Primavera, ci svegliammo una mattina al gracidare della radiosveglia con il primo sole mattutino che filtrava tra le fessure della persiana e il cinguettio degli uccelli, Sandra di solito era più reattiva di me a prendere coscienza appena sveglia, quella mattina però restò immobile sul letto come se stesse ancora dormendo, feci scivolare il lenzuolo in fondo al letto per farla rinvigorire con l’aria frizzante del mattino, come al solito indossava solo una leggera camicia da notte trasparente e null’altro, era sdraiata a pancia sotto con la camicia da notte che era risalita fino alla vita, il bellissimo culetto, nonostante i suoi quaranta anni, era fresco e rotondo come se ne avesse ancora venti, purtroppo però era ancora intatto come allora, in venti anni che stavamo insieme non ero ancora riuscito ad infilare il mio fringuello in quel delizioso nido, dovevo accontentarmi di accarezzarlo baciarlo e leccarlo ma niente di più, indugiai subito con una mano tra quelle due sode collinette percorrendo la valle che le divideva alla ricerca del tesoro inviolato, un mugolio di Sandra mi confermò che era ben sveglia ma che ancora non riusciva ad essere attiva.Erano quattro giorni che non facevamo all’amore, un vero record per noi, il desiderio accumulato era tanto, gli presi una mano e la infilai nei miei slip a contatto con l’uccello in un ottimo stato di erezione, sia per il lungo periodo di astinenza che per il morbido contatto sotto la mia mano, Sandra mugolò di nuovo e farfugliò con voce impastata:- Cazzo, ancora cazzo, sono stanca di cazzo, voglio sentire il dolce sapore di una figa sbrodolante amore. -Effettivamente pensandoci era forse un mese che non mi raccontava di una sua nuova avventura con una donna, voltò il capo verso di me per offrirmi la bocca da baciare ed io mi avvicinai per fargli sentire il caldo sapore della mia lingua in cerca della sua per attorcigliarcisi e condividerne il piacere.Intanto la sua mano accarezzava lentamente il mio uccello giocando con il glande voglioso, gli infilai un dito nella topa umida e desiderosa di un orgasmo, Sandra si staccò dalla mia bocca:- Leccami la patatina e fammi godere come una puttana lesbica che mi lascio scopare come una troia. -Quando Sandra si esprimeva in modo così esplicito era il segnale di un desiderio di sesso esagerato.Mentre mi spostavo a capo del letto per infilarmi tra le sue gambe e raggiungere il punto del desiderio che voleva esaudire, si sfilò la camicia da notte che per altro copriva molto poco, il suo corpo nudo mi eccitava ancora come le prime volte, il seno era ancora sodo anche se un poco meno di venti anni prima, ma aveva conservato al pari del culetto la sua linea perfetta.Prima di infilargli la lingua nella fighetta ammirai ancora una volta come il cespuglio fosse sempre curato e rasato quel tanto per renderlo più attraente, era la parte del corpo a cui dedicava più attenzione, ne sentii anche il profumo inebriante che aumentò il mio eccitamento.Appena introdussi la lingua nel mezzo di quel paradiso fu come tuffarla in un lago dolce e caldo, assaporai subito quel dolce nettare, Sandra emise subito un sospiro di piacere seguito da altri che si trasformarono in mugolii e ansimi appena con la lingua gli stuzzicai il grilletto, mi appoggiò le mani sulla testa per trattenerla e dondolarla circolarmente e lentamente, alzò le gambe e me le appoggiò sulle spalle offrendomi al meglio il sesso spalancato in modo che potessi dargli il massimo del piacere, così facendo sapevo che aveva esposto il gioiello intatto che mai mi aveva donato, nella posizione in cui mi trovavo non lo vedevo vedere ma sapevo che era vicinissimo alla mia lingua, non resistetti alla tentazione e spostai la lingua sul buchetto, sentii le leggere increspature della corona anale, indirizzai la lingua al centro riuscendo a forzarla leggermente, la pressione delle mani di Sandra sulla mia testa si fece più forte, quasi volesse invitarmi ad addentrarmi di più nell’orifizio, ma con la lingua non potevo andare molto oltre, aggiunsi un dito a solleticare la periferia del buchetto che quasi subito spostai a sostituire la lingua nel forzare il buchetto, come aumentai la pressione per forzarlo maggiormente Sandra contrasse i muscoli impedendomi di continuare:- No, ti prego, non sono ancora pronta a questo. -Mi spostò la testa per farmi ritornare con la lingua a contatto con la figa che mi sembrò ancora più bollente di prima.I sospiri e i mugolii di Sandra aumentarono sempre più, segno stava per avere l’orgasmo desiderato, uno spruzzo caldo di umori mi colpì la lingua, Sandra stava godendo:- Siiii… godo, godooo…. -Bevvi il suo nettare con golosità mentre cercavo di essere più incisivo sul clitoride per aumentargli il piacere, non aveva ancora terminato l’orgasmo che perentoria mi ordinò:- Chiavami subito. -La richiesta di Sandra mi meravigliò non poco ma non me lo feci ripetere, con un balzo gli fui sopra con il cazzo duro che non aspettava che di poter sfogare il proprio desiderio, lo feci scivolare dentro il suo sesso pregno di umori senza la minima forzatura, mi dedicai subito a pompare con un buon ritmo, Sandra stava godendo ancora:- Sbattimi come una troia, hai fatto godere la moglie lesbica, adesso fai godere anche la puttana, chiava quella vacca di tua moglie. -Sapeva che quelle parole avevano un effetto accelerante sul mio uccello che mi portava all’orgasmo in un tempo rapido, scaricai il mio sperma dentro la figa di Sandra mentre lei ansimava per la fine del suo orgasmo, mi sorrise soddisfatta mentre portavo gli ultimi colpi per svuotarmi completamente dello sperma.