’ stesa dolorante su un letto sconosciuto, una ragazza la sta lavando e medicando. Quando la sua mano passa il dolore, come per magia, scompare. La mano sfiora tutto il corpo: il seno, il ventre, l’inguine, il sedere, gli arti. Non vi è più sofferenza, rimangono solo i lividi. Mentre l’accarezza, la ragazza parla. – Quando ti sveglierai non sentirai più dolore né ricorderai ciò che ti è accaduto… Questa notte dimenticherai anche questo luogo… tu non l’hai mai visto… tu questa casa non l’hai mai vista.- Svegliati Viviana, è tardi. Dobbiamo andare.Viviana si ridesta in uno stato di benessere, vede Anna china su di lei e solo in quel momento si rende conto di essere completamente nuda. Non riesce a capire dove si trova né come è capitata in quel posto. Sente un leggero indolenzimento diffuso in tutto il corpo, ma non ne conosce la ragione. Si riveste in fretta, Anna l’attende nel salone, prende la giacca e la segue in strada cercando di riordinare le idee, ma non ci riesce. Decine di domande le frullano nel cervello ma non ne concretizza alcuna. L’amica non l’aiuta certo a capire. – Prendi l’autobus numero tre, ti porterà fino alla stazione, da lì la strada per casa la conosci.La lascia sola in mezzo al marciapiede e si allontana a passi svelti.
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