Verso i diciotto anni e mezzo, avendo sempre più voglia del bell’uccello del mio patrigno Michele, mi sono decisa a fargli qualche avances. Andavo quindi con lui a fare la spesa al supermercato e, in macchina, mi incollavo spesso contro di lui cantando, con la minigonna che risaliva il più possibile. Vedevo una bel bozzo diventare sempre più grosso nei pantaloni. Gli davo un bacino sul collo come una brava ragazzina. Poi è arrivato il giorno dei miei diciannove anni, e avevamo deciso di festeggiare tutti e tre con una cena a lume di candela. Nel pomeriggio Michele mi ha chiesto di andare con lui a fare delle spese. Sono saltata in macchina e siamo partiti. Al centro commerciale, gli metto una mano sulla spalla e camminiamo senza dire una parola. L’atmosfera è pesante, mi lascio guidare da Michele e ci fermiamo davanti a un negozio di biancheria intima. Mi fa entrare. La commessa si occupa di noi e ci propone dei bei reggiseni, slip, string; quando chiede la misura, Michele la chiede a me, mentre pensavo che fossero per la mamma. Dico la mia taglia e lui sceglie quello che c’è di più sexy. La commessa mi suggerisce di provarli e andiamo tutti e due nel camerino. Ho un po’ paura a svestirmi, ma Michele mi aiuta accarezzandomi. Senza dire una parola mi metto un reggiseno molto scollato, un perizoma, calze e reggicalze. Siamo eccitati tutti e due. Ho il sesso aperto e fradicio. Mi sfiora con le dita le tette, le chiappe, la pancia. Colo come una fontana. Provo un bel paio di mutandine di pizzo e seta. Mi dice di tenermi tutto addosso e di rimettermi il perizoma. Toglie le etichette. Mi rivesto e lo raggiungo alla cassa. La commessa ci guarda e capisco che è eccitata anche lei. Michele paga, mettono le mutandine in un pacchetto e ce ne andiamo. In macchina, appena usciti dal parcheggio, mi butto su di lui e lo bacio all’angolo delle labbra. Gli accarezzo una coscia e risalgo fino al bozzo. mi ha messo una mano sulla coscia e mi accarezza il ventre e la figa. Vorrei che mi scopasse in macchina.Il cazzo gli è diventato enorme nei jeans stretti, ma Michele mi dice che non possiamo, ma che il momento arriverà presto. Torniamo a casa. vado in bagno. Ho la fighetta fradicia. Mi sfioro il bottoncino ed esplodo in pochi secondi.La sera, la mamma ci ha preparato un aperitivo seguito da una cena deliziosa a lume di candela, musica jazz e blues. Dopo il dessert, ballano insieme un blues erotico. La mamma si è messa un vestito con lo spacco che ogni tanto lascia vedere il reggicalze. Che porca! Hanno intenzione di farsi un altro ballo e io dovrò accarezzarmi da sola in camera mia. Poi mamma dice:- “Balla un po’ con Michele” – e rimette Ray Charles.Mi incollo a lui e sento l’uccello duro come il legno. Mi stringo ancora di più, la mamma ci raggiunge e balliamo tutti e tre.Michele mi accarezza la schiena, le tettine. Il cazzo mi preme sul basso ventre. Mia madre ci lascia dicendo che fa troppo caldo, e si toglie il vestito invitandomi a farlo anch’io. Non mi faccio pregare e ci ritroviamo entrambe in reggicalze, perizoma e reggiseno. La mamma si complimenta con Michele per la mia lingerie.”Ma guarda, sa tutto” penso tra me e me.Mi prende tra le braccia e mi bacia stringendomi a lei. Poi dice a Michele di danzare con me. Mette delle canzoni sempre più lente. Balliamo, la mamma mi viene vicino e mi dice all’orecchio: -“Mia cara Lara, è il momento. Adesso Michele ti amerà come non ti è mai successo.”Continuando a ballare, sbottona la camicia di Michele, poi tira via la cintura, i pantaloni cadono e sento contro di me quel sesso che desideravo tanto. Sbuca dagli slip e mi accarezza. La mamma lo tira tutto fuori, ora Michele è nudo. Mi bacia sulla bocca. Oh, come attendevo quel bacio! Mi slaccia il reggiseno, poi mi accarezza le tette. Sono così dure che mi fanno male. Michele ne prende una in bocca e succhia il capezzolino gonfio. Che meraviglia! Poi mi bacia di nuovo, accarezzandomi. La mamma mi toglie il reggicalze e mi sfila il perizoma. Sono al settimo cielo. Continuiamo a ballare nudi.Mia madre ci guida in camera da letto e ci aiuta a sdraiarci, io sulla schiena e Michele sopra di me. Non ne posso più e spalanco al massimo le cosce; sento il bel cazzone sulla figa in fiamme. Colo come una troia. Michele si solleva leggermente per penetrarmi ed è la mamma che gli guida la verga dentro di me. Ci siamo, sento che mi trafigge lentamente; comincia un lento va e vieni; la mamma dice a Michele di fare piano piano perchè sa che sono ancora vergine. Dio, che bello! Il mio corpo diventa una furia, Michele mi penetra un po’ di più e sento qualcosa che si lacera dentro: l’imene, ma senza dolore, solo piacere e un godimento sempre più profondo. Ho il ventre in fiamme. Grido, urlo di gioia, la mamma mi bacia, Michele mi prende le labbra e esplodo urlando di piacere nel momento in cui sento Michele mollarmi la sborra nella pancia. Vorrei andare avanti ma è costretto a prendersi un attimo di riposo e si ritira. Ho la figa piena, la mamma mi accarezza il ventre e mi dice che adesso sono una donna e anche l’amante di Michele tutte le volte che voglio. Poi si volta verso di lui e, accarezzandogli il bel cazzo a riposo, lo prende in bocca e lo fa tornare a delle dimensioni rispettabili. Michele è sdraiato accanto a me, sulla schiena. La mamma viene ad impalarsi su di lui e comincia ad andare su e giù. Accelera il ritmo e, dopo un po, parte gridando. I suoi va e vieni diventano sempre più convulsi. Michele si irrgidisce e molla un bel fiotto di semenza nel ventre di mia madre. Ci baciamo, ci sdraiamo tutti e tre sul letto e ci abbandoniamo a un profondo sonno ristoratore. Ci risvegliamo solo il mattino dopo. Ecco come sono stata sverginata a diciannove anni e sono diventata l’amante del marito di mia madre.