- So che ti piace tanto quando mi comporto da puttana. — E’ vero, mi hai fatto godere a tempo di record, forse solo da ragazzo ero così veloce. — Si ma adesso sbrighiamoci che dobbiamo andare al lavoro, non ho nessuna intenzione di far tardi per una sveltina con mio marito. -Mentre facevamo colazione guardai Sandra, mi venne alla mente la prima volta che la vidi nel negozio della signora Caterina, (vedi Anni 60 I parte la conoscenza) aveva venti anni ed era molto magra, vestita in maniera anonima nascondeva il poco seno e la graziosa forma del sedere, capelli castano chiaro che non arrivavano alle spalle mi era anche un poco antipatica.Ora davanti a me c’era una bella donna di quaranta anni, qualche chilo in più ben distribuito l’avevano modellata bene, il seno era più gonfio e meglio messo in risalto con abiti più appropriati che davano maggior risalto anche alla rotondità del culetto, i capelli li aveva lasciati allungare quel tanto per poter raccoglierli dietro lasciando libero il viso dall’ovale delizioso, con l’età non più da ragazzina aveva adottato anche l’uso degli occhiali, usava una montatura leggera con lenti rotonde ed aveva il vezzo di portarli spostati in avanti sulla punta del naso, per canzonarla gli dicevo che mi sembrava la mia maestrina delle elementari, ma era bellissima:- Venerdì è festa, abbiamo un week-end lungo, vuoi fare qualcosa di diverso? -Sandra mi osservò un attimo pensierosa prima di rispondermi:- Si! Ho voglia di allontanarmi dal solito tran tran, proponimi qualcosa di divertente. -Con questa richiesta mi recai sul posto di lavoro, ma non avevo la minima idea di cosa fare di divertente per il week-end.Durante la giornata ne parlai con un collega amico che aveva sempre qualche idea interessante per la testa:- Arturo, se volessi fare qualcosa di diverso questo fine settimana con tua moglie, cosa faresti? — Con mia moglie? — Si con tua moglie, oppure se preferisci con la Luisella dell’ufficio acquisti. — La cosa cambia di molto, con mia moglie troverei una scusa per riposarmi e non mi muoverei da casa, starei tre giorni sdraiato sul divano a guardare la televisione. Invece con quel gran pezzo di gnocca della Luisella andrei a Parigi per divertirmi e scopare. -Ecco l’idea “Parigi”, avevo promesso a Janine che gli avrei fatto conoscere Sandra, questa è l’occasione giusta.La sera stessa, prima di tornare a casa, passai nell’agenzia di viaggio vicino a casa e acquistai un pacchetto di tre giorni a Parigi con volo diretto e albergo a quattro stelle nel quartiere di Tuileries.Come entrai in casa sventolai sotto il naso di Sandra i biglietti d’aereo e la prenotazione dell’albergo, mi aspettavo di vederla saltarmi al collo per abbracciarmi e baciarmi dalla gioia, invece non dimostrò molta felicità:- Cosa c’è? Non è una soluzione che ti piace? — Metà si e metà no. — Spiegati meglio, quale è la parte che ti piace e quella che non ti va. — Parigi è tanto che desideravo visitarla perciò sono contenta della tua scelta, ma… — Ma cosa? Dimmi cosa non va bene. — L’aereo. Sai benissimo che ho paura di volare. -Era vero, me ne ero proprio dimenticato, restai alcuni secondi in un imbarazzato silenzio:- Scusa ma non ci avevo pensato, domani restituisco il pacchetto all’agenzia, ci perdiamo solo il 10% non è molto. — No! Voglio andare a Parigi, mi farò forza. -Gli accarezzai una guancia, un gesto di tenerezza che apprezzò molto.Il giorno della partenza ci recammo all’aeroporto per tempo, Sandra era nervosissima, cercai di calmarla prodigandomi in ogni maniera ma non c’era verso, ogni mia parola sembrava irritarla maggiormente, decisi di non insistere e assecondare solo le sue richieste.Mentre aspettavamo la chiamata del nostro volo, la guardavo che camminava nervosamente avanti e indietro come una pantera in gabbia, aveva indossato un completo azzurro che la fasciava deliziosamente, camicetta bianca e scarpe con il tacco medio alto, capelli raccolti dietro e i soliti occhialini, mi piaceva molto.Mi accorsi che anche diversi uomini la guardavano con un certo interesse, non potevo dargli torto, era molto attraente, ci fu anche un tale che si avvicinò per offrirgli una sigaretta, una scusa banale per tentare un approccio, nel punto dove mi trovavo non potevo sentire cosa si dicevano, ma dall’espressione dura di Sandra sicuramente lo stava trattando come una pezza da piedi, lo sventurato si allontanò con la coda tra le gambe.Quando dagli altoparlanti venne annunciato il nostro aereo raggiunsi Sandra per prenderla sottobraccio, con i suoi occhioni languidi mi guardò per implorarmi:- Aiutami. Ho paura… tanta paura. -Cercai ancora una volta di rassicurarla senza ottenere grandi risultati.L’hostess che ci diede il benvenuto sull’aereo capì subito in che condizione fosse Sandra ed appena ci accomodammo ai nostri posti ci raggiunse per offrirci il suo aiuto, gli risposi che per il momento riuscivo a cavarmela da solo e la ringraziai per l’interessamento.Sandra era più tesa della corda di un violino, lei che riusciva sempre a dominarsi ed essere controllata nelle emozioni, era sulla soglia del panico, quello che più non sopportava in quella situazione era la mancanza di razionalità che gli impediva di controllarsi, dovetti allacciargli io la cintura di sicurezza, prese la mia mano e la strinse forte tra le sue tenendola appoggiata sul grembo.Quando l’aereo si mosse per portarsi sulla pista di rullaggio strinse così forte la mia mano da farmi male, appoggiai l’altra mano sulle ginocchia e praticai un leggero massaggio.L’aereo decollò e Sandra era rigida come un pezzo di legno e fredda come il ghiaccio, la mia mano nella morsa delle sue percepì un leggero allentamento, mi accorsi solo allora che con la mano con cui gli stavo massaggiando le ginocchia ero risalito fino a metà coscia sotto la gonna, avevo forse trovato la maniera per calmarla, mi misi un poco di traverso sul sedile per nascondere i miei strani movimenti ai passeggeri della fila parallela a noi.Spinsi ancora più in su la mano fino a toccare le mutandine di Sandra che divaricò leggermente le gambe per favorire i miei movimenti, fortunatamente non aveva indossato i collant ma calze autoreggenti, con un dito la solleticai in corrispondenza della micia, la morsa delle sue mani sulla mia era quasi nulla e il volto di Sandra era più disteso.Riuscii ad infilare un dito sotto le mutandine a contatto con