Lasciato alle spalle il faticoso giorno delle nozze con la conclusione culminata nella prima notte di nozze, la pioggia ci aveva regalato qualcosa che non avremmo sicuramente dimenticato.Mi ero addormentato con il pensiero rivolto alla mia schiena segnata dalle unghie di Serena, il dubbio era se Sandra aveva visto e ignorato o proprio non si era accorta di nulla.Mi svegliai a mattina inoltrata, allungai una mano convinto di trovare il caldo e morbido corpo di Sandra, invece trovai solo le lenzuola, sentii però dei rumori provenire dalla cucina accompagnati dal profumo del caffè, pensai “la sposina mi vuole viziare”.Finsi di continuare a dormire quando Sandra entrò in camera con la tazzina del caffè, la depose sul comodino e fece luce aprendo la finestra:- Svegliati dormiglione. -Risposi stiracchiandomi:- Sono già sveglio, ti ho sentito trafficare in cucina. -Aveva indossato una lunga maglietta che arrivava sotto l’inguine:- Bevi il caffè che dobbiamo fare un bel discorso. -Aveva l’aria seria, mi preoccupai, presi la tazzina del caffè che mi porgeva ed iniziai a bere, il caffè era bollente:- Maledizione scotta. — Sentirai come scotta quello che devo dirti. -L’ultima frase di Sandra mi preoccupò ulteriormente, appena posai la tazzina del caffè, Sandra salì sul letto mi scavalcò con una gamba stando in ginocchio sopra di me:- Ieri sera ho visto degli strani segni sulla tua schiena, sono stata zitta per non rovinarti la serata, ma ora voglio sapere tutto sull’origine di qui segni. -Non risposi immediatamente, sarebbe stato meglio dire la verità o cercare una scappatoia con una balla credibile?Dopo qualche secondo non ricevendo la mia spiegazione Sandra continuò:- Non pensare di raccontare frottole, quelli sono segni di unghie, spero per te e per me di donna, ora o mi dici tutta la verità oppure questa te la scordi per sempre. -Nel terminare la frase aveva alzato la maglietta lunga che indossava scoprendo la sua bella fighetta curata, si sedette su di me, più precisamente proprio sull’uccello, che con la visione che mi si parava davanti agli occhi si stava svegliando, naturalmente Sandra essendoci sopra lo sentì eccitarsi.- E’ anche inutile che ti ecciti perché non porti a casa niente. — Va bene ti dico tutto, è stata Serena. — Te la fai anche con le ragazzine, PORCO. -Quel “PORCO” fu più violento di uno schiaffo:- Serena anche se sembra una ragazzina ha 20 anni ed è una puttana…-Raccontai tutto quello che era successo tra me e Serena, Sandra ascoltava attentamente, sapevo anche che effetto avevano su di lei i particolari di quel genere di racconti, appoggiai le mani sulle sue ginocchia e lentamente percorsi la coscia fino ad arrivare alla passera, essendo Sandra con le gambe aperte a cavalcioni su di me la figa era spalancata a mia disposizione, nel raccontare ero arrivato al momento in cui mentre scopavo Serena e mi aveva piantato le unghie nella schiena mentre godeva, infilai un dito nella fessura di Sandra, era fradicia, accompagnavo il racconto con il movimento del mio dito che gli faceva un ditalino, alla mia frase “anch’io raggiunsi l’orgasmo riempiendola di sperma” Sandra ebbe un orgasmo, ne approfittai per attirarla a me per le gambe, lei assecondò le mie manovre, mi fermai quando potei sentire il sapore del suo orgasmo con la mia lingua, si inarcò all’indietro e mi afferrò l’uccello iniziando a segarlo furiosamente, io ero ancora sotto il lenzuolo perciò mi segava impugnando il cazzo avvolto nel lenzuolo, sentivo il suo grilletto quasi contorcersi sotto i colpi della mia lingua, le mie mani si infilarono sotto la maglietta per raggiungere le tette e titillare i capezzoli.Sandra arrivò al secondo orgasmo, con una mano continuava a farmi la sega e con l’altra mi teneva la testa pressata contro la figa ed io bevevo ancora il suo miele, mugolava e si dimenava.Appena la sentii rilassarsi perché arrivata alla fine dell’orgasmo mi staccai anche per avvisarla che stavo per godere ed avrei sporcato il lenzuolo:- Godi porco, voglio vedere tutta la tua sborra sul lenzuolo pulito. -Gli strinsi le tette fino a fargli male mentre una chiazza di sperma si allargava sul lenzuolo.Sandra mi lasciò l’uccello svuotato e libero di muoversi spostandosi sull’altro lato del letto:- Perché hai voluto che sporcassi il lenzuolo? — Per il gusto di vedere una bella sborrata. — Sei una sporcacciona. — Però ti è piaciuto. -La baciai sulle labbra:- Mi piace quando fai la maialina perversa. — Non divagare, torniamo al nostro problema. — Quale problema? — Le unghiate della gattina Serena. — Ma abbiamo chiarito tutto. — Non proprio, tu hai contravvenuto al nostro patto, te lo ricordi? — L’accordo è che tu puoi avere rapporti con le donne a patto che io sia poi messo al corrente, uguale per me però mai con le prostitute. — Quindi hai commesso due infrazioni. — Addirittura due, quali sarebbero? — Uno. Non mi hai detto niente quindi è come se mi avessi fatto le corna. — No aspetta. Te lo avrei detto oggi, tu stessa hai detto di essertene accorta ieri ma sei stata zitta per non rovinare la giornata speciale, uguale ho fatto io. — Va bene questa te la abbuono. Due. Si era detto niente puttane. — Ma Serena è mia cugina non una puttana. — Come la chiami una che adesca uomini di una certa età con la sua aria da lolita, scopa e si fa fare dei “regalini”? — Dispensatrice di gioia a volatili in prossimità della pace. -Sandra rise di gusto, non riusciva a trattenersi e in questi casi sapevo che spesso gli scappava qualche goccia di pipì, indirizzai la mia attenzione alla sua patatina e vidi le goccioline bionde uscire e bagnare il lenzuolo, anche lei se ne accorse:- Guarda cosa mi hai fatto fare? -Con una mano la carezzai sentendo il tiepido dell’urina, infilai un dito nella fighetta umida, il mio uccello stava rispondendo prontamente alla nuova eccitazione ma Sandra mi fermò:- Adesso basta, tu staresti tutto il giorno a scopare. Questa volta non te la cavi con una battuta. Per non aver rispettato il nostro accordo avrai come punizione… tre mesi senza scopare. — Tre mesi? -Esclamai inorridito:- Sei impazzita, mi oppongo. — Puoi opporti fin che vuoi, tanto io non te la do comunque. -La discussione finì così, Sandra si alzò dal letto tornando in cucina.Nel pomeriggio mentre eravamo indaffarati a preparare le valige, il giorno seguente saremmo partiti per il viaggio di nozze, avevamo scelto di trascorrere dieci giorni tranquilli nel Trentino, sentimmo suonare il campanello della porta d’ingresso, io e Sandra ci guardammo meravigliati, non aspettavamo nessuna visita.Quando aprimmo la porta ci trovammo davanti Serena, scarpe da tennis con calzini corti, minigonna di jeans e una maglietta bianca che sembrava una seconda pelle tanto era aderente, naturalmente senza reggiseno, cosa doveva sostenere? Le piccole tette erano come scolpite, si notava anche il leggero rialzo dell’aureola e il capezzolo anche se non era eccitato, una leggera trasparenza rendeva poi tutto più eccitante:- Ciao sposini. -Meravigliato di vederla risposi mentre la facevo entrare in casa:- Ma non dovevate tornare a casa questa mattina? — Dovevamo, ma la zia ha convinto i miei genitori a fermarsi un paio di giorni. — Quando le nostre mamme si incontrano hanno mille pettegolezzi da scambiarsi. — Difatti, stavano rievocando episodi antelucani della tal zia o del tal tipo, non volevo annoiarmi tutto il pomeriggio a sentire pettegolezzi ed ho deciso di venirvi a trovare. — Hai fatto bene. -Disse cordialmente Sandra mentre la faceva accomodare.- Però non vorrei avervi disturbato, so che gli sposini i primi giorni hanno molto da fare. -Ridacchiai per la gaf di Serena:- Purtroppo noi non siamo così indaffarati in quello che pensi tu. -Sandra rise e Serena dopo un attimo di stupore rise anche lei e si scusò:- Scusate non volevo dire quello, mi sono espressa male. — Non ti preoccupare, tuo cugino ha la prerogativa del chiodo fisso, in ogni discorso lui ci mette il sesso, è un porco. -Sapevo che Sandra non avrebbe mancato di chiedere chiarimenti sulla famosa sera precedente le nozze, decisi di precederla.