Questo inverno mi sono recato a Milano una settimana per frequentare un corso d’aggiornamento, ed un pomeriggio visto che avevamo terminato presto e, che non avevo voglia di rintanarmi in albergo, decisi di recarmi in una sauna per rilassarmi e, magari, per trovare qualche ragazzo interessante. Ero infreddolito ed una sauna era esattamente quello che mi ci voleva. Nell’ingresso c’era una piccola reception; dietro il banco, un bel ragazzo con il camice bianco, mi chiese molto educatamente se conoscessi già il posto; io risposi di si, senza specificare che la mia conoscenza si riferiva a saune di altre città. Pagai quello che mi chiese, presi una chiave d’armadietto numerata e le ciabatte di plastica che egli mi consegnò, ed entrai dalla porta che immaginai introducesse allo spogliatoio. Nell’aprire la porta si sentì suonare un campanello; fatti due metri nel corridoio che si dipartiva dalla porta, vidi, sulla destra, una stanza illuminata con diversi sgabelli colorati e, tutt’attorno, degli armadietti metallici. Cercai l’armadietto con il numero corrispondente alla chiave che mi era stata data; l’aprii e mi spogliai e mi cinsi con uno dei due asciugamani che vi erano all’interno. Era tardo pomeriggio, ed all’interno della sauna vi erano già parecchie persone e, così già tutto eccitato misi le mie cose nell’armadietto e lo chiusi a chiave; questa era attaccata ad un braccialetto di plastica, che mi allacciai al polso, quindi uscii dallo spogliatoio. Di fronte vidi un locale per doccia parzialmente chiuso da una tenda di plastica, entrai e vidi che era una doccia a più posti. Aprii uno dei rubinetti e mi feci una rapida doccia, quindi uscii di nuovo nel corridoio. Fatti altri due metri, mi trovai in una saletta con divani e poltrone foderati di similpelle; in un angolo, un tavolino con delle riviste. A destra ed a sinistra, arrivando, c’erano due varchi senza porte; m’inoltrai in quello di sinistra e mi trovai in un locale poco illuminato con parecchi camerini privati. Di fronte a me c’era una porta che dava in una stanza quasi completamente buia, la dark room ed a sinistra un’altra doccia con, di fronte, finalmente, la sauna e subito dopo il bagno turco. Era molto grande, e c’era spazio per una ventina di persone. Faceva molto calda, stesi il mio lenzuolo da bagno, e mi sdraiai nudo sulla panca più alta. Ero lì da pochi minuti che si aprì la porta ed entrò un giovane; stese il suo lenzuolo sulla panca mediana, proprio sotto di me, e si sdraiò. Lo guardai: era un giovane di forse trent’anni, snello, non alto, ma ben fatto. Il suo pene pur essendo in stato di riposo, mi parve che avesse un principio d’erezione; non ci feci troppo caso, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo. Lui non sembrava badare a me, e non cercava di nascondere il suo sesso, che ora era ostentatamente eretto. Erano ormai passati dieci minuti da quando ero entrato, perciò uscii, coprendo il mio sesso con l’asciugamani mentre passavo davanti al giovane. Feci una doccia fredda e, poi decisi d’immergermi nell’enorme vasca idromassaggi che vi era; notai subito che alcuni ragazzi si stavano scambiando effusioni e che altri si stavano masturbando. Uscii dalla vasca e dopo essermi asciugato decisi di andare a fare un giro nella dark room. Guardai dentro la stanza buia e, dopo pochi secondi, cominciai a distinguere i particolari: era lunga forse quattro metri e, a destra ed a sinistra entrando, c’erano dei tavolati, come dei grandi letti, ricoperti da due grandi materassi sottili, foderati di similpelle, che occupavano entrambe le pareti. Nella vicinanza vi era una sala dove venivano proiettati films porno logicamente gay. Decisi di sdraiarmi stendendo il mio asciugamano in uno degli enormi tavolati che vi erano, nella speranza che arrivasse qualcuno. Poco dopo anche il giovane entrò, stese il suo lenzuolo vicino a me, tanto che pensai che non mi avesse visto, e si sdraiò. Forse lui non mi vedeva ancora bene, ma io notai che aveva una grossa erezione. Questa