Mi chiamo Alessandro ed ho 22 anni. Non sono eccezionalmente bello e, lo ammetto, non ho avuto grandi esperienze, almeno fino all’inizio di quest’anno. Già, perchè quest’anno ho partecipato al censimento generale effettuato dall’Istat in qualità di rilevatore. In pratica ero uno di quelli che andava di casa in casa a distribuire i questionari per le famiglie. Questo lavoro temporaneo mi ha dato la possibilità di entrare in molte case del mio paese, di osservare molte donne in un’atmosfera intima, all’interno delle mura domestiche. Devo dire che sono rimasto molto stupito di constatare quante donne si trasformino in delle pseudo divoratrici di uomini se hanno un maschio a portata di mano e sono lontane da occhi indiscrete. Sia chiaro, non voglio darvi a bere che mi sono scopato mezzo paese, ma il numero di donne, soprattutto donne mature, che mi ha fatto delle avances è stato davvero sorprendente. A dire il vero la maggior parte si divertiva a civettare con me, una specie di ritorno alla giovinezza, però con qualcuno ho anche concluso. Ed è di uno di questi episodi che vi voglio parlare, del primo per essere più precisi.Era gennaio e faceva un freddo pinguino. Io ero in giro a consegnare quei maledetti moduli che ormai avevo cominciato ad odiare. Stavo camminando lungo una via che conoscevo bene perchè vi avevo passato molto tempo a giocare a calcio da bambino in quanto era la strada in cui abitava il mio migliore amico d’infanzia, Roberto. Erano passati tanti anni, avevamo frequentato scuole differenti, le nostre strade si erano divise da tempo ed io e Roberto non ci vedevamo praticamente mai. Arrivato davanti alla porta di casa sua pensai subito che mi sarebbe piaciuto se fosse stato a casa, così avremmo potuto chiacchierare un po’ dei vecchi tempi ed mi sarei potuto prendere una piacevole pausa da quell’odioso lavoro.Suonai, ma non venne ad aprire Roberto, bensì sua madre, la signora Giorgia, una gran bella donna che doveva avere all’incirca 46 anni. Come ho detto la signora Giorgia è una bella donna, lo è sempre stata anche se non vi dirò (come fanno molti in questo tipo di racconti) che era una strafiga e che nonostante l’età aveva ancora un fisico da modella, no, era una donna normale: non molto alta ma proporzionata, con un viso molto piacevole anche se segnato da qualche ruga attorno agli occhi, i fianchi allargati da due gravidanze ma non per questo sformati, dei fianchi ed un culo “importanti”, fianchi e culo di quelli che in una donna matura fanno proprio eccitare, e due tette che pur manifestando i primi segni del tempo mantenevano una sodezza da trentenne nonostante fossero belle grosse, probabilmente una quarta abbondante. Ero sempre stato cosciente della bellezza di quella donna ma non l’avevo mai considerata seriamente dal punto di vista sessuale. Certo qualche sega l’avevo dedicata a lei negli anni della mia adolescenza, ma oggetto delle mie fantasie masturbatorie erano state praticamente tutte le donne venute in contatto con me (zie, cugine, amiche di famiglia, compagne di scuola, professoresse…) insomma, era qualcosa di molto normale. In molti racconti di questo genere ho letto cose tipo “l’avevo sempre desiderata”, “era stata da sempre l’oggetto delle mie fantasie”. Per me non è stato così. A parte delle sporadiche fantasie ho sempre considerato la signora Giorgia come la mamma di Roberto, quasi come una seconda madre. Lei era la signora sorridente che ci preparava la merenda quando tornavamo dal campetto dopo la consueta partita di pallone.La signora Giorgia aprì la porta e subito il suo viso si aprì in un sorpreso e caldo sorriso.”Alessandro!!! Ma che piacere, da quanto tempo non ti vedo… però mi dispiace, se cercavi Roberto non c’è, sai, è all’università”Io le spiegai subito che non ero lì per Roberto ma che dovevo consegnarle i moduli del censimento. Lei aprì il piccolo cancello e mi