L’ufficio di consulenza che dirigo è situato lungo la strada commerciale più importante della città e al piano terra del palazzo c’è un avviatissimo bar presso il quale molto di frequente ci riforniamo tutti di bevande e sandwiches vari all’ora di pranzo in particolare. Il bar è gestito e portato avanti da Gianni e Nara coppia over 40 di gente alla buona. Lui ha la faccia da addormentato ed ha una passione sfrenata per le motociclette nel tempo libero, lei invece proviene da un paese di campagna non lontano da qui, ed è la classica contadinotta trasferita in città dopo il matrimonio, bruttina di viso e non di certo perfetta nel fisico. Non è mai elegantissima nel vestire la signora Nara, nel senso che ha un gusto piuttosto mediocre e prevedibile nello scegliere l’abbigliamento ed il trucco, però devo ammettere che, pur non essendo affatto una bellezza c’e’ qualcosa in lei che mi arrapa particolarmente in alcuni frangenti. Scherza sempre molto la Nara con me ogni volta che mi fermo a fare colazione o mangiare un panino a pranzo, ha la battuta pronta ed è sicuramente una donna molto intelligente, forse è lei la vera anima del bar, quella che organizza meglio i dettagli. La vedo spesso battibeccare col marito che ha la tendenza a perdersi in un bicchiere d’acqua, mentre lei imperterrita marcia spedita come un tram e lo manda sovente a quel paese dietro il grande bancone, apostrofandolo in dialetto. Il sabato e la domenica il grande bar è chiuso e Gianni si dedica completamente al suo unico hobby, la motocicletta, passa ore ed ore in garage a smontare e rimontare carburatori e marmitte, e poi felice come una pasqua va a farsi un giro su per le colline. Nara è sempre sola nel week-end, cura il figlio ormai peraltro adolescente, ma è sola nello shopping ed in casa, tranne qualche rara amica. “Che palle il Gianni tutto il week-end su quella motocicletta..” ripete sempre da dietro il bancone, lasciando trasparire palesemente il fatto che il marito la trascuri parecchio anche nei rari momenti liberi. Un sabato pomeriggio la incontro casualmente in centro in giro per negozi, la vedo vestita un po’ meglio di come sono abituato a vederla tutti gli altri giorni in bar, gonna carina e scarpe con tacchettino medio che la slanciano un po’, quando mi incrocia con la sguardo mi saluta e mi fa festa fermandosi a parlottare del più e del meno per qualche minuto, pettegola come suo solito, poi mi saluta affettuosa e prosegue il suo cammino. Eppure mi arrapa penso, mentre la saluto e mi allontano a mia volta. C’è qualcosa che non so ben descrivere nel suo modo di fare che mi continua a suscitare forte eccitazione, e poi l’idea che il marito la trascuri nel tempo libero mi fa pensare sempre più di frequente che la Nara abbia desideri sessuali inappagati da tempo. La cosa mi arrapa ancora di più, a tratti penso che avrei voglia di scoparmela sebbene sia tutto il contrario del mio ideale di donna, ma è forse proprio questo che mi sta attraendo ogni giorno sempre di più. Provo ad ipotizzare ad una possibile soluzione per rompere gli indugi ma non mi viene in mente nulla tuttavia mi diventa duro ogni volta che il pensiero mi va alla Nara, chinata dietro il bancone del bar a tirare su i cestelli della lavastoviglie, che mi mette in mostra il culo e buona parte delle cosce. Il pensiero poi che il marito magari non la scopa da chissà quanto mi arