Stavo tranquillamente riordinando la camera quando improvvisamente si è aperta la porta ed è entrato il mio fidanzato, non me ne sono accorta perchè la musica proveniente dalla radio, aiutata anche dalla moquette, copriva i rumori. Mi si è avvicinato alle spalle, mi ha coperto la bocca con una mano e con l’altro braccio mi ha immobilizzato stringendomi al suo corpo. La sorpresa mi ha paralizzato. Non mi è stato difficile capire le sue intenzioni, eravamo talmente stretti che sentivo il suo membro ingrossarsi mentre si strusciava alle mie spalle, nello stesso tempo mi baciava sul collo e continuava a dirmi di lasciarmi andare che mi sarebbe piaciuto di più. Come sempre quando le cose vanno male possono anche peggiorare ed è proprio quello che è successo quando una mano ha cominciato a sollevarmi la gonna e ad accarezzarmi. Mi ha girato di colpo e mi ha spinto sul letto: – Zitta! Lasciami pensare. Un ordine così chiaro non poteva essere discusso. E altrettanto chiaro era l’ordine che mi dette subito dopo: – Va bene, alzati e cammina un po’, voglio vedere come sculetti. Alzati e vedi di sculettare, non voglio vedere un manico di scopa. Dopo poco aprì la valigetta e ne tirò fuori una custodia nera, l’aprì e cominciò a preparare una macchina fotografica. Mi fermai di scatto e mi girai verso di lui che, sempre sicuro di se, mi disse: – Bene, adesso accendi tutte le luci e vediamo di fare un bel servizio fotografico; ovviamente sai cosa ti succederà se non sarò soddisfatto. Smisi di pensare ad un rifiuto e accesi tutte le luci. – Perfetto, allontanati un po’ e girati verso di me; bene così, sorridi. Ottimo vedo che cominci a collaborare nel modo giusto. Adesso voltati verso la finestra, però, hai proprio un bel culo, complimenti. – come se non lo conoscesse – – Bene, girati verso di me e togliti la gonna. Mentre eseguivo i suoi ordini la macchina fotografica continuava a scattare, mi sentivo come una modella davanti al fotografo;Appena tolta la gonna mi ordinò di ricominciare a camminare e continuò a fotografarmi. Dopo qualche minuto posò la macchina e iniziò a togliersi la giacca, passò poi alla camicia e cravatta fino a rimanere a torso nudo. – Brava, vieni vicino a me, spogliami tutto e cerca di essere naturale. Non era facile accettare un ordine così, ma non riuscivo a trovare una via d”uscita; cominciai col togliergli le scarpe per passare poi alla cintura dei pantaloni ed infine alla cerniera. Quando gli feci scendere i pantaloni scoprii che aveva il membro in erezione e, sotto gli slip, si vedeva un notevole bozzo – Bravissima, adesso baciamelo attraverso la stoffa ma attenta a non farmi male. Un sospiro e un guizzo sotto le mie labbra mi fece capire che non avevo sbagliato mossa. – Sali lungo l’asta fino alla punta, così. E adesso sfilami gli slip. Era più facile a dirsi che a farsi, la stoffa era tutta tirata e le dimensioni impressionanti. Quando riuscii a liberalo dagli slip il suo membro mi colpì sul viso e, istintivamente, mi allontanai da lui. – Allora non mi sono spiegato, non ti devi spostare, prendilo in bocca! Le sue parole furono accompagnate dalle sue mani che mi presero la testa e la portarono sul suo bacino; non potei far altro che aprire la mia bocca e infilarmelo. Il suo membro saltellava ad ogni tocco e il suo respiro si faceva sempre più veloce, da parte mia cominciavo a trovare la situazione intrigante così cominciai ad accarezzare il membro anche con le mani. – Vedo con piacere che hai capito da sola cosa fare, brava, adesso sdraiamoci sul letto e continuiamo per bene. Non ti togliere le scarpe, mi piaci così come sei. Mentre riprendevo ad occuparmi del suo membro le sue mani cominciarono ad accarezzarmi le gambe passando poi alle mie natiche, dopo qualche minuto infilò le dita sotto le mie slip e raggiunse il mio buchino posteriore. – Sei ancora vergine. Da come mi tocchi e lecchi sembri una perfetta troia. Arrossii come una liceale, ma avendo la testa bassa, non se ne accorse. Tolse la mano dalle mie natiche e mi infilò un dito in bocca – Leccalo da brava, e inumidiscilo per bene, così non ti farà male. Obbedii anche se al momento non capivo cosa volesse dire esattamente; non impiegai molto a capirlo però, la mano tornò sul mio culo e il dito che avevo bagnato per bene mi si infilò nel buco. Fu come una scossa elettrica, i muscoli delle natiche mi si contrassero col risultato di bloccare il dito all’interno, la risata del mio ”padrone” fu spontanea. – Mi sa che nonostante tutto ti piace, vero? – E cominciò a ruotare il dito spingendolo sempre più all’interno. Un po’ alla volta riuscii a rilassarmi e a godermi quella nuova sensazione che sentivo; quando cominciai ad ansimare però fermò i suoi movimenti e mi sfilò gli slip. – Adesso sdraiati sul letto che penso io a te. Come al solito obbedii, e o aiutai a mettere un cuscino sotto le mie natiche; il mio bacino era sollevato e il mio buchino perfettamente in vista. Prese dal comodino un flacone versò un po” di gel su una mano, con due dita dell’altra ne prese una parte e cominciò a spalmarmelo sul buco. Era fresco e profumato e, dopo un po’ di massaggi, cominciò a scaldarsi; il movimento si fece più penetrante e le dita cominciarono a stendere il gel all”interno provocandomi i soliti brividi lungo la schiena. Ci fu solo una breve interruzione nella quale ne approfittò per indossare un preservativo ma ero talmente confusa, che persi il senso del tempo e mi accorsi solo che qualcosa era cambiato quando sentii il corpo che si stendeva su di me; sentivo la punta del suo membro carezzarmi il buco e, una volta trovata la posizione giusta, a premere. Lentamente, molto lentamente, la punta si faceva strada in me entrando sempre di più; il movimento era continuo e i miei muscoli si dilatavano per ricevere tutta l”asta. Era grossa e talmente lunga che sembrava non dovesse finire mai ma, quando meno me lo aspettavo,Il movimento si arrestò e comincio un lento ma deciso va e vieni; le sensazioni che provavo erano bellissime, sentivo la cappella sforzare i miei muscoli dilatandoli per poi lasciarli rilassare, lo sfregamento mi riscaldava tutta e negli affondo le palle sfregavano sulle mie natiche. Per sentirlo meglio avevo allacciato le mie gambe dietro la sua schiena e in questo modo la sua penetrazione era completa, la posizione gli doveva piacere particolarmente perchè ansimava sempre di più e il suo ritmo aumentava sempre di più. Le sue mani mi impedivano di scivolare e i suoi colpi diventavano sempre più forti con un ritmo frenetico che sembrava impossibile; a un certo punto cominciò lentamente ad entrare ed uscire dal mio buco provocandomi un piacere inimmaginabile ad ogni colpo, dentro e fuori dentro e fuori e ad ogni movimento godevo come una vera troia, proprio come mi aveva detto lui prima e provavo sensazioni mai provate prima. Dopo un tempo incalcolabile assestò tre o quattro colpi più veloci e profondi, me lo sfilò da dietro, si tolse il preservativo e me lo accostò alle labbra: contemporaneamente sentii tutta l’asta che pulsava ritmicamente diventando bollente, il primo schizzo mi colpì la guancia e quasi mi ritirai, ma lui mi tenne la testa vicino e allora cominciai a succhiarglielo mentre veniva, sentivo il calore e il sapore nella mia bocca e mi piaceva, anche deglutire mi piaceva come non avevo mai immaginato prima. Appena si calmò me lo tolse dalla bocca e mi baciò con la lingua, condividemmo quel sapore e quel che mi era rimasto in bocca e che lui toglieva con la sua lingua io cercavo di riprendermelo con la mia. Non ero mai stata così. Poi ci stendemmo sul letto in un abbraccio infinito.
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