Aveva pigiato il citofono e si era accorta che la mano le tremava. “pronto?” “oggi non piove” “sesto piano, interno trentadue” Ecco! A quel punto era ancora in tempo per girarsi ed andare via. Invece, aveva spinto il portone ed era entrata nell’androne. Gli ascensori erano di fronte. Quando la sua amica le aveva parlato di questo centro era rimasta allibita, poi avevano ripreso il discorso più volte. Tutto era iniziato quando un po’ per scherzo si era confidata che col marito il sesso era diventata una noia. Magari avesse avuto un amante? L’amica, anche lei sposata e con lo stesso problema, le aveva fatto il lavaggio del cervello. Un mante, le diceva, era un pericolo e poi, dopo poco tempo, sarebbe diventato peggio del marito. Invece, c’era un’altra possibilità. Le aveva accennato a questo centro dove tutto avveniva con la massima discrezione e che, accettate certe regole, diventava pure un modo interessante di fare un sacco di soldi. L’ascensore era arrivato al piano. L’interno 32 era l’ultimo a destra. Stava per pigiare il campanello ma la porta si era aperta un attimo prima. Un uomo sui trentacinque anni, alto ed abbronzato le stava sorridendo. “Buongiorno, l’aspettavo. Si accomodi pure.” L’aveva fatta sedere su di una poltrona e lui era rimasto in piedi mettendola un po’ a disaggio. “Cara signora, la sua amica ci ha parlato molto bene di lei. Sa bene cosa trattiamo, no?” Non perdeva tempo in frottole quello. “Si, certo.” “Allora, saprà pure che desideriamo conoscere bene le nostre collaboratrici e non ammettiamo bugie” “Certo!” “Bene! Il suo nome?” “Milena” “cognome da sposata?” Erano seguite delle domande che andavano dall’età al lavoro del marito. Poi le aveva chiesto come mai aveva deciso di andare da loro. Era rimasta ammutolita “Milena, se una bella donna come lei ci viene a trovare è umano chiedersi il perché. Cosa non va con suo marito?” “Non abbiano una grande intesa, probabilmente.” “Capisco il suo imbarazzo, ci arriveremo con calma. La sua amica la informata che per ottenere l’incarico dovrà superare dei test?” “si” “le ha detto di che genere?” “no” “sa pure che se dovesse superarli, dovrà essere a nostra disposizione almeno una volta la settimana e per non meno di quattro ore?” “si, mi aveva detto qualcosa del genere.” “sa che tipo di prestazioni dovrebbe svolgere?” “le immagino.” “ne dubito. E’ pronta per iniziare?” “certo” “bene. Quanto tempo è che no fa un pompino a suo marito col gusto di farlo?” Stava per svenire a quelle parole. “Milena, se non crede di essere interessata siamo ancora in tempo.” “No. Mi scusi. Siamo sposati da dodici anni. Da parecchio, sicuramente da parecchio.” “Lo ha tradito in questo periodo?” “No” L’uomo le si era avvicinato. “Mi sbottoni i pantaloni e mi faccia un pompino, per piacere. Provi a farlo con gusto.” Era scioccata. Le mani erano andate titubanti verso il cavallo dell’uomo. Aveva fatto come le era stato chiesto e chiudendo gli occhi aveva infilato la mano sotto i boxer impugnando il pene di un uomo che non era il suo compagno. Sempre ad occhi chiusi lo aveva accompagnato tra le sue labbra. Aveva un buon profumo e sapeva di mandorle. L’uomo le parlava mentre lei si prodigava per ascoltare i suoi consigli, o forse erano più ordini che indicazioni. Stava iniziando a bagnarsi, provando veramente gusto a succhiarlo. L’uomo le aveva fatto accelerare i ritmi, poi si era staccato violentemente dalla sua bocca e le aveva sborrato sporcandole viso, capelli e, ancor peggio, la camicia. Le aveva gettato una piccola asciugamani perché si pulisse. “Milena, la sua amica le ha detto che, se presa, sarà chiamata a soddisfare le richieste dei partecipanti ma non è detto che venga ricambiata?” “Cosa? Mi scusi non capisco.” “Non è detto che lei debba raggiungere un orgasmo se chi le sta attorno non lo desidera. Oppure, potrebbe averne più di quanti non ne vorrebbe.” “Capisco” “Vuole continuare il test o non è più interessata?” “Continui” “Brava! Si masturba?” “No.” “Lo faceva?” “Si, ma ero un’adolescente. Lo fanno tutte” “Non si vergogni, Milena. Ora mi faccia vedere com’è sotto la gonna, per piacere. No! … Non la tolga, la sollevi e si tolga le mutandine. Rimanga seduta…. Brava, allarghi bene le gambe, per piacere.” Si sentiva una nullità. Stava davanti a quel uomo seduta in modo osceno, dandogli la possibilità di visionare la sua fica. “ora si masturbi” “cosa?” “mi faccia vedere, per piacere. Si tocchi. Inizi con le dita. Ecco, brava.” Si stava toccando! Quanto tempo era passato? “Brava Milena. Ora continui con questo.” “Cos’è?” “Un