La destinazione, un’enorme casa di campagna, semi abbandonata e sperduta, non era lontana.L’accompagnarono nel piano superiore, e Marco la legò con una catena, al letto:”Mi dispiace, ma qui non ci sono sbarre.E’ la catena del cane… Spero che il cane non scappi, ma è molto meglio che scappi lui che te…E’ ovvio che se tenti qualche scherzo, ti sbatto nel porcile. La sì che ci sono le sbarre!”Elena continuava nel suo silenzio, e subiva tutto senza replicare.A cosa sarebbe servito poi, se non a scatenare altri colpi d’ira di Marco?Osservò quella catena arrugginita… Poteva forse farla finita.Era abbastanza lunga per arrotolarsela attorno al collo, e poi bastava gettarsi giù dal letto violentemente.No, non bastava, Ci avrebbe voluto una dose di coraggio, che sinceramente Elena non aveva.Era disperata, ma la speranza di salvarsi non le era svanita ancora completamente dalla mente.Avrebbe continuato a lottare, a subire, ma anche a vivere!Ora era in quella vecchia camera, con il pavimento di legno scricchiolante. Se solo avesse provato a camminare su quelle assi, se ne sarebbero subito accorti.Poi, le avevano tolto anche le scarpe, e di fuori c’erano tre cani, che abbaiavano ad ogni più piccolo rumore.Impensabile, per il momento, ogni tentativo di fuga.Dragan le comparve davanti con delle bottigliette, e le medicò nuovamente le ferite:”Vanno bene… Le ferite sono chiuse e non sanguinano più… Come va il culo?””Non posso stare seduta bene… Però non esce più sangue”.”Il medico avrebbe voluto ricoverarti, ma era una cosa impossibile.Comunque, forse ora, Marco ti lascerà in pace per un paio di giorni, e tu potrai riposarti”.”Ma che cosa vuole ancora da me?”Dragan si fece serio, e smise di passarle il cotone sulla schiena, dove c’erano dei segni ancora vistosi:”Che vuole? Vuole farti morire…. Non gli importa nulla di te. Ha solo voglia di umiliarti, di farti fare qualsiasi schifosissima cosa… Adesso stiamo per metterci in contatto con un gruppo di tedeschi, amanti dell’hard estremo” . Tacque per un attimo, poi proseguì:”Appena ti sarai rimessa in sesto, quelli piomberanno qui, e credo che per te sarà finita….”Elena sbarrò gli occhi:”Cosa vuoi dire?””Credo che sarai la protagonista di un filmato amatoriale, dove la protagonista, dopo numerose torture, morirà… E non sarà una finzione cinematografica….””Ti ha detto Marco di raccontarmi questo?””Sì. Vuole che tu lo sappia…. Vuole che anche questi due o tre giorni che passerai a letto, siano un tormento per te…””Bastardo! Bastardo!” e tentò inutilmente di liberarsi dalla catena.”Fermati! Non vedi che ti ferisci inutilmente?”Elena si voltò a guardare Dragan, che sembrava ora, sentire un po’ di pietà per lei:”Aiutami… O mio Dio! Aiutami tu! Non voglio più subire tutto questo, e non voglio morire!””Devi avergli fatto fare una vita di merda eh? Mai visto nessuno così per un paio di corna…””Liberami…. Aiutami a scappare, e te ne sarò grata! Ti ricompenserò! “”E come? Marco ha in tasca 400 milioni, eppoi, con te stiamo guadagnando benissimo!No, mi dispiace, e ti confesso che provo compassione, ma tu mi chiedi l’impossibile…””Quei 400 milioni sono miei! La casa l’abbiamo comprata assieme, e soprattutto grazie all’aiuto di mio padre!Se mi liberi, lo faccio arrestare, e ti consegno tutti i soldi che ha in tasca””Non posso… Non posso proprio… Se arrestano lui, arrestano pure me, e di tornare in galera non ci penso nemmeno!””Testimonierò io, e ti scagionerò”.Dragan si alzò, e concluse:”Mi fido più di quel pazzo di Marco, che di una zoccola come te. In fondo, una in punto di morte, può permettersi il lusso di promettere tutto, anche quello che non ha.E diciamocelo francamente: tu oggi non hai più nulla! Nemmeno il vestito che indossi! E sicuramente neanche la vita ti appartiene più.Tu vivi solo per questi capricci vendicativi di Marco.Se ti uccidesse qui, oggi, potrebbe seppellirti nel letamaio, e chi ti troverebbe più?Lui potrebbe sparire tranquillamente.Da qui potrebbe partire per qualsiasi destinazione; con l’aereo, oppure via terra. Grecia, Turchia, Bulgaria, Russia… Sai quante cose potrebbe fare in uno di questi paesi con quei 400 milioni?Con una ventina di milioni ti rifanno