Passarono alcuni minuti nei quali comprai un cornetto e mi misi a sgranocchiare le noccioline situate sull’estremita’. Silvia si giro’ verso di me, mi lancio’ uno sguardo di sfida, e disse: “avresti il coraggio di fare uno scherzetto innocente a quel ragazzone?”. Dentro di me pensai che era l’ultima persona che avrei voluto fare arrabbiare, ma non volevo mostrarmi debole, cosi’ le risposi “quanto innocente?”. Silvia: “vedi il tuo cornetto, passa davanti a lui, fai finta di inciampare e fallo finire nel suo slip”. Risposi ridendo: “sei pazza?”. Lei mi guardo’ con disprezzo e mi diede del coniglio. Dopo pochi secondi, ferito nell’orgoglio, mi alzai, feci sette-otto passi e giunto ad un metro dal bestione finsi di inciampare e finii col gelato contro i suoi slip. Mi scusai, mentre sentivo le risate delle mie amiche farsi sempre piu’ acute. Nel frattempo anche gli altri ospiti della piscina seguivano la scena. Il ragazzone ghigno’, cosicche’ pensai che l’avesse presa sul ridire credendo ad un incidente. Feci quindi per tornare trionfante dalle mie amiche, finche’ una presa che mi parve d’acciaio cinse il mio braccio. Il palestrato mi giro’ e con la mano sinistra mi afferro’ per il collo sollevandomi di una decina di centimetri. Mi si blocco’ il respiro ed ero nel panico piu’ totale. Lo senti’ allora porre la mano all’interno del mio costume e con uno colpo secco me lo strappo’ di dosso lasciandomi nudo come un verme al cospetto di tutti i presenti. Il peggio pero’ doveva ahime’ ancora arrivare. Infatti il ragazzo sfilo’ l’ombrellone dal supporto che ne sosteneva il gambo e con violenza mi fece sedere sull’enorme asta che spingendo mi entro’ nell’ano per non meno di 20cm. Mi ritrovai nudo e impalato al sostegno di un ombrellone da piscina. Feci appena tempo a vedere le mie amiche ridere di gusto che il ragazzo avvicino il suo slip, intriso di gelato alla vaniglia ormai sciolto, alla mia bocca. Con una mano allora tiro’ fuori un membro dal diametro enorme e pieno di vene e mi disse di leccaglierlo. In quella situazione di panico e sottomissione non potei che obbedire e dopo avergli leccato la cappella, mi ritrovai col suo enorme pisello in bocca. Mi scopo’ letteralmente finche’ non venne in parte dentro ed in parte sul mio viso. Soddisfatto, si rimise il pene ammosciato nello slip e se ne ando’ verso la doccia per sciacquarsi. Io mi guardai intorno cercando aiuto e vidi allora che Silvia era intenta a fotografarmi con la sua macchina digitale. Gli altri ospiti mi guardavano con un misto di pieta’ e indifferenza. Chiamai allora Silvia e Francesca e le implorai di aiutarmi. Convinte dai miei lamenti si avvicinano a me ma invece di sollevarmi estraendomi il palo si misero a deridere le dimensioni del mio pene. Silvia toccandolo col piede mi disse:”non sapevo che oltre a essere un cesso eri anche un minidotato”, poi fece un primo piano al mio organo sessuale. Mi lasciarono li’ e solo una decina di minuti dopo un ragazzo tedesco mise fine alle mie pene, sollevandomi in modo da liberarmi dal palo che era conficcato dentro di me. Non riuscendo a camminare andai a carponi sino in camera scatenando le risate di molti passanti.Due settimane dopo Silvia e Francesca attaccarono le foto di quella giornata in diverse sale dell’universita’ che frequentavo, nonche’ le fecero girare in decine di siti internet.
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