Avevamo appena finito di giocare a pallacanestro sotto casa e, visto che eravamo completamente sudati, ho invitato Mauro a casa mia per lavarsi e rimettersi un po’ a posto. Io ho fatto la doccia per primo ma quando era in bagno lui, non so cosa mi ha spinto a farlo, ho aperto la porta e l’ho visto nudo mentre stava per uscire dalla vasca. In un primo momento è rimasto un po’ disorientato ma poi ha continuato ad asciugarsi facendosi vedere nudo come se nulla fosse. Dopo che ci siamo rivestiti e stavamo bevendo una birra in cucina lui, scherzando, mi ha detto che non era giusto che io avessi visto il suo cazzo mentre lui non aveva idea di come io fossi fatto e per essere pari avrei dovuto spogliarmi. La mia risposta è stata che non avevo nessun problema ma che anche lui avrebbe dovuto mostrarmelo di nuovo così ci calammo i calzoni e le mutande uno davanti l’altro. Quando ha visto il mio pene, che si era ingrossato già molto per l’eccitazione, ho visto la sua faccia sbigottita nel vederne la dimensione. Il mio cazzo, infatti, era molto più grande del suo che pendeva, ancora per poco, piuttosto inerte fra le sue gambe. Dopo il primo momento di sbigottimento mi ha detto che non aveva mai visto un cazzo così grosso e, a causa dell’eccitazione che stava montando, il suo intanto cominciava ad alzarsi ed ingrossarsi. Non poteva togliere gli occhi dal mio pene e mi ha chiesto se poteva toccarlo e sentire quanto duro fosse. Io mi sono avvicinato e, per farlo sentire più a suo agio, ho allungato la mano e ho circondato il suo, che era ormai svettante e duro e la cappella era completamente fuoriuscita dalla pelle che la circondava. Ci toccammo per alcuni minuti e dopo avermi detto che era curioso di sentirne l’odore ed il sapore si è chinato e mi ha circondato la punta con le labbra. Quando ho visto che non voleva fare scorrere la pelle per far fuoriuscire la cappella mi ha risposto che non lo aveva mai provato prima e non sapeva se gli sarebbe piaciuto. A questo punto ho preso in mano la situazione; l’ho costretto dolcemente ad alzarsi tenendolo per il viso e baciandolo sulla bocca ed infilandogli per un attimo la lingua dentro, gli ho detto di sedersi sulla poltrona che gli avrei fatto vedere come si fa. Quando si è seduto gli ho allargato le gambe e stringendogli le palle in mano mi sono avvicinato al suo pene e l’ho infilato in bocca sino a quasi la radice. Tutto questo mentre lo guardavo negli occhi. La mia lingua cominciava ad avvolgersi intorno alla cappella e, dandogli piccoli colpetti sulla punta e succhiandolo con una certa forza, ho cominciato a muovermi con la testa su e giù lungo l’asta, come se non avessi fatto altro in tutta la mia vita. La sua eccitazione cresceva a dismisura e dopo alcuni minuti di questo trattamento mi ha detto che si stava avvicinando l’orgasmo e che sarebbe stato meglio che mi spostassi e continuassi con la mano per farlo sborrare. Io non ho nemmeno preso in considerazione di smettere e, aumentando il ritmo dei miei movimenti con la testa ho continuato sino a quando ho sentito che la sua cappella stava fremendo e si stava ingrossando. Il primo grosso fiotto mi ha colpito in mezzo alla gola lasciandomi quasi senza fiato e da qual momento si è riversata nella mia bocca una quantità enorme di sborra che ho faticato a tenere dentro ed ingoiare. Quando Mauro ha finito di godere s’è lasciato andare sulla poltrona e mi ha accarezzato la testa ringraziandomi. Io non ho mai smesso di leccargli l’asta e la punta della cappella per pulirlo completamente, mentre si stava ammosciando fra le mie mani. Una volta finito, anche se la mia eccitazione era cresciuta a dismisura, mi sono sollevato e mi sono accucciato vicino a lui per farlo riposare. Dopo un po’ di minuti gli ho ricordato che io non avevo ancora goduto e lui, senza parlare, s’è alzato dalla poltrona e s’è inginocchiato sul pavimento davanti a me. Le sue gambe erano dischiuse e vedevo chiaramente i suoi coglioni e parte del suo cazzo che pendeva mollo, ma ciò che mi aveva attratto di più era il suo buchino lievemente dischiuso. Capito immediatamente quale era il suo messaggio mi sono avvicinato al suo sedere con il viso, gli ho allargato le chiappe e ho cominciato a leccarlo, prima dolcemente poi con sempre più foga, infilandogli ogni tanto la lingua per allargarlo. Quando ho visto che spingeva il muscolo verso di me e che era sufficientemente allargato mi sono alzato e, tenendo il mio pene alla base, l’ho puntato sul suo buchino ed ho cominciato a premere con una certa forza. Ho visto la cappella farsi strada dilatandolo e dopo un attimo sono entrato tutto dentro di lui, fino alla base del mio cazzo. Lui ha dimostrato di accettare con molto piacere questa ‘intrusione’ dimenando il suo culo ed accompagnando con i miei movimenti. Per vedere quanto era eccitato ho messo la mano fra le sue gambe e sentendo quanto duro era diventato di nuovo ho cominciato a fargli una sega accompagnando i miei movimenti con il culo. Dopo alcuni minuti di questo trattamento, quando ho cominciato a fotterlo con un movimento sempre più vigoroso ed eccitato dai suoi continui mugolii di piacere, sono esploso con forza eruttandogli dentro una grossissima quantità di sborra. Ogni volta che il mio cazzo entrava dentro, e non era più stretto dalla forza del suo muscolo, sentivo il fiotto che usciva e lo inondava. Anche la mia mano continuava a menarlo sino a quando anche lui, urlando è venuto nuovamente, sborrando per terra. Finito di godere mi sono appoggiato alla sua schiena, l’ho baciato sul collo e sulla guancia e ci siamo distesi a terra. Dopo quel giorno abbiamo saputo come occupare meglio le nostre giornate
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