Era veramente un giorno no per me quel Venerdì, avevo discusso animatamente con Angela, mi dovevo vedere con Maria ma un contrattempo mandava all’aria l’appuntamento, me ne stavo per i fatti miei e andavo anche piano, ma un forte colpo dietro la macchina mi riportava alla triste realtà, mi avevano tamponato, avvicinavo l’auto al marciapiede e scendevo per constatare i danni, nella macchina investitrice c’era una ragazza che piangeva disperata, mi avvicinavo a lei e aprivo lo sportello, pensando che fosse ferita per il forte colpo preso, la prima cosa che notavo, erano due gambe bellissime e quasi del tutto scoperte, portava delle mutandine bianche, un bel corpo slanciato e una chioma biondo scuro, occhi chiari e un viso perfetto, mi guardava senza parlare, e poi con lo sguardo supplichevole diceva, questa volta l’ho fatta grossa, mio marito mi toglie la macchina e mi uccide, quanti danni le ho fatto? e la mia che cosa ha riportato di danni? mi deve scusare, ma ero al telefono e non mi sono accorta che frenava, scendeva e mi mostrava una meravigliosa fica con i peli che uscivano da tutte le parti, una volta in piedi si mostrava in tutta la sua bellezza, era alta almeno 1,75 le labbra carnose e dei denti splendenti, 32 massimo 35 anni, le porsi la mano dicendole, piacere mi chiamo Stefano, e lei ancora piangente mi rispondeva, io Rosa, ma tutti mi chiamano Rossella, allora io, ok Rossella, se mi da i documenti facciamo il Cid e tutto è a posto, mi dispiace per lei, io ho pochissimi danni, ma lei ha quasi distrutto il fronte macchina, ricominciava a piangere a dirotto dicendomi, io non sono in condizioni di riparare il suo danno si figuri i miei, ma per me c’è l’assicurazione le dicevo, è chiaro che i suoi se li deve pagare per suo conto, e aggiungevo, senta facciamo così, adesso andiamo in quel bar di fronte e ci prendiamo qualcosa, così lei si calma e possiamo ragionare meglio, una volta seduti al bar lei mi diceva, vede Sig. Stefano, mio marito fa l’operaio in una fabbrica, quello che guadagna è lo stretto necessario per tirare avanti, io ho voluto la macchina per portare i bambini a scuola, ne abbiamo due, la femminuccia di quattro anni e va alla materna, il maschietto di sei che fa la prima, li ho accompagnati poco fa, e adesso andavo a fare la spesa, ora che ho combinato questo guaio debbo andare a piedi, i soldi per ripararla non li ho, capisce adesso la mia disperazione? e ricominciava a piangere, io non sono un cane insensibile, ma neanche un benefattore, e poi questa Rosa mi piaceva da morire, ho 36 anni, sono un single convinto, e se una donna mi piace scalo le montagne per averla, e una certa idea si faceva strada nella mia mente, e prendendo il coraggio del quasi vincitore le dicevo, senti Rosa, credo che sia meglio darci del tu, facciamo così, adesso telefono alla mia officina e facciamo prelevare la tua auto, e facciamo un preventivo dei danni, poi tu oggi pomeriggio vieni a questo indirizzo e vediamo quello che si può fare, telefonavo alla mia officina, e poi l’accompagnavo a casa sua che era poco distante, una volta in officina, il carrozziere mi diceva che i danni ammontavano a circa 2000 euro, i miei erano circa trecento un po’ gonfiati, infatti mi aveva fatto molto poco, verso le 15 come d’accordo Rosa veniva nel mio ufficio, (sono solo, ho una rappresentanza di macchine agricole, che mi permette un buon guadagno e poco impegno) la facevo accomodare sul divanetto che ho per i clienti, e le spiegavo il tutto, e lei ricominciava a piangere singhiozzando disperata, a quel punto mi giocavo il tutto per tutto, le dicevo, senti Rosa, io una soluzione l’avrei, ma tu cerca di rimanere calma, se riesci ad essere gentile e carina con me, io ribalto la dinamica dei fatti, a dire uno sguardo di fuoco era niente, mi avrebbe incenerito con un occhiata, si alzava e andava via, ma sulla porta le aggiungevo, tu avresti l’auto riparata senza spendere un centesimo, si lo so che non sono una persona per bene, me tu sei veramente bella, e poi la cosa mi costa abbastanza per i danni che ho io, ritornava sui suoi passi e mi diceva sibilando, e in cosa consiste essere carina e gentile con te? le rispondevo, credo che tu l’età di chi crede alla befana l’hai superata, se ci pensi un pochino ti viene fuori la soluzione, non ti sembra? mi era davanti e a pochi centimetri dal viso, incazzata era ancora più bella, e mi diceva, ma cosa credi, che per il fatto che sei moro con gli occhi azzurri una ti cade addosso? io non penso nulla rispondevo, ma ti ho solo fatto una proposta di affari, se non vuoi pazienza, non ne parliamo più e amici come prima ecco tutto, ritornava sulla porta, e poi girandosi mi diceva, preferisco i ceffoni di mio marito che uno stronzo come te, e andava via sbattendo la porta, mi ero rimesso seduto dietro la mia scrivania senza fare nulla, non mi andava giù questa storia, rosa era veramente notevole, e poi con il carattere che aveva, dimostrava un fuoco interno che doveva essere una meraviglia, erano passati circa trenta minuti, e mi suonavano alla porta, l’aprivo elettricamente, e sulla soglia c’era lei, ancora più furente e incazzata di prima, la chiudeva e mi si avvicinava dicendomi, tutto quello che hai detto lo faresti veramente? cosa intendi le rispondevo, che mi fai riparare l’auto e io non spendo nulla? quando dico una cosa la faccio le rispondevo, allora inizia a ripararmi la mia auto, io e te ci vediamo Lunedì mattina alle 9,30 prima debbo portare i miei figli a scuola, e se ne andava sbattendo la porta. Io andavo nella camera attigua, dove avevo un letto matrimoniale, un frigo pieno di stuzzichini, e sempre due bottiglie di Campagne, cambiavo gli asciugamani in bagno e sistemavo bene la camera.Il Lunedì mattina, alle 8,30 ero già nel mio ufficio, avevo avvisato il bar di portarmi dei lieviti e due bricchi di caffè e latte, alle 9,30 puntuale, e per pura combinazione insieme al cameriere del bar, arrivava Rosa, era splendida nella sua semplicità, indossava una gonna scura con una camicetta bianca, che risaltava ancora di più il seno, che era grande e prepotente nella sua maestosità, la facevo sedere, mentre il cameriere ci serviva la colazione, non era una cosa comoda, ma non avendo il tavolo c’era la scrivania per la bisogna, io guardavo Rosa, e mi dava soggezione il suo modo altero e sprezzante per la situazione che si andava creando, poi era lei che rompeva il ghiaccio dicendomi, notizie della mia auto ne hai? e io le rispondevo, non preoccuparti, che appena telefono iniziano a lavorarci, e in capo ad una settimana tu hai di nuovo la tua auto perfetta, perché aspettano una tua telefonata mi chiedeva, senti Rosa le dicevo, se loro iniziano a lavorarci e tu ci ripensi, io debbo pagare tutto ugualmente, mi fido, ma come dice il proverbio, fidarsi è bene ecc. ecc. lei aveva uno scatto d’ira ma rimaneva ferma seduta, finiva la colazione e poi mi diceva in tono quasi sprezzante, ok Stefano, cominciamo e non se ne parla più, prima finisce questa storia e meglio è per noi due, mi alzavo incazzato e le dicevo, senti Rosa, se pensi di iniziare così questa trattativa di affari, perché sempre affari sono, quella è la porta, altrimenti diventa carina e dolce, e cerca di pensare che ti sto facendo un grosso favore, almeno prendila così, mi si avvicinava, e abbracciandomi diceva, scusami Stefano, ma mettiti nei miei panni, io sono una donna sposata, e disperata, non ho mai fatto le corna a mio marito, ma guarda che queste non sono corna le