Per festeggiare il compleanno di Sergio, un caro amico e compagno d’università, abbiamo deciso di andare tutti insieme in discoteca. Siamo quattro amici, due maschi e due femmine, che si incontrano tutti i giorni sul treno, mentre da Como andiamo a Milano all’università. Sono ormai tre anni che ci frequentiamo e, non essendo nate "turbative affettive" tra noi, riusciamo ad essere una compagnia ben affiatata e ci frequentiamo anche il sabato e, qualche volta, la domenica. Carlo, il mio ragazzo ormai da due anni, non gradisce molto questa complicità di gruppo da cui si sente escluso, ma io non intendo assolutamente rinunciarci ed ogni tanto lo lascio alle sue partite di calcio per passare una serata da single con i miei compagni di viaggio.Stasera quindi siamo partiti con la macchina di Sergio e siamo andati a Milano. I magnifici quattro: Sergio e Alberto, Silvia ed io, che mi chiamo Paola. Durante il viaggio abbiamo scherzato sugli accoppiamenti possibili tra di noi, sul perché non avrebbero funzionato, e tutti mi hanno preso in giro perché non ero mai stata in una discoteca. Alle 23.30 facevamo il nostro ingresso trionfale all’Holliwood. Per una come me, che preferisce le feste in casa o, al massimo, una serata al Motel Miami, il primo impatto è stato un vero e proprio choc!La sala è grande, abbastanza buia, con una musica assordante e decine di persone che si scalmanano ballando ritmi frenetici. Lungo le pareti diversi divanetti con coppie o gruppi d’amici che bevono e chiacchierano ridendo e scherzando. Alcuni limonano, altri fanno del petting spinto incuranti della gente intorno. Una spessa coltre di fumo evidenzia ancor di più i raggi laser multicolori che girano vorticosamente. Quasi senza accorgerci alziamo la voce, urlando, per poter sentire ciò che ci diciamo. Silvia ed io ci accomodiamo su un divano d’angolo mentre i nostri cavalieri vanno a prendere da bere. Ho chiesto una Coca, ma tornano con una bottiglia di Berlucchi ed una di grappa. Sergio sostiene che è un connubio speciale. Da provare! Invero mi ero immaginata qualcosa di diverso. Non saprei definire esattamente cosa, ma diverso. Non amo questi posti, mi sembra che siano stordenti e dispersivi, buoni forse solo per una serata trasgressiva. Dopo un’ora di facezie comincio a rendermi conto di quanto qualche ora trascorsa in un ambiente molto al di fuori della tua "normalità", aiutata poi da un po’ d’alcol, possa in realtà aprire le porte del tuo intimo ed allentare quei freni inibitori che anni d’educazione e condizionamenti culturali hanno sedimentato sulla tua personalità.Silvia e Sergio stanno parlando fitto tra di loro, escludendoci dalla loro conversazione, con uno sguardo dolce l’uno negli occhi dell’altra. Silvia e Sergio! Non l’avrei mai detto. Alberto mi sta raccontando dei suoi progetti di viaggio per quest’estate, vorrebbe andare in Grecia, ma il suo sguardo ogni tanto si posa, come per caso, su una ragazza bionda seduta proprio di fronte a lui. Avverto la sua distrazione nei miei confronti e mi sento a disagio. L’alcol, il fumo, il ritmo sincopato di questa musica assordante ti penetrano e si mescolano nel tuo cervello con effetti imprevisti ed imprevedibili. Sono gir stanca. E’ quasi l’una ormai e vorrei andare a casa, vorrei essere tra le braccia di Carlo. Sergio e Silvia si stanno baciando senza ritegno. Vedo le loro lingue intrecciarsi, le loro labbra unirsi e staccarsi per poi unirsi nuovamente. Alberto si è adagiato sul divano e non fa più neppure finta di intrattenermi: i suoi occhi sono ormai fissi sulla bionda di fronte, che mi sembra ricambi l’attenzione. Mi gira un po’ la testa. Sento caldo, molto caldo. Mi adagio anche io contro lo schienale del divano, cercando di astrarmi dalla situazione e dall’ambiente. Indosso un abito lungo rosso di maglia con tanti bottoni sul davanti, alcuni dei quali sbottonati; ne libero altri due in alto per far respirare il petto accaldato, due in basso ed accavallo le gambe mostrando parte della coscia inguainata in una calza anch’essa rossa. Mi sento a mio agio ora, sto bene con me stessa e, mentre Alberto proprio non mi fila, mi guardo in giro con curiosità.Il locale è ormai pieno. Gente di tutte le età e condizioni sociali. Dagli abiti, dai comportamenti provo, come in un gioco, ad immaginarmi le loro professioni, cosa facciano nella vita. Identifico un presunto manager con la sua segretaria, un animatore di villaggi turistici, un operaio, una puttana. Poi però mi fermo, pensando che anche io appaio cose diversa da come sono in realtà, per cui il manager potrebbe essere un operaio, la puttana una timorata segretaria, e cose via. E’ l’ambiente nel suo insieme che ti trasforma! Quasi fosse un porto franco in cui ciascuno può interpretare un personaggio a scelta, prima di ricalarsi nella propria realtà.Questa