Che cos’è il sesso? E’ uno stato d’animo, un modo di essere. Un momento in cui si è diversi da come si è normalmente. Un nuovo mondo. Un istante dilatato, una serie di circostanze che si verificano contemporaneamente. E’ l’impensabile che accade. E’ tutto e niente. Un attimo che non ritorna più, unico ed irripetibile. Da circa un anno mi sono trasferito in una piccola cittadina del nord Italia, avendo vinto un concorso per entrare a lavorare in una nota banca locale. Dopo poco più di un mese dal mio trasferimento, alcuni miei amici decisero di venirmi a trovare per passare qualche giorno insieme. Dato che il ragazzo con cui condividevo (e condivido tuttora) l’appartamento era fuori per il week-end, proposi a due delle quattro persone che sarebbero venute su da me, Roberto e Sara, di passare la notte ospiti in casa mia. Altre due nostre amiche, Cinzia ed Alessandra, che conoscevo da meno tempo e con cui quindi non avevo la confidenza che avevo con gli altri due, avrebbero pernottato in un albergo non distante dalla mia abitazione. Roberto è un tipo alto, dinoccolato, a volte un po’ strano di modi ma molto divertente. Non che sia mai stato legato in maniera particolare a me, pur conoscendoci da lungo tempo. Ma tant’è, per giri di amicizie e circostanze contingenti si è trovato coinvolto in questo viaggio. Sara è una delle poche ragazze che erano al liceo con me con cui sia rimasto in contatto. E’ bruttina di aspetto, anzi per essere sinceri è decisamente “racchia”, presa in giro da sempre a scuola proprio per il suo aspetto non proprio piacevole e per i suoi modi di fare un po’ imbranati. Voce nasale, aria svagata, di quelle classiche persone in grado di dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Ma nessuno, neanche il più accanito dei suoi denigratori, poteva negare che aveva due tette fantastiche. Oltre a questo per me è sempre stata una cara amica, ed ho continuato a frequentarla negli anni malgrado lo stupore e l’ironia di qualche altro mio compagno per il quale amica vuol dire solo ragazza da scopare. Le altre due donne della comitiva, come dicevo, le conoscevo da meno tempo. Carine entrambe, anche se in modo diverso: alta e formosa Alessandra, bassina ma ben fatta Cinzia. Non che potessi dire molto di più di loro: avevamo cominciato a frequentarci ! poco tempo prima che io partissi, presentate a me e Roberto da Sara. Com’è e come non è, avevamo fatto insieme alcune uscite carine, così che avevamo tutti insieme deciso di riformare questa neonata comitiva approfittando dell’ occasione per farsi un week-end insieme, venendomi a trovare nella mia nuova città. Arrivarono in stazione in tarda mattinata, quindi andammo a casa mia per pranzo, dove mi esibii nella preparazione di un paio di piatti semplici ma di effetto. Pomeriggio di visita alla città, e verso le 18 ci separammo per prepararci alla serata. Appuntamento alle 20. Ci stavamo cambiando per uscire, io e Roberto nella mia stanza, Sara nell’altra, con le porte chiuse. Ad un tratto la nostra porta si spalanca, ed entra nella nostra stanza Sara, vestita con minigonna nera vertiginosa, calze scure, tacchi alti ed una maglietta, nera anch’essa, con una generosissima scollatura che metteva in risalto le sue due enormi tette. – Sono pronta – ci disse con quella sua voce un po’ nasale.Io era vestito solo con mutande e maglietta. Roberto aveva indosso solo dei jeans. La nostra amica stava effettivamente molto bene, vista così avrebbe fatto cambiare idea a molti della nostra ex-classe di liceo. Superato il primo momento di stupore, le proponemmo scherzosamente di sfilare per noi, così, senza