Eccola, finalmente è ritornata a casa. Ora, come da copione, entra nella stanza e si spoglia, appoggiando i vestiti sulla sedia dal cuscino di velluto bordeaux. Accende il ventilatore e si stiracchia un poco, lamentandosi ad alta voce per il troppo caldo. Poi va nello studio e prende il libro iniziato la sera prima, ritorna e lo butta sul letto. Sposta le tende e guarda fuori attraverso le fessure della tapparella abbassata. Poi va in bagno, a fare pipì e doccia, e ritorna fresca e profumata. Eccola, apre l’anta dell’armadio e so perfettamente cosa succederà. Sento la sua mano che fruga per cercarmi e quando mi trova ho come un sussulto perché la sento su di me delicata e morbida. Lei fa ogni cosa con amore: quando mi afferra mi schiocca un sonoro bacio come se fossi il suo migliore amico, mi accarezza e mi guarda con quello sguardo da porca che ha. Mi appoggia sul letto ed io la osservo mentre gira nuda e scalza per la stanza, i seni grandi ed i fianchi generosi, la pelle morbida e chiara che sa di caffelatte. Si distende e sospira, allargando le braccia per cercare frescura per poi richiuderle quasi in un abbraccio. Io sono lì accanto a lei, il suo sogno, il suo gioco, la sua fantasia ed io la amo per come è, per quanto è dolce e porca assieme. Ha gli occhi chiusi, il viso rilassato. La mano destra si muove libera, come un gabbiano che sorvola amene colline, ed è felice. Schiude leggermente le cosce, le dita si muovono impazienti, come su un pianoforte a coda. La bocca si apre e con la lingua si inumidisce le labbra, regalandosi un flebile gemito. La schiena si inarca appena quando la mano attraversa il folto ed ordinato pelo ed avanza a cercare la clitoride rosa e gonfia e la accarezza, la coccola, la vizia. Le piace, le piace da morire. Potrebbe rinunciare a tutto, ma non a quello. La stringe tra due dita, l’indice ed il medio, e sorride, godendosela un mondo. Apre gli occhi e li abbassa sul ventre per guardare, aprendo ancor di più le gambe ed aumentando il ritmo della mano. Quanto la adoro quando fa così, quando fa quel cazzo che le pare, la mia porca. Ora infila le dita nella fessura morbida e grondante, piega indietro la testa sul cuscino gemendo con amore, puntando i piedi e muovendo il bacino in senso circolare. Poi si ferma, tira via la mano e se la guarda, compiaciuta per tutto quel gustoso succo biancastro che in un attimo scompare nella sua bocca. Si disseta, avida e sensuale, lecca una ad una le dita e sorride soddisfatta. Eccola, mi afferra. Mi succhia sulla punta, mi infila nella bocca piena di saliva. La sua voglia di farsi prendere le sale dall’anima. Mi tiene stretto con tutte due le mani, mi ciuccia e mi tira fuori, e poi ancora, ancora, mi lascio violentare con amore. Con la mia punta tutta bagnata si sfiora i capezzoli, duri e rugosi. Poi si fa scopare. Mi infila tra le pieghe più intime, fino in fondo, prima con una mano sola e poi con due. Oh cazzo, che meraviglia. Mi tuffo dentro a più non posso, sento la vita che le scorre dentro e geme, e sorride, e mi dice ancora scopami fottimi sono la tua porca sono la tua troia. Io la amo, la amo alla follia. Stringe le gambe e mi trovo in una piacevole morsa, non mi ribello, la sto riempiendo tutta. Così invasa dal piacere mi fa entrare nei suoi pensieri e mentre gode divento spettatore del suo film, del cazzo che succhia, della figa che lecca, delle parole che dice. Ora è in macchina con lui, a scostarsi le mutandine di cotone bianco e a farsi leccare le tette, mentre con un gesto repentino si siede fradicia sul cazzo già teso. E dondola come l’altalena, e sussurra parole d’amore con quel suo fare che ti prende l’anima e te la stropiccia. E poi in ufficio con le gambe sulla scrivania a masturbarsi pensando sempre a lui che la ama più della vita stessa, e poi in bagno con la schiena appoggiata alle piastrelle del rivestimento, le gambe rigide ed allargate, l’orgasmo che arriva come il fulmine. E poi è sempre lei che afferra con le mani i morbidi capelli dell’amica implorando di non smettere, lei che si gusta quella lingua larga e dura mentre ha la bocca piena di gusti, di odori, di sesso, di cazzi che distillano amore per lei, solo per lei. E poi … E poi … Mi tiene dentro di se’ facendomi vibrare e con le quattro dita velocissime si fa una sega sulla clitoride ed urla, grida l’orgasmo che arriva subito furibondo, che le fa aprire e chiudere la bocca, che la fa bagnare tra le gambe. Io sono lì, dentro di lei, a riceverla ed accoglierla bella così com’è, grondante della sua sborrina e poche gocce di pipì spalmate su di me come un miracoloso unguento. Mi lascia dentro ancora un poco, mentre si riposa. Le sento il cuore a mille, il respiro affannoso, piccoli rivoli tiepidi bagnano le lenzuola bianche. Il cellulare. – Ciao amore dolce, si sto bene, benissimo – sorride, sembra magica. E continua, dondolando le gambe: -Senti, devo dirti una cosa. L’ho fatto. Si, si. Adesso, è stato bellissimo, amore. Ero eccitatissima, ti pensavo come al solito. Lo so che ti viene duro se ti dico che mi accarezzo per te. Ma dove sei adesso, sul divano? … Si… E’ duro? Oh cazzo, amore! – E ride, la mia stupenda amica, ride come una bambina affamata di vita. La mano ritorna a muoversi svelta, a riconquistare il suo spazio tra le cosce. – Facciamo l’amore? Ti prego, ho voglia di te. Ti amo tanto… – Mi ha scordato acceso, questa volta. Sul letto, alla sua destra. Il suo migliore amico.