si fece incontro. Le spiegai tutto e le allungai i moduli. Lei esitò un momento, si guardò attorno e poi mi disse”Senti, ma se hai un attimo di tempo perchè non entri? Sai, è così tanto che non ti vedo che mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con te, e poi così mi puoi spiegare un po’ meglio come devo riempire i moduli… sai, non vorrei sbagliare.”Io, che non ne potevo più di andare in giro, accettai volentieri e la seguii dentro casa. Ci accomodammo in salotto, sul morbido divano. Mentre la signora Giorgia andava in cucina a preparare un bel tè caldo io posai a terra lo zaino e mi tolsi il giubbotto mettendomi a mio agio. La signora Giorgia tornò portando, su un vassoio, tè e biscotti per tutti e due. Mangiammo, bevemmo e chiacchierando a lungo. Lei chiedendomi di me, di come andavano gli studi, della mia famiglia, insomma le solite cose. Io chiedendole prima di Roberto, che stava frequentando con profitto la facoltà di architettura, di Chiara, la sua figlia minore, prossima ormai alla maturità, che stava facendo una vacanza studio negli Stati Uniti, e poi le chiesi di lei e del marito, di come andavano le cose, il lavoro. Quando abbozzai queste ultime domande la signora Giorgia si incupì terribilmente.”Alessandro, con te posso parlare, sei sempre stato un ragazzino tanto sensibile, mi puoi capire…” pur non apprezzando l’epiteto “ragazzino” le chiesi di andare avanti e di sfogarsi, pechè la vedevo angosciata.”Sai le cose tra me e mio marito non vanno affatto bene. Lui è sempre impegnato con il lavoro e non mi sta mai dietro. Gli servo per lavare, stirare e far da mangiare, ma poi è come se non esistessi. Mi sento sempre più triste e non so cosa fare, accidenti, non ho certo più vent’anni, ma non credo di essere da buttar via. E poi Roberto è sempre all’università e Chiara è via ed io da mesi vivo in questa casa praticamente come un eremita”.Era sull’orlo di una crisi di pianto, mi avvicinai e con tenerezza la circondai con le braccia, facendole posare la testa sulla mia spalla. Da quell’angolazione potevo sibirciarle comodamente nella scollatura e la visione dei suoi seni mi eccitò, anche se cercai di controllarmi, visto che la donna sembrava piuttosto in crisi. Nel frattempo lei si era posata su di me e aveva cominciato a singhiozzare. Cercai di consolarla e di farla calmare, alla fine ci riuscii e lei si riprese un poco.”Scusa Alessandro – mi disse – ma è che le cose vanno proprio male…””Signora, ma com’è possibile che vadano così male, eravate tanto affiatati!””Pare proprio che con il passare degli anni mio marito non mi trovi più attraente. Credo addirittura che abbia un’altra. Probabilmente una di quelle puttanelle che lavorano nell’ufficio dell’azienda. Cristo lo so che non sono più una ventenne, ma non credevo di essere proprio da buttare!””Ma no – cercai di tirarla su io prendendole anche le mani nelle mie – cosa dice, lei è tutt’altro che da buttare signora, anzi, lei è molto più bella ed affascinante di tante ventenni…””Come no – disse lei di rimando con un tono anche un po’ arrabbiato – tanto bella e affascinante che mio marito non mi tocca da almeno due anni! Oh scusa Alessandro – tentò di riparare – non dovevo aggredirti, e soprattutto non era il caso che ti dicessi certe cose…””Si figuri signora, non sono più un bambino – dissi io con tono gentile nel tentativo di ammansirla – se posso permettermi, non è per mancare di rispetto a suo marito, ma se non la tocca da due anni non brilla nè per gusto nè per intelligenza… anzi io direi che è proprio scemo!””Che intendi dire?””Come cosa intendo dire? Intendo che lei è una donna che farebbe girare la testa a qualsiasi uomo, altrochè, e che se suo marito non la… sì… se non la tocca più, il problema non è lei, ma lui!””La verità è che a quel bastardo piacciono le ragazzine di vent’anni””Lo vede? Come si fa a preferire una ragazzina ad una donna come lei?”Finalmente la signora Giorgia sembrava essersi calmata. Allo stesso tempo però sembrava che parlare di suo marito la rendesse tremendamente nervosa ed arrabbiata. Iniziò a dire che suo marito era un bastardo, che andava con delle sbarbatelle mentre lei era lì da una vita a servirlo e a riverirlo, lei, sua moglie, la madre dei suoi figli. Ad un tratto mi guardò fisso negli occhi e strinse più forte le mie mani nel suo grembo.”Alessandro posso chiederti una cosa?””Certo signora, tutto quello che vuole.””Le cose che hai detto prima le hai dette solo per consolarmi o le pensavi davvero? Cioè… credi davvero che io sia bella?”Lo diceva con la voce un po’ tremante, ma con uno sguardo deciso, anche se gli occhi erano ancora velati dal pianto appena interrotto.”Certo – dissi io aprendomi in un sorriso che speravo l’avrebbe rallegrata e rasserenata – lei è davvero una bellissima donna.””Insomma io a te piaccio…”La domanda mi spiazzò,”Sì… – balbettai interdetto – sì… in un certo senso lei mi piace… sì, insomma, come donna io la trovo molto attraente, non posso negarlo…””Allora aiutami ti prego… aiutami a vendicarmi!”A parte il salto logico tra l’attrazione per lei ed il fatto che dovessi aiutarla nella sua vendetta contro il marito, quella frase mi gelò il sangue. In un momento mi passarono per la testa tutte le immagini dei film in cui una donna fa uccidere il marito dall’amante.”Signora – dissi tentando inutilmente di arretrare, ma lei mi teneva saldamente le mani – ma cosa sta dicendo?””No Alessandro, non ti spaventare – rispose percependo il mio allarme – non voglio fargli del male. Voglio solo prendermi una rivincita… non so se capisci”quest’ultima frase la pronunciò con un tono talmente languido che non capire sarebbe stato impossibile.Accostò le sue labbra alle mie e mi baciò dolcemente. In un attimo tutta la mia ritrosia sparì. Il suo profumo della sua pelle mi riempì la testa ed io contraccambiai quel bacio mentre sentivo l’eccitazione crescere e… non solo quella! Il mio sesso crebbe rapidamente fino a raggiungere dimensioni considerevoli. Certo non sono un super dotato, ma mi difendo discretamente. Le mani della signora Giorgia salirono lungo le mie cosce fino ad accarezzarmi il pacco da sopra i pantaloni strappandomi un gemito di piacere. Sembrò che avessi dato il “via” alla signora, che subito mi infilò tutta la lingua in bocca e mi slacciò la patta liberando il mio sesso dalla costrizione della stoffa. Quando lo ebbe preso in mano si fermò, si scostò un po’ e lo rimirò.”Che bel cazzo hai!” disse cominciando lentamente ad accarezzarlo. Io ero sconvolto, non sapevo davvero come comportarmi. Altro che saltarle addosso come leggo sempre nei racconti erotici, io – non so per quale motivo – mi sentivo letteralmente paralizzato e se è vero che una parte di me voleva fortemente possedere quella donna, un’altra parte di me voleva scappare da quella situazione che, per quanto eccitante, aveva un che di sbagliato.”E’ sicura di quello che vuole fare signora?” mi uscì dalla bocca. Probabilmente la verità è che cercavo un tentativo di assoluzione dai miei sensi di colpa. Certo che mi eccitava avere per le mani una donna matura e decisamente bella, ma era pur sempre la madre di un mio amico e una donna sposata!!!”Ti tengo il cazzo in mano e ancora mi dai del lei? Sei proprio un ragazzino rispettoso… lo sai che quasi quasi questa cosa mi fa eccitare?” rispose lei di rimando e devo ammettere che a sentire la parola “cazzo” pronunciata dalla sua bocca mi faceva andare proprio su di giri.”Certo che sono sicura di quello che faccio… naturalmente se anche tu lo vuoi.” disse queste parole con tono più dolce, quasi materno, ma stringendomi forte il sesso nella mano, dandomi una scossa di piacere che mi fece gemere un “Siiii” lungo e roco. A quel punto lei cominciò a baciarmi nuovamente ed a strusciarmisi addosso