il cespuglio del pube, raggiunsi anche le grandi labbra, Sandra si spostò per appoggiare il viso sulla mia spalla e sussurrarmi:- Fammi godere che mi fa sentire meglio. -Avevo trovato la maniera giusta per calmarla, mi guardai in giro per vedere se qualcuno aveva notato i nostri traffici ma nessuno sembrava badare a noi, infilai il dito nella fessura già umida e lo mossi delicatamente evitando di arrivare a toccare il grilletto per prolungare più possibile il piacere che precede l’orgasmo:- Come va signora? Superato il momento difficile? -Non mi ero accorto dell’arrivo dell’hostess che era venuta per sincerarsi delle condizioni di Sandra, dalla sua posizione non poteva non vedere cosa stavo facendo, restò un attimo stupita poi si accostò al mio orecchio:- Cosa sta facendo? E’ impazzito? — E’ l’unica maniera che ho trovato per farla uscire dal panico prima che si mettesse a urlare. -La hostess guardò Sandra che la fissava con gli occhi da cerbiatta ferita:- E’ un metodo che non ho mai usato ma sembra che funzioni, lo terrò presente per il futuro. -Si allontanò per tornare subito con una coperta da mettere sulle gambe di Sandra:- Mi raccomando la discrezione… e buon divertimento signora. -Strizzò l’occhio a Sandra e tornò alle sue mansioni, mi diede l’impressione che non gli sarebbe dispiaciuto avere lei la mano dove l’avevo io.Impiegai molto per fare avere l’orgasmo a Sandra, volutamente feci in modo che arrivasse molto lentamente, ciò servì a calmarla completamente, alla conclusione dell’orgasmo mi diede un bacio sulle labbra ringraziandomi, poi mi chiese:- Pensi che qualcuno si è accorto di cosa abbiamo fatto? Morirei di vergogna. -Scherzai nel rispondergli:- Come? Non ti sei accorta che tutti i passeggeri hanno battuto le mani quando hai goduto?– Stupido, sei lo stupido più adorabile che conosco. -Tornò l’hostess per sincerarsi della situazione, gli restituii la coperta e la ringraziai:- Tutto a posto signora? -Domandò cortesemente:- Si, si, grazie per la comprensione avuta nei miei riguardi. -Rispose Sandra senza lasciar trasparire nemmeno un’ombra d’imbarazzo:- Ha un marito d’oro signora. -L’aereo atterrò a Parigi senza che Sandra avesse più alcun problema, con un taxi ci facemmo portare nell’albergo dove avevamo la prenotazione.La prima parte del nostro week-end a Parigi la dedicammo al tour classico, prima tappa Montmartre, il quartiere degli artisti dove pranzammo anche in un piccolo ristorante tipico, poi la classicissima torre Eiffel e una lunga passeggiata sui Champs Elysees.Rientrammo in albergo per la cena e indossare un abito adatto per una serata nei locali di Pigalle, al mio formale giacca e cravatta, Sandra contrappose un miniabito rosso carminio con uno spacco laterale generoso, mostrava uno spicchio bianco della coscia oltre le calze autoreggenti, una scollatura altrettanto generosa faceva intuire che non portava il reggiseno, nonostante i suoi quaranta anni poteva ancora permettersi di non portarlo, il miniabito era semi elasticizzato e fasciava in modo perfetto il corpo di Sandra, oltre a non vedersi il segno del reggiseno non si notava neppure l’antiestetico segno delle mutandine sul culetto straordinario che sembrava ancora più rotondo, mi venne spontaneo domandargli:- Non hai indossato nemmeno le mutandine? — Mi sembrava di aver dimenticato qualcosa. -Come al solito abboccai ai suoi trabocchetti, la guardai perplesso mentre rideva e scuoteva la testa:- Hai paura che andando in quei locali senza mutande qualche passerotto trovi il mio nido accogliente e venga a posarsi? — No non è per quello, è che già abbigliata così sei arappante, se poi so che sei senza mutande avrò l’uccello in tiro tutta la sera. — Allora guarda qua… -Prese il bordo del miniabito e ancheggiando lo fece risalire per mostrarmi cosa nascondeva sotto:- …questo è meglio che pensarmi nuda, così sarai attizzato tutta la sera e quando torneremo in albergo mi salterai addosso con più soddisfazione. -Il miniabito aveva terminato la risalita, Sandra si mostrava con un piccolo triangolo nero che copriva poco più del pube e un lacciolo sottilissimo nascosto nel solco del culo, la mia espressione fu più che chiara:- Cazzo che gran pezzo di figa ho sposato, aspettati una notte di fuoco. — Te ne accorgi solo adesso che sono una gran bella fighetta? Dopo venti anni che mi conosci? -Mentre si risistemava l’abito mi rimproverò per l’espressione colorita:- Quella bella espressione che hai usato prima è la stessa che usi quando un tuo amico ti chiede come è tua moglie? — Ma scherzi? Quando qualcuno mi chiede come sei ti descrivo per quello che sei veramente. — Sentiamo come mi descrivi. — Dico che sei più vecchia di me, un po’ racchia e rompiballe come tutte le mogli. -Riuscii a schivare un cuscino lanciatomi da Sandra:- Questa sera se vuoi soddisfare il tuo pisellone o ti fai una sega o lo picchi contro il muro.-Risi divertito mentre Sandra si parò davanti a me con le mani sui fianchi:- Inoltre questa sera se trovo un bel ragazzo con un bel cazzo grosso gli do la patatina ed anche il culo, visto che sono racchia e rompiballe. — No ti prego il culo no, lo hai promesso a me. — Io non ti ho promesso niente. -A questo punto non riuscì più nemmeno lei a restare seria e si lasciò andare in una risata:- Devi ammettere però che una cosa vera la ho detta. — Che sono più vecchia di te? Io direi che sono dieci mesi più matura di te, poi alle mie amiche ho sempre detto che tu hai due anni più di me. — Imbrogliona. -Mi risistemai i capelli scomposti dai bruschi movimenti:- Hai finito di farti bello? Poi dicono che siamo noi donne a fare tardi davanti allo specchio.