Questa vicenda ha avuto inizio quando ho risposto ad una comunicazione che ho trovato sul WEB e diceva: “Sono Giulia, una signora attraente, matura, calda, non professionista, e desidero dare amore. Non conta l’età…” Leggevo spesso sul WEB gli annunci riguardo donne mature (delle quali sono sempre stato attirato) e ho appurato che ci sono migliaia di comunicazioni di uomini che cercano signore avanti con l’età ma la situazione opposta era piuttosto rara. Interessato, ma piuttosto scettico, ho spedito una e-mail a Giulia che, più o meno, recitava così: “Cara Giulia, il mio nome è Mario, ho 25 anni, ho letto la tua comunicazione. Sono interessato ad incontrarti per imparare ad amarti. Non ho una grande esperienza in fatto di donne ma conto di imparare in fretta l’arte dell’amore… se tu mi aiuterai… ecc. ecc.” Sono rimasto molto sorpreso quando ho controllato la mia e-mail e ho trovato la sua replica. All’inizio Giulia ha fatto parecchie obiezioni per via della differenza delle nostre età; lei era una signora matura e perbene, era stata sposata e aveva avuto due figli: non voleva certo averne un terzo da svezzare e accudire… soprattutto sessualmente! In cuor suo però non la pensava affatto così. Il fatto di scambiare effusioni e emozioni con un “ragazzino” la faceva sentire più giovane, più importante e indispensabile a qualcuno che voleva la sua protezione e la sua esperienza. Era una situazione morbosa che non avrebbe voluto lasciarsi sfuggire. “Tu sei infinitamente troppo giovane per me, potrei essere tua madre… Io non posso essere la persona giusta per te…” mi ripeteva nelle sue lettere sempre più cariche di sottintesi e allusioni erotiche. Questi argomenti erano però poco convincenti poiché si capiva assai bene che la situazione alquanto intrigante era costruita a regola d’arte dalla signora Giulia, la quale si eccitava e mi eccitava sempre più ad ogni invio di una nuova lettera. Finalmente un giorno, girando intorno a parecchi argomenti, mi ha comunicato quello che ormai non speravo si avverasse mai più, e cioè che sarebbe stata felice di incontrarmi per fare una conoscenza più “approfondita”. Abbiamo scambiato molte comunicazioni… tutti i giorni. Giulia si è descritta come una donna di media età, 50 anni, capelli rossi, alta, magra e con un seno abbastanza grande. Abbiamo scambiato molte comunicazioni affettuose, come due fidanzatini: io la sentivo più come una mia seconda madre e lei come fossi suo figlio. Ho spedito una mia fotografia così lei ha potuto avere un’idea di come fossi. In un secondo momento mi diede il suo numero di telefono ed abbiamo combinato il nostro incontro. “Io ti aspetterò all’ingresso della stazione centrale. Porterò un foulard rosso così mi potrai riconoscere…” E venne l’ora del tanto atteso incontro. Uscendo dal treno, ero ansioso di vedere come sarebbe apparsa Giulia. Pensavo che, se fosse stata brutta, avrei cambiato la mia direzione salendo sul treno del ritorno. Appena ho raggiunto l’uscita della stazione centrale una signora dall’aria aristocratica, con i capelli legati, occhiali scuri e foulard rosso al collo, mi ha accolto cordialmente con un caldo abbraccio. “Così, finalmente ci siamo incontrati.” ha detto Giulia sorridente. “Come è stato il tuo viaggio? Sei stanco?” mi ha chiesto con tono visibilmente materno. “Questa è la mia macchina…” disse Giulia aprendo la portiera della sua Mercedes, “…sali, ti porto a casa…” Strada facendo abbiamo cominciato a conversare: “Ti piace questa città? cosa te ne pare?” mi ha domandato. “Sì, è deliziosa.” ho risposto. Ma la chiacchierata non era molto fluida e scorrevole perché Giulia pensava evidentemente ad altre cose. Guardavo Giulia, quando parlava, con occhiate veloci. Certamente lei aveva più di 60 anni ma non aveva rughe sulla pelle inoltre il suo viso e le mani erano molto curate. “Ti aspettavi una donna più giovane?” mi chiese improvvisamente come se mi avesse letto nel pensiero. “No, perché? Cercavo una signora matura.” “Io non sono matura: sono vecchia e mi piacciono molto i ragazzini!… ” disse, con voce tranquilla, poi proseguì: “… però, anche tu non hai 25 anni come mi avevi detto di avere…” e continuò “…ne avrai si e no 19 o 20 al massimo. Ma a me vai bene così…” Dopo 20 minuti di strada ci siamo fermati un momento sulla spiaggia per godere dello spettacolo del tramonto. “Oggi è stata una giornata bella e calda” disse Giulia togliendosi la giacca e scuotendo la testa all’indietro. Notai che Giulia aveva realmente un bel seno! Tornata alla guida, la gonna della donna anziana è risalita (probabilmente lo faceva di proposito per provocarmi) scoprendo delle cosce lunghe, infilate in un paio di calze nere. Se all’uscita della stazione pensavo di dover tornare indietro, ora la situazione era molto cambiata: quella anziana donna mi affascinava veramente! “Questo è la mia casa…” disse appena fummo arrivati nei pressi di una villetta piuttosto appartata. Giulia aprì il portoncino d’ingresso e mi invitò ad entrare. “Caro, lascia che ti prenda la giacca”, disse lei mentre mi abbracciava da dietro facendomi sentire il suo fiato caldo sul mio collo. “Accomodati, prego”, mi disse, indicandomi il grande divano al centro del soggiorno. “Prendi un po’ di caffè o preferisci una coca?” Ho optato per il più serio caffè. “Se hai bisogno, il bagno è di là.” disse Giulia mostrandomi con un dito la porta in fondo al corridoio. Quando sono tornato nel soggiorno mi sono accomodato sul divano dove, di fronte, fumavano due tazzine di caffè. “Bene Mario… sei a tuo agio?” mi chiese l’anziana donna sedendosi sul divano vicino a me. “Si…” risposi “sono a mio agio…la tua casa è bellissima, con il mare a due passi poi…” “Aspetta un momento…” Giulia si è alzata per mettere una musica sullo stereo e ha abbassato le luci. La stanza era ora illuminata solo dalla luce proveniente dalla cucina. Si è seduta sullo schienale del divano mettendomi le braccia sulle mie spalle. “Così è più romantico…” disse.L a sua faccia si è avvicinata alla mia ed i nostri occhi si sono incontrati. Lei aveva sciolto i suoi riccioli rossi e con la bocca stava avvicinandosi alla mia. Io potei odorare l’aroma del caffè mescolato a quello dell’alito e del trucco. Ho baciato quelle labbra gonfie. La sua lingua si è scagliata avidamente nella mia bocca. Mi succhiò la lingua e ci scambiammo molta saliva; io rimanevo senza fiato! “Almeno abbiamo rotto il ghiaccio!” disse dopo il primo bacio. Avevo appoggiato la testa sul suo seno e potei guardarla in faccia mentre sorrideva in modo buffo poiché si era sporcata di rossetto rosso tutto intorno al mento. Ha cercato la mia bocca per un altro bacio. Le mie mani hanno cominciato ad esplorare quel corpo: hanno avuto modo di accarezzare le sue gigantesche mammelle. Sotto le tette enormi, potrei sentire un ventre piatto e rigido come non avrei mai immaginato. Agevolmente ha portato la sua mano all’altezza della mia patta. Il mio cazzo, sotto il gonfiore dei pantaloni, modellava la forma di un grosso dito. I nostri respiri sono diventati più profondi e accelerati. Con la lingua mi leccava le labbra e i lobi delle orecchie mentre la sua mano mi carezzava il gonfiore che tenevo fra le gambe. “Aspetta un minuto… Giulia. Sono già venuto!” ho detto imbarazzatissimo alzandomi dal divano “Oh, il mio piccolo ragazzo!” disse Giulia passando la sua mano di sopra il mio mento. “Non preoccuparti, abbiamo molto tempo per ricominciare: andiamo in camera da letto”. “Però non devi pensare che vado a letto col primo uomo che incontro. Ti ho invitato a casa mia perché tu mi piaci… ed io piaccio a te… Tu sei speciale”. Detto fatto, Giulia mi bacia ancora una volta. Siamo andati alla camera da letto. Giulia si è tolta la camicia e l’ha appoggiata sulla lampada piccola vicino al letto per oscurare la stanza. Poi ha lasciato cadere la gonna rimanendo con uno slip nero. Giulia si è tolta quindi la canottiera e la ha lasciata cadere ai suoi piedi mostrandomi così le spalle nude. Finalmente ora potei vedere il suo corpo splendidamente conservato. Aveva una carnagione pallida, tipica delle principesse