rispondevo, tu stai solo trattando un affare che ti conviene, sarebbero corna se tu fossi innamorata di me, ma credo che tutto si possa dire meno che tu provi amore per me, lei mi metteva le braccia al collo e mi dava un bacio sulle labbra, poi scansandosi e abbassando lo sguardo sulla patta dei calzoni mi diceva, ma è il tuo coso quel bozzo che hai? ed io un po arrossendo le rispondevo si è il mio coso perché? allora mi slacciava i pantaloni e tirava giù gli slip, e alla vista del mio manganello che era dritto da impazzire diceva, ma quanto è grande questo pisello? io non ne ho mai visto uno così grosso, e me lo prendeva in mano per sentirne la grossezza, e poi con l’altra mano mi tastava i ciglioni dicendomi, ma anche le palle hai grandi, è tutto in proporzione, credo che questo mi farebbe strilla re come una maiala dove me lo mette mio marito, e diventava rossa come un peperone, io le avevo preso i seni e me li stavo gustando, anche con due gravidanze erano ancora belli pieni e sodi, e poi una mano l’avevo poggiata sulla fica, era da brivido, aveva un bozzo di fica da paura, era grassa e piena, con le labbra sporgenti come piaceva a me, Rosa aveva tutte le caratteristiche fisiche della mia donna ideale, mi ero riavvicinato con il viso e avevo ripreso a baciarla, questa volta la risposta al mio bacio venne immediatamente, mi scandagliava la bocca con la sua lingua, e mi stava masturbando lentamente, il solo prenderlo in mano l’aveva eccitata moltissimo, la prendevo in braccio e la portavo nella mia camera da letto, continuavamo a baciarci con una passione incredibile, poi l’adagiavo sul letto e facevo per alzarmi, mi volevo spogliare, ma lei mi lasciava la bocca e iniziava a succhiarmi il cazzo divinamente, con le mani mi carezzava le palle, e l’altra mi scivolava lungo la verga, sembrava come la bambina che non vuole nessuno vicino mentre succhia il lecca lecca, come per timore che glielo togliessero, io anche se scomodo le stavo slacciando la camicetta e il reggiseno, lei si era sfilata la gonna e poi le mutandine, era una visione vederle la fica, un bosco castano chiaro, le due labbra gonfie e semiaperte, in mezzo troneggiava la punta del clitoride dritto e duro, quasi a forza le avevo sfilato il cazzo dalla bocca, e mi toglievo i pantaloni, comprese le mutandine e le scarpe, lei si era sdraiata supina e mi fissava con lo sguardo pieno di desiderio, mi giravo inversamente a lei e cominciavo a leccargli la fica, Rosa aveva riconquistato il mio bastone e se lo stava godendo alla grande, ma improvviso un getto di umori mi invase la gola, stava sborrando una quantità incredibile di umori, la sentivo che tremava e arcuava la schiena per il piacere, e dopo pochi secondi mi ripeteva la stessa cascata di liquido, e poi mi diceva, ti prego fammelo sentire dentro questo mostro, non vedo l’ora, ormai credo di essere bagnata abbastanza per riceverlo dentro, mi giravo e mentre lei si rimpadroniva della mia bocca, con la mano se lo dirigeva nella fica, iniziavo ad entrarle dentro, ma giunto a metà Rosa mi regalava un’altra sborrata, poi continuavo ad andare sempre più in profondità, e quando era tutto dentro, lei lanciava un urlo strozzato e mi diceva, spingilo dentro Stefano, ma quanto è bello, non ho mai provato tanto piacere a scopare come adesso, mi riempi tutta la fica, ti prego scopami forte, sbattimelo nell’utero, lo voglio sentire mentre mi sfondi, mi aveva messo le gambe incrociate sulla schiena, e cercava di aderirmi il più possibile, io continuavo a scoparmela sempre più forte e le avevo messo un dito nel culo, che poco dopo erano diventati due, e lei godeva in un modo bestiale, ma come tutte le cose belle poi finiscono, l’avvisavo che stavo per sborrare e mi sarei tolto, ma lei