vibratore. Non mi dica che non è mai visti?” “Si. Ma non so …. Come si usa?” “Lo infili piano. Si, brava…. Ora spinga quel bottoncino. Brava.” Stava eccitandosi come non le succedeva da anni. Sentiva che avrebbe avuto un orgasmo da farla impazzire. L’uomo però non era dello stesso avviso. Le aveva bloccato improvvisamente il polso che teneva l’arnese e glielo aveva sfilato da dentro la fica. “Si può ricomporre. Grazie Milena.” L’aveva tramortita bloccandola in quel momento. Si sentiva sbattuta e con la testa confusa ritrovandosi seduta nella poltrona con le cosce appiccicaticce. “Milena sino ad ora mi sembra che le cose vadano bene. Desidera proseguire?” “Si” “bene.” Lo aveva visto dirigersi verso un tavolino dov’era poggiato un telefono. Aveva alzato la cornetta. “Bene. Ti attendiamo” Erano passati pochi attimi che la porta in fondo alla stanza era stata aperta. Aveva fatto ingresso un uomo bello dai capelli brizzolati. Si era diretto subito verso la donna. “Buongiorno Milena. Sono contento che abbia superato il primo test. Non in modo eccezionale, mi creda. Ma andrà meglio nel futuro. Lei sa che se accetta, sempre che sia presa, avrà incontri, sola, con un minimo di cinque invitati ad un massimo di dodici?” “No. Non lo sapevo.” “Ritiene di essere interessata?” “Io non so” “Vuole andare avanti con il test e mi dirà dopo?” “Va bene.” “Bene. Sappia, però, che noi siamo soliti ringraziare le nostre collaboratrici con 1.500 euro per ogni invitato. Desidero vedere come se la cava con un rapporto sessuale. Vuole distendersi sul pavimento alzando la gonna? Per piacere, è importante che prenda spesso l’iniziativa per poterla valutare in modo corretto.” Si era distesa così come le era stato detto, aveva alzato la gonna mostrando la sua nudità al nuovo arrivato e quello si era abbassato i calzoni, si era chinato e l’aveva penetrata subito. Erano seguiti alcuni momenti in cui Milena non riusciva a riconoscersi per il modo in cui stava scopando quel individuo. Gli era salita a cavallo e si impalava da sola cambiando il ritmo e la rotazione del bacino continuamente. L’uomo l’aveva lasciata fare ma ancora una volta non si era mostrato interessato al suo orgasmo. Improvvisamente l’aveva spinta verso il pavimento facendole perdere l’equilibrio. Ne aveva approfittato per sfilarsi da dentro di lei e per spingere il cazzo dentro la sua bocca, giusto in tempo per inondarla col suo sperma. Milena si sentiva sfinita ed insoddisfatta. Era rimasta sdraiata senza la forza di rialzarsi mentre vedeva l’uomo ricomporsi come se avesse appena finito di prendere un caffè. Si era allontanato verso la porta da cui aveva fatto l’ingresso. Prima di sparire si era girato. “Milena, ha rapporti anali?” “Si” “Con suo marito?” “Certo, si” “Le piacciono?” “Non molto.” “Capisco. Per piacere si faccia aiutare dal mio amico.” Ed era uscito dalla stanza. L’uomo che era rimasto con lei, l’aveva aiutata a rialzarsi invitandola a seguirlo verso la scrivania. Lì, le aveva chiesto di distendere il busto sul ripiano dopo essersi alzata la gonna sulla schiena in modo da lasciare scoperto il deretano. Si era sentita profanare l’ano. “Milena non si irrigidisca. E’ il vibratore di prima. Nulla di strabiliante. Non vorrà perdersi in un bicchiere d’acqua proprio adesso?” Aveva stretto i denti mentre l’oggetto continuava a farsi strada dentro di lei ma era durato poco. Qualcuno era entrato nella stanza e subito dopo Milena aveva sentito che il vibratore le veniva sfilato fuori. Si era rilassata senza rendersi conto che il membro sintetico stava per essere sostituito da uno in carne e in ottima forma. Quando ne aveva sentito la punta poggiata sull’ano aveva avuto un fremito di paura poi, rassegnata e speranzosa di superare anche quel esame, si era rilassata ancora di più permettendo allo sconosciuto di violarla con facilità. L’uomo l’aveva inculata con calma e con vigore poi, improvvisamente l’aveva stretta per il bacino spingendola sul pavimento su di sé senza per questo smettere. Chi l’aveva ricevuta ne aveva approfittato per spingere il suo pene, di nuovo in erezione, dentro la fica umida di umori. La porta si era riaperta ed era entrato chi l’aveva scopata da poco. Il suo cazzo era finito tra le sue labbra. I tre si erano alternati nei tre pertugi, questa volta regalandole due orgasmi liberatori prima di inondarla col loro sperma. Era ancora imbrattata dal loro seme quando uno le aveva fatto i complimenti per avere superato il test. “dalla prossima sarà lavoro, mia cara Milena.”
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