una vita nuova! Marco sparisce, e potrebbe comparire un altro uomo, e per la polizia Italiana, sarebbe quasi impossibile rintracciarlo!””Quasi impossibile…” precisò Elena.”Se anche, dopo anni di ricerche, e credo che non sprecheranno anni di ricerche dietro a Marco, lo beccassero? Tu saresti ancora sotto quel letamaio là” ed indicò fuori dalla finestra ” Sarebbe una soddisfazione da poco, non credi?”Elena tacque, riuscendo a intravedere il letamaio, posto su un lato dell’ampio cortile.Dragan uscì, lasciandola sola coi i suoi cupi pensieri.Si guardò attorno, alla ricerca di qualche via di salvezza.La catena, lunga circa quattro metri, le impediva di affacciarsi alla finestra. Poteva solo avvicinarsi.Da lì, poteva scrutare lontanissimo.Tutta campagna, con una strada che entrava nella vecchia fattoria, isolata.Fuori i cani stavano distesi all’ombra, e regnava un gran silenzio.Si sedette sulla poltrona della camera, e stette ad osservare quel paesaggio. Chissà, forse qualcuno poteva passare, o forse, non aveva nient’altro da fare…Restò lì, ad osservare il lento spostarsi del sole, fino a quando questi cominciò ad abbassarsi, stanco per aver riscaldato, in modo incredibile, quella parte del pianeta.Gli unici movimenti che Elena aveva potuto notare, erano stati dei brevi movimenti dei cani, che ogni tanto si alzavano, andavano ad annusare gli altri due, per poi ributtarsi a terra al riparo dal sole.Elena passò tre giorni relativamente tranquilli, sempre con lo sguardo rivolto verso la pianura, scrutando quella stradina bianca impolverata, e desolatamente deserta.Restò sempre legata al letto, dal quale l’avevano slegata solo una volta per una veloce doccia.Pure per fare i bisogni, le avevano fornito un secchio che l’amico di Dragan, vuotava due volte al giorno. Comunque, in quei tre giorni, aveva potuto riposarsi, e recuperare un po’ di forze.I lividi erano ancora ben vistosi, ma non le dolevano più.Anche il culo stava abbastanza bene, tanto che ora poteva stare seduta ad osservare la campagna senza sentire dolori o fitte. Erano passati oramai sei giorni dall’omicidio si Massimo.Poteva farcela… Poteva e doveva farcela….Possibile che sua madre, non sentendola chiamare al telefono da Cuba, non si preoccupasse…Possibile che nessun parente di Massimo…. Chissà….Nel pomeriggio di quel terzo giorno, Marco le fece visita. Non era mai salito, ed aveva sempre demandato Dragan a controllare la situazione.Marco si sedette sulla poltrona:”Domani sera, cara la mia troia, farai un altro bel spettacolo…Ti ho venduta a certi tedeschi, che amano le sensazioni forti….Ti ho venduta per un bel mucchio di quattrini.E’ l’ultima scena, poi sparirò a godermi il gruzzoletto, mentre tu finirai sotto il letamaio qui fuori…”Elena stette in silenzio.”C’è stato l’intoppo delle cinghiate. Accidenti quanto te ne hanno date… Non potevo vendere una mercanzia ridotta così male… Saresti probabilmente schiattata subito, e i tedeschi mi avrebbero protestato la merce!Così ora, dopo tre giorni di relax, ti rivedo quasi in perfetta forma….Hai ancora l’occhio un po’ gonfio, ma non sarà un problema….Questa sera scenderai, e farai conoscenza con i tuoi carnefici…”Marco estrasse da un sacchetto degli indumenti intimi nuovi di zecca, e li gettò sul letto:”Comportati bene, e vedrò di farti fare una fine decente… Se provi a fare la stronza, giuro che rinuncio a quella pacchettata di milioni, e ti rinchiudo nel porcile, e ti faccio mangiare dai maiali!”Elena osservò il pacchetto, ma non lo toccò.Fu Marco che lo aprì, e gli mostrò gli indumenti.Calze nere autoreggenti, sandali neri con le zeppe altissime, un reggipetto a balconcino e le mutandine nere:”Indosserai solamente questa roba qui.Dragan ti condurrà giù di sotto, legata alla catena, e tu dovrai mostrarti docile, estremamente docile.Se solo proverai a ribellarti, finirai nel porcile finché non decideranno loro cosa farti!”Uscì, e lei restò ancora una volta sola, terrorizzata, a guardare quelle cose che doveva indossare.Non aveva scelta ed alla sera cominciò a prepararsi.Le avevano concesso un’altra doccia, e lei si era dovuta lavare e preparare sotto lo sguardo vigile dell’amico di Dragan.Lei si lavò. asciugò e si truccò, noncurante della presenza dell’uomo, poi passò a vestirsi, lentamente, quasi per provocare il suo guardiano.Indossò da principio una calza, e si massaggiò voluttuosamente la gamba, poi passò all’altra, dopodiché cominciò a toccarsi la figa, con il chiaro intento di eccitare l’uomo.Questi rise, e prese le mutandine, gliele gettò in viso gridandogli:”Veloce signora!