La famiglia Borgheneimm era la più ricca della zona. Il loro antenati si erano trasferiti in Italia un paio di secoli prima per sfuggire alle repressioni del loro paese, portandosi dietro tutte le loro ricchezze che progressivamente erano andate sempre di più aumentando grazie alla saggia amministrazione di tutti i componenti di quella famiglia. Attualmente abitavano in una villa-castello circondata da un parco di 10 ettari dove venivano coltivate piante rare e animali esotici. Infatti, come quasi tutti i ricchissimi erano particolarmente bizzarri e non perdevano occasione di mostrare tutta la loro potenza e ricchezza. In pratica tutto il paese lavorava per loro nelle loro terre dove coltivavano di tutto, ma in particolare erano specializzati nella produzione del vino e possedevano una delle cantine più prestigiose della regione I coniugi Borgheneimm erano una coppia eterogenea. Il conte era un uomo maturo, sulla sessantina dai capelli bianchissimi, ma perfettamente mantenuto nel fisico robusto e abbronzato. La signora era molto più giovane di lui, ex fotomodella dalla bellezza mozzafiato e dal carattere prepotente e arrogante. Si dice in paese che è lei a tenere le redini della famiglia e dell’azienda. Naturalmente nelle 50 stanze del castello vivevano anche alcuni domestici e giardinieri che erano sempre a disposizione per ogni capriccio dei loro padroni. Il Conte era anche un appassionato di animali e aveva destinato una parte del parco ad allevamento di cani delle razze più pregiate. In particolare era appassionato di alani, ai quali aveva sempre riservato un trattamento particolare quasi come fossero componenti della famiglia. In quel paradiso non si correva il rischio di annoiarsi, in quanto la signora organizzava continuamente feste e cene con decine di invitati altrettanto blasonati, ai quali mostrava tutta la sua ospitalità con cibi raffinati e spettacoli di tutti i tipi. Spesso questi spettacoli erano particolarmente piccanti e a volte finivano in orge gigantesche dove nessuno veniva escluso, consapevoli che quello che succedeva lì, non sarebbe mai uscito dalle alte mura del castello. Agli occhi di tutti, comunque, rappresentavano i benefattori della comunità e un esempio da seguire per i giovani. In occasione di uno di questi ricevimenti fu organizzato uno spettacolo di danza erotica, dove una coppia di ballerini si esibiva quasi completamente nuda in effusioni sinuose e ammiccanti e tra fumi ed effetti speciali simulavano un amplesso in maniera piuttosto esplicita. Pian piano il pubblico, che aveva finito di mangiare si avvicinò al palco per ammirare quei corpi che si contorcevano incitandoli a fare sempre di più. Il vino che era scorso a fiumi aveva sciolto ogni freno inibitorio e alcuni invitati iniziavano già a palpeggiarsi fra loro. Il marchese Zinchi, grande amico di famiglia, non avendo portato la sua compagna, si avvicinò ad una giovane cameriera e senza preavviso le mise una mano sotto la gonna cercando direttamente il suo culo. La ragazza che era stata appena assunta e non conosceva bene come funzionavano le cose, si bloccò rimanendo impietrita permettendo al suo “esploratore” di infilare la mano sotto le mutandine e appoggiare il dito medio sul forellino anale. La poveretta era paonazza in volto per la vergogna quasi ipnotizzata dall’avvenimento, quando d’improvviso, proprio quando la prima falange le era dolorosamente entrata nel culo, sentì un grido e uno strattone che improvvisamente la tolse da quella scomoda posizione. Era Il giardiniere della villa, nonché fidanzato della ragazza, anche lui appena assunto e inconsapevole di quali fossero le regole lì dentro, che con un pugno fece stramazzare al suolo il povero marchese. Ci fu un po’ di parapiglia e alla fine il giovane giardiniere fu bloccato dagli uomini della sicurezza presenti e fra le grida delle signore. La Padrona di casa era furibonda, la sua festa era stata rovinata da un rozzo giardiniere e lei non tollerava simili interferenze. Ma la sua mente lucida e perfida le permise di raddrizzare di nuovo la situazione a vantaggio del divertimento degli ospiti . Il palco fu sgombrato e il giardiniere fu legato ad una sedia e messo proprio al centro. Gli ospiti ancora non capivano le intenzione della signora ma erano attenti a non perdere nessuna battuta perché immaginavano che avrebbe tirato fuori dal cilindro una nuova sorpresa. Infatti, la musica riprese a suonare e la coppia di ballerini riprese lo spettacolo dopo aver ricevuto alcune istruzioni dalla contessa. Il giovane giardiniere si guardava intorno allibito e preoccupato per la sua ragazza di cui aveva perso le tracce. Ad un tratto la musica si fece ancora più forte e tra i fumi apparve la cameriera vestita di un velo rosso trasparente e completamente nuda sotto. Aveva una benda sugli occhi che le impediva di vedere cosa le succedeva intorno e questo non faceva altro che aumentare il suo terrore. Il ragazzo legato alla sedia, guardò esterrefatto e comprese subito le intenzioni della sua padrona che intendeva punirlo umiliando in quel modo la sua ragazza. Il pubblico sembrava impazzito e avrebbe dimenticato subito lo spiacevole episodio di prima se non fosse stato per quel ragazzo legato sul palco. Il ballerini iniziarono a danzare intorno alla cameriera facendo svolazzare il leggerissimo velo avvicinandosi sempre più alla ragazza.Nel turbinio della danza il velo si sciolse dal suo corpo e si depositò in terra lasciando la malcapitata completamente nuda alla mercè degli sguardi famelici degli ospiti che avevano perso tutta la loro eleganza e signorilità di fronte a quello spettacolo. Oltre tutto si scoprì che era dotata di un bellissimo fisico, così magra eppure così rotonda nei punti giusti. La sua pelle bianca metteva in risalto il pelo intorno alla fica ancora acerba e il suoi deliziosi capezzoli rossi su due seni ancora non completamente formati, visto la giovanissima età. I due ballerini iniziarono ad accarezzarla strusciandosi con tutto il loro corpo e lentamente i suoi capezzoli si inturgidirono lasciando trasparire il suo stato di eccitamento, nonostante la situazione imbarazzante. La ballerina si faceva via via sempre più audace finì col penetrare con il suo dito medio la fica della poveretta che non potè far altro che divaricare leggermente le gambe per permetterle di arrivare meglio. Intanto anche il ballerino sfregava la sua cappella paonazza contro il suo culo, il tutto a tempo di musica continuando il loro balletto. La cameriera fu fatta poi sedere su una sedia e mente la ballerina si dedicava alla sua fica ormai spalancata e in un lago di umori, il ballerino nella sua danza, appoggiava i cazzo ora sul volto, ora sul seno, ora sulle orecchie, poi ripassava con la lingua tutto il suo corpo lasciandole uno strato di saliva sulla pelle e mordicchiandole dolorosamente i capezzoli. Il pubblico era estasiato e aspettava un gesto dalla padrona di casa per essere autorizzato a salire sul palco per avere la sua parte.. La scena di quella poveretta sottomessa dalla padrona e pronta a subire una punizione per colpa del suo ragazzo, li eccitava da morire. Ad un comando, la ragazza fu messa distesa lungo il bordo del palco e improvvisamente si trovò una decina di mani addosso maschili e femminili. Si senti toccare, e violare dappertutto, prima uno, poi due poi tre dita contemporaneamente nella fica e altrettanti nel culo. Ormai la situazione era degenerata e quando si trovò un cazzo gonfio davanti alle labbra che voleva entrare non potè far altro che aprire la bocca e accoglierlo. Era impressionante vedere quelle persone così rispettabili nella vita normale, trasformarsi in bestie assatanate e irrispettose della dignità di quella povera ragazza, colpevole solo di avere un ragazzo geloso. Ma non aveva tempo per pensare a lui in quel momento. Fu scopata e inculata in tutte le posizioni e ogni volta che lo stupratore di turno stava per godere, si portava davanti al suo volto e costringendola ad aprire la bocca gli schizzava tutto lo sperma sul viso e in gola e poi era costretta a pulire ogni goccia con la lingua. Alla fine della serata era ridotta ad una maschera di sperma, piena di graffi e lividi su tutto il corpo e con gli orifizi che stentavano a richiudersi. Il ragazzo, quasi dimenticato legato alla sedia, nonostante la sua rabbia, mostrava un rigonfiamento nei pantaloni che tradiva il suo involontario eccitamento. Lentamente la serata si concluse e gli ospiti lasciarono il castello non senza aver ringraziato il padroni di casa per la splendida ospitalità. La cameriera era rimasta sul palco, non avendo nemmeno la forza di alzare un dito e, quando furono andati via tutti, la signora le si avvicinò e la sollevò senza tanti complimenti trascinandola davanti al suo ragazzo che non aveva nemmeno il coraggio di guardarla. “Guarda cosa hai combinato!” le gridò la padrona con disprezzo “spero che adesso tu abbia capito come ci si comporta con gli ospiti, e comunque la punizione non è ancora finita.” A queste parole il ragazzo si sentì morire non riuscendo nemmeno ad immaginare cosa ci poteva essere di peggio di quello che la sua ragazza aveva appena passato. Lei, invece, lo guardava inebetita e incapace di qualsiasi reazione. Ad un ordine due inservienti li presero e li trascinarono all’esterno, nel parco e buttati senza tanti complimenti nel recinto dedicato agli alani, i cani preferiti dal conte “Per una settimana questa sarà la vostra casa e attenti a non disturbare gli altri inquilini, che valgono più di voi!” I due rimasero allibiti, ma non tentarono nessuna reazione per non peggiorare la situazione. Per fortuna quei cani erano molto ben tenuti e non fu difficile trovare un angolino dove potersi adagiare. La povera cameriera era ancora nuda e lo sperma che aveva addosso si era ormai seccato sulla sua pelle. Uno dei cani, incuriosito da quella presenza, le si avvicinò e iniziò ad annusarla appoggiando il naso umido sulla sua pelle. La ragazza fece un leggero movimento per allontanarlo, ma fu subito redarguita dalla padrona. “allora non hai capito! Non è così che si tratta chi ti ospita nella sua casa e adesso sei in casa loro, e devi essere gentile con loro,ci siamo capiti?” La poveretta, capita l’antifona lasciò che quel musone si appoggiasse a lei e il cane ricominciò ad annusare e leccare quel corpo martoriato. Con la sua lingua rasposa la leccò sul volto e scivolò lungo il corpo fino ad arrivare alla fica provocandogli altri dolori e umiliazioni. Il giardiniere ebbe un moto di reazione, ma ad un ordine preciso un altro cane che era perfettamente addestrato, gli si mise davanti ringhiando minacciosamente e costringendolo all’immobilità. Intanto la cameriera veniva coperta di attenzioni dal primo alano che, probabilmente eccitato da quegli odori così forti che emanava quel corpo, non smetteva di leccare e frugare ogni angolo della malcapitata che, come un automa, osservava con gli occhi sgranati quella bestia che si stava interessando a lei. La padrona era sempre lì fuori ad ammirare la scena, soddisfatta di come le cose si stavano mettendo, lavorando con la sua mente maligna per trovare ancora nuove punizioni da infliggere a quella che da cameriera era diventata una docile schiava a tutti gli effetti. Intanto l’alano si stava eccitando nel vero senso della parola e lentamente dal suo sottopancia si stava allungando un cazzo di notevoli proporzioni che spiccava da quella pelle nera nel suo colore rosato. Ad un tratto si avvicinò alla ragazza e iniziò un tentativo di strusciamento tipico dei cani, muovendo velocemente il bacino contro le spalle della cameriera. “Avanti!” ordinò la padrona,”accontenta il tuo padrone di casa. Dopo aver assaggiato tanti cazzi umani, almeno cambi razza” e scoppiò in una risata isterica e diabolica. “questo è troppo!” A quelle parole il giardiniere non restitette e con un calcio allontanò l’altro alano che lo vigilava, il quale a sua volta reagì saltandogli addosso e gettandolo a terra per poi stringere con le sue fauci la gola del suo assalitore. Per sua fortuna il cane era addestrato a non uccidere senza un comando del suo padrone, ma la posizione in cui si trovava era assolutamente priva di vie di fuga e fu costretto a rimanere immobile per non finire sbranato. Non c’era scampo e dovevano stare alle regole della pazza inquisitrice. “Bene” disse la padrona “adesso che avete capito chi comanda, andiamo avanti” La ragazza sotto il cane rimase immobile “Mia cara, se non vuoi che il tuo amato venga spolpato dai miei cuccioli, vedi di darti da fare” Per la prima volta la poveretta parlò “sì signora padrona, e cosa doveri fare?” “Ma come non l’hai ancora capito? Tutti i miei ospiti hanno goduto del tuo corpo. Sono rimasti fuori solo questi bei canoni, ai quali tengo come fossero figli miei. Non vorrai lasciarli a bocca asciutta, vero? Forza, fammi vedere come li sai eccitare, prendi quel bell’uccello fra le tue manine e masturbalo lentamente” La poveretta non riusciva a capire se stava vivendo un incubo o se era realtà. Si voltò e vide il suo giovane fidanzato steso per terra con il collo in mezzo ai denti bianchi di quella belva che lo teneva stretto quasi da farlo soffocare. Si notava benissimo l’avvallamento che la pressione dei canini faceva sulla pelle. Sarebbe bastato aumentarla un po’ per rompergli il collo. Per un attimo pensò che lui si sarebbe meritato una fine così, visto che la sua reazione era stata la causa di tutti i suoi guai, ma poi pensò che la bestia inferocita avrebbe poi riversato su di lei la sua aggressività una volta assaggiato il sapore del sangue fresco e così decise di accontentare il “suo” cane. Lentamente avvicinò la mano alla pancia della bestia per trovare il batacchio che era ormai sovradimensionato. Il contatto iniziale le fece ribrezzo, ma lentamente iniziò a masturbarlo come se fosse quello di un uomo. Il cane mostrò di gradire quel contatto, rimanendo immobile e alitando con la lingua di fuori fiato caldo sul viso della cameriera. “Bene” disse la padrona “vedo che inizi a capire chi è che comanda qui e quello che devi fare” La signora si stava surriscaldando e lentamente si portò la mano sotto la gonna e iniziò a masturbarsi. Intanto dal cazzo del cane iniziavano a fuoriuscire alcune gocce di liquido che gocciolavano lungo la mano e il braccio della ragazza aumentandogli il ribrezzo. Il conte aveva raggiunto sua moglie al recinto e nel complimentarsi con lei per come aveva gestito la situazione sostituì la mano di lei con la sua continuando a masturbarla trovandola praticamente allagata. La signora gradì molto quel contatto e rispose tirando fuori il cazzo di suo marito e masturbandolo delicatamente. “Vedi come devi fare?” disse il conte alla ragazza nel recinto “devi essere delicata e decisa allo stesso tempo. Attenta che questi cani sono abituati ad avere il massimo, perciò guarda attentamente come fa la tua padrona e rifallo esattamente” La schiava, ormai completamente sottomessa seguita il ritmo che la signora dava al cazzo di suo marito, aspettando il momento che il cane avrebbe goduto come una liberazione, ma si irrigidì quando vide la padrona chinarsi in ginocchio e iniziare a leccare la cappella paonazza che fino ad allora si era limitata a masturbare. Il conte, vedendola immobile disse: “forza schiavetta, fai come fa la tua padrona e assaggia il succo di