situazione mi stava facendo eccitare enormemente e non vedevo l’ora che accadesse qualcosa. Passarono pochi minuti, quando entrò un altro uomo di sulla quarantina; i miei occhi s’erano abituati all’oscurità e ci vedevo abbastanza bene. Si sdraiò anche lui accanto a noi lasciando il giovane in mezzo. Fingevo indifferenza, ma li guardavo di sottecchi. Non passò molto che il nuovo venuto cominciò ad accarezzare il mio vicino e gli prese il membro eretto in mano, poi si abbassò e glielo prese in bocca. Il giovane non si scompose e lo lasciò fare. Dopo poco, l’uomo lasciò il cazzo che stava succhiando, ed andò a sussurrare qualche parola all’orecchio del giovane. Non riuscii ad udire ciò che disse, ma mi fu chiaro poco dopo. Si abbracciarono e si baciarono per alcuni minuti, toccandosi ed accarezzandosi, senza assolutamente badare a me, che ora mi ero sollevato e guardavo la scena eccitato. L’uomo, ad un certo punto, si voltò, sollevandosi sulle ginocchia alzando il sedere. Pensai che volesse farsi penetrare, ma il giovane gli andò dietro, e gli leccò l’ano; poi gli infilò un dito, quindi due o tre; infine lo fece voltare e porsi supino, gli alzò le gambe, se le mise sulle spalle e lo penetrò in quella posizione, come se stesse penetrando una donna. Sentii l’uomo mormorare: “Che bello! Sei stupendo, mi stai riempiendo tutto, mi sento una puttana. Dai! Dai! Scopami forte, fammi morire”. Era una scena sconvolgente. Intanto, senza che me ne fossi accorto, tanto ero preso dalla scena, erano entrate altre tre persone, che s’erano fermate vicino a noi e guardavano i due amanti. Sentii una mano che mi sfiorava una coscia: lasciai fare! Lentamente la mano, che ora avevo visto appartenere ad un ragazzo di circa vent’anni, si avvicinò al mio pene, ormai eretto e duro come il ferro, e lo afferrò; poi egli si abbassò su di me e me lo prese in bocca. Fu in quel momento che sentii il gemito di godimento del giovane che, accanto a noi, stava sodomizzando il suo amante. Subito estrasse il cazzo, e se ne andò senza dire una parola. L’altro rimase lì con gli occhi chiusi. Dopo pochi minuti il ragazzo che mi stava spompinando si mise alla pecorina così da farsi inculare da un altro uomo che stava gurdando. Senza avermi fatto sborrare il ragazzo si alzò ed uscii dalla stanza. Intanto l’uomo che si era appena fatto sodomizzare, aveva preso in mano il suo pene e lo accarezzava lentamente; nel muoversi, mi toccò lievemente; io non mi mossi, e lui mi sfiorò di nuovo il fianco e, questa volta, incrementò impercettibilmente la pressione su di me; evidentemente lo stava facendo con intenzione. A questo punto non potevo più fingere di non aver notato i suoi movimenti, e, vincendo il turbamento che si era impossessato di me, lo sfiorai a mia volta. Lui allungò la mano fino a raggiungere il mio membro, lo impugnò e sussurrò: “Che bel cazzo hai”. Quasi che ad agire non fossi io, ma un altro fuori di me, impugnai il suo, che era molto grosso, e risposi: “Il tuo è meglio”. Lui si avvicinò fino a far aderire il suo corpo al mio, si abbassò su di me, in posizione di sessantanove, e mi prese il cazzo in bocca; io gli ricambiai il favore. Mi piaceva sentire quel grosso cazzo che mi penetrava in gola, sentire i suoi umori e la sua grossa cappella nella mia bocca, mi stava dando delle sensazioni mai provate. Mi piaceva succhiarlo, sentire il grosso glande riempirmi la bocca, sentire l’asta pulsare. Mi accorsi che stava per godere e lo trattenni, per timore che uscisse dalla mia bocca, lui spinse e godette con un gemito, riempiendomi la bocca di sperma acre e denso. Al colmo della libidine, inghiottii tutto. Appena ebbe goduto, l’uomo si alzò e mi lasciò senza una parola. Ero sconcertato. Avevo assistito ad una sodomizzazione che mi aveva eccitato moltissimo, ero stato oggetto di fellazione e, a mia volta avevo fatto godere un uomo con la bocca, ma ero rimasto insoddisfatto. Non volevo masturbarmi; perciò tornai nella sauna. Questa volta c’erano sei uomini, tutti di