alcuna malizia. Lei accettò. E allora, beh, non so come fu, ebbi una vistosa erezione.Il primo che la notò fu Roberto, che disse: – Beh, Sara, a Fidelio sei piaciuta molto ! – Io la buttai sullo scherzo, e chiesi pertanto a Sara di venirmi vicino, dicendole che era molto carina vestita così. Non ci rendevamo ancora bene conto che le cose stavano per cambiare in modo sostanziale tra noi. Sembrava ancora un gioco, di quelli che si fanno tra amici.La mia amica ridendo accettò il mio invito, e quando fu seduta vicino a me, feci per abbracciarla, sempre piuttosto innocentemente, sdraiandola al contempo sul mio letto per manifestarle il mio apprezzamento per il suo look della serata. Ma c’era sempre quella mia erezione a complicare le cose. Lei, sempre scherzando, fece per respingermi, e così facendo, inavvertitamente (?!), mi mise una mano proprio sul cazzo, più teso che mai. – Ehi, sei messo mica male ! – esclamò con una punta di malizia. – E’ merito tuo – le ribattei pronto . – Dai, facci vedere quei due bei meloni che nascondi lì sotto ! – Continuai, in un crescendo di eccitazione. Non sembrava più avere grossa importanza il fatto di essere vecchi amici. La situazione ci stava prendendo la mano. La voglia di andare al di là, la voglia di sesso stava cancellando tutto, piano piano, inesorabilmente. – Ma che cosa dici !- fece lei, con lo sguardo però troppo insistente sulla protuberanza dei miei slip. – E dai, Fausta – mi supportò Roberto – Ci conosciamo da una vita ! Che vuoi che sia!- Era il punto di non ritorno. Quel momento in cui, se scatta quel qualcosa, non si torna più indietro. Qualcosa scattò. – E voi cosa mi fate vedere ? – fece languida Sara, decidendo di stare al gioco. – Il cazzo !! – rispose pronto Roberto, anticipandomi di un soffio. Tutto era cambiato, non si sarebbe neanche più detto che noi tre eravamo quelli che si conoscevano da più di dieci anni, che erano stati legati da una amicizia che aveva vinto il tempo. Ora eravamo diversi, nuovi. Eravamo solo tre persone assetate di sesso. Non ci importava altro. – Dai … – fu Sara che abbattè l’ultima barriera. Sempre tra il serio ed il faceto Roberto si leva i jeans mentre io, già più audace, mi calo le mutande, mostrando un pene turgido e duro come un bastone. A quel punto per non essere da meno anche Roberto si tira giù gli slip: il suo membro è ancora piuttosto moscio, ma bello lungo anche così. – Ora è il tuo turno! – faccio a Sara. Lei sulle prime è sbigottita, come se non se non se lo sarebbe aspettata veramente da noi. Di vedere i nostri cazzi. Ma le piace che sia andata così. Infatti si vede che fa fatica a distogliere lo sguardo dai nostri sessi nudi. A quel punto comincia a sfilarsi la maglietta. Poi è la volta del reggiseno. Finalmente le sue due enormi tette sono nude. Libere. Maestose. – Faccele toccare … – quasi imploro, rapito dall’ eccitazione. – Solo se tu riesci a farlo addrizzare anche a Roberto! – ormai anche lei è una bomba ad orologeria puntata sul sesso. – Si, però in questo caso tu ti spogli tutta nuda! – Sara tace e, si sa, chi tace acconsente.Ormai è fatta. Il dado è tratto. La foia si impadronisce di noi. Animalesca. Ci fa commettere azioni che non avremmo mai immaginato di poter fare. Insieme.Mi avvicino a Roberto e glielo prendo in mano. Comincio a fargli una sega. Al mio tocco il suo cazzo,che già era più tonico di poco prima, si irrigidisce ancora un po’, ma non è ancora ritto al massimo. – Prendiglielo in bocca! – esclama Sara, visibilmente eccitata dalla scena. – Ma… – faccio per ribattere, come per offrire a tutti un’ultima possibilità di fermarci. Ma