eccitandomi notevolmente. Io le accarezzavo le tette, infilai una mano sotto il maglioncino e scoprii con somma gioia che non portava il reggiseno. Le strizzai i capezzoli e lei sembrò apprezzare la cosa visto che mugolava di piacere. Me lo prese in bocca e fu il mio turno di gemere. Se lo infilava tutto fino in gola e lo lavorava di lingua ricoprendolo con la sua saliva. Io ero sempre più eccitato. Allungai una mano e le tirai su la gonna, scoprendo così che aveva del tutto tralasciato di indossare la biancheria intima! Le palpai con forza il culo e le stuzzicai il forello posteriore passando poi a penetrare il suo sesso che trovai fradicio di eccitazione. Lei si sollevò da me con un sorriso malizioso. Mi fece alzare in piedi e mi disse di stare lì a guardare. Io mi sentivo un po’ ridicolo con i pantaloni calati a mezzo e il cazzo fuori che svettava verso di lei come se la puntasse, ma feci quello che mi aveva detto. Lei si sedette sul divano a gambe larghe e prese a masturbarsi con una mano e con l’altra si strizzava le tette. Si stuzzicava il clitoride, poi si infilava un dito dentro, lo ritirava fuori e poi se lo passava sull’ano. La mia eccitazione era alle stelle e presi a masturbarmi.”Ti piace quello che vedi?””Sìììì” gemetti mentre mi stringevo il cazzo nella mano.”Vedi, io ho una gran voglia di farmi scopare, ma purtroppo non uso la pillola ed ho un solo preservativo e sarebbe piuttosto sospetto se sparisse misteriosamente non trovi?”La mia faccia dovette diventare una maschera di delusione perchè lei rise e proseguì”Quindi credo che necessariamente per poter farci contenti entrambi e non rischiare che mio marito si insospettisca saremo costretti ad usare altre vie…”Così dicendo si rivoltò sul divano finendo con il busto appoggiatovi sopra e le ginocchia a terra. Mi si offerse prona e non mi ci vollero più di 2 secondi per capire cosa voleva. In un attimo mi sbarazzai dei pantaloni e dei boxer che mi si attorcigliavano alle caviglie e mi posizionai dietro di lei puntando il mio membro al suo buchetto posteriore. Spinsi e lei mi si fece incontro. Sembrava molto spavalda ma in un attimo si irrigidì.”Ahi!… fai piano – mi pregò – sai, io questo non l’ho mai concesso a mio marito… è per questo soprattutto che lo do a te… per vendicarmi di quello stronzo…”Le misi una mano sulla bocca impedendole di andare avanti e spinsi dentro il mio cazzo. Sentivo le sue urla soffocate dalla mia mano, ma io continuai a spingere, piano ma con decisione. La blandii con parole e carezze, le dissi di rilassarsi e le accarezzai piano la schiena. Lentamente le penetrai dentro e quando fui ben a fondo cominciai un lento su e già lungo il suo retto. Le lasciai la bocca quando fui sicuro che non si sarebbe messa a gridare come una pazza e per far sì che il dolore non la sopraffacesse con una mano cominciai ad accarezzarla davanti, tormentandole il clitoride ed infilando le dita nella sua vagina che rimaneva comunque bagnata. Pian Piano cominciò di nuovo a manifestare i segni dell’eccitazione ed anche la sodomia divenne piacevole. Mi si faceva incontro e mi chiedeva di prenderla.”Inculami… inculami…” diceva per incitarmi”Adesso gle la facciamo vedere noi a tuo marito eh? – ribattevo io – Lui crede che la sua mogliettina sia a casa a fare la calza e invece è a casa a farsi un bel cazzo!””Sìììììììì. Chiavami il culo!” Aveva iniziato ad urlare in maniera inconsulta, così tornai con una mano sulla sua bocca ma questa volta invece di tapparla le infilai un dito in bocca e le dissi”Succhia troia, come fosse un altro cazzo”.Lei succhiò e davvero sembrava mi stesse facendo un pompino al dito. La scopai con sempre più foga nel suo delizioso culetto allargandoglelo per bene. Venimmo insieme e le scaricai tutto il mio piacere nel retto.Un ottimo modo per terminare una giornata di lavoro.
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