mezza età, salvo un giovanissimo sui venti anni. Andai a sdraiarmi sulla panca più alta, già occupata per metà da un uomo di forse quaranta anni, che aveva i piedi rivolti verso di me. La panca era abbastanza lunga, ma i miei piedi sfioravano i suoi. Mi guardai attorno e notai, sotto di me, sulla panca mediana, un uomo sdraiato che faceva penzolare il braccio verso la panca sottostante, dove stava seduto il ragazzo giovane, sfiorandogli, a tratti, come casualmente, la coscia. Il giovane pareva indifferente, ma aveva un principio di erezione e l’uomo, di tanto in tanto, gli sfiorava il membro. Ero eccitatissimo ed avevo voglia di godere. Sentii qualche cosa sfiorarmi il piede: era il piede dell’altro occupante della panca. Dapprima pensai che si trattasse di un caso ma, poiché il fatto si ripetè più volte, reagii sfiorando il suo piede a mia volta. Ora ci stavamo apertamente toccando vicendevolmente i piedi. Lui mi guardò e mi fece cenno di uscire. Accettai l’invito. Era un bell’uomo, con un arnese di rispettabili dimensioni, sia pure in posizione di riposo. Andammo nella sala illuminata; ci sedemmo sul divano, fasciandoci i fianchi con il lenzuolo, e ci presentammo: si chiamava Marco. Mi chiese se era la prima volta che venivo in quella sauna, ed io risposi affermativamente. Poi, a mia volta, gli chiesi se quella fosse una delle saune migliori di Milano e lui mi rispose affermativamente. Era una persona intelligente, e conversammo un po’ piacevolmente. Dopo poco, arrivò un altro giovane, che Marco evidentemente conosceva, che si aggiunse alla conversazione. Erano entrambi ragazzi perbene, tutt’altro che volgari, e mi piaceva parlare con loro. Dopo una ventina di minuti, i due, quasi fossero già d’accordo, mi invitarono ad unirmi a loro nella dark room: accettai con piacere. Ci sdraiammo vicini e, subito, presero a baciarsi sulla bocca e ad accarezzarsi. Uno dei due allungò una mano e mi prese il membro. L’altro si era sdraiato supino e Marco, che mi stava masturbando, si abbassò su di lui e gli prese il cazzo in bocca, senza lasciare il mio. Volevo partecipare più attivamente, perciò abbassai a mia volta il capo e presi in bocca il cazzo di Felice, che fu costretto a lasciare la presa del mio membro. Fu a quel punto che mi sentii toccare dietro; mi voltai e vidi il giovane ragazzo, che avevo visto nella sauna, che mi stava accarezzando le natiche. Allungai una mano e sentii il suo bastone durissimo, anche se non enorme. Desideravo essere penetrato e sporsi il sedere verso di lui, rimanendo su di un fianco. Lui capì che accettavo la sua tacita proposta, e cominciò a leccarmi l’ano. Intanto avevo ripreso il pompino a Marco che, a sua volta stava succhiando il suo amico. Era una situazione oltremodo eccitante, non avrei mai pensato di provare tante sensazioni contemporaneamente! Il giovane m’introdusse un dito nell’ano, procurandomi un piacere grandissimo, ma volevo di più. Dopo poco me ne introdusse due, poi tre, facendomi un po’ male, ma sopportai. Infine tolse le dita, mi leccò ancora un po’ il buco dilatato, poi mi puntò il cazzo e prese a spingere: entrò tanto facilmente che mi stupii. Era una sensazione meravigliosa: avrei voluto che non finisse mai; finalmente mi pareva di essere una donna posseduta da un maschio. Mentre mi inculava, il ragazzo mi masturbava dolcemente, ed io continuavo il mio pompino. Il primo a godere fu l’amico di Marco, ma rimase a guardare la sodomizzazione. Il ragazzo stava per godere anche lui; me ne accorsi dall’accelerazione che aveva preso il suo va e vieni nel mio culo. Marco godette nella mia bocca, ed io ne bevvi tutto lo sperma, ma volevo sentirmi un cazzo in bocca mentre godevo, quindi lo trattenni; lui mi accontentò, si voltò, tolse la mano del ragazzo che mi stava masturbando, e mi prese il cazzo in bocca. Il giovane godette nelle mie viscere, ed io lo seguii con un getto di sperma nella bocca di Marco. Fu un’esperienza indimenticabile.
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