considerazione mi turba. Ho ventidue anni ed ho sempre vissuto secondo schemi prefissati: la famiglia, gli amici, gli studi, Carlo. Penso a Carlo e mi rendo conto, come in una illuminazione improvvisa, di quanto piatta sia la nostra relazione. Mai nulla di veramente innovativo, mai una trasgressione, neppure minima. Anche il fare l’amore con lui, che pure mi è sempre piaciuto, ora mi sembra monotono, sempre uguale a se stesso, quasi neanche più un piacere. E’ vero, qualche volta ho desiderato, al massimo dell’eccitazione, di proporgli qualcosa di diverso, magari da vivere solo nella nostra fantasia, ma non ho mai trovato il coraggio di parlarne. Ora mi rendo conto di quanto in realtà io sia frustrata in fatto di sesso. Qualche volta mi capita di masturbarmi e, se riesco a vincere il senso di colpa, immagino, per esempio, di fare l’amore con un suo amico, mentre lui guarda e si masturba. Ricordo una volta che, un istante prima di venire, mentre mi chiavava furiosamente interessandosi più al suo piacere che al mio, per un istante ho avuto davanti agli occhi l’immagine di una ragazza che si masturbava per me, solo per me, oscenamente esposta. Quell’immagine durò pochi istanti, ma mi procurò un orgasmo violento, contemporaneo a quello di Carlo che, orgoglioso e tronfio, accreditò il fatto alla sua abilità di amante.Oggi voglio lasciarmi andare, penso. Voglio approfittare di questa occasione per provare a leggermi dentro, senza inibizioni: voglio cercare di conoscere la mia vera intimità, senza giudicarla con il metro dell’educazione ricevuta, e senza stupirmene.Sergio e Silvia non sono più seduti al mio fianco. Li cerco tra la gente che affolla la pista e, non vedendoli, li immagino chiusi in un cesso a chiavare. E’ solo una mia supposizione, ma questo pensiero mi eccita. Alberto sta finalmente ballando con la bionda. Quante cose sono successe senza che me n’accorgessi mentre navigavo tra i miei pensieri! Bevo una lunga sorsata di Berlucchi, ben sapendo che è una di troppo, e vado anch’io, da sola, sulla pista.Sono un’altra persona. Quel ritmo frenetico mi pulsa nel cervello scendendo come una scarica elettrica lungo tutto il mio corpo. Mi scopro a ballare con movenze sensuali, mai provate né approvate prima. Con gli occhi socchiusi mi muovo sinuosa nell’abito di maglia che fascia le mie forme evidenziandole; una sorta di lenta, strisciante eccitazione si sta impadronendo del mio corpo, come se non lo controllassi più, come se non dipendesse da me. Il tessuto sfrega contro i miei capezzoli inturgidendoli. Ho un seno piccolo, ma sodo e ben proporzionato, non indosso quasi mai il reggiseno ed ora i miei capezzoli si notano distintamente contro il tessuto rosso e la cosa, anziché farmi arrossire, mi inorgoglisce. Alcuni movimenti aprono il vestito scoprendo le cosce rosee e carnose appena sopra l’elastico delle autoreggenti. Mi sono dimenticata di riallacciare i bottoni prima di alzarmi, in un impeto ti tolleranza mi dico che stasera va bene cose. Non c’è un solo istante di tregua nella musica, appena finito un brano se ne sovrappone il ritmo ossessivo di un altro del tutto simile. Mi lascio andare sempre di più, ben conscia che sarà solo una parentesi nella mia vita, e proprio per questo decisa ormai a viverla intensamente. Domani indosserò di nuovo la maschera della studentessa modello e della fidanzata irreprensibile, quella che tutti i genitori vorrebbero, e forse rimuoverò questa serata dalla mia mente. Anzi, non forse, certamente. Ma stasera …"Ciao! sola?", sento una voce dietro le mie spalle.Mi giro e vedo una ragazza sui vent’anni, carina, che mi sorride. Anche lei è in pista da sola, mi sembra. Indossa una corta minigonna di pelle scamosciata ed una camicetta di seta ampiamente aperta, sotto la quale si intravede un bel seno pieno, sodo, di cui va senz’altro fiera al punto di mostrarlo con ostentazione. Si muove sinuosa seguendo perfettamente il ritmo della musica, guardandomi fissa negli occhi. Le sorrido."Ciao … sono qui con alcuni amici, ma non li trovo più in questa bolgia" dico, mentre continuo a ballare, questa volta girata, ben di fronte a lei."Mi chiamo Ilaria, è la prima volta che vieni qui?""Se, … si nota cose tanto?" e subito mi pento di aver pronunciato quelle parole."No … no, non si nota nulla" risponde, "solo … intuito".La guardo con attenzione e curiosità, cercando di non farmi notare, quasi volessi un modello da imitare per la mia serata trasgressiva. E’ molto sicura di sé. Si muove con scioltezza, come fosse abituata. Lunghi capelli biondi le incorniciano il viso, leggermente attaccati alle tempie dal sudore. Il trucco non è pesante né volgare, e mette in risalto gli occhi verdi, profondi. Il sorriso mostra una chiostra bianca di denti perfetti. Le labbra sono tumide, appena marcate da un rossetto rosa. Un girocollo di cuoio si staglia contro la pelle rosea del collo. La camicetta, generosamente aperta, scopre ampiamente i seni, fin quasi ai capezzoli, che però non vedo. Mi scopro a guardarla con insistita curiosità. La gonna è veramente mini e scopre una ampia porzione di cosce sode, ben fatte. La musica continua martellante."Se è per questo" le dico "è la prima volta che vado in un locale del genere, non solo qui" e di nuovo mi pento della mia frase, da timida imbranata: che mi sta succedendo?"Davvero?" sembra stupirsi "mai stata in una discoteca? Non hai il ragazzo? Non andate mai a ballare?" In altra occasione avrei trovato le sue domande inopportune, ma mi scopro insolitamente tollerante. "Se, ho il ragazzo, da due anni, ma non andiamo mai a ballare, preferiamo fare altro"."Ah se? … e che fate di bello?" La sua naturalezza è disarmante. Io non mi permetterei mai di fare queste domande ad una sconosciuta, ma avverto che forse la semplicità, a volte, ti fa stare meglio. Continuiamo a ballare l’una di fronte all’altra, come fosse, anche per me, la cosa più naturale."Beh … andiamo al cinema, o in pub con gli amici, o a casa di qualcuno, … a volte andiamo a Lugano o sul lago o in montagna … insomma, cose cose", vorrei aggiungere che spesso andiamo al Motel, se non abbiamo una casa libera, ma non mi escono le parole dalla bocca, qualcosa ancora mi frena."E scopate spesso?" chiede con la semplicità di chi ti chiede una informazione stradale. Mi accorgo di non prendermela, e me ne stupisco piacevolmente. Sta diventando come un gioco, una sfida a me stessa, certo favorita dall’alcol. Continuo a muovermi sinuosamente davanti a lei e decido di mettermi alla prova: dopo tutto non la vedrò mai più!"Beh … si, abbastanza … se non abbiamo una casa a disposizione andiamo spesso al Motel" rispondo con serafica tranquillità, come dandole l’indicazione stradale richiesta. Brava Paola! Ci riesci! Vai che sei forte, mi complimento con me stessa."E ti piace? Godi sempre? Non fingi mai l’orgasmo con lui?" la sua tranquillità sull’argomento ha del disarmante, sta forzando sempre più le cose. Di nuovo mi sento spiazzata. Mi scopro a pensare che forse ha ragione lei: perché non riesco a parlare di sesso con serenità? Perché lo vivo cose nascostamente? Mi stupisco io stessa della risposta che mi esce dalle labbra e, soprattutto, del tono, sereno e sicuro, che uso."Beh … non sempre mi piace. Sai com’è … a volte lui è un po’ egoista …"."Come tutti gli uomini" mi dice con tono complice, "in quei momenti anche l’uomo più dolce ed innamorato diventa egoista e pensa solo a sé stesso".Stimolata da questa considerazione mi soffermo a pensare quando è stata l’ultima volta che Carlo si è dedicato con passione solo al mio piacere, ma non riesco a ricordarlo. E’ vero! Se ci penso bene non ricordo un solo orgasmo tutto e solo dedicato a me da Carlo. Non so cosa dirle ora. Altre persone ci vengono addosso, ci urtano. Ilaria si avvicina a me e mi sussurra in un orecchio: "Vieni, andiamo a sederci", prende la mia mano, si gira e mi conduce al suo posto. Non noto ragazzi o qualcosa che denoti la loro presenza. Sul basso tavolino un bicchiere di whisky in cui il ghiaccio si è ormai sciolto. Mi accomodo e lei si siede attaccata al mio fianco, gambe contro gambe, certo per poter parlare tranquillamente senza dover alzare troppo la voce."Sei venuta sola?" le chiedo con indifferenza."Se, la mia ragazza stasera non poteva".Per un attimo temo di non aver capito bene. Ha pronunciato quelle parole con una tranquillità …! Questa ragazza è nata per spiazzarmi! Non so come comportarmi. E’ la prima volta che mi trovo di fronte ad una lesbica dichiarata e, sembra, felice di esserlo, nonché indifferente all’eventuale giudizio degli altri. Cerco rapidamente una frase che non faccia trasparire la mia sorpresa, ma non trovo le parole, ed i secondi trascorrono con il peso dei macigni."Ti ho stupita? La cosa ti da fastidio?" ed il suo sorriso diventa, se possibile, ancora più bello e dolce."No … no, fastidio no, assolutamente … forse un po’ stupita … sai … è la prima volta che conosco una ragazza …." Mi fermo e non riesco a pronunciare quella parola. Mi sforzo ma proprio non ci riesco."Lesbica? Mai conosciuta una ragazza lesbica? Siamo come voi etero, sai. Uguali in tutto solo che ci amiamo tra noi, e ti assicuro che è bellissimo. … non hai mai provato?""No, non mi è mai capitato …""E … se ti capitasse lo faresti senza problemi?""Ma io non sono lesbica. Mi piace scopare con Carlo" rispondo piccata.Non mi piace la piega che sta prendendo la conversazione, eppure mi intriga. Vorrei alzarmi ed andarmene, ma una forza esterna (o interna?) mi tiene incollata al divanetto. Ora il viso di Ilaria è a una spanna dal mio. Sorride sempre. E’ girata verso di me e, essendo leggermente piegata in avanti, la camicetta si apre un po’ permettendomi di vedere le sue areole appena più scure del seno, piccole, sormontate da un capezzolo roseo e carnoso, turgido. Il mio sguardo è come calamitato da quel chiodo di carne, e lei non può fare a meno di notarlo."Che tu non sia lesbica non lo so, quello che so è che ti piacerebbe provare ….".La sua voce mi scuote; è cose vicina che sento il suo alito caldo contro le mie guance. Arrossisco in un istante, nonostante tutti gli sforzi per non farlo. Alzo lo sguardo dal suo seno e mi perdo nel verde profondo e rassicurante dei suoi occhi. Tre. Cinque. Dieci secondi, poi non riesco a sostenere il suo sguardo dolce. Mi scuoto e, per fare qualcosa che mi tolga dall’imbarazzo, prendo il suo bicchiere di whisky."Posso?""Certo. Lasciane un poco anche a me".Il suo sorriso è rassicurante, dolce. Ci guardiamo negli occhi mentre accosto il bicchiere alle labbra e bevo, forse più della metà. Le sorrido passandole il bicchiere e lei fa una cosa che mi coglie di sorpresa, facendomi provare un lungo brivido, spiazzandomi nuovamente, per l’ennesima volta in pochi minuti: lecca l’orlo del bicchiere dove ho posato le mie labbra. Lo lecca in modo sensuale, trasmettendo un chiaro messaggio, poi beve tutto in un fiato il liquore rimasto. Non so cosa dire o cosa fare. Posso solo riconoscere con me stessa che questa esperienza mi sta davvero eccitando e decido, in un istante, di volerla vivere sino in fondo."Mmmm … sai di buono!" dice appoggiando il bicchiere ormai vuoto e, senza darmi il tempo per rendermene conto, appoggia la sua testa sulla mia spalla. I capelli biondi contrastano con il rosso del mio vestito. Mi sento rigida, controllata, eppure felice: forse lo volevo, lo desideravo sin dal primo istante in cui l’ho vista sulla pista. Sento infine la rigidità abbandonarmi, le membra si rilassano ed ora posso godere del suo calore, del dolce peso sulla mia spalla, della coscia soda che preme volutamente contro la mia. Mi rendo conto che i capezzoli mi si stanno inturgidendo, proprio sotto i suoi occhi, a pochi centimetri di distanza dal suo viso."Hai mai fatto l’amore con una donna?" chiede."Te l’ho detto che non sono lesbica …" sento rispondere la mia voce, ma non è più cose sicura, trema e tradisce la profonda emozione che mi sta prendendo."Non lo hai mai neppure pensato? Immaginato?"In un attimo mi torna in mente quella immagine di donna che si masturba che ho avuto durante l’orgasmo con Carlo."Forse … una volta … l’ho immaginato …" e la mia voce ora denuncia la resa completa, incondizionata."E cosa immaginavi …?" la sua mano è sulla mia coscia, sfiora le calze, dolcemente, trasformando ogni lieve tocco in una scossa, "immaginavi di spogliarla? … di baciarla? … di toccarla, di sfiorare tutto il suo corpo? … di leccarla?" ogni parola, sussurrata dentro il mio orecchio, è una stilettata per me, mentre la sua mano risale lentamente la mia gamba."Una volta … mentre Carlo mi chiavava con furia, ho immaginato una ragazza che si stava masturbando davanti a me … per me … ed ho raggiunto un orgasmo …. dirompente …" ora la mia voce è di nuovo tranquilla, direi sensuale, mentre allargo impercettibilmente le gambe per permetterle di risalire di più."Ah … situazione eccitantissima…" sussurra, mentre risale lentamente sulle mie calze ed ha quasi raggiunto l’elastico … e poi … poi troverà solo la carne … "ti piace? … ti piace quello che ti faccio? Senti le mie dita? Chiudi gli occhi. Chiudi gli occhi e rilassati. Lasciati andare. Dai ascolto alle tue corde più intime. Rilassati".La testa sempre dolcemente appoggiata sulla mia spalla, la mano mi accarezza con maestria, indifferente alla gente che ci circonda, sfiorando la carne bollente delle mie cosce. Chiudo gli occhi e affondo in un mare di sensazioni contrastanti tra le quali primeggia il piacere. Spero che risalga ancora di più, ne sento impellente il bisogno, ed allargo le gambe in una posa quasi oscena. Ma Ilaria è maestra di piacere e resta con le dita sulla carne tenera dell’interno coscia, cullandomi con la sua voce calda ed eccitante, che nel mio cervello ha ormai sovrastato la musica assordante. Sento solo lei: Ilaria."Lo sento che ti piace. Il tuo corpo vibra. La tua pelle scotta. Il tuo respiro si fa ansimante. I tuoi capezzoli sembrano voler bucare la maglia, trovare ulteriore spazio per potersi meglio indurire ed allungare. Scommetto che ti stai bagnando. Che la figa ti sta pulsando, che sta colando i suoi umori di miele. E’ vero? Dimmi se è vero …"."Siiii ….", sussurro roca, "è vero … prova a sentire tu stessa … prova … senti come sono bagnata …".Ma la sua mano non si sposta di un centimetro. Questa dolce tortura mi sta portando al parossismo. Ho dimenticato gli amici, la gente, il fumo, il rumore, vedo solo un mare mosso, che infrange le sue onde sugli scogli con flutti violenti e spumeggianti, e mi risuona nel cervello la sua voce, sempre più calda e sensuale."No, devi imparare ad assaporare le sensazioni nella loro completezza. Devi assaporarne ogni istante. Devi sentirti salire … e salire … e salire … sino alla vertigine. Ascolta il tuo corpo, le sue vibrazioni. Impara a conoscerti, a volerti bene. Ecco. Una mia parola risuona mille volte come in una eco. Il tocco lieve della mia mano catalizza centinaia di reazioni che avverti nei seni, sui capezzoli, sotto le ascelle, dietro al collo, dentro la figa, intorno all’ano che pulsa, nel clitoride che sembra esplodere … ecco, assapora queste sensazioni una ad una … vivile intensamente … questa è la voglia … la voglia … il desiderio che cresce … cresce … lo senti?"Ha ragione Ilaria.Se mi soffermo su ogni piccola, singola sensazione che provo mi manca il respiro. Quando poi le vivo tutte insieme, come tanti strumenti di una orchestra, diventano quasi insopportabili. Ed è vero. Il piacere cresce … cresce … cresce e sembra non aver mai fine. Non ho mai provato queste emozioni. Mai. Neppure nelle mie migliori masturbazioni. Ma ora non resisto. Non resisto più. Sto per scoppiare, urlare, gridare, piangere. La mia voce si fa supplichevole, come quella di un bambino."Ti prego … ti prego … Ilaria … ti prego …".Ilaria si alza. Mi prende per mano. La seguo come un automa senza più una volontà propria. La seguirei anche se mi sdraiasse nuda sulla pista per mostrarmi a tutti. Fendiamo la folla. Lei è decisa, sicura di sé. La sua mano calda stringe forte la mia. Sudo. Non vedo quasi nulla. La seguo e basta. Quando ci fermiamo, finalmente, mi accorgo che siamo in un bagno abbastanza grande, e lei chiude la porta alle sue spalle. Per un attimo, un solo istante, mi chiedo cosa ci faccio le: la risposta mi viene dalla figa che pulsa sin quasi a scoppiare.Mi abbraccia. La stringo a me. Sento il suo corpo morbido e flessuoso. Le sue labbra si accostano alle mie. Le sento bollenti. Si socchiudono. Apro la bocca come per poter respirare dopo una lunga immersione e la sua lingua mi penetra. Gioca con la mia. La spinge indietro e la risucchia. La morde e la lambisce. Le nostre salive si mescolano, lecco la chiostra dei suoi denti mentre lei mi bacia con maggior passione. Non ho mai dato o ricevuto un bacio cose. Il mio corpo vibra in continuazione. Non riesco a fermarlo, non voglio fermarlo!. Dopo un tempo lunghissimo Ilaria si stacca da me. Si appoggia con la schiena alla porta alle sue spalle e mi fissa con desiderio. Il suo sguardo percorre ogni centimetro del mio corpo, lo sento come una carezza calda. Con estrema lentezza, quasi al rallentatore, le sue dita mi sbottonano l’abito, godendo di ogni centimetro di pelle che vede la luce. Apre il vestito. Sotto sono nuda. Indosso solo calze e slip. Con movimenti delicati mi toglie l’abito, si gira, lo appende con cura al gancio apposito sulla porta. Resto nuda ed immobile, tremante. Non abbiamo detto ancora una parola. Non servono. Si gira ancora verso di me e, guardandomi fissa negli occhi, si sbottona la camicetta. La leva. I suoi seni esplodono in tutto il loro rigoglioso splendore, leggermente chiazzati dal rosso dell’eccitazione. Si leva la mini. Resta anche lei in calze e slip. E’ stupenda. I lunghi capelli biondi, i seni sodi, i capezzoli eretti, la pancia liscia e piatta, il pube prominente appena velato dallo slip che contorna la sporgenza delle labbra gonfie. Sono estasiata.Si avvicina a me. Mi solleva le braccia sopra la testa e mi lecca la parte interna del braccio. La sua lingua lascia una scia di saliva infuocata. Risale sino alle ascelle, morbide, tenere, offerte, sudate. Le lappa con piacere, suggendone l’umido afrore e trasmettendomi scosse di piacere. Ora mi bacia l’orecchio. Lo succhia, lo mordicchia, lo lecca, infila la lingua sino al timpano. E’ troppo. E’ troppo per me.Mi sussurra nell’orecchio, con la voce resa roca dal piacere "Vuoi che mi masturbi per te? Come nella tua fantasia, mentre il tuo uomo ti scopava? Vuoi che mi apra la figa davanti a te, che lecchi la mia stessa sborra, che mi sditalini per te?".Ogni parola è una stilettata. La sua voce mi sta facendo salire … salire …. salire. Le gambe non mi reggono. Le piego leggermente appoggiandomi al muro e facendo cose rientrare il cavallo dello slip tra le labbra infuocate. Un’altra serie di stilettate mi colpisce a morte mentre sento la mia voce sussurrare: "Si … oh si … ti prego … ti prego … fallo per me … davanti a me … per me sola … ti prego …".Con delicatezza mi spinge sino a farmi sedere sulla tazza. Ora è proprio davanti a me. I suoi slip sono ad altezza giusta del mio sguardo. Noto una piccola macchia di umido che va espandendosi e subito i miei capezzoli vengono attraversati da una scossa.Ilaria chiude gli occhi e comincia ad accarezzarsi il corpo con voluttà. Le sue mani lo percorrono più volte. Si palpa i seni, deformandoli. Li stringe, li soppesa. Si accarezza i fianchi, la pancia, le cosce. E’ uno spettacolo sublime. L’immagine del piacere. Il suo corpo è scosso da brividi, ricoperto di pelle d’oca. Adoro quel corpo! Mentre le sue mani esplorano senza sosta ogni centimetro della sua pelle, sempre con gli occhi chiusi, comincia a parlare con voce suadente, calda, con un flebile sussurro:"Devi imparare a conoscere il tuo corpo, … ogni anfratto, … ogni avvallamento, … ogni curva, ogni sporgenza, ogni rientranza, … devi farti una mappa mentale dei punti più sensibili, quelli sensibili solo allo sfioramento e quelli che richiedono maggior pressione, … non possono, non devono esistere segreti per te, … è come con il cibo, sai quello che ti piace tanto, quello che preferisci su tutti, quello che ti lascia indifferente, quello che non ti piace e quello che non mangeresti mai. Ogni più piccola parte del tuo corpo è come un piatto diverso, impara a farti da sola il tuo menu. Cose avrai un menu adatto a tutti i giorni, uno per la domenica, uno per una festa di compleanno, ed uno per un banchetto da grande cerimonia …".Sono rapita dalla dolce sensualità delle sue parole e dei suoi gesti. Ilaria si assesta meglio contro la porta e piega leggermente le gambe, aprendole. Le sue mani percorrono lievi la sua pelle, in un movimento ora leggero ora più marcato, incessante. Con un sospiro ed un gemito mi siedo meglio sul copritazza allargando le gambe e comincio a sfiorarmi la figa sopra le mutandine: anche le mie presentano ormai una macchia umida che va espandendosi."No … non farlo!" mi intima Ilaria con dolce fermezza, avendo visto attraverso gli occhi socchiusi la mia manovra, "non farlo … mai toccarsi subito cose direttamente … sfiora tutto il tuo corpo … cerca di astrarti dall’ambiente e dalla situazione, … resta sola con te stessa … tu sei la migliore compagnia, ascolta i messaggi che ti manda il tuo corpo, decodificali, rispondi ad essi. Impara a sentire la marea che cresce dentro di te. Lasciati cullare e guidare dall’orchestra delle tue emozioni. Prima sentirai un solo strumento, poi due … tre … ai violini si accoderanno le viole, i contrabbassi, i clarinetti, gli oboi, poi sentirai le trombe, i tromboni, il martellio ossessivo dei timpani ed infine i piatti! Suoneranno per te una musica in crescendo, sino all’esplosione del pieno orchestrale …".E’ vero! Dio come è vero! Socchiudo gli occhi, per non privarmi della visione del suo corpo, ed ascolto ogni nota che emette il mio. Le mie mani passano leggere sul viso, il collo, le spalle, le braccia … ecco, le ascelle sono più sensibili … emettono una nota più grave, che mi fa vibrare …, i seni … si … uno struggente assolo di violino, i capezzoli … turgidi … li trastullo tra il pollice e l’indice … subentrano l’oboe ed il clarinetto, le cui vibrazioni rimbalzano sino al clitoride, … la pancia … i fianchi … le cosce … e si aggiungono tutti i fiati … dio! Com’è vero! Non ho mai provato sensazioni cose profondamente mie! Avverto una sintonia perfetta tra corpo e mente, tra spirito e carne! Mi sfugge dalle labbra un lungo gemito, come la voce del soprano quando copre sapientemente l’orchestra, pur lasciandola sentire in sottofondo."Ecco … cose … brava …" riprende Ilaria, la cui voce ora sembra più roca, più profonda e spezzettata dai respiri sempre più frequenti, il suo corpo comincia a tremare dandomi una immagine di soave lussuria, "cose … vivi intensamente le tue sensazioni! … E’ come quando fai un viaggio in aereo in una giornata piovosa … prima è tutto grigio intorno a te … umido … triste … poi, al decollo provi una strana emozione … avverti l’aereo che sale … la pioggia bagna l’oblò … la terra si allontana … sempre di più … le case, le auto, le persone non le distingui più … l’aereo sale … sale … ad un certo punto entra nella coltre di nuvole … non vedi più nulla … solo nebbia, e grigiore, sei come persa, la tensione è al massimo … l’adrenalina è a mille … e l’aereo sale … sale, fino a che in un istante, con un’esplosione di sensazioni e vibrazioni, perdi per un istante conoscenza e sbuchi al di sopra delle nuvole, … dove il cielo è di un blu mai visto … il sole splende brillante … la coltre bianca sotto di te sembra un immenso batuffolo di cotone, … il cuore ti si spalanca e bevi questa beatitudine … e l’aereo sale … sale … sale sino a che si pone orizzontale e continua il suo volo dandoti l’impressione che sia fermo … il Nirvana!"Non posso, non posso più resistere. Ho vissuto le sue parole come la descrizione di un orgasmo mai provato. Sento calde lacrime che mi solcano le gote. Non riesco a staccare gli occhi dallo stupendo corpo di Ilaria che ha cominciato a vibrare in continuo, con spasmi sempre maggiori. Finalmente anche lei