-Scendemmo nella hall e chiedemmo al portiere di chiamarci un taxi.Al taxista chiesi di portarci nel locale di Pigalle dove lui avrebbe portato sua moglie.Non c’era molto traffico ed arrivammo sul posto in poco tempo, il taxista fermò l’auto davanti ad un locale sfavillante di luci, le persone che vedemmo entrare sembravano tante mummie serie senza un briciolo di allegria, i manifesti all’ingresso del locale illustravano belle donne anche in abiti succinti, ma la compagnia delle mummie non ci era molto gradita, feci un’altra richiesta al taxista:- Se invece dovesse portare l’amica a divertirsi, dove andrebbe? — Tre bien. -Rimise in moto il taxi e ci condusse in una via poco distante davanti ad un altro locale, aveva meno insegne luminose rispetto il primo, ma le persone che vi entravano avevano l’aria di volersi divertire, diedi una buona mancia al taxista ed entrammo nel locale.C’erano poltrone e divanetti disposti attorno ad un piccolo palco con una lunga passerella che si inoltrava tra le poltrone, prendemmo posto su un divanetto non troppo vicino al palco, una cameriera vestita di un solo perizoma nero e un grembiulino bianco prese la nostra ordinazione.Poco distante da noi vi era un cubo di circa un metro di lato con al centro un palo che arrivava fino al soffitto, altri due di questi cubi erano disposti nella locale, su ogni cubo c’era una ragazza, più nuda che vestita, aggrappata al palo che ballava, in fondo alla sala il bar con alcune ragazze vestite così succintamente che i costumi non nascondevano che i particolari dei loro splendidi corpi, mi soffermai a guardare tutte quelle bellezze sedute sugli alti sgabelli davanti al bar, le mie occhiate non poterono sfuggire a Sandra:- Ti stai rifacendo gli occhi? — Non posso negarlo, c’è una tale sfilata di bellezze che se dovessi scegliere mi troverei in imbarazzo, guarda quelle tre in piedi appoggiate al bancone, hanno tre culi favolosi, sono perfetti seppur diversi uno dall’altro, non mi dispiacerebbe essere il loro perizoma sprofondato in quelle deliziose colline. — Se dovessi scegliere io, mi farei quella biondina con il perizoma bianco e il reggiseno di lustrini, si vede spuntare l’aureola del capezzolo scurissima, anche se le tette non sono grosse hanno la rotondità delle mele mature. -La biondina si alzò dallo sgabello e si diresse verso la porta che introduceva ai camerini, vedendola camminare di spalle mise in mostra un culetto delizioso, poteva competere in bellezza con quello di Sandra, aveva ragione ancora una volta lei, era la più bella tra tutte.Sandra si guardò intorno, vi erano molti uomini soli ma anche qualcuno in compagnia di una donna, mi fece notare una cosa:- Sono quasi certa che nessuna delle signore accompagnate dal cavaliere è la legittima consorte. — Ne sono convinto anch’io, forse l’unico uomo che si è portato la moglie in questo locale sono io. — Ho un’altra curiosità da chiarire, perché voi uomini se dovete portare la moglie a divertirsi la portate in un locale “serio” come quello che ci stava consigliando il taxista prima, mentre se dovete portare l’amica a divertirsi scegliete locali più “allegri”, avete paura che vi scopino la moglie? — Io non ho mai portato l’amante in uno di questi locali, ma la moglie si, per quanto riguarda la paura che un’altro uomo ti scopi… non so come la prenderei se dovesse succedere. — Nemmeno io so cosa succederebbe se un giorno dovessi assaggiare un pisello che non fosse il tuo, fino ad oggi è stato l’unico che ho avuto tra le mani. — Non solo tra le mani. -Gli appoggiai una mano sulle ginocchia per risalire a massaggiargli l’interno delle cosce.La musica di sottofondo nel locale cambiò improvvisamente e fu annunciato l’inizio dello spettacolo, le ragazze sui cubi si erano ritirate, il sipario del palco scorse via silenzioso ed apparve una ragazza vestita da marinaio che si muoveva sinuosamente a tempo di musica, percorse la passerella con movimenti aggraziati per mostrarsi meglio a tutto il pubblico, era la biondina eletta da Sandra la più bella del locale.Ritornata sul palco si tolse il berretto lasciando che i lunghi capelli biondi si muovessero liberi sulle spalle, scese dal palco e andò a sedersi sulle gambe di un uomo solo che sorrise soddisfatto del regalo avuto, la biondina cambiò alcune volte l’uomo su cui sedersi sulle gambe e fargli sentire le sue morbide grazie, anche ad alcuni uomini accompagnati regalò un bacio sulla punta del naso.Proseguendo il suo spettacolo la biondina si parò davanti ad un uomo e lo invitò a sbottonargli la giacca da marinaio, l’uomo eseguì la richiesta e lei gli appoggiò le tette sul viso nascondendolo con i lembi della giacca aperta, staccandosi dal fortunato prescelto si tolse la giacca e la lanciò sul palco, continuò poi a muoversi tra il pubblico in pantaloni lunghi bianchi e un reggiseno bianco così sottile che non copriva nemmeno tutta l’aureola dei capezzoli.Ritornò sul palco ballando per sfilarsi i pantaloni e mostrare il perizoma più piccolo che avessi mai visto, se non si fosse rasata il pelo del pube sarebbe spuntato copioso dai lati, riprese il percorso della passerella e tornò tra il pubblico.Questa volta si parò davanti a me volgendomi le spalle, si piegò in avanti spingendo praticamente sotto il mio naso il magnifico culo nudo, il sottile lacciolo del perizoma era naturalmente assorbito all’interno del solco, era l’invito a carezzare quella delizia che non mi feci sfuggire, la pelle vellutata su quelle forme sode ed elastiche era una delizia.La biondina si sedette sulle mie gambe e infilò una mano tra le cosce di Sandra, sicuramente aveva visto che in precedenza tenevo la mano dove ora l’aveva lei, Sandra ebbe un piccolo sussulto e la biondina si rialzò per spostarsi verso altri spettatori strizzando però l’occhiolino a Sandra sorridendo, guardai interrogativamente mia moglie:- Mi ha toccato la patatina. -Fu la risposta di Sandra al mio sguardo.Ballando tra una coppia ed un singolo si era fatta sfilare il reggiseno e porgeva le belle tette da baciare preferibilmente alle donne, tornò anche da noi per porgere le tette a Sandra da baciare che non perse l’occasione di dare una sapiente slinguata a quei capezzoli scuri e duri, la biondina apprezzò molto e ricambiò con un bacio sulle labbra, si spostò davanti a me facendomi divaricare le gambe per infilarcisi in mezzo e mettermi il bacino così vicino al viso che sentivo il profumo del suo corpo, gli presi entrambe le tette con le mani solleticandogli i capezzoli, lei appoggiò le sue mani sulle mie per bloccarle, poi mi chiese di sfilargli il perizoma, avendo le mani bloccate dovevo per forza eseguire la richiesta con la bocca, mi abbassai e presi tra i denti il piccolo triangolino di stoffa bianca e tirai verso il basso, quando il mio naso si trovò a contatto con la fessura mi soffermai per sentire il profumo, era un profumo dolce, molto simile a quello che emanava Sandra quando era desiderosa di amore, riuscii a spingere il perizoma fino alle ginocchia e lei stessa se lo sfilò completamente prima di ritornare sul palco.Completò lo spettacolo muovendosi tra il palco e la passerella per mostrare lo splendido corpo bianco latte e il pube completamente rasato a tutto il pubblico, i capelli biondi e lunghi svolazzavano ad ogni movimento contrastando con i capezzoli scuri messi ancor più in risalto dalla pelle chiarissima.Al termine dello spettacolo ricevette la sua razione di applausi e prima di sparire dietro le quinte lanciò ancora uno sguardo significativo verso me e Sandra.Ogni tanto vedevo una delle signorine che si era avvicinata ad un uomo solo, ma anche a qualche coppia, prima per bere qualcosa insieme, naturalmente offerto dall’avventore, poi quasi tutte si ritiravano oltre una grande tenda rossa con l’uomo che avevano contattato, ricomparivano dopo circa mezz’ora, la ragazza tornava al bancone del bar e l’uomo al posto occupato precedentemente.Dopo alcuni minuti di intervallo continuò lo spettacolo con un altro spogliarello, sul palco c’era una negretta niente male con due tette da sballo, anche lei come la biondina alternava il ballo con lo spogliarello e la visita agli spettatori.Ci raggiunse la biondina che aveva indossato di nuovo il reggiseno con i lustrini e il perizoma bianco, chiese se poteva farci compagnia, naturalmente la facemmo accomodare ed ordinammo un’altra bottiglia di champagne.La biondina si sedette sulla poltrona davanti a noi e si presentò, si chiamava Bonnie ed aveva venti anni, faceva quel mestiere da poco ma era intenzionata a diventare una professionista dello streep-teas.Vidi uscire una coppia dalla tenda rossa e chiesi incuriosito a Bonnie cosa ci fosse oltre quella tenda:- C’è il privè. — Che differenza c’è tra il privè e questa sala? — Moltissima, oltre quella tenda non c’è nessun limite a quello che puoi fare con la ragazza che ha accettato di seguirti. -Sandra stava ricambiando la carezza nell’interno della coscia come aveva fatto lei durante lo spettacolo, Bonnie aprì leggermente le gambe per lasciare che Sandra giungesse a toccare il perizoma, cercando di non farmi distrarre da quelle manovre tornai a chiedergli:- Anche tu porti le persone nel privè? — Il mio caso è diverso, quelle ragazze fanno solo compagnia in sala per portare nel privè il cliente che deve pagarle direttamente, dopo aver lasciato alla cassa la quota del locale, io invece non sono obbligata al privè perché faccio lo spettacolo, porto nel privè solo le donne che scelgo io, se poi porto un uomo che mi è particolarmente simpatico è solo per fargli uno streep-teas personale. -Intervenne Sandra:- Con me verresti nel privè? — Si con te verrei con molto piacere. — E con mio marito? -Bonnie che fino a quel momento aveva avuto occhi solo per Sandra si voltò verso di me sorridendomi:- E’ veramente tuo marito o è la solita copertura? — E’ veramente mio marito da dodici anni. — Devo fare i miei complimenti, non so quanti mariti hanno portato la moglie qua dentro. -Bonnie non aveva risposto alla seconda domanda di Sandra che si rivolse a me:- Voglio andare nel privè con Bonnie. — Se lei è d’accordo vai pure, io aspetterò qui. — Se vuoi puoi venire anche tu ma non ti sarà permesso di scoparmi ne sperare che ti faccia qualsiasi servizietto, se tua moglie vuole potrai farlo con lei. -Sandra decisa si rialzò dal divanetto invitandoci ad imitarla.Bonnie ci guidò verso il privè, oltre la tenda rossa trovammo subito una persona che ci chiese la quota per il locale, seguendo di nuovo Bonnie arrivammo in un piccolo salottino arredato da due poltrone e un divano molto ampio, sembrava più un letto con la spalliera, il suo scopo era fin troppo evidente.Come chiusi la porta alle mie spalle Sandra e Bonnie si abbracciarono per scambiarsi un bacio profondo, vidi le loro lingue intrecciarsi e cercarsi dentro e fuori la bocca.Mi accomodai sulla poltrona di fronte al divano, Sandra con il suo francese piuttosto stentato chiese a Bonnie se voleva fare streep-teas insieme a lei per non lasciarmi completamente a bocca asciutta:- Va bene… -Rispose Bonnie rivolgendomi uno sguardo provocante:- …però lui può toccarmi solo se sarò io ad offrirmi. — Ti sta bene? -Mi chiese Sandra mentre con una mano sentiva già la rotondità e la consistenza del fondo schiena di Bonnie, annuii con il capo.Sandra e Bonnie si divisero mettendosi una di fronte all’altra, iniziarono a ballare seguendo la musica che arrivava dalla sala, erano entrambe belle e sensuali, Sandra, nonostante il doppio degli anni di Bonnie, era ancora in grado di reggere il confronto.Ballando si avvicinarono di nuovo e Sandra voltò le spalle a Bonnie che la prese per i fianchi per strusciare il culetto che gli veniva offerto contro il suo monte di venere, Sandra prese il ritmo desiderato dalla compagna e gli spostò le mani dai fianchi alle proprie tette, Bonnie le afferrò con le mani a coppa stuzzicandogli i capezzoli da sopra il leggerissimo vestito, spostò una mano sulla schiena per far scendere la zip fino al limite, Sandra si rigirò di fronte a Bonnie mentre gli faceva scivolare le spalline del vestito da sopra le spalle, Sandra si coprì il seno con le mani prima che il vestito spinto da Bonnie verso il basso cadesse a terra, era rimasta con il solo ridottissimo perizoma e le mani a salvaguardare il seno dai miei sguardi.Bonnie prese le mani di Sandra e le spostò