settecentesche e le forme somigliavano a quelle di una statua. Mentre mi spogliavo ho guardato le ombre ben fatte di Giulia, proiettate dalla lampada, sul muro. Giulia si sdraia sul letto dietro di me. “Vieni vicino alla tua mamma, caro.” mi ha detto invitandomi fra le sue braccia. Lei, mettendomi le mani sotto gli indumenti, mi modellava le spalle ed il torace ancora senza peli. “È fatto proprio bene il mio bambino!” disse Giulia mentre, un po’ per volta, mi toglieva la biancheria intima. Adesso aveva una vista completa del mio uccello il quale iniziò ad irrigidirsi. Giulia delicatamente lo toccò con il pollice e l’indice dalla base alla cappella. Poi, quando ha afferrato con più forza il mio palpitante cazzo, il battito del mio cuore è diventato molto veloce e la mia bocca asciutta. Giulia ha sperimentato da sola quanto io ero ancora inesperto e goffo: ho provato, senza successo, ad aprire il suo reggiseno ma non c’è stato verso… Prima mi ha sorriso, poi mi ha baciato mentre massaggiava il mio paletto. “Prova ancora, caro…” mi disse. Quindi ha accarezzato le mie palle con dolcezza quasi fossero fragili come il vetro finissimo, e, dopo alcuni movimenti della mano che mi stava procurando una grande sega, un getto di sborra ha allagato la sua pancia. “È molto calda la tua sborra… vero?” disse Giulia alitandomi nell’orecchio.”Non mi dire che questa è la tua prima volta che lo fai con una donna… voglio dire… a letto…” mi ha chiesto Giulia sorridente. Sono arrossito ed ho accennato un sì col capo. “Non c’è nulla di vergognoso in questo” mi disse mentre con la sua mano mi pizzica il mento. “Ora la mammina t’insegnerà molte cose interessanti così tu diventerai il suo piccolo amante preferito” mi disse prendendomi in braccio come un bambino mettendomi la testa fra le sue mammelle. “Succhia, bambino bello!” disse. Al momento mi sono sentito a disagio in braccio a quella vecchia. Così sono uscito fuori dal letto per andare al bagno. “Che cosa ci faccio qui?” ho domandato a me stesso guardandomi dentro lo specchio. “Troverò una scusa per lasciare questa casa.” ho pensato ritornando nella camera da letto. “Non lasciare la mammina da sola!” disse Giulia mettendo le sue braccia dietro di me. A questo punto non ho osato dirle niente. Io mi sono seduto sul letto. Giulia, appoggiata su un lato, mi fronteggiava. Ha chiuso la sua mano sul mio piccolo e molle cazzo e ha iniziato a giocare con i peli al di sopra del mio pube. Il mio pisellino otteneva una nuova erezione. Attentamente ha tirato giù il prepuzio del mio cazzo fino a scoprire la sua punta rossa. Giulia ha abbassato le spalline del reggipetto e ha fatto sgusciare le mammelle dalle tazze. Le sue tette erano globi enormi e bianchi, solcate, di tanto in tanto, da vene bluastre e capezzoli grandi color rosa. Ho passato le mie mani su loro. Il palmo della mia mano potrebbe coprire solo una piccola parte della mammella di Giulia. I suoi seni erano estremamente molli e colorati di rosa… li ho presi con le mani e li ho pigiati uno contro l’altro. Giulia ha sospirato quando ho palpato le sue zinne. Io ho affondato la faccia tra le sue cince e ho succhiato uno dei capezzoli mentre con le dita facevo il solletico all’altro. Giulia si è girata sopra di me e ha lasciato le sue patetiche mammelle a penzoloni sopra la mia verga. “Aspetta un minuto. Ti piacerà questo.” Giulia si distende supina sul letto e mi invita a cavalcarla. Giulia ha afferrato le sue mammelle e ha stretto in mezzo mio cazzo. Esso davvero è scomparso tra quelle masse. Ho tratto moltissimo godimento da quel massaggio! Il cazzo batteva ed ero vicino ad un nuovo orgasmo. Giulia ha sentito che il mio cazzo stava per esplodere e ha accelerato il massaggio. Spingevo in avanti il bacino freneticamente fino a quando una fontana di sborra è eruttata dalla mia cappella riempiendo la fenditura delle mammelle di Giulia. Esausto, mi sono abbattuto giù sul letto. Avevo bisogno di riposare… Giulia mi ha dato qualche bacio e mi ha tenuto nelle sue braccia come fossi il suo bambino e, mentre