quel cazzo che hai l’onore di tenere in mano!” Due lacrime rigarono le sue guance. Mai e poi mai avrebbe pensato di riuscire a fare una cosa del genere. Quanto avrebbe dovuto durare quella punizione? E fino a dove sarebbero arrivati i suoi aguzzini? Queste domande le frullavano nel cervello senza una risposta. L’unica certezza era che non poteva sottrarsi agli ordini che le venivano impartiti. Il cazzo del cane, ormai reso vischioso dagli umori che fuoriuscivano dalla sua cappella, era a pochi cm dal suo volto. Con uno sforzo incredibile se lo portò ad una distanza tale da permettere alla sua lingua di toccarlo leggermente. La fatica maggiore era trattenere gli urti di vomito che l’odore del cane e il gesto che stava facendo le provocavano. Nel vederla così, la signora si eccitò ancora di più e controllando che lei ripetesse esattamente ogni suo gesto, leccava l’asta di suo marito per tutta la sua lunghezza senza trascurare le palle, lasciandogli un filo di saliva che gocciolava dai testicoli. La cameriera ripeteva ogni gesto nel più piccolo dettaglio cercando di terminare il più presto possibile quel supplizio. Ormai il conte si sentiva vicino all’orgasmo e la signora, accorgendosene, dedicò tutte le sue attenzioni alla cappella accogliendola fra le sue labbra carnose, facendola scorrere su e giù fino farla arrivare a contatto con la gola, solleticandogli con una mano i testicoli. Suo malgrado, anche la cameriera si prodigò in un pompino a regola d’arte, imitando la sua padrona, ma non potè accogliere che la metà del cazzo canino, in quanto a dimensioni superava di gran lunga quelle del conte e la metà era sufficiente a riempirle completamente la bocca. Ad un tratto il conte si irrigidì e con un grido soffocato inizio a godere fra le labbra di sua moglie schizzandole sperma bollente fino in gola. La donna non ne perse neanche una goccia e, una volta finiti gli spasmi del marito, si curò di prosciugarlo bene succhiandolo fino in fondo fino a che il cazzo del marito si ammosciò fra le sue labbra. Allora si alzò e con un bacio appassionato trasferì lo sperma che aveva ancora in bocca in quella del marito, facendo in modo che la ragazza vedesse bene quell’operazione. “Adesso tocca a te, cagna” le disse con disprezzo “fai godere il tuo amante, e fallo bene se no sono guai!” La cameriera cominciò a spompinare sempre più forte la bestia, mostrando di aver perso, almeno apparentemente, il ribrezzo che aveva prima. Il cane inizio a tremare e sollevando la coda si conficcò quasi completamente nella gola della malcapitata provocandole nuovi conati di vomito. Era il preludio di un orgasmo che arrivò con una violenza “bestiale” schizzando una quantità di seme che riempì presto la bocca già piena della poveretta che non potè che accogliere fino a farselo colare sul mento e sulle mani. “bada a non inghiottirlo, ricordati quello che ha fatto la padrona” disse il conte “solo con una piccola variante” La ragazza non capiva quelle parole, il suo cervello era lontano mille miglia da lì. Cercava di non pensare a quello che le stava accadendo per subire un trauma minore. Comunque ormai il cane si era staccato da lei, avendo ricevuto quello che desiderava e lai si ritrovò con la bocca piena del suo sperma senza saper cosa farne. “adesso vai dal tuo fidanzato e gli fai assaggiare la schifezza che hai in bocca, così impara ad essere arrogante con chi gli dà il lavoro e una casa. Meccanicamente e anche con un pizzico di soddisfazione, la ragazza si avvicinò al suo ragazzo che era sempre disteso a stretto contatto con il suo guardiano e aprendogli la bocca con forza, dato che lui la teneva serrata, gli sputò dentro il seme animale che aveva mantenuto, e con esso anche tutto il suo disprezzo per la fine che gli aveva fatto fare. “Bene, adesso potete andare a dormire con i vostri amanti” disse la