Non avevo ancora vent’anni e mi ero follemente innamorato di una ragazza ma i suoi genitori non volevano che ci vedessimo o ci parlassimo.Loro erano dei melomani esperti e proprio questa passione ci ha consentito di superare i divieti, infatti ci davamo appuntamento proprio ai concerti.Raffaella prenotava un posto sotto al palco dei suoi genitori, cosa che le permetteva di eclissarsi non appena il concerto era iniziato, come del resto è avvenuto con successo per ben tre volte prima che la madre sospettasse qualcosa e pretese che si mettesse in un posto ben in vista.Che cosa fare? Eravamo giovani e “disperati”.Dopo averci studiato sopra qualche giorno, arrivammo ad una soluzione bizzarra ma efficace, così che al concerto seguente accanto a Raffaella sedette un signore con baffi ed occhiali (per camuffarmi mi sono messo baffi ed occhiali finti).Una volta spenta la luce Raffaella si è sistemata la giacca del tailleur sulle ginocchia ed io ho fatto scorrere la mia mano fino alla gonna, sono risalito lungo le cosce fino a raggiungere le sue mutandine che ho scostato per poi incominciare ad accarezzarle la fica che era già tutta bagnata per l’eccitazione provocata dal nostro bizzarro espediente.Sono bastati pochi tocchi ed ere già venuta.Il tutto era reso più conturbante dal fatto che accanto a Raffaella era seduto un anziano signore molto distinto ed io mi chiedevo se si rendesse conto di quello che succedeva.L’ anziano signore ogni tanto grugniva, gli lanciavo uno sguardo, un po’ angosciato, ma sembrava tutto preso dalla musica. Con non poca fatica ed un piccolo aiuto di Raffaella riuscii a far scendere le mutandine fino alle cosce e mentre lei mi supplicava di continuare ansimando sempre di più ebbi un attimo di titubanza per il timore di essere scoperti. In quel momento il concerto era giunto ad un crescendo e Raffaella fu raggiunta da un violento orgasmo e fu costretta a mordersi le labbra a sangue per trattenere un urlo di godimento. A quel punto lei volle restituirmi il favore e fu così che dopo essersi ricomposta la sua mano si è allungata fino a raggiungere il gonfiore dei miei pantaloni.Mi sono voltato leggermente verso di lei e con non poca fatica mi ha tirato giù la lampo dei calzoni.Ben presto a appoggiato la mano sulle mie slip ed ha fatto scivolare le sue dita biricchine finchè non è riuscita a tirare fuori il mio cazzo che è scattato come un diavoletto a molla che esce dalla scatola.Ha cominciato a scorrere sull’asta fino a raggiungere le palle a cui ha dato una bella palpata.Ad un tratto entrambi fummo investiti da un’ondata di angoscia.Era la voce del signore accanto a Raffaella: – Lei non ci sa fare. Bisogna muoverlo dolcemente, stando attenta a non irritare il glande…Lei ha cessato il movimento, rimanendo immobile per la vergogna, ma l’anziano signore proseguì sempre sottovoce:- Deve capire che il nostro organo è altrettanto sensibile e delicato del vostro. Bagni il palmo della mano ed il suo amico sarà felice di questa iniziativa.Ha fatto come gli ha detto e ha ricominciato a masturbarmi ma ci sentivamo addosso gli occhi dello sconosciuto.A quel punto Raffaella ha fatto risalire la sua mano libera fino all’inguine dell’anziano signore , l’uomo intuendo le sue intenzione ha messo il cappotto sul grembo e l’ha aiutata ad estrarre il suo cazzo cosi che potesse masturbarci entrambi fino a farci venire quasi in contemporanea.Alla fine del concerto tutti e tre ci alzammo senza neanche scambiarci uno sguardo, come tre perfetti sconosciuti.Non ritrovammo mai più quel signore ai concerti ma per qualche tempo questo era l’unico modo per avere degli incontri con Raffaella.Ora finalmente i suoi genitori si sono convinti e riusciamo ad avere rapporti come tutte le persone “normali” ma ogni tanto ci fa piacere ricordare l’avventura con l’anziano signore.
Aggiungi ai Preferiti