Dopo quanto accaduto con gli studenti, tornai a casa pervaso da un’agitazione mai provata prima, da una frenesia incontenibile, da un’incoercibile voglia di sbattere mia madre. Fu quindi avvilente doverla sentire far l’amore con mio padre! Vedere che la palpeggiava, sentirlo mugolare sopra – e dentro! – di lei divenne fonte di disagio, cosicché cercai rimedio portando a dormire in casa la mia ragazza Giuliana. Se vedevo mamma prima di scopare Giuliana, ero così focoso da lasciarla senza fiato. Era fine gennaio quando compresi che volevo riprovare quelle sensazioni infinitamente appaganti con lei. Gliene parlai una sera col cazzo in mano: eravamo soli, lei era riluttante ma io la abbracciai con tanto vigore da farla cedere. Era eccitatissima, senza mutande: le tenevo due dita in figa da circa venti minuti quando iniziai a penetrarla. Fu feroce la delusione! L’erezione sparì come neve sopra una stufa! Quella notte mio padre la chiavò dieci minuti e io li ascoltai, masturbandomi piano piano, quasi piangendo. Riprovai i primi di febbraio ma in compagnia del mio amico Sergio. Mia madre mora, occhi verde muschio, terza di tette, culo bianco; lui moro, torace peloso, ciglioni grossi, cazzo il doppio del mio (e anche di mio papà!). Con l’uniforme sbottonata si faceva spompinare da mamma mentre io palpavo. Niente! Capii che non ce l’avrei fatta! Dovetti accontentarmi di assistere ad una bella rombata tra loro due, di circa due ore. A carnevale proposi a mia madre di tornare a Bologna per riprovare l’atmosfera tanto fortunata di Natale. Prenotammo in un albergo. Lei mi diceva di non ritentare per non abbattermi ulteriormente. Quella sera non volle neanche bere! Ci addormentammo depressi all’una. Era venerdì grasso. Verso le due e mezza cominciai a toccarle il pelo del culo e ci eccitammo alquanto. Un bel sessantanove ci diede un buon sapore in bocca… poi il mio uccello entrò dentro di lei e la aprì. Penso di averlo tenuto dentro, quasi immobile, per mezz’ora, muovendolo lentissimamente, poi, per tre ore, l’ho sfottuta senza mai toglierlo. Alla fine stava un po’ male.
Aggiungi ai Preferiti