La mia storia mi uccide, il senso di colpa mi attanaglia, ogni volta penso che sarà l’ultima. Voglio che sia l’ultima me lo urlo dentro, me lo ripeto fino alla noia. Poi la rivedo, sento qualcosa dentro, la devo avere, voglio entrare in lei, e la storia ricomincia, per una serie infinita di volte. Lei è mia zia, ha 46 anni, da un anno stiamo insieme, o meglio, facciamo sesso insieme. Tutto ebbe inizio circa un anno fa, i primi di giugno. Era una giornata calda, quasi estiva. Squilla il telefono. Era lei, ha bisogno di me per spostare un armadio. Vive sola. E’ divorziata da 15 anni, suo figlio abita fuori città. Vado da lei e le sposto l’armadio. E’ pesante, sono tutto sudato. Ad un certo punto nel girarmi il bottone dei pantaloni impunta nello spigolo dell’armadio e si stacca. Lei insiste per riattaccarmelo e io senza problemi accetto. Fino a quel momento non avevo avuto alcun desiderio sessuale verso mia zia; è una donna non molto alta, magra, tette normali, non appariscente. Senza che mi tolga i pantaloni inizia ad armeggiare con ago e filo. I pantaloni sono aperti ma la cerniera è ancora allacciata, lei la tira un po’ giù per lavorare meglio. Mi prende qualcosa dentro, mi cominciano a venire in mente strani pensieri, il mio cazzo inizia ad irrigidirsi. Piano piano mi si gonfiano i pantaloni, proprio mentre lei mi sta attaccando il bottone. Si accorge, mi guarda e fa un sorrisetto, io abbasso lo sguardo: sono imbarazzatissimo. Lei senza dire niente finisce il suo lavoro, posa ago e filo, torna da me. Io sono lì, immobile, con l’uccello duro che sembra voler scoppiare da un momento all’altro. Lei prova ad allacciare i pantaloni, poi mi guarda e con aria tranquilla mi dice ‘Fatto’. Poi slaccia nuovamente i pantaloni e, senza dire una parola inizia a massaggiarmi il pene da sopra gli slip. Prima piano, poi sempre più forte, fino a farmi una sega. Sono eccitatissimo, le stringo i fianchi. Non ho il coraggio di parlare. Lei continua il suo massaggio.Io mi tolgo la maglietta e poi levo la sua. Ha due bei seni, non grandi, ma ancora abbastanza sodi nonostante l’età. Non mi controllo più. Sento il mio orgasmo salire. La prendo e inizio a baciarla in bocca. E’ una furia, deve essere passato molto tempo dall’ultima volta in cui l’ha fatto. ‘Cazzo, sto pomiciando con mia zia’ non faccio in tempo a finire il pensiero che vengo copiosamente dentro gli slip. Mi toglie scarpe, pantaloni e mutande e prende in bocca il cazzo che si sta ammosciando, umido di sborra. Lo lecca avidamente e poi mi invita ad andare in camera da letto. Di sopra ricominciamo a pomiciare, sdraiati sul letto. La mia lingua esplora parti di lei a cui fino a mezz’ora prima mai avevo pensato, Adesso sono l’unica cosa che desidero. Le tolgo pantaloni e mutandine. La sua fica è coperta di peli neri. Inizio a leccarla. E’ umida, mi piace, ha un sapore particolare, strano. In pochi minuti il mio cazzo è ancora duro. Lei se ne accorge mi guarda e poi guarda in basso, quasi a volermi invitare dentro di lei. La prendo e inizio ad infilarla con una furia incontrollabile. Lei geme. Io le stringo le tette, le lecco i capezzoli, le piace, mi stringe con le unghie, mi graffia la schiena: sta godendo io continua a penetrare. Lei è un oceano di piacere, non si controlla, grida. Sto per venire, tiro fuori l’uccello, le mi afferra per le natiche e mi spinge dentro. ‘Zia sto per venire’ e lei: ‘Allora vienimi dentro, voglio tutta la tua sborra nella mia fica’. Do ancora qualche colpo e poi vengo, vengo come non ero mai venuto prima, nella fica di mia zia. Ho ancora il cazzo dentro, non vorrei più uscire. Restiamo lì per un tempo indefinito: forse un quarto d’ora, forse due ore. Nudi, abbracciati, sudati ed esausti. Un barlume di lucidità: ‘Ho scopato con mia zia, sono un mostro’ mi rivesto, lei cerca di trattenermi ma io corro via, senza dire una parola.Ci sono state tante altre volte con mia zia, e probabilmente tante ce ne saranno, per questa sorta di istinto animalesco che mi esce fuori quando la vedo.
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