La nave si avvicinava lentamente al porto, nell’anno del Signore 1264. Un porto scozzese, sempre poco affollato, in quegli anni disgraziati, d’uomini che arrivavano, ma assai d’uomini che partivano. In armi; chissà perché e chissà dove c’era una guerra. Non tutti i partenti sapevano dove venivan mandati, ma quelli che tornavano lo avevano imparato bene. Se tornavano. Quando c’è una guerra, son tanti quelli che partono, ma pochi quelli che ritornano.A bordo della nave, un passeggero di riguardo. Aveva combattuto anche lui e s’era fatto onore, nella terra di confine dove infuriavano le battaglie; ma la morte, a volte, sembra avere un occhio di riguardo per la bellezza, la giovinezza e la nobiltà. Il giovane “Laird” Richard Randal aveva solo ventiquattro anni, ma tornava con la gravità e con l’aspetto d’un uomo di dieci e più anni maggiore. Dei suoi amici dell’Barnsdale era l’unico a rivedere il suo porto, il suo paese, i suoi castelli, le sue brughiere; tutti gli altri li aveva visti morire orribilmente.Non era stato un viaggio facile; ci erano voluti quasi quindici giorni di navigazione per fare un tragitto relativamente breve, ma il mare, da quelle parti, era perennemente in agitazione ed era stato prudente non bordeggiare la costa irta di pericolosissime scogliere. Lord Randal se n’era stato in silenzio, mangiando e bevendo pochissimo; quando la nave era finalmente giunta in vista della meta, il Capitano McLeod era stato costretto quasi a riscuoterlo dal suo apparente torpore. Il giovane lo aveva ringraziato ed abbracciato, aveva preso le sue poche cose ed era sceso, per incamminarsi verso il castello di suo padre.Il suo castello. La sua terra. La sua famiglia. Ai primi passi nel porto s’era accorto d’essere stato lontano per sei anni; non sapeva se avrebbe rivisto tutti quanti vivi. In lui, la trepidazione per il possibile ricongiungimento si alternava all’angoscia per l’altrettanto possibile delusione e per il dolore che ne sarebbe derivato. Camminava a testa bassa; se si fosse fatto riconoscere, chiunque gli avrebbe messo immediatamente a disposizione un cavallo e uno scudiero, ma non voleva. Assieme a lui erano tornati anche dei figli di contadini, ed a qualcuno mancava una gamba o un braccio, o era diventato cieco o pazzo. Lui era vivo e sano. Poteva camminare. Voleva camminare.Era già uscito dal paese e s’era incamminato per il vasto tratto di campagna che lo separava dal Randal Castle, quando gli parve di scorgere una figura in lontananza. Istintivamente si portò la mano destra al fianco, a cercare una spada che non aveva; se fosse stato un malintenzionato, avrebbe dovuto affrontarlo a mani nude. Non gli faceva certo paura, ma malediva in cuor suo il destino che gli stava preparando un tiro mancino proprio sulla strada di casa. Cosa fare? Tornare in paese a chiedere aiuto? No, il pomeriggio stava già volgendosi in sera e non sarebbe stato prudente ritrovarsi per strada col buio. Meglio andare avanti e affrontare il pericolo.Prima del castello, una distesa di agrifogli.Ecco, la figura si sta materializzando. Sempre di più. Lentamente, ma sempre di più. Ed alla fine il giovane Lord riesce a vederla, e sorride.Una ragazza. Una bellissima ragazza vestita semplicemente, con addosso una mantellina verde, che sta raccogliendo qualcosa nella brughiera; forse una contadinella che cerca qualche bacca commestibile. Anche lei lo ha scorto, e con la stessa semplicità delle sue vesti, gli fa dei cenni con la mano. Lord Randal pensa che dovrà manifestare immediatamente le sue buone intenzioni ad una fanciulla che non si è ritratta spaventata, come sicuramente avrebbero fatto molte altre. Invece gli si era parata davanti con gaiezza, con l’allegria di una giovanissima e bella cerva che ancora non conosce il male del mondo e quanto sia terribile la vita.”Vi auguro un buon cammino, Signore.””Anche a voi, gentile fanciulla. E’ molto che siete qui? Che cosa state raccogliendo, se mi è lecito saperlo?””Vi ringrazio, Signore…ma non sono qui a raccogliere niente. Solo qualche fiore che mi piace. Non avevo voglia, con questa bella giornata, di restare in casa. E, se siete di queste parti, sapete quanto le belle giornate siano rare…”Le avrebbe dovuto dire che era sì di quelle parti. Che ci era nato e ci aveva passato tutta la sua vita fino a quel maledetto giorno di sei anni prima quando, appena diciottenne, era dovuto partire per la guerra. Ma non voleva palesarsi. Aveva deciso di scoprire da solo se il suo castello fosse ancora in piedi e la sua gente ancora in vita. Se le avesse detto chi era, sicuramente lei