quasi implorandomi mi diceva, no sborrami dentro ti prego, ho finito il ciclo da due giorni e non c’e pericolo, e poi non me ne frega un cazzo, lo voglio sentire mentre mi riempi di sborra, dai continua che mi sento in paradiso, e poi non finisce qui, me lo devi far sentire dappertutto questa meraviglia, io iniziavo a sborrare un mare di seme, e Rosa agitava la testa come impazzita, sentivo che ne stavo facendo un mare di sperma, questa donna eccitava anche a me fuori del normale, poi quando anche l’ultima goccia l’avevo versata, mi sfilavo da lei e sdraiato accanto la carezzavo ansante e sudata, le sentivo i seni e giocavo con i capezzoli, poi messomi di fianco le carezzavo la fica, aveva veramente un bosco sopra a quelle labbra bellissime, poi scivolavo in mezzo alle labbra e le raggiungevo il culo, le poggiavo la punta del medio sul buchetto, e avvertivo lo sfintere che mi dava le contrazioni, lei allargava ancora di più le gambe e con un sorriso e un bacio mi diceva, lo vuoi? ci vorresti entrare dentro con questa meraviglia, diceva riprendendomi in mano il cazzo che ricominciava a dare vita, credi che sia una domanda da farsi le rispondevo, io voglio dartelo mi diceva, ma ho paura che mi fai male con quel mostro, con mio marito non sento che piacere, tu puoi fare altrettanto? prendevo della crema nel mobiletto vicino al letto e la facevo mettere a pecorina, prima lo leccavo, era splendido quel buchetto, poi lo ungevo bene con la crema, le infilavo dentro due dita e gli massaggiavo bene il retto, ne aggiungevo ancora e gli puntavo il cazzo sopra, appena spinto la cappella non forzava molto ad entrare, ma arrivato quasi a metà Rosa cominciava a lamentarsi, allarmato le dicevo ti faccio male? ma lei rispondeva, ma che male stupido dai, mi stai facendo morire, dai spingilo fino in fondo che già sono venuta una volta, io le entravo tutto e il grido che emetteva non lo scorderò più, ma era un grido di piacere, aveva iniziato a tremare per il piacere, e mi gridava in continuazione, dai infilamelo tutto dentro, dai inculami sempre più forte, sfondami il culo dai scopamelo che non ce la faccio più, le avevo messo una mano in mezzo alla fica e la sentivo che colava come una fontana, e poi aveva il grilletto così duro che come lo toccavo aveva i brividi e sborrava, io continuavo ad incularmela alla grande, ma quando stavo per sborrare la sentivo che ormai era sfinita, non mi rispondeva quasi più, la stavo inculando e lei reagiva poco, ma quando ho iniziato a eruttarle un altro mare di sperma nel retto, si riprendeva quel poco per farsi una nuova e ultima scolata dalla fica, e poi mi si afflosciava letteralmente fra le mani, la adagiavo delicatamente sul letto e andavo al bagno, avevo bisogno di una doccia per riprendermi dalle fatiche e emozioni appena provate, e quando ritornavo in camera, la trovavo distesa e sorridente che si gustava un caffè ormai freddo, mi sedevo vicino a lei e la baciavo teneramente sulle labbra, e lei mi disse, Stefano, questo nostro incontro non può finire con la riparazione della mia macchina, io che ti piaccio lo so, ma tu oltre che essere un bellissimo uomo, hai un attrezzo che fa morire chi lo prova, oggi mi sono scoperta infinitamente calda, non credevo di esserlo a tal punto, perciò se tu vuoi e senza avere complicazioni sentimentali, quando mi telefoni io vengo qui a gustarmi questa meraviglia, e poi dal momento che mi serve chi mi regge il gioco con mio marito, ho mia cognata, che penso il solo vedertelo ti chiede quanto vuoi per farmelo succhiare un po? ci siamo lasciati con la promessa di rivederci prima del fine settimana, e quanto a sua cognata ho pensato che, ma….. ma questa è un’altra storia.
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