- Questa mattina io e Sandra abbiamo avuto una discussione e il nocciolo della questione eri tu. — Spero di non aver fatto niente di male. — Hai solo scopato con l’uomo che il giorno dopo mi ha sposato. -Serena era imbarazzata, ma Sandra andò subito in suo aiuto:- Non è colpa tua, è quel ciavador che non è capace di tenere nei pantaloni il fringuello. -Serena sorrise e si scusò dicendo che comunque si sentiva un poco in colpa, a Sandra non piacevano le tensioni e si affrettò a stemperare l’atmosfera:- Dai maritino metti su una bella musica che ho voglia di ballare. -Scelsi una compilation di ballabili e la misi a tutto volume, il primo brano era un ballo in voga negli anni 70, Sandra si alzò ed iniziò a ballare con i piedi nudi, indossava ancora la maglietta lunga con in più un paio di mutandine bianche, non si era preoccupata di mettere qualcosa oltre il poco che aveva all’arrivo di Serena, si muoveva con grazia ed essendo un ballo movimentato la maglietta risaliva mostrandomi il bel culetto coperto solo in parte dalle minuscole mutandine, era stupenda.Prese per mano Serena facendola rialzare dalla poltrona per invitarla a ballare, anche Serena era aggraziata nel ballo e si muoveva più freneticamente di Sandra, io mi godevo il ballo con un leggero risveglio del mio uccello.Il secondo brano della compilation era un ballo sudamericano, Sandra e Serena cambiarono ritmo, era un ballo sensuale come lo interpretavano loro, si avvicinavano per prendersi sui fianchi e sfregarsi l’un l’altra i seni, poi si staccavano per tornare a cercarsi, l’effetto dei loro sfregamenti fu quello di eccitare i capezzoli che si ingrossarono, quelli di Sandra erano visibili sotto la maglietta, ma quelli di Serena sembrava volessero bucare la maglietta elasticizzata che portava, non era l’unico effetto che avevano ottenuto con il ballo, anche il mio uccello si stava eccitando non poco, Sandra mi chiamò:- Ci prepari qualcosa di fresco da bere? -Mi dispiaceva non continuare a godermi lo spettacolo ma eseguii la richiesta, mentre ero in cucina a preparare un vassoio con qualche bibita e qualche dolcetto, sentii che la musica era cambiata, ora era un lento che suonava.Tornai in salotto con il vassoio che appoggiai sul tavolino, Sandra e Serena stavano ballando abbracciate strettamente, dalla mia posizione vedevo Sandra di spalle e le mani di Serena al limite tra schiena e sedere, quando feci per sedermi sulla poltrona vidi che vi erano appoggiate due paia di mutandine, le raccolsi, un paio erano bianche minuscole con il bordo di pizzo, le annusai sapendo già che erano di Sandra, da qualche ora girava per casa con quelle mutandine, le altre mutandine erano un intimo da ragazzina, rosa con dei fiorellini stampati, a Serena piaceva vestirsi ancora come una ragazzina.Mi sedetti tenendo in mano le mutandine, le annusavo, prima una poi l’altra, erano due odori diversi di femmine eccitate, loro continuavano a ballare, le mani di Serena erano scese sul culetto di Sandra e ne gustavano la rotondità, vedevo bene anche dove Sandra aveva le sue mani, erano sotto la gonna di Serena e anche lei gustava rotondità e consistenza del culetto, naturalmente le mia erezione era notevolmente aumentata ed era ben visibile sotto i calzoncini leggeri che portavo, non mi preoccupai minimamente di nasconderla, Sandra sussurrò a Serena qualcosa che non riuscii a capire, però entrambe guardavano me sorridendo:- Non è educazione parlare nell’orecchio alla gente. — Ho detto a Serena, guarda il mio maritino, gli è bastato vedere un paio di mutandine e sentire l’odore di figa per farselo venire duro. — Potremmo rifare il giochino di ieri sera, Serena non è il tipo che si formalizza. — A te piacerebbe ma sei in punizione. — Ancora con la storia della punizione. -Serena si incuriosì per la storia della punizione e si rivolse a Sandra:- E’ in punizione per quello che ha fatto con me? — Si! — E in cosa consiste la punizione? — Diglielo tu che sei il punito. — Ha detto che per tre mesi non me la da più. -Serena scoppiò in una risata sonora:- Bella luna di miele gli fai fare, poverino. — Tra noi c’è un accordo, io non gli proibisco di farmi qualche cornetto- E anche tu sei libera di ripagarlo con la stessa moneta? — Certamente, ma solo con un’altra