le carezzavo i glutei massicci, si è abbassata le mutandine. Non aveva quasi nessun pelo sul pube se non giusto un cespuglio sparso su cima alla sua fenditura, come potei ben vedere quando ha aperto le gambe. “Baciami…” ha bisbigliato Giulia. “Non qui. Là…” ha detto indicandomi la figa. Ho immerso la mia testa tra le sue cosce. Ha tirato leggermente verso l’alto la sua figa e l’ha allargata con le dita così che potei vedere la carne color rosa. “Giulia,se ti lavi la fica te la leccherò per ore…” dissi un po’ imbarazzato. Infatti non potevo altrimenti riuscire a leccare quella sorca che odorava fortemente di salmone! “Benissimo! Facciamo la doccia…” disse Giulia saltando fuori dal letto. Il suo corpo ha vibrato come le corde di un’arpa. Lei si è messa un accappatoio e insieme siamo andati in bagno. “Vedrai Mario, quanto godrai ancora con la zia Giulia.” ha detto sorridendo in un modo lascivo. Giulia ed io siamo entrati sotto la doccia. “Per favore Mario, mi puoi insaponare?” mi ha chiesto mostrandomi il sapone e la spugna. Ioha cominciato subito a insaponarle le mammelle. I capezzoli le sono diventati subito duri ed eretti! Giulia ha sospirato quando le ho massaggiato i seni ed era ancora più eccitata quando l’ho lavata tra le cosce. Il mio dito medio ha giocato con le labbra e il clitoride della sua micia. “Ora è il mio turno. Girati!” mi disse mentre inizia ad insaponarmi il torace e il pisello. Dopo un po’ abbiamo lasciato che un flusso di acqua sciacquasse i nostri corpi. Siamo usciti della doccia e ci siamo asciugati l’un l’altro con un asciugamano grande. “Scopami qui!…” disse Giulia mentre mi buttava le braccia al collo. Ero spaventato. Non lo avevo mai fatto. Neanche con una ragazzina della mia età… Lei subito si accorse della mia ansia e, con una dolcezza tipica della mamma quando coccola il suo bambino, disse: “Non aver paura. Lascia fare a me… Ti insegnerò io. La mamma ti insegnerà a scopare una donna e farla godere.. . Lascia fare a me…” Ero dietro di lei e, sentendo le sue parole, il mio cazzo s’irrigidì sul suo culo. Giulia ha guidato allora il mio paletto nella sua figa. La mia cappella ha strofinato lentamente le grandi labbra della vagina la quale si è aperta, pronta a ricevere il mio pene. Giulia si è divincolata e ha iniziato a gridare quando la mia asta è entrata tutta nel suo interno. Le mie mani, prima hanno accarezzato le natiche della vecchia, poi, hanno ripreso a palparle nuovamente il seno. Eravamo di fronte a uno specchio il quale rifletteva le nostre facce rosse, paonazze. Il mio pene doleva all’interno della micia di Giulia. Il ritmo dei colpi era ora più lento. “Oh, sì. Vieni. Entra così.” Giulia singhiozzava ogni volta che spingevo il mio cazzo più in profondità. Ho sentito Giulia ansimare sempre più forte e poi tremare mentre la sua vagina pulsava intorno alla mia asta. Ho mosso il bacino avanti e indietro molto più rapidamente. Le mie spinte sono diventate così forti che le mammelle della mia vecchia amante hanno cominciato a sobbalzare in maniera spaventosa.. . Giulia era un vulcano e godeva del mio uccello duro nella sua fica. Gemendo fortemente e contorcendosi, con la faccia contratta dal piacere, Giulia venne in un orgasmo potente. Nella convulsione, ha afferrato il io uccello con la mano e, dopo qualche strofinamento sulla sua figa, sono venuto un’altra volta sborrando poco ma godendo molto di più che in precedenza. Ci siamo stesi sul pavimento esausti. “Impara velocemente, il mio piccolo ragazzo…” mi disse Giulia dandomi un bacio, “…ora torniamo a letto che non ho ancora finito…” E così siamo rientrati nella camera da letto. Prima di riprendere una nuova scopata mi disse che aveva un’amica di nome Carmen che sarebbe stata felice di presentarmi… Poi si chinò sul mio mollusco e iniziò a succhiarlo, mi spostò le natiche e con un dito iniziò a penetrarmi il culo. Io ero nuovamente impaurito e lei accorgendosene mi disse:”Non aver paura, lo sai che la mamma non ti farà mai del male!…”
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