gli avrebbe detto tutto e non era pronto ad affrontare la pena che gli avrebbero dato certe notizie. “Non sono di queste parti, ma una nave mi ha sbarcato qui e sono alla ventura…”La ragazza lo guardava con delle strane occhiate, a metà tra la dolcezza ed il voler afferrare qualcosa che le sfuggiva. Quel giovane doveva avere forse meno anni di quelli che dimostrava…ma era sbarcato da una nave, e quindi doveva essere tornato dalla guerra. Una bellezza oramai matura, l’aria fiera e nobile nonostante il suo abbigliamento lacero, il volto incorniciato da un lieve filo di barba…Lui la guardava senza forse neanche capire quel che stava succedendo, senza neppure una parola. Quanti anni aveva? Quindici, sedici? Sotto le semplicissime vesti, una carnagione chiarissima ed il seno che rivelava oramai il passaggio dall’acerbo della fanciullezza alla pienezza di una donna, con i capezzoli che puntavano sul rozzo filato.”Ascoltate….”Si baciarono senza dirsi niente, lasciando a metà quella domanda. Un bacio dapprima lieve, staccando le labbra; poi sempre più profondo ed appassionato, con la lingua di lui che cercava quella di lei come in una caccia frenetica. Senza abbracciarsi neanche, in piedi, a sostenersi con le bocche e sospesi nella più assoluta assenza del pensiero. Senza che si curassero d’essere in un luogo aperto, con il buio che stava per incombere, si tolsero i vestiti con un gesto minimo e li stesero sul terreno con cura, facendo attenzione a non pungersi ad una delle tante piante d’agrifoglio.La virilità del giovane era già manifesta in un’erezione prodigiosa, nella quale riguadagnava la sua età come a liberarsi da terribili ricordi; e la ragazza, toccandosi il sesso, avvertì gli umori di un desiderio forse altre volte represso. Era lui. L’uomo giusto al quale era bello donarsi nella certezza di qualcosa di importante.Volle assaggiare il sapore di lei, prima timidamente, poi inserendo decisamente la sua lingua nella sua vagina. La clitoride, inturgidita, si offriva alla sua bocca; ed i gemiti si mischiavano al rumore della lingua di lui che ora le assaporava i liquidi, ora le risucchiava quel turgore fra le labbra; un rumore che aveva perso ogni connotato di oscenità, mentre lei gli diceva di prenderla, di toglierle finalmente la verginità.Rilassata, senza neanche un muscolo teso, lei si preparò ad accogliere dentro di se il suo giovane amante. Tenendoselo in mano, Lord Randal si adagiò sulla fanciulla con delicatezza e la baciò avidamente sulle labbra, sul collo e sul seno; pur avvertendo che oramai era assai umida, continuava a strofinarle il pene sulla clitoride per aumentare il desiderio e la lubrificazione; la penetrò poi lentamente, pronto ad incontrare il naturale ostacolo della castità che doveva essere superato con sapienza e dolcezza.Ma tutto accadde quasi senza dolore. Il dolore doveva essere bandito da quel momento.Il pene del giovane scivolò giù ed incontrò solo una lievissima barriera; la fanciulla ebbe una piccola contrazione, ed un minuscolo rivolo di sangue le fuoriuscì dalla vagina, macchiando un filo d’erba secca ed ingiallita. Poi proseguì, fino ad essere come inghiottito da quella femminilità maturata all’improvviso nell’atto d’amore; Lord Randal ristette un momento, guardò la fanciulla nel volto e lei, con un sorriso aperto, gli fece un gesto simpatico portandosi un dito alla bocca per fargli cenno di tenere il silenzio.Cominciò a muoversi dentro di lei, lentamente; ma nessuno dei due poteva resistere troppo a lungo. Lei cominciò a gemere, dapprima sommessamente, poi sempre più forte; ed il ritmo dell’amplesso aveva assunto quello di una cavalcata al galoppo. Doveva variarlo per non versarlesi subito dentro; si rallentò quindi ad arte, non senza un po’ di fatica, mantenendo però la cadenza giusta per non far scemare in lei l’ondata che sarebbe montata fino al piacere. La pausa non durò a lungo. Sentendola vicina, aumentò vertiginosamente il ritmo baciandola quasi dolorosamente perché le sue grida si sarebbero udite chiaramente. Le contrazioni vaginali si accrebbero, e quasi se lo sentiva aspirato da una forza sconosciuta; per rilasciarsi poi all’improvviso con il sopraggiungere di un lungo, armonico godimento. Pochi secondi dopo anche lui giunse all’acme, inondandola d’un fiume di sperma traboccante; una goccia andò a coprire lo stesso filo d’erba ingiallita che, poco prima, era stato arrossato dal sangue.Le rimase per qualche secondo dentro, accarezzandola e baciandola lievemente. Non voleva dirle nulla, nessuna frase di prammatica; e fu lei, ragazza sicuramente di campagna