nessuno lo vuole. – Niente ma, ora voi siete i miei due umili schiavi ! – – Si padrona – risponde pronto Roberto, decidendo di stare a questo nuovo gioco. – Se non farete tutto quello che dico non mi spoglio, e le mie tette ve le scordate! – ribadisce autoritaria la nostra donna. – Si padrona – mi accodo anch’io. Si comincia. – Tu – rivolta a me – togliti la maglietta, vi voglio tutti nudi ! – Obbedisco. Non mi ero neanche accordo di averla ancora indosso. – E ora prendiglielo in bocca, subito! – Mi avvicino titubante alla proboscide del mio amico, perchè ormai non ci si può più tirare indietro. Non l’ ho mai fatto con un uomo. Lo impugno con la destra e lo prendo in bocca per metà. Lo sento subito gonfiarsi dentro: in pochi secondi diventa un cazzo di tutto rispetto. Come è grosso! Lo tiro fuori dalla mia bocca solo per scoprirgli meglio la cappella, che comincio a leccare avidamente, sempre sotto l’occhio vigile ed eccitato di Sara. Mi piace. – Ora mettiglielo nel culo! – mi ordina la nostra padrona. Roberto a quelle parole si porta subito l’ indice alla bocca e, umido di saliva, se lo strofina quindi intorno alla sua fessura, lubrificandola a dovere e girandosi per offrirmi meglio la sua parte più nascosta. Gli pianto dentro il mio bastone e comincio a stantuffare. – Bravi froci ! – ci apostrofa Sara, sempre più nostra padrona. – Ora venite verso di me. Per comandarvi meglio, vi legherò le mani. – Si sfila le scarpe nere lucide, ponendole ordinate vicino al mio letto. Quindi in modo lento e sensuale comincia a sfilarsi le autoreggenti. Io ed il mio amico ci avviciniamo come ci ha comandato. – Giratevi ! – fa lei. Eseguiamo, e la nostra signora ci lega stretti i polsi con le calze che si è appena tolte. Ora io e Roberto siamo così: tutti nudi, legati con le mani dietro la schiena, eccitati più che mai. E totalmente in balia di lei. Sara invece è rimasta con indosso la minigonna; è più che mai a sua agio in questo suo nuovo ruolo di dominatrice. Il suo seno prorompente, nudo, con le areole più grandi che avessi mai visto fino a quel momento le conferisce ancora più autorità su di noi. – Bravi, schiavi. – ci dà una pacca sul sedere. – Ora leccate le mie scarpe! – Ci inginocchiamo in terra e cominciamo a leccare le sue scarpe adagiate parallele vicino il letto. Non è agevole senza l’uso delle mani. – Ora i miei piedi! – ordina ancora. Noi eseguiamo devoti. Ora siamo letteralmente inginocchiati ai suoi piedi, e le nostre lingue, vogliose di ben altro, si insinuano tra le sue dita e sul dorso di ciascun piede. – Bravi, bravi. Ora, come vi avevo promesso, mi spoglierò. – e così dicendo si toglie gli ultimi indumenti che ancora la coprivano: la minigonna e gli slip. Quando si sveste di quest’ultimo indumento, mostrando un folto ciuffo di peli neri tra le gambe, il suo pube si trova a non più di dieci centimetri dalle nostre teste. Sento che sono già sul punto di venire, l’eccitazione è insopportabile. Ora ci ordina di alzarci in piedi, mentre lei si siede sul letto. I nostri membri duri la puntano dritto a poca distanza dalla faccia. – Ma che bei cazzoni! – esclama lasciva. Quindi ce li afferra sicura e comincia a masturbarci contemporaneamente, strofinandoseli a turno tra le sue enormi tette. Dopo poco la mia impressione di poco prima si rivela esatta, e vengo con un gemito sommesso, schizzando sborra calda ed abbondante sui seni divenuti turgidi della mia amica. – Porcellino, chi ti ha dato il permesso di venire? – mi apostrofa in tono scherzoso. – Ora per punizione ti piscerò in bocca.