per tuffarsi sulle tette a mordicchiare e titillare i capezzoli con la lingua, Sandra cinse la schiena di Bonnie per slacciargli il reggiseno che cadde subito a terra liberando le belle tette di una misura superiore a quelle di mia moglie, toccò a Sandra sentire sotto la lingua gli scuri e turgidi capezzoli dell’amica.Entrambe vennero verso di me fermandosi ad un passo di distanza, come se si fossero accordate si piegarono in avanti e fecero dondolare dolcemente le tette, avevo l’uccello dolorante per la pressione che esercitava il pantalone sulla mia erezione, avrei voluto sfoderarlo per dare la possibilità ad una di loro di farmi sfogare, ma avevo promesso che non sarei intervenuto se non richiesto.Sandra e Bonnie si voltarono mettendomi davanti agli occhi i due più bei culi che avessi mai visto, contemporaneamente presero i laccioli laterali del perizoma ed ancheggiando il culetto lo fecero scendere sotto le natiche, si piegarono a novanta gradi in avanti, sempre dondolandosi a tempo di musica, e fecero cadere a terra i due ormai inutili indumenti.Quei due magnifici campioni di femmina si erano rivolte di nuovo verso me, Bonnie era completamente nuda mentre Sandra aveva conservato come unico indumento le calze autoreggenti che la rendevano ancora più sexi, mi guardarono per un attimo, Sandra sembrava quasi dispiaciuta nel vedermi soffrire inerte davanti a loro nude e bellissime, sul volto di Bonnie invece mi sembrò di vedere soddisfazione nel mostrarsi nuda ad un uomo a cui era proibito toccarla, si appoggiò a Sandra per sfilarsi le scarpe con il lungo tacco a spillo, con mia grande sorpresa appoggiò un piede scalzo sul mio uccello e lo massaggiò attraverso la stoffa dei pantaloni, sapeva che così aumentava il dolore fisico per la costrizione a cui ero obbligato, Sandra si impietosì ed appena Bonnie smise di “torturarmi” con il piede, mi abbassò la zip dei pantaloni e mi liberò l’uccello giunto al massimo dell’erezione, la situazione non migliorò molto per la pressione dell’elastico dei miei slip.Bonnie si avvicinò mettendomi le tette sotto il naso:- Se saprai farmi provare un po’ di piacere con la lingua sulle tette, ti darò il permesso di toglierti i pantaloni e liberare quell’inutile pezzo di carne che vuoi uomini considerate il vostro scettro. -Mi umettai le labbra e presi in bocca tutta una tetta aspirando, la rilasciai lentamente fino ad avere tra le labbra solo il capezzolo, cercai di mettere in opera tutti gli insegnamenti di Sandra perché nessuno meglio di una donna sa dare il massimo del piacere ad un’altra donna.Sandra mi aiutò operando sul bel culetto di Bonnie, lo accarezzava e cercava i punti più delicati e sensibili, con la lingua sulla punta dei capezzoli avvertii un leggero vibrare, si stava avvicinando all’orgasmo, mi sentii quasi un vincitore ma improvvisamente si staccò dalla mia bocca indietreggiando di un passo:- Sei bravo, mai un uomo mi aveva fatto provare i brividi che solo le donne sanno donare, ma non voglio godere per mano di un uomo. -Sandra mi diede il permesso di togliermi pantaloni e slip, finalmente il mio uccello poteva respirare libero senza costrizioni, Bonnie mi si avvicinò nuovamente, pensai che avrebbe ripreso a massaggiarmi l’uccello con il piede, invece mi prese una mano e la depose sul mio uccello:- Forza, adesso fatti una sega guardando due belle fighe. -Tentennai un attimo, mi vergognavo anche un poco a farmi una sega davanti a loro:- Sono diversi anni che non mi faccio seghe, non sono più un ragazzino. -Bonnie abbracciò Sandra per baciarla e mia moglie rispose entusiasticamente alle sue effusioni, si lasciarono cadere sul divano per meglio assaporare ognuna le grazie dell’altra.La prima ad affondare la lingua nella figa dell’altra fu Sandra, Bonnie però non lasciò che la portasse sulla soglia dell’orgasmo, la rovesciò per avere nella bocca il grilletto già eccitato di Sandra e sentire il sapore dei primi umori liberati dal desiderio dell’orgasmo, a tratti sollevava il viso dalle cosce di Sandra per guardarmi, ero seduto sulla poltrona con in mano il cazzo duro ma non riuscivo a farmi una vera sega, muovevo lentamente la mano lungo l’asta abbagliato dallo spettacolo che mi si parava davanti agli occhi, due magnifiche donne nude, una delle quali era mia moglie, si dedicavano al piacere saffico contorcendosi in uno smanioso 69, mentre io dovevo farmi una banale sega, Sandra cominciò a smaniare per l’orgasmo ormai prossimo, Bonnie oltre che con la lingua si aiutava con le dita e non solo nella passera umida di Sandra, le sue dita si muovevano in modo frenetico sul culetto e fin troppo in corrispondenza del forellino intatto, Sandra non gli proibì di dedicarsi al suo gioiello contrariamente a quello che faceva abitualmente con me, mi sentii per la prima volta geloso di mia moglie.L’orgasmo di Sandra impegnò maggiormente Bonnie ad assaporare il suo nettare tanto da abbandonare il diversivo al culo, si aiutava con entrambe le mani per aprire maggiormente le grandi labbra del sesso di Sandra, sembrava che volesse entrare dentro lei con tutta la bocca.L’orgasmo di Bonnie fu altrettanto lungo e la distrasse dalla mia attenzione, ero rimasto come inebetito con il cazzo in mano a guardare loro che si donavano un grande piacere, al termine si abbandonò sul divano seguita da Sandra, Bonnie mi guardò sorridendo:- Non ti sei ancora fatto la sega? — Aspetto che venga una di voi a farmela. -Sandra stava per alzarsi e raggiungermi ma Bonnie la fermò:- Aspetta, voglio farlo sbavare come una troia infoiata. -Si alzò e venne verso di me, si piantò davanti a gambe larghe mostrandomi il sesso, voleva vedermi masturbare, era per lei un modo con cui castigare i maschi, mostrarsi con tutta la sua bellezza desiderosa e disponibile senza concedersi:- Ti piace la mia figa? — Si! — Vorresti sbattergli dentro il tuo schifoso pezzo di carne? — Si, mi piacerebbe. — Siediti per terra e fatti una sega. -L’accontentai per vedere cosa avrebbe escogitato ancora per