Mi chiamo Lina, ho da poco compiuto 18 anni e vivo in uno di quei paesi della Sicilia dove sembra che il tempo si sia fermato all’epoca del proibizionismo. Difficile per una ragazza tutto pepe come me vivere qui; mi sento divisa tra la voglia di fare e le idee antitutto che mi impartisce mia madre ogni istante. Per questo, dopo l’ennesima pomiciata col mio ragazzo, la mia parte cattolica mi spinse a recarmi in chiesa per confessarmi. Entrai con la speranza di trovare Don Carlo, il giovane prete che da poco aiutava Don renato nella gestione della parrocchia, ma la mia speranza svanì appena sentii la voce del vecchio prete alle mie spalle: – Ciao Linetta, sono contento che tu sia qui, è un pezzo che non ti vedo alla messa. Hai dei problemi? – Buongiorno don Renato… bè… non proprio problemi, ma sa..lo studio… – L’anima sporca non accoglie lo studio. Vuoi confessarti? – Sì, grazie. – Bene, preparati al confessionale, ora arrivo. Mamma mia… la confessione iniziava proprio bene. Mi inginocchiai al confessionale raccogliendo i mie pensieri, e poco dopo Don Renato entrò. Dopo le formalità iniziali, entrammo nel vivo della confessione.. – Poi, vede Don Renato, l’amore che ho per mio fidanzato mi spinge oltre i baci… – Come oltre i baci? – Sì…quando siamo soli, e lui mi accarezza, inizio a sentire un calore che sale da dentro…sento che ho voglia di toccarlo ed essere toccata, non può essere peccato, no? – Dipende Linetta. Raccontami cosa fate La voce del vecchio prete mi sembrava tremasse un po’. Forse i miei peccati erano troppo gravi da ascoltare? – Bè, la sera prima di portarmi a casa ci appartiamo a chiacchierare in pineta, nella sua macchina. Appena soli lui mi abbraccia e mi sciolgo… ho voglia di andare oltre, e anche lui, sento la sua voglia.. – E da dove la senti la sua voglia? Non può essere solo la tua immaginazione? – No. Don Renato. Nell’abbraccio sento il suo membro diventare duro e grosso. E l’istinto è quello di strofinarmici contro. – E questa cosa ti procura piacere? – Sì..tanto. La mia passerina si bagna, inizia a pulsare d’amore. E’ peccato? – Se ti trattieni non è peccato. Lo fai? – Bè..veramente a quel punto la mia mano scivola sul suo coso, lo accarezzo, e lui anche accarezza la mia passerina. A quel punto sentivo il respiro di Don Renato farsi sempre più affannoso, quasi come quello di Marco, il mio fidanzato nei momenti più intimi. – Le carezze possono essere ammesse, purché siano caste. Ma poi che fate? – Ma Don Renato..è l’amore che non ci fa ragionare. Lui mette la sua mano sotto la mia gonna, inizia a cercare, gli piace infilare le dita sotto le mutandine, lo fa con tanto, troppo amore. Gioca con la mia passerina e il suo pisellone scoppierebbe se non glielo tirassi fuori. – Ed osi arrivare a tanto? – E’ l’amore… Sì. – E cosa ci fai? – Lo accarezzo con tanto amore, lo stringo perché è una parte del mio fidanzato, lo muovo su e giù con tanto amore… Mi fermai un attimo perché sentivo il respiro di Don Renato farsi sempre più veloce, sentivo anche un armeggiare di mano, forse stava manovrando il rosario per me, per le mie colpe. – ..continua, lo sai che certe cose le fa solo una porcellina? Continua se vuoi che ti assolva. – Lo so Don Renato, ma è l’amore.. lui a volte stringe la sua mano intorno alla mia e mi insegna a dargli piacere, intanto mette un dito dentro la mia passera, oppure due, e anche lui mi dà piacere. – E poi? Dai… dimmi cosa ti fa fare…dai, racconta… Ma che succedeva? Don Renato sembrava piangesse… – Poi.. a volte spinge la mia testa verso il suo pisellone e mi chiede… – Cosa ti chiede? Dimmi cosa ti dice ma dimmelo per bene… – Mi dice: ‘ciucciamelo, voglio che mi ciucci il cazzo’ a volte mi chiama anche troia.. lo so che è una brutta parola, ma l’amore toglie i lumi. – Ahhh…. Era un grido di dolore o di piacere? No..forse ascoltare i peccati degli altri procurava tanto dolore a Don Renato. – E cosa fai tu, troia? Inizi a ‘ciucciare’? – Come potrei non farlo? Mi chino e prima lo lecco ben bene.. – Ahhh…che troietta…continua, continua… – ..poi ciuccio la sua cappella lucida, ma lui..oh Padre, vuole che lo prenda tutto, tutto in bocca, come potrei dire di no al mio futuro marito? Allora lo faccio entrare tutto in bocca mentre le sue dita si divertono a solleticare la mia passerina – Ahhh.. e cosa provi, brutta troietta, cosa senti? – tanto piacere, Don Renato, ma è l’amore.. sento un calore dentro che si spande, stringo le mie cosce per imprigionare la sua mano, per non farla mai uscire, spingo e muovo il bacino, lo desidero, lo desidero. E’ peccato? Don Renato non riusciva quasi a parlare… – E lui? Continua, continua a raccontare mentre io prego per voi..continua…ahhh… ahh… Oltre al respiro affannoso sentivo la sua mano che..manovrava qualcosa, forse il rosario mentre pregava per noi. – Lui spinge la mia testa sempre più forte verso il suo pisellone e mi parla. – Sììì… troia… – …come ha fatto ad indovinare? Mi dice proprio così…ma anche se sono parole brutte a me piace, perché sono segno dell’amore. Allora il ritmo aumenta fino a quando lui esplode. Il suo pisellone si gonfia ancora di più e poi schizza la sua sborra nella mia bocca. – Sììììì…ahhhh…cosìììì…. E poi? – Io devo ingoiare padre, come farei? E’ il seme del suo amore, no? Padre Renato Rimase in silenzio e poi disse: – L’amore ha tante facce, so che siete giovani ma dovete trattenervi. Comunque, se mi racconterai tutto nei minimi dettagli io farò in modo di parlare al Signore e intercedere per te. Ora vai.. E mentre mi alzavo, Don Renato uscì dal confessionale e mi venne incontro. Mi fece una carezza sulle guance, mi sfiorò le labbra con la mano che sembrava sudaticcia… per un attimo mi chiesi se fosse davvero sudore o…sborra.
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