- – Sì, padrona – riesco a dire, ebbro di eccitazione non ancora placata. Quindi mi sdraio in terra e lei si posiziona in ginocchio sopra di me, con la mia testa tra le gambe. Ora la sua fica, congesta ed umida, sarà a non più di un palmo dal mio volto. Posso vederne il rosso acceso dei bordi affacciarsi all’interno delle grandi labbra. Posso sentirne tutti gli odori. Roberto intanto si sta masturbando, godendosi la scena in tutti i sensi. Subito un caldo getto della piscia di Sara mi inonda la faccia, entrando nella mia bocca aperta, vogliosa di riceverla. – Ingoia ! – ordina. Eseguo senza discussioni, sentendo quel liquido caldo ed acidulo entrarmi dentro, scaldarmi il petto, il sangue. Mi sento un animale, un animale al servizio della mia padrona. – Ora puliscimi per bene. – e mi schiaccia il suo sesso bagnato di umori e di urina sulla faccia. Comincio subito a leccare quanto mi viene offerto. Intanto Roberto ora si è avvicinato di più, e Sara comincia a fargli un ricco pompino. Adesso la nostra amica geme in maniera sempre più marcata, accompagnando questi suoi versi di tanto in tanto con parole più articolate, quando ha la bocca libera da quel maglio enorme che è il cazzo di Roberto: – Sì… godo… di più, leccamela tutta… sono una troia, una troia che vi comanda, padrona dei vostri cazzi…- Ed in effetti li ha ancora in pugno entrambi: con la bocca e la mano destra lavora quello di Roberto, con la sinistra ha afferrato in mio, che ora è ritornato ritto come e più di prima, e lo sta massaggiando vigorosamente. Sto quasi soffocando mentre la mia lingua le tormenta la clitoride e si insinua sempre più affondo nelle sue cavità, entrambe, sempre senza l’aiuto delle mani, ancora legate dietro la schiena. – Sì… godo… vengo !!! – esclama ad un tratto pazza di piacere. Vengo inondato letteralmente dai suoi umori, mentre stringe le cosce e si siede con più forza sulla mia faccia. Mi sembra di entrarle dentro con tutta la testa, risucchiato da quella voragine vogliosa che è il suo sesso. Roberto viene con un urlo, spruzzandole liquido caldo e denso sulla faccia, mentre lei cerca di leccarne il più possibile, non sprecando niente.Vengo una seconda volta.Per un tempo indefinito rimaniamo così, sfiniti, esausti, io e Roberto con le mani ancora legate. Bagnati dei nostri fluidi. Intrisi di essi. Fuori dal tempo. – Prepariamoci ad uscire, che è tardi! – faccio alla fine io, per riportare tutti sulla terra dal nostro mondo fatto di sesso, come dice la canzone. Ci laviamo e ci prepariamo daccapo, riuscendo ad arrivare solo con qualche minuto di ritardo all’appuntamento con Cinzia ed Alessandra. La serata è poi filata via lunga e tranquilla: abbiamo cenato in un ristorante, siamo andati a ballare, abbiamo visto l’alba in un parco. Naturalmente noi tre eravamo ancora scossi da quanto era successo. La nostra testa era altrove. Ma non volevamo che si vedesse. Fingevamo non fosse successo niente. Esausti siamo poi andati a dormire, noi tre a casa mia e le altre due ragazze al loro albergo. Il giorno dopo tutti i miei amici sono ripartiti per la loro città. Tra noi tre non c’è stato più niente. Ne’ quella sera stessa nè dopo. Non abbiamo neanche più parlato di quello che è accaduto. Neanche tra noi. Mai. Ma se leggerete questo racconto, Roberto e Sara, sappiate che penso molto a quello che è successo quasi un anno fa. A volte anche, nelle sere in cui la solitudine è più intensa, mi masturbo pensando a quella sera. Ricordo e mi masturbo. Sappiate che sono disposto a riprendere quel vecchio “discorso” interrotto quando volete.Vi aspetto. Voglioso. A volte un attimo può ritornare ancora
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