umiliarmi, esitai ancora però a farmi la sega.Bonnie, Stando ancora a gambe larghe, si avvicinò fino a mettermi la figa odorosa di piacere vicino al viso, si infilò due dita nella fessura e con voce rauca urlò:- Guarda come mi faccio godere senza bisogno del tuo schifosissimo cazzo. -Guardai il movimento sapiente del dito nella figa e sicuramente stava deliziandosi il clitoride mentre mi incitava ad imitarla:- Dai masturbati con me porco puttaniere, fammi vedere la tua sborra schizzare dal pistolino. -Non riuscii più a resistere e feci scivolare la mia mano sull’uccello iniziando una lenta sega:- Si così, menati il cazzo che voglio vederti sborrare, non ti è piaciuto quando ho fatto godere tua moglie? — Si mi è piaciuto vederti leccargli la figa. — Allora perché non ti sei fatto la sega nemmeno quando era lei che leccava la mia figa? — Volevo che fossi tu a farmela. — Non sapevi di aver sposato una lesbica? — L’ho sempre saputo che gli piacciono le donne. -Sandra mollemente adagiata sul divano non intervenne, lasciò che Bonnie continuasse a dileggiarmi:- Voglio sborrarti in faccia come fate voi uomini con il vostro schifoso ed appiccicoso sperma. -Sandra si avvicinò a noi ma solo per attaccarsi a Bonnie e baciarla su tutto il corpo mentre lei continuava il suo forsennato ditalino, si soffermò maggiormente sui capezzoli e sul culo, stando alle sue spalle gli mise una mano tra le gambe per infilargli un dito nella figa già strapazzata dalle dita di Bonnie, gli faceva un doppio ditalino e non contenta riuscì ad infilargli anche un dito nella rosetta del culo profanandola, Sandra muoveva le dita come due trivelle:- Si brava così, voglio sentirti anche nel culo, fammi godere davanti a tuo marito. -Ero però io a non riuscire più a trattenermi dal godere, l’orgasmo da troppo trattenuto eruttò il suo frutto, il primo violento schizzo di sperma imbrattò una gamba di Bonnie, non se ne accorse perché in quel momento si era avvicinata maggiormente al mio viso con il bacino, con una mano teneva aperte le grandi labbra e uno spruzzo si sprigionò dalla sua figa come se fosse una sborrata maschile, mi colpì in pieno viso, Sandra la lasciò libera di sfogarsi togliendo il proprio dito dalla figa, Bonnie continuava a sditalinarsi con una mano mentre teneva divaricate le grandi labbra con l’altra favorendo la fuoriuscita degli spruzzi del suo umore sul mio viso:- Bevi maschio il frutto del mio orgasmo. -Mi prese la testa per schiacciarmi il viso sulla figa:- Leccami la figa e puliscila mentre tua moglie mi ravana nel culo come una troia. -Bevvi con voluttà quel nettare dolce salato che mi offriva copioso, la sentii vibrare ancora ai miei giochi di lingua sul grilletto accompagnati dal costante stantuffamento di Sandra nel culo che aveva aggiunto un altro dito, erano perciò due le dita infilate nell’orifizio di Bonnie:- Palpami le tette, fammi sentire più figa e fammi godere ancora. -Con un braccio mi aggrappai alle sue gambe e con la mano che avevo usato per farmi la sega gli presi una tetta, sulla mano era colato gran parte del mio sperma, gli imbrattai le tette e gli titillai i capezzoli che si eccitarono oltremodo per l’impastamento del mio sperma:- Porco schifoso, sei il solito maschio che sputa sperma, ti piscerei in… -Non terminò la frase per il nuovo orgasmo che la stava pervadendo:- Aaaaah… godooo… leccatemi la figa insieme. -Sandra si mosse per portarsi davanti a Bonnie al mio fianco, mi spostai leggermente per dar modo a mia moglie di accoppiare la sua lingua alla mia, Bonnie prolungò il suo orgasmo:- Bravi… così, moglie e marito che mi leccano insieme la figa, come siete bravi chissà quante volte vi siete leccati il sesso a vicenda. -Non aveva sbagliato, io e Sandra eravamo ancora impegnati ad aumentare il suo piacere che era alla fine, le nostre lingue si incontrarono e non resistemmo dal baciarci:- Siete stati bravi a farmi godere ed ora voglio vedervi mentre vi masturbate a vicenda. -Sandra si accovacciò a gambe aperte rivolte verso me:- Infilagli due dita nella figa. -La trovai desiderosa di ricevere la visita della mia mano, lo capii dal lago che trovai e dal clitoride sviluppato e vibrante ad ogni mio tocco.Ero seduto a terra con l’uccello che era tornato duro quasi subito dopo l’orgasmo, Sandra lo prese in mano scappellandolo prima di muovere dolcemente, ma con pressione decisa, la mano sulla verga, ci guardammo in viso mentre le nostre mani erano instancabili nei suoi movimenti, Bonnie al nostro fianco titillava i capezzoli di entrambi, Sandra avvicinò la bocca alla mia per un breve bacio prima di rovesciare il capo all’indietro in attesa dell’esplosione dell’orgasmo, Bonnie si chinò per riempirgli la bocca con la sua lingua.Sandra emise sordi mugolii strozzati dalla lingua di Bonnie mentre sulla sua mano colava il mio sperma frutto dell’orgasmo che mi stava donando.Bonnie ci lasciò liberi, mi portai alla bocca le dita che avevano fatto godere Sandra per gustare il sapore che già conoscevo, uguale fece lei pulendosi la mano con la lingua.Mi lasciai cadere a terra, solo allora mi resi conto di quanto dovevo essere ridicolo, nudo dalla vita in giù mentre avevo conservato camicia e cravatta.Sandra si rialzò in piedi, con un piede si mise a giocare con il mio uccello che aveva perso gran parte del suo vigore, richiamò l’attenzione di Bonnie:- Guarda il pisellone di mio marito come si rinvigorisce solo ad accarezzarlo con il piede. -Difatti quel strofinare il piede morbido sull’uccello mi stava stimolando nuovamente, lo rialzava e lo lasciava cadere finché, avendo ripreso consistenza, non restò eretto mostrandosi ancora vigoroso, Bonnie si avvicinò e la imitò, erano due i piedi che mi massaggiavano l’uccello:- Non hai mai fatto godere il tuo maritino porcellino in questo modo? — No! Non conoscevo questo modo di masturbarlo. — Quale è la sua idea fissa, voglio dire, c’è qualcosa che a lui piace particolarmente? Qualche perversione magari. -Le due parlavano amabilmente come se stessero facendo chiacchiere da salotto mentre mi massaggiavano indifferenti l’uccello con i piedi, mi piaceva molto e sicuramente presto gli avrei sparato il mio sperma sui piedi:- La sua idea fissa? Ne ha più di una, ma la più grossa non l’ho mai soddisfatta. — Quale sarebbe? — Farmi il culo, sono ancora vergine e per il momento non ho nessuna intenzione di farmelo allargare. -Bonnie mise subito una mano sul culetto di Sandra insinuandosi nel solco alla ricerca del buchetto:- Hai ancora il culo vergine? Io me lo sono fatto rompere ancora prima della passera, vuoi che ti aiuti io a liberarti di questo peso? — No, no, il giorno che deciderò che è giunto il momento di far cadere l’ultima barriera, voglio che sia lui ad avere quel privilegio. -Aveva logicamente indicato me, Bonnie guardandomi sorrise:- Hai capito maritino, la tua mogliettina un giorno ti lascerà mettere questo bel cazzo nel suo culetto vergine. -Era la prima volta che non prendeva a male parole il mio uccello e il fatto mi meravigliò, Bonnie si accorse del mio stupore:- Ti meravigli perché non ho insultato il tuo manganello come ho fatto prima? — Si, lo hai sempre chiamato schifoso pezzo di carne e non lo hai mai toccato se non con il piede. -Bonnie si rivolse di nuovo a Sandra:- Tuo marito è un boccalone? — E’ un ingenuo, sapessi quante volte gli ho spiegato che non c’è bisogno di andarci a letto per capire se una donna è disponibile anche all’amore saffico. — Allora ha creduto che facessi sul serio a disprezzare il cazzo? — Certo, lo sapevo che aveva creduto alla tua messa in scena, per quello non si è fatto la sega mentre noi ci leccavamo tranquillamente la passera. -In quel momento iniziai a godere e sparai fuori la mia razione di sperma, Bonnie si inginocchiò per finire l’opera con un pompino, Sandra gli porse anche il suo piede con gli schizzi di sperma, prima di ripulirglielo Bonnie si rivolse di nuovo a me:- Come hai potuto credere che io disprezzassi l’unica cosa buona che avete voi uomini, questo zuccherino qui e il suo nettare. — Eppure mi era sembrato che facessi sul serio. — Ho fatto la scena perché ho capito da come mi ha accarezzato in sala che tua moglie è come me, più lesbica che bisex, l’unica cosa vera è che se devo scegliere tra un cazzo bel duro e una morbida figa, scelgo sempre la seconda. -Bonnie condusse Sandra nel piccolo bagno per darsi una ripulita, dopo di loro toccò a me, quando uscii le trovai come quando eravamo entrati nel salottino, Sandra impeccabile nel suo miniabito rosso e Bonnie con il perizoma bianco e il reggiseno di lustrini.Ritornammo in sala dove un’altra ragazza si stava esibendo nello streep-teas, era alla fine del suo numero, seguì un intervallo.Bonnie vide una ragazza seduta al bancone del bar e gli fece segno di raggiungerci, era una mulatta dalla pelle dorata di circa 25 anni, si avvicinò con un passo da felino, gambe lunghe che muoveva con armonia, capelli neri a treccine, le tette abbondanti, anche troppo, dondolavano mollemente ad ogni passo sembrando ancora più grosse in contrasto con il vitino da vespa che si allargava formando un bel culo, inferiore come bellezza però a quello di Sandra e Bonnie.Bonnie ci presentò come due amici che gli avevano fatto provare dei bei orgasmi, la mora si fece passare la lingua sulle labbra in segno di approvazione e si presentò:- Io sono Silvy e sono brasiliana, Bonnie ed io abbiamo diviso il piacere del sesso per due anni, poi lei ha preferito quella vacca di Vanda a me. — Di la verità puttana che sei tu che hai scelto il grosso cazzo del negrone che hai conosciuto alla festa di Mirelle. — Non è colpa mia se mi piace grosso e duro. — Se arrivavi prima potevi assaggiare il suo che non è niente male. -Silvy mi lanciò un’occhiata invitante:- Possiamo provarlo ora, ho proprio voglia di sciacquarmi la gola con una bella sborrata. -Non feci in tempo a rispondere, mi precedette Sandra:- Per oggi penso che basti, ti ringrazio, se dai retta a lui starebbe qui fino a quando non ha passato in rivista tutte le ragazze. — Peccato perché Bonnie ha detto che ha un bel bastone tra le gambe, e se lo dice lei che di uccelli ne ha visti volare tanti nella sua passerotta. — Mai quanti ne hai fatti passare tu nella figa e nemmeno quanti ne hai succhiati o presi nel tuo culone. -Bonnie aveva risposto piccata alle insinuazioni di Silvy, erano state amanti e come spesso succede un grande amore può generare un grande odio, le due continuarono ad insultarsi:- Sei una mignotta rotta in culo. — E tu una troia che la da per quattro soldi. -La lite sembrava non placarsi, Sandra si rialzò dal divanetto e intervenne:- Scusate se interrompo il vostro scambio di cortesie, per noi si è fatto tardi ed è meglio che torniamo in albergo. -Abbracciò e salutò sia Bonnie che Silvy, uguale feci io non disdegnando di dare un’ultima toccatina al culo di Bonnie ed una alle tettone di Silvy che rise divertita e mi domandò:- Allora non mi fai proprio assaggiare il tuo zuccherino? — Torneremo domani sera e potremo giocarci un doppio misto. -Raggiunsi Sandra che si era incamminata verso l’uscita, ci voltammo un’ultima volta per salutarle con un gesto della mano, Bonnie e Silvy si stavano scambiando un bacio e risposero al nostro saluto.Mentre tornavamo in albergo Sandra fece le sue considerazioni:- E’ stata una bella serata e la mia patatina ha avuto le sue belle soddisfazioni, però domani sera vorrei fare qualcosa di diverso, o per lo meno cambiare locale. — Sai cosa facciamo? Domani andiamo a trovare Janine nel suo negozio e ci facciamo consigliare da lei. — Janine è la tua amica che ti ha dato quella copia di esemplare unico? — Quale copia di esemplare unico? -Chiesi incuriosito e senza aver capito la battuta:- Come la vuoi chiamare quella riproduzione quasi fedele del tuo pisellone? -Risi divertito:- Però ti è piaciuto. — Si perché ho pensato, tra qualche anno l’originale non funzionerà più ed io mi arrangerò con la copia, tra l’altro è sempre pronta all’uso senza preamboli. –