sta cedendo! Le sue mani abbassano gli slip lentamente, fino alle ginocchia che allarga tendendole in uno spettacolo sublime ed osceno. La sua figa è ora nuda proprio davanti ai miei occhi. E’ una bionda naturale. Le labbra della figa sono gonfie di sangue, leggermente discoste, di un rosso carico. La commessura superiore evidenzia il clitoride eretto, già scappucciato; dalla commessura inferiore vedo colare in grosse e lente gocce il succo biancastro del piacere. Ilaria allarga dolcemente le labbra ed infila un dito profondamente, mentre il pollice sfrega il clitoride. Sono rapita da questo spettacolo, mentre mi sfioro i capezzoli lentamente, facendo in modo che le sensazioni che mi sta dando il mio corpo non siano superiori a quelle, violentissime, che mi sta dando la vista."Ecco … amore … ci sono quasi … gua .. guardami venire … lo faccio anche per te … ci sono … ci sono … ci sono!!!!!!!" il suo corpo è scosso da un unico, lungo fremito, si inarca staccando la schiena dalla porta e sollevandosi sulla punta dei piedi, le gambe non riescono a reggere e vibrano violentemente mentre spinge in avanti il bacino con sussulti sempre più frequenti, le sue dita entrano ed escono dalla figa ormai fradicia, ed ogni volta che escono trascinano all’esterno fiotti di liquido che cola per terra, vedo la rosetta dell’ano che pulsa aprendosi rosea mentre la sua voce scandisce i tempi dell’orgasmo per me, " sale … sale … sta arrivando … eccolo … ec..eccolo … arriva … lo sento … amore … amore … di più … di più … di più … si … siii … siiiiiiii …. …. …. Ahhhgghhhhh ….. eccomi … vengoooooo …. Siiiiiiii ….. vengooooo …. Guardami venire …. Siiiiiiii … tutto ….. ancora …. Tutto ….. godoooooooo ….. vengooooooooo … muoiooooooooo …ahhhhggggghhhh ……"Spettacolo sublime. Mistero dell’amore. Il corpo di Ilaria si è spinto quasi contro il mio viso, resto attonita a rimirare quella figa spalancata che si chiude lentamente, espellendo centilitri di sborra. Nell’istante dell’esplosione il suo buco del culo si è spalancato in un estremo gesto di offerta emettendo i rumori dell’amore e del sesso, l’orgasmo è stato talmente violento e totale che l’uretra ha rilasciato un getto d’orina che mi ha colpito in piena faccia. Ora i muscoli si stanno lentamente rilassando, i fremiti diminuiscono d’intensità, la pelle è ricoperta di chiazze rosse, un rivolo di saliva le cola dall’angolo sinistro della bocca scivolando sul collo fino al seno. Il respiro riacquista la frequenza normale. Il sudore imperla la sua fronte e gocciola copioso dalle ascelle lungo i fianchi. Dio! Che spettacolo. Per lunghi istanti Ilaria resta in silenzio ad occhi chiusi ed io, eccitata al massimo, rimiro il suo corpo sudato.Ora le mie mani riprendono il viaggio esplorativo sul mio corpo. Grosse gocce di sudore imperlano la mia pelle. Ilaria, ripresasi dal suo orgasmo, sembra ora volersi dedicare completamente a me."Dai piccola, amore mio, hai visto come può essere bello, completo, totalizzante …" e nel parlare si è inginocchiata, nuda, davanti a me, e con la lingua lecca il sudore dalla mia fronte facendomi provare, solo per l’intima complicità di questo gesto, fremiti di piacere, "ora godi tu … ora è il tuo turno … la dolce Ilaria è tutta per te, solo per te. Dimmi come vuoi godere … confidami le tue fantasie più segrete, scruta negli accessi più reconditi della tua mente, apriti …" e mentre le sue parole fluiscono nel mio cervello come un ruscello di miele, le sue mani percorrono le mie gambe, risalendo sino alle cosce bollenti. Io tengo gli occhi chiusi, cercando di miscelare con arte gli stimoli tattili con quelli uditivi, completamente abbandonata."Vuoi godere da sola" riprende la mia guida "masturbandoti o vuoi che lo faccia io? Vuoi vedere il mio corpo, una qualche sua parte, vuoi toccarlo, leccarlo, … o vuoi che ti tocchi, che ti lecchi io … dimmi, dolce fiore mio, … dimmi"."Tutto … ti prego, tutto …" riuscii appena a sussurrare quasi per non interrompere la magia di quel momento, "voglio provare tutto … con te … guardare il tuo corpo … toccarlo … oh dio! Cosa sto dicendo!""Si, dolce lesbica, ecco … mi apro per te … guarda …" e cose dicendo riportò la sua figa davanti ai miei occhi, spalancandola, mostrando gli umori copiosi che ancora ne gocciolavano, "ti faccio vedere il corpo di una donna, sentirai il piacere crescere sino a quando sarò insopportabile, ed allora … solo allora …" io mi perdevo in quelle labbra rosse, anelavo quel clitoride gonfio, infiammato, mentre Ilaria, sorprendendomi, si girò mostrandomi il culo sodo. Si piegò chinandosi davanti ai miei occhi, portando le due mani sulle chiappe che sculacciò una, due, tre volte con un secco schiocco che mi fece sussultare e lasciò i segni rossi delle dita sulle chiappe rosee. Si accarezzò il culo per qualche secondo, sensuale, poi cominciò ad allargare le chiappe sempre più, lentamente, mostrando il secondo centro del piacere. Il mio sguardo discese lentamente dalla sua spina dorsale, con le due fossette, una per lato, scese verso le chiappe sferiche, piene e sode, verso l’interno, una rossa valle sudata al cui centro troneggiava il buco del culo."Ecco, mi apro il culo per te … guardalo … annusalo … godilo … vedi il mio dito … vedi come entra … in profondità … sapessi che piacere mi da il sapere che mi guardi … che ti ecciti … guarda …"."Siiii … ti prego …. voglio venire …. voglio venire …. ci sono quasi … leccami … ti prego … leccami la figa …." Mi stupii io stessa di queste parole, ma volevo sentire la sua lingua sul clitoride, volevo godere cose! Ilaria si inginocchiò di nuovo davanti a me e apre lentamente le labbra della mia figa che continuava a colare umori. Chiusi gli occhi ed attesi, gir al culmine del piacere, la scossa finale."Vuoi che ti lecchi, amore?""Oh si, si, leccami la figa … ti prego … ti supplico … non resisto più …""Lesbica! Devi chiederlo, devi dire che sei una lesbica e che vuoi che ti lecchi, implorami!" intanto sentivo le sue dita massaggiare le labbra della figa spalancata evitando accuratamente il clitoride.La mia resistenza era ormai al limite, la razionalità ormai del tutto scomparsa e sostituita dall’istinto, che mi suggeriva di implorarla per porre finalmente termine a quel supplizio."Sono una lesbica!" gridai roca ed ansimante "sono la tua lesbica e t’imploro di leccarmi, di leccarmi la figa, di farmi venire, di farmi godere come una porca lesbica, di farmi sborrare come una lesbica troia, … ti imploro … ti prego …. Fallo!"Il sentire la mia stessa voce pronunciare queste parole fece vibrare il mio corpo, lo fece sussultare mentre, sempre ad occhi chiusi, salivo … salivo … salivo ed aspettavo. L’oscenità della situazione, nuda in un cesso, con una donna nuda anch’ella, esposta, aperta, in attesa della sua lingua sulla mia parte più intima, mi portava verso vette inesplorate. E salivo … salivo … salivo.Ad un certo punto successe. In un secondo. In un flash. Proprio come l’aereo che, d’un tratto, sbuca al di sopra delle nuvole in una uggiosa giornata d’autunno.Avvertii un suo dito penetrarmi profondamente nel culo e, contemporaneamente la sua lingua sul clitoride. Esplosi, inarcando il mio corpo come a forzare maggiormente quel contatto. Esplosi sotto l’azione congiunta del suo dito e della sua lingua. Esplosi in convulsi ed incontrollati movimenti del corpo che ebbero l’effetto di spostarmi repentinamente in avanti ed indietro, dalla sua lingua al suo dito, dal dito alla lingua, in un susseguirsi di sensazioni da brivido. Sentii il liquido fluire copioso dal mio spacco mentre Ilaria lo suggeva golosa e mentre in uno schermo immaginario nella mia mente si susseguivano immagini di fuochi d’artificio intercalate con le verdi e quiete vallate d’Irlanda.Esplosi senza alcun ritegno, mugolando ed ansimando, gridando tutto il mio piacere mentalmente, come si fa quando si vuol scaricare una forte tensione ma le condizioni non permettono di urlare.Esplosi aggrappandomi alla sua testa, tirando i suoi fili d’oro e comprimendola verso il mio vulcano in eruzione, come per accertarmi che non se ne andasse più da le. Esplosi come l’Inno alla Gioia della Nona Sinfonia, con un tripudio orchestrale che coinvolgeva la testa che si scuoteva da un lato all’altro, i seni che s’impennavano tronfi ed aumentavano il loro volume, i capezzoli che sembravano voler arrivare al soffitto per penetrarlo e proseguire oltre, il bacino che eseguiva la vecchia, ancestrale danza ritmata dell’amore, persino i piedi le cui dita si tendevano dentro le scarpe. Ogni fibra, ogni cellula del mio corpo visse il primo, vero, completo orgasmo della sua vita.Poi la quiete. Il sipario stava lentamente calando nascondendo sempre più alla vista la scena dell’azione. Poi la quiete. Il totale, completo abbandono, le braccia lungo il corpo, la testa che sembra indipendente dal collo, come nei poppanti che, terminato il pasto e fatto il ruttino crollano inanimati in un sonno ristoratore abbandonati sul petto materno.Ilaria era stata la mia mamma. Mi aveva insegnato a camminare. Mi aveva indicato la via. Mio angelo e mentore. Ed ora anche lei, spossata, giaceva nuda per terra in quel cesso per donne, il capo reclinato sulle mie cosce, totalmente immersa in quell’intimità che coinvolge sudore, odori, liquidi vaginali, saliva e lacrime, e che solo il vero amore ci permette di apprezzare, e desiderare.Grazie Amore.Grazie di tutto. So che non ti rivedrò mai più, forse non leggerai mai neppure queste righe, ma la tua anima, la tua stessa più intima essenza è ormai impressa a fuoco dentro di me e stanotte a Como rientrerà un’altra Paola. Grazie.
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