… Veloce!… No scherza con Igor!”Le mutandine, gettate con forza addosso al suo viso, fecero fermare ogni tentativo ad Elena, che accelerò la vestizione, e dopo pochi minuti era pronta.Arrivò Dragan, che messo un collare di cuoio ad Elena, le mise una nuova catena luccicante:”Dobbiamo essere eleganti stasera. Abbiamo ospiti…”Elena sentì delle auto arrivare, e delle portiere chiudersi.Dragan si affacciò alla finestra:”In perfetto orario… Possiamo scendere”.Igor ammanettò le mani di Elena dietro la schiena, e poi cominciarono a scendere le scale.Al piano di sotto, di quella vecchia casa, l’attendevano quattro signori, ben vestiti, e sorridenti.Marco presentò la mercanzia, e cominciò a decantare l’enorme capacità di sottomissione a cui era arrivata Elena.Non tralasciò nessun particolare. Stava proprio facendo il lavoro di un venditore….I quattro uomini, girarono attorno, interessati ad Elena, non disdegnando qualche palpatina e qualche toccatina.Osservarono ammirati e sorpresi, i diversi segni che Elena portava ancora sul corpo, dopodiché, si appartarono, con un bicchiere di birra, nella stanza vicina.Marco osservò Elena, e con un sorriso ironico le disse:”Stanno decidendo il prezzo e probabilmente, che fine farti fare… Siamo arrivati al capolinea mia cara…Mi viene da ridere, quando penso che non volevi mai scopare e che facevi tanto la preziosa…Ora probabilmente, ti scoperanno fino a farti morire…”Elena restava ferma, in piedi, legata a quella catena che Dragan teneva ben stretta, impietrita.I quattro ritornarono. Erano allegri, segno che avevano trovato l’accordo tra loro:”Bene. Noi siamo d’accordo sul prezzo!”Il tedesco guardò Elena, poi aggiunse:”E… cosa ne facciamo poi del….” ed abbassò ulteriormente la voce, in modo che Elena non sentisse.Marco però, non aveva nessuna remore, e ridendo esclamò:”Del corpo? Non si preoccupi! La troia sa già quale sarà la sua tomba!” ed indicò nella direzione del letamaio.L’uomo fu alquanto turbato nel sentire la risposta di Marco, ma dopo un attimo di smarrimento, brindò con gli altri alla conclusione degli affari.Si sedettero, ed aprirono altre bottiglie per festeggiare.L’uomo volle che fosse Elena a servire a tavola le bibite, e Dragan liberò la donna dalle manette.Era un’ulteriore umiliazione. Servire da bere a quelli che sarebbero stati i propri aguzzini.Elena piangeva, in preda alla disperazione, ma cercava di eseguire gli ordini perfettamente.Oramai erano quasi tutti sbronzi, e cominciarono a gridare ed a cantare, mentre Elena continuava a portare birre, sempre tenuta per la catena da Igor.Ad un tratto però, tentò il tutto per tutto.Gettò addosso a Igor il vassoio con le birre, liberandosi dalla sua stretta, e tentò la fuga.Infilò la porta, e tenendo la catena in mano, scappò fuori.Dopo un attimo di smarrimento, gli uomini si catapultarono fuori, alla ricerca della fuggitiva.Fuori era buio, e si sentiva solo il feroce abbaiare dei cani.”Trovate quella troia! Trovatela” sbraitava Marco.Si misero alla ricerca, affannosa della donna.Elena, faceva fatica a correre, sopra quei zatteroni, ma non poteva toglierseli. Non era in grado di correre scalza in campagna…Cadde più volte, mentre alla cieca, si dirigeva in mezzo alla campagna. Non aveva mete precise, non sapeva nemmeno da che parte era la città o il paese più vicino. Voleva solo allontanarsi il più possibile da quel maledetto posto.Sentiva le macchine che velocemente si dirigevano in tute le parti.La luna rischiarava abbastanza bene il terreno. Doveva trovare un nascondiglio.La sorpresa e il tasso alcolico degli uomini, aveva fatto sì, che Elena avesse guadagnato un po’ di metri di vantaggio. Arrivò ad una fila di alberi, e lì, con il fiato alla gola, si fermò.Non poteva continuare a correre così.Era già a corto di fiato, e quelle