e sempre attenta alla pratica delle cose, ad allontanarlo da sé con un ultimo bacio.”Vai, ora. Ci possiamo rivedere quando vuoi, io abito non lontano.””Neanche io, sai, abito lontano da qui. Ti ho detto una piccola bugia…ma era per dei motivi che anche tu approveresti, credo.””Non importa… Sai, lo avevo capito, in fondo, che eri di queste parti. Parli con il mio stesso accento e nessun vero forestiero s’avventurerebbe mai per queste lande se non vi avesse casa.””Hai ragione…sono stato uno sciocco, forse! Ma…”La frase rimase sospesa perché lei lo interruppe, decisa:”Ascoltami. Non solo hai preso la mia verginità, e di questo sono felice. Tu non sei uscito da me…e non sono una sprovveduta. Potresti avermi ingravidata ed io vorrei almeno sapere il nome del padre di mio figlio.”Lord Randal, adesso, doveva rivelarsi. Aveva deciso di non farlo, certo; ma la richiesta della ragazza era naturale e giusta, e lui non era certo un vigliacco. Inutile dar prova di valore in battaglia, quando poi non la si dà anche negli altri fatti della vita, grandi e piccoli.”È giusto, ragazza mia. Quand’ero alla guerra, mi facevo chiamare Jack o John; nella battaglia, sai, è bene usari nomi brevi e secchi. Ma il mio vero nome è Richard Randal e sono il figlio di Lord Randal del castello di Auchindown.Si aspettava un moto di sorpresa da parte della fanciulla; ma la reazione di lei non fu solo di sorpresa. Fu di terrore.”Tu menti! Tu menti, disgraziato! Io sono l’unica figlia di Lord Charles Randal di Auchindown, e mio fratello è morto in guerra tanti anni fa! Maledetto, perché disonori il nome di mio fratello…? Perché?””Sei tu che menti, ragazza mia! Quando sono partito, sei anni fa, mia sorella Janet aveva solo dieci anni e tu invece hai le fattezze…””Io mi chiamo Janet…. Janet Randal di Auchindown…. sono tua sorella…”Il giovane si sentì le gambe vacillare. Il suo aspetto, dunque, era tanto cambiato che neanche sua sorella lo aveva riconosciuto? E lui aveva negli occhi ancora la dolcissima bambina che, quando era partito, gli aveva baciato le guance imberbi piangendo ed augurandogli buona fortuna e di poter tornare un giorno…Ed era tornato. Era tornato in quel giorno maledetto. Desiderò d’essere morto in battaglia. Aveva deflorato sua sorella, la sua bellissima Janet, e forse lei aspettava un bambino da suo fratello.Stravolto da quei pensieri, il giovane Randal non si accorse che la ragazza aveva tramutato il suo doloroso sgomento in una sorta di fredda, gelida decisione. Che aveva frugato nella sua mantellina verde e ne aveva tratto uno stiletto portato forse per proteggersi. Che se lo stava immergendo nel petto, senza un grido e senza una lacrima.”Ferma! Ferma! Janet! Janeeeeeeeeeeeet! Nooooooooooooooo! “Si era fermata un attimo prima di affondarsi la lama definitivamente nel cuore; cadde dove solo pochi minuti prima giaceva negli spasimi dell’amore, e stavolta il sangue sgorgò come un torrente impetuoso ricoprendo l’erba e sommergendo un filo d’erba ingiallito.A quella terrificante visione, il giovane Randal scappò via inebetito. Non si accorse neppure d’essere arrivato al castello di suo padre che era ancora vivo e che, avendo sentito un tramestìo alla porta, era andato personalmente a vedere e, accortosi in un tumulto di emozioni che suo figlio, il suo unico figlio maschio, era tornato sano e salvo dalla guerra, lanciò un urlo di gioia e corse ad abbracciare il giovane piangendo.Anche Richard piangeva; e continuò a piangere anche dopo che si furono riscossi dalla stretta del ritrovamento.”Tu piangi, figlio mio…””Piango per averti ritrovato in vita ed in salute, padre. Ma piango anche per quella bella cerva che giace fra gli agrifogli….””Sei cambiato d’aspetto, figlio mio, ma non nel cuore e nell’anima”, disse sorridendo il vecchio Lord. “Sei tornato, ed oggi dev’essere solo un giorno di festa. Che te ne importa di una cerva? Ne abbiamo più di duecento nel nostro parco, di cervi; ed altri cento e più li abbiamo nella valle.””Lo so, padre”, rispose il giovane offuscato oramai dalla follia. “Ma io piango per quella bella cerva laggiù fra gli agrifogli…””Sei incorreggibile. Avrai visto morire uomini a centinaia e a migliaia, e adesso te la prendi tanto per una cerva. Ma vieni dentro, piuttosto, a godere di nuovo di tutte le belle cose che abbiamo!””Niente può essere bello, Padre, come quella cerva che ho visto giacere fra gli agrifogli…””Vai su, invece, a vedere tua sorella! Vedessi che bellissima fanciulla è diventata! Quando la vedrai, non penserai più alla tua cerva che giace fra gli agrifogli.”
Aggiungi ai Preferiti