padrona che si era ricomposta esplodendo in una nuova risata “e mi raccomando di riposarvi, perché questa sarà una settimana molto lunga. Ho già in mente una sorpresa che intenderò fare agli ospiti per la prossima volta per farmi perdonare di questo disdicevole episodio.” La settimana passò molto lentamente per i due giovani fidanzati, costretti a dormire nella cuccia dei cani e a condividere i loro pasti.Altre volte la padrona li costrinse a soddisfare i cani sessualmente e il giardiniere arrivò perfino a scopare la cagna godendo in quella fica larga e vischiosa. La cameriera si era sempre limitata, invece, a fare pompini a tutti i cani che vivevano nel castello (ed erano tanti) ed ormai si era quasi abituata a quella situazioni e non mostrava più tanto ribrezzo. Ma la preoccupazione più forte gli era data dalle parole della signora che gli ricordava la sorpresa del fine settimana. Arrivò finalmente quel week-end tanto atteso e i due fidanzati furono fatti lavare in giardino, con la canna e l’acqua fredda. Poi la ragazza fu pettinata e truccata e infine fu completamente depilata lasciandole bene in vista la sua giovane passerina. Le fecero indossare della biancheria molto elegante e sopra una leggera tunica bianca. Era un incrocio tra un abito da sposa e uno da vittima sacrificale. Sicuramente faceva un bell’effetto e la padrona era contenta del suo operato. La festa entrò nel vivo e finito il banchetto, gli ospiti furono invitati ad andare in un salone dove ci sarebbe stato lo spettacolo che tutti attendevano. Il salone era grande come una palestra, ma, a parte alcuni mobili antichi e alcuni quadri che rappresentavano gli avi di famiglia era completamente vuoto. Gli ospiti erano sempre più incuriositi di quale sarebbe stata la sorpresa, quando alcuni inservienti, portarono una panca con dei strani lacci che non fece che aumentare la curiosità. Poi, tra musica e fumi, entrarono la cameriera e il giardiniere. Il brusio si faceva sempre più forte e , in particolare, il marchese che aveva provocato tutto ebbe un moto di soddisfazione nel vedere che la cameriera sarebbe stata il soggetto della serata. La padrona prese la parola” Calma signori, vi avevo promesso che avrei avuto per voi una sorpresa che difficilmente dimenticherete, ma se pensate che mi limiti a questa “ disse indicando la ragazza “mi deludete. Voi sapete che le mie feste sono esclusive e che quello che succede qui dentro non sarà mai trapelato all’esterno. Questo mi permette di togliermi qualche piccola soddisfazione e allo stesso tempo di dare a voi la possibilità di vivere intense emozioni” La sala si stava riscaldando alle parole della padrona e tutti non vedevano l’ora di arrivare al clou dello spettacolo “Ora, vi ricordate che questa coppia la settimana scorsa ha guastato la nostra festa con le sue intemperanze. Durante la settimana ho avuto occasione di punirli per le loro malefatte, ma volevo rendere partecipi anche voi della conclusione della mia punizione. E allora…. Che si dia inizio allo spettacolo!” La musica ricominciò a suonare e con movimenti simili ad una danza precedentemente preparata, la ragazza fu spogliata della tunica bianca e rimase con le autoreggenti bianche perizoma e un reggiseno a balconcino che esaltava il suo giovane seno lasciando ben in vista i capezzoli. Era più eccitante che vederla completamente nuda: La giovane fu fatta distendere sulla panca e le furono legate le caviglie in modo da tenere la fica depilata ben aperta con il perizoma che le divideva perfettamente le grandi labbra. Il suo ragazzo le stava vicino e aveva ricevuto l’ordine di aiutarla in tutto quello che le sarebbe stato ordinato. Fu fatto entrare quello che per una settimana aveva condiviso la cuccia con lei, l’alano nero preferito dal conte. Gli ospiti rimasero stupiti da quella presenza , ma intuirono subito cosa sarebbe successo quando il cane, ormai abituato fu avvicinato alla fica nuda della ragazza. Iniziò subito a leccarla raspando con la sua grossa lingua la pelle ancora irritata dalla depilazione. La ragazza mostrò quasi di gradire quel trattamento e cercò con la sua mano il cazzo del cane che ormai le era diventato familiare. Con naturalezza se lo portò alle labbra e lo accolse nella sua bocca per sentirlo crescere dentro di lei. Il cane leccava avidamente quella fica che stava bagnandosi, mentre la ragazza lo teneva stretto fra le sue labbra. Poi l’alano fu fatto allontanare da lei e fu invitato a salirle sopra per poterla penetrare. Il giardiniere aiuto la bestia appoggiando il suo glande enorme sulle labbra della fica e con un gesto rapido le si infilò tutto dentro. La poveretta cacciò un grido di dolore, mentre il cane, come da istinto iniziò a scoparla forsennatamente, senza dargli il tempo di respirare, sbavando sulle sue tette una quantità di saliva industriale. Il pubblico era entusiasta di quell’insolito spettacolo e l’aria si stava già surriscaldando quando la padrona di casa prese la parola “Signori calmatevi, il bello deve ancora venire, gustatevi questo spettacolo senza disturbare gli attori!” Il cane, affatto disturbato continuava a trivellare la poveretta e ormai era prossimo all’orgasmo. Infatti, dopo pochi altri colpi iniziò a scaricare un fiume di sperma nella fica della ragazza e che iniziava a grondare ogni volta che il membro le fuoriusciva per poi rientrare con prepotenza. Quando il cane finì il suo lavoro le fu avvicinato il suo cazzo al viso per farglielo ripulire per bene, cosa che lei fece senza rifiatare. “E adesso che la nostra troietta è stata preparata del suo nuovo “amante”, prego il pubblico di mantenere il massimo silenzio per questo nuovo spettacolo. Prego i miei inservienti di iniziare la preparazione! Arrivarono i due inservienti che senza tanti complimenti legarono anche le braccia della ragazza alla panca, immobilizzandola completamente, poi le strapparono il perizoma che per la verità non nascondeva nulla e con del liquido vischioso le lubrificarono ulteriormente la fica, comunque già sufficientemente bagnata dei suoi umori e di quelli del cane che l’aveva appena sfondata. Dal fondo del salone si apri una porta che dava sul parco ed entro un uomo che portava con se un bellissimo cavallo, uno stallone di razza che faceva parte delle scuderie del conte. Fra lo stupore dei presenti, e le esclamazioni di meraviglia delle signore, la ragazza si sentì veramente morire. Cosa le avrebbero fatto fare adesso? Non osava nemmeno immaginarlo, cercava di allontanare dal cervello quelle folli idee che la stavano tormentando. Il cavallo fu fatto avvicinare alla panca e la padrona prese di nuovo la parola. “Signori, quello che avete appena visto è niente in confronto a quello che vedrete. E’ vero che i miei alani sono molto dotati, roba da far sembrare gli uomini dei sottosviluppati, senza offesa per nessuno.Ma questa ragazza ha dimostrato di poter fare molto meglio e visto che il suo fidanzato voleva essere l’unico uomo a poterla toccare, oggi sarà accontentato” Il pubblico scoppiò in una sonora risata, immaginando quello che intendeva dire la padrona e quella battuta li eccitò ancora di più. Intanto la signora in persona si era avvicinata a quello splendido stallone e lo aveva condotto vicino alla panca dove giaceva la vittima e con movimenti lenti lo fece girare intorno per farlo ammirare sia al pubblico sia alla ragazza per aumentare il pathos, anche se non ce n’era molto bisogno. Fu la signora stessa che si chinò sotto il cavallo e iniziò a toccarlo per provocare la sua erezione. Lentamente, ma inesorabilmente, il cazzo del cavallo iniziò a gonfiarsi per poi cominciare ad allungarsi in maniera spropositata fino a diventare lungo e largo come un braccio robusto. La ragazza era legata in maniera da non poter fare il minimo movimento se non con la testa e così la panca su cui stava distesa fu fatta scivolare sotto il cavallo facendo in modo che il batacchio equino si trovasse penzoloni sul suo volto. La signora le si avvicinò e prendendo il cazzo del cavallo in mano lo condusse proprio sulle sue labbra serrate strusciandolo prima delicatamente poi sempre più energicamente fino a costringerla ad aprirle per accogliere quella cappella così enorme. La poveretta iniziò così il pompino più sconvolgente della sua vita, ma a malapena riuscita ricevere che pochi cm nella sua bocca per non restare soffocata.. “Dai, falla scopare!!” !Siii, sfondala quella zoccoletta!!” Gli astanti erano al limite dell’eccitazione ed incitavano la padrona a continuare in quella tortura. La ragazza voleva piangere, ma non ne aveva la possibilità. In compenso il cavallo mostrava di gradire assai il trattamento che gli veniva riservato e ogni tanto mandava un nitrito che rimbombava per tutta la sala. La signora sfilò improvvisamente il cazzo dalla bocca della cameriera, e questo movimento creò un rumore di risucchio come il tappo di una bottiglia di vino e questo fece ridere tutti quanti, meno che la malcapitata. La panca fu fatta sfilare sotto la pancia del cavallo in modo che il suo cazzo le si appoggiasse sulla fica.. A questo punto fu fatto intervenire il fidanzato della ragazza che fu costretto ad abboccarlo sulla fessura umida e unta della giovane. Lei lo guardava implorante di interrompere quello scempio “Scusami, devo farlo” ebbe il coraggio di sussurrarle e così le allargo le labbra della fica e spinse dentro la cappella del cavallo. Ci fu un grido di dolore che fece rabbrividire tutti… per un attimo. Poi non furono altro che incitamenti al giovane che andasse avanti con quel supplizio. “AAAhhhh!!! Basta basta, mi sta squartando!!! Gridava la giovane “dai continua, infilaglielo tutto!!” gli facevano da contraltare le grida dei presenti. Lentamente circa 20 cm del cazzo del cavallo furono infilati dentro di lei e un rigo di sangue comparve sulla panca. L’amplesso durò pochi minuti che sembrarono un eternità. Ad un tratto ci fu un nutrito ancora più forte del cavallo che a stento fu trattenuto per le redini e improvvisamente inizio ad eruttare litri e litri di sborra che la povera fica della ragazza non poteva contenere e finiva per uscire fuori come una lattina di birra agitata. In quei movimenti convulsi dovuti all’orgasmo, per fortuna della giovane il cazzo del cavallo si sfilò e fini di schizzare altro sperma sul suo corpo e sul suo viso. Poi il cavallo fu allontanato e tutti poterono ammirare da vicino quella fica ancora spalancata che assomigliava ad una bocca aperta. Alcune signore prese dall’eccitazione s e dalla curiosità si misero a leccare quel corpo ancora ricoperto di sperma equino e la serata si concluse in un’orgia gigantesca senza nessun limite di decenza. Ma in questo caso la ragazza fu risparmiata, in un atto di generosità, mentre il giardiniere fu considerato come un oggetto passivo e venne inculato da molti uomini e impalato con oggetti di ogni tipo. In fondo era lui il responsabile dell’aggressione al marchese e anche lui doveva subire le giuste punizioni fisiche oltre che morali. Alla fine di tutto il giardiniere fu allontanato dal paese e grazie alla potenza delle conoscenze del conte fu costretto a scappare per non rischiare il carcere per aggressione e tentativo di rapina. La giovane invece fu invitata a rimanere al castello, dove venne trattata come una della famiglia, ma che all’occorrenza diveniva di nuovo la schiava disposta a subire qualsiasi umiliazione e violenza per il piacere dei suoi padroni. In cambio veniva pagata molto profumatamente e questa fu poi la sua fortuna.
Aggiungi ai Preferiti