scarpe erano un’autentica tortura.Si volse, e con orrore poté scoprire che un’auto stava dirigendosi a grande velocità proprio verso di lei.Si appiattì per terra, con l’insperata speranza di nascondersi, e chiuse gli occhi:”Mio Dio… Mio Dio….”La macchina le sfrecciò accanto, e parve non accorgersene, ma appena la ebbe superata, una brusca frenata fece in modo di farle fare un testacoda, ed i fari andarono proprio ad illuminarla.Marco saltò giù, e stava per colpirla, quando un tedesco lo fermò bloccandolo.Marco si calmò, e presala per la catena disse:”Ha ragione mister… Non roviniamola…”La strattonò violentemente, facendola alzare per poi farla cadere, dopodiché salì in auto, e costrinse Elena, che era incatenata, a correre dietro l’auto. I tedeschi, sembrarono un po’ contrariati da quell’inconveniente, però Elena ebbe modo di vedere – altra umiliazione -un’enorme mazzo di dollari, che passava nelle mani di Marco.”Ora cara la mia troia, siccome ti avevamo avvertito…. Togliti le mutandine, ed appoggiati al tavolo della cucina.Lor signori gradiscono un assaggio?”Dragan tirò energicamente per la catena, e mise in posizione la donna.Da dietro Marco tolse le nere mutandine ad Elena continuando:”Ha il culo ancora messo male.Credo che sarà eccitante incularla, facendo in modo che le lacerazioni riportate solo tre giorni fa, si riaprano, facendola gridare di dolore… Che ne dite?”Non risposero, ma si misero in posizione dietro Elena, armeggiando con la scatola dei preservativi.”Prego, prego… Lasciate che sia la mia piccola Elena a prepararvi….”Così, ad uno ad uno, passarono davanti ad Elena, la quale, prima li spompinava un po’, dopodiché gli infilava il preservativo, e poi aspettava docilmente, in silenzio, che la inculassero.Il dolore fu subito atroce.La parte ferita, appena cicatrizzata, sembrò squarciarsi all’introduzione del primo cazzo, e lei gridò dal dolore, con il solo risultato di entusiasmare i presenti.Man mano che uno veniva, un altro si presentava davanti alla sua bocca, con il cazzo molliccio.Fece lo stesso servizio a tutti e quattro, dopodiché Marco, ancora non sazio della sofferenza di Elena, prese i 4 preservativi, con la sborra dentro, e li mise sul tavolo:”Ora cara la mia Elena, bevi tutto….”Elena, piegata ancora in due dal dolore, restò ferma, e Marco dovette ripetere gridando l’ordine:”Bevi tutto troia!”Elena si rialzò piano, e preso un preservativo, se lo mise in bocca, e lo succhiò, affinché ne uscisse lo sperma:”Se ne spandi anche solo una goccia, ti faccio inculare anche da Dragan ed il suo amico!”Il culo sanguinava nuovamente, ed Elena sentiva scendergli un rivoletto caldo lungo la gamba destra.Lentamente, sotto gli sguardi divertiti di quei pazzi depravati, Elena bevve il contenuto di tutti e quattro i preservativi, ed il tutto senza lasciarne fuoriuscire una sola goccia.I tedeschi sembravano soddisfatti dell’affare fatto, e poco dopo la salutarono:”A domani….”Marco li accompagnò, dopodiché, quando rientrò, prese per i capelli Elena:”Troia… Te l’avevo detto! Ti avevo avvertito! Ora finirai nel porcile!””No… No!!!!”La prese per il collare, e la trascinò violentemente fuori nel cortile.Elena cadde, e fu trascinata nel ghiaino fino al vicino porcile.Aprirono al piccola porta, dopodiché, con l’aiuto di Dragan, la gettarono dentro.Elena cominciò a battere contro la piccola porta, che fu subito richiusa a chiave.Gridava disperatamente ma inutilmente.Si attaccò alla piccola finestra munita di sbarre, e gridò a più non posso.Marco si voltò, ed urinò contro di lei, che era tutta protesa a chiedere pietà:”Ti avevo avvertito. Ora resterai lì fino a domani mattina!”Bagnata, sporca, piena di graffi causati dal ghiaino, Elena si trovò rinchiusa in un porcile.La puzza era terribile, ed era praticamente impossibile alzarsi o trovare una posizione buona per dormire.Si appoggiò vicino alla finestra, per riuscire a respirare un po’ d’aria pulita, ma il culo le era ritornato a darle fastidio.Perdeva sangue, ma non aveva niente per fermare la piccola emorragia.Era nuda, seduta in mezzo alla sporcizia.Singhiozzando, osservando la luna, aspettò l’alba.
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