donna. — Allora posso fare qualcosa per aiutare il cuginetto. -Serena che era più piccola di Sandra si trovava con il viso appena sopra il suo seno, gli bastò abbassare di poco il viso per avere un capezzolo tra le labbra, lo titillava con la lingua attraverso la maglietta, vedevo il viso di Sandra che dava segno di provare piacere, le mani di Serena avevano alzato la maglietta e le dita scorrevano nel solco del culetto per indugiare maggiormente alla fine dove trovava la fighetta, vedevo muoversi anche le mani di Sandra sotto la gonna di Serena.Mi alzai e le raggiunsi, una mano la infilai tra di loro raggiungendo la figa di Sandra, già sollecitata in periferia da Serena, vi infilai un dito, era già quasi arrivata all’orgasmo, il semplice sfiorargli il clitoride la fece esplodere mentre con l’altra mano abbassai la cerniera che bloccava la gonna di Serena che scivolò a terra, prima di riservare lo stesso trattamento avuto per la figa di Sandra cercai il buchetto posteriore, era già occupato da un dito di Sandra che stantuffava come se la stesse scopando, fu una sorpresa per me, su lei non voleva proprio saperne ma non disdegnava di profanare l’ano di altri, spostai le mie attenzioni alla fighetta senza peli per fargli un ditalino.Serena aveva abbandonato i capezzoli di Sandra par baciarla, vedevo le due lingue intrecciarsi e cercarsi, anche Serena godette di un orgasmo, estrassi le dita dalle fighette odorandole, prima singolarmente poi un dito per narice, porsi poi le due dita a loro e ognuna succhiò il dito con cui avevo fatto godere l’altra.Il mio cazzo era al limite dell’erezione, mentre loro restavano abbracciate, mi liberai di calzoncini e slip, infilai l’uccello duro come il marmo tra loro che si strinsero chiudendolo come in una morsa, a Sandra il mio uccello massaggiava di poco sopra la figa, mentre a Serena era sull’ombelico, le invitai a sfilarsi la maglietta, entrambe restarono nude, Serena nuda con le scarpe da tennis e i calzini corti era particolarmente sexi, le abbracciai tutte e due stringendole maggiormente sul mio cazzo, iniziai a pompare mentre loro ripresero a baciarsi, si scioglievano solo per cercare a turno la mia lingua, chiusi gli occhi per indovinare di chi era la bocca che si apriva sulla mia per incrociarsi con la mia lingua, Sandra era più calda e dolce, mentre la lingua di Serena era più nervosa e veloce.Avevo l’uccello tra due donne che stavano per farmi godere, eppure non ne stavo scopando nessuna delle due, entrambe però si dedicavano a me, sentivo le loro lingue cercare ogni centimetro del mio viso, le sentivo ora sul collo ora nell’orecchio o forzarmi le labbra per entrare e trovare una risposta dalla mia lingua, quando si accorsero che stavo per godere aumentarono la pressione sul mio uccello mentre io le stringevo fortissimo, scaricai il mio seme su di loro riempiendo di sperma il loro basso ventre.Appena si staccarono entrambe si guardarono l’ampia chiazza di sperma su se stessa e sull’altra, Sandra fece un’espressione un po’ schifata:- Sei uno sporcaccione, guarda che schifo. -Mentre Serena aveva intinto un dito nello sperma che la ricopriva per portarselo alla bocca, sembrava una bambina che aveva trovato il barattolo della cioccolata.Serena si inginocchiò tra le gambe di Sandra per ripulirla con la lingua del mio sperma, ben presto la lingua di Serena si soffermò sul cespuglio di Sandra che gli prese la testa per tenerla attaccata a se, oramai conoscevo bene Sandra e sapevo che farsi leccare la figa era la pratica sessuale che più gradiva, dall’espressione sul suo volto capii che Serena era brava e sapeva dare il piacere che Sandra voleva.Mi avvicinai a Sandra prendendogli le tette tra le mani per titillare i capezzoli che unite alla lingua di Serena la mandarono in paradiso, il mio uccello era tornato nel pieno del suo vigore, volevo che anche lui avesse la sua parte, mi attirava il culetto di Serena, sussurrai a Sandra di sdraiarsi sul tappeto, mi diede un occhiata come per chiedere un chiarimento, la rassicurai e lei mi accontentò.Sandra si sdraiò sul tappeto e Serena la segui senza mai smettere di leccare avidamente, come furono a terra Serena si rovesciò per offrire la sua figa glabra alla lingua di Sandra, non attese un attimo per affondare la sua lingua tra quelle labbra gonfie e vogliose, mi portai alle spalle di Serena, vedevo la lingua di Sandra insinuarsi nella fighetta sopra di lei, ne allargava le grandi labbra con le dita per mettere in risalto il clitoride che poi raggiungeva con la lingua, entrambe stavano godendo ed io non avevo ancora iniziato.Infilai due dita nella figa di Serena con la lingua di Sandra per toglierle ricolme di umori e spalmarlo intorno al suo buchetto, Sandra capì subito le mie intenzioni e mi aiutò insalivando per bene la zona, riempii poi una mano con lo sperma rimasto sul ventre di Serena, lo spalmai sul mio uccello durissimo che appoggiai al culetto per fargli percorrere tutto il solco più di una volta tenendolo con una mano, quando ritenni che fosse giunto il momento giusto guardai negli occhi Sandra che aveva ripreso a sgrillettare la figa di Serena, capì subito cosa gli offrivo ed era quello che aspettava, smise di dedicarsi alla slinguatura e afferrò il mio cazzo, puntò la cappella contro il buchetto e lo forzò lentamente mentre io gli divaricavo le chiappe, seguivo il suo movimento, appena la cappella fu entrata il resto della verga scivolò dentro senza nessuno sforzo, gli occhi di Sandra erano fissi sul mio cazzo che muovevo dolcemente nel caldo intestino di Serena, non aveva avuto nessun sussulto quando ero entrato in lei, la facilità con cui l’avevo penetrata rendevano chiara l’idea che la strada era molto battuta.Sandra stava avendo un’altro orgasmo regalato dalla lingua di Serena, traeva piacere anche nel vedere il mio cazzo che pompava nel culo mentre lei era tornata a leccare la figa che gli stava regalando il nettare di un nuovo orgasmo, fu un orgasmo lunghissimo, si placò solo quando gli riempii l’intestino di sperma frutto del mio orgasmo, vedevo il viso di Sandra compiaciuta del risultato ottenuto,.Quando lasciai il culetto di Serena porsi l’uccello a Sandra per ripulirlo, mi aspettavo un rifiuto ed invece si dedicò coscientemente a ripulirlo con la lingua, appena si accorse che la sua azione aveva un effetto benefico sul mio uccello si staccò dicendo:- Adesso basta perché a te diventa ancora duro e qui non finiamo più. -Ci sedemmo tutti e tre in terra con le gambe incrociate a guardarci e ridere, la prima a prendere la parola fu Serena:- Certo che siete una bella coppia, vi adoro. Le altre coppie si fanno corni su corni nella più assoluta falsità ingannandosi a vicenda. -Guardai Serena, seduta con le gambe incrociate metteva in mostra la sua fighetta priva di peli, le grandi labbra gonfie e la fessurina leggermente aperta per la posizione, qualche piccolo rivolo dei suoi umori era colato sulle cosce dono degli orgasmi avuti, era un poco volgare ma arrappante al massimo, spostai lo sguardo a Sandra, era nella stessa posizione con le gambe incrociate, la sua fighetta era sempre curata, il pelo mai eccessivo ma sensuale, anche lei presentava gocciolamenti di umori sulle cosce a testimonianza degli orgasmi avuti, il seno così bello con i capezzoli puntati verso l’alto, era sempre bellissima.Alla vista di tanta bellezza e abbondanza di sesso il mio uccello tornò a farsi vivo, Sandra mi conosceva bene e aveva notato la crescita del mio uccello:- Non sei ancora sazio dopo tutto quello che hai fatto? — Cosa ho fatto? Non ho nemmeno scopato. — Non farmelo ripetere, sei in punizione. Poi spiegami cosa hai fatto con Serena se non hai scopato? — La ho inculata ma non scopata, non le ho nemmeno dato una succhiata a quelle piccole tette da ragazzina. — E’ vero nemmeno io l’ho fatto. -Sandra si era rovesciata con Serena sul tappeto, la sua lingua era già su un piccolo capezzolo turgido mentre con una mano eccitava l’altro, spostai la sua mano per impadronirmi di quella tettina mordicchiando il capezzolo, Serena mugolava piacevolmente alle nostre effusioni, cercai la sua fighetta con una mano e la trovai già occupata dalle dita di Sandra, riuscii comunque ad infilare anche un mio dito.Sandra si sollevò dalla tettina di Serena e fermò la mia mano che con la sua stava masturbandola:- La vuoi scopare? — Si! -Risposi senza esitazione:- E tu Serena vuoi che mio marito ti scopi? — Si! Lascia che mi chiavi, ho tanta voglia. — Questo l’ho sentito, hai la topina in un lago. -Attendevo con crescente eccitazione la decisione di Sandra, dopo un attimo di silenzio mi guardò negli occhi:- Va bene chiavala, trombala. -Mi accostai a Sandra e la baciai in bocca, rispose con entusiasmo, la sua calda lingua cercava la mia, sapevo quanto gli era costato darmi il permesso di scopare Serena.Sandra si spostò per lasciarmi distendere sopra Serena posizionandomi tra le sue gambe aperte, Sandra prese il mio uccello in mano e lo scappellò delicatamente, fece qualche piccolo movimento su e giù per portarlo alla massima erezione, lo condusse sulla soglia della fessura della figa di Serena, mi guardò negli occhi, notai un velo di tristezza, retrocedetti il bacino allontanandomi dalla penetrazione, Sandra mi interrogò con gli occhi per il mio retrocedere, gli chiesi:- Sei sicura di volerlo? — Si fallo. — Se ti costa troppo mi accontento di una sega. — Fallo per me, scopala pensando di scopare con me. -Serena ascoltava in silenzio e un poco stupita del nostro ragionamento che doveva sembrare grottesco, ma non disse nulla.Sandra mi riportò a contatto con Serena, rifece le operazioni di prima, appoggiò la mia cappella alla fessura e tenendomi l’uccello per l’asta lo introdusse con una lentezza esasperante, vedevo il viso di Serena illuminarsi proporzionalmente alla penetrazione, si morse il labbro inferiore quando Sandra mi fece completare la penetrazione, il viso di Sandra era freddo, si avvicinò al mio e ci baciammo mentre iniziavo il movimento di avanti e indietro, le nostre lingue si intrecciavano, si lasciavano, si cercavano per tornare a esplorarsi, pompavo come un forsennato, con violenza, volevo fagli male ma Serena godeva e urlava, quella situazione aveva creato in lei uno stato di euforia che esaltava il suo piacere, Serena stava godendo continuando ad urlare il suo piacere mentre mi piantava ancora una volta le unghie nella schiena.Sandra si era stretta più forte a me mentre con una mano aveva afferrato un capezzolo di Serena e lo stava torturando, intanto stavo per arrivare al culmine del piacere, aumentai ancora il ritmo e la potenza dei colpi, Serena mi aveva cinto la vita con le gambe e conduceva il ritmo incitandomi ad essere ancora più violento nei colpi, eruttai tutto il mio orgasmo in lei.Mi lasciai andare esausto sul pavimento quando Serena si fu calmata e rilassata liberandomi dalla morsa delle gambe, Sandra sembrava meno turbata di prima.Era comunque il momento di smettere,mentre Serena faceva la doccia per andarsene noi sistemammo un pochino il casino che avevamo fatto.Serena era pronta a salutarci, io e Sandra eravamo ancora nudi, la prima ad essere salutata fu Sandra con un bacio in bocca lungo e appassionato mentre un dito si era infilato nella topa di Sandra:- Hai sposato un vero maschio, saprà farti godere molto. — Se non togli subito il dito dalla mia patatina sarai tu a farmi godere adesso. -Gli diede anche uno schiaffetto sulla mano, Serena passò a salutare anche me con un bacio in bocca non mancando di agguantarmi l’uccello e menarlo dolcemente, rispose subito riprendendo vitalità, gli diedi una strizzatina ai capezzoli inturgidendogli:- Così ogni uomo che incontrerai per strada si ecciterà a vedere i tuoi capezzoli sotto la maglietta a pelle che ai. — Sei il vero maiale che una donna desidera, è fortunata Sandra. — Si ma se non smetti di segare il mio uomo me lo consumi, sei proprio una puttana. -Sandra tolse la mano di Serena per prendere in mano lei il mio uccello duro e grosso, Serena se ne andò con un ultimo “buone scopate” mentre Sandra aveva ancora tra le mani il mio cazzo, la invitai a finire quello che aveva iniziato Serena, ma mi rispose:- Oggi basta mio bel pisellone, sono stanca di vedere figa e cazzo spruzzare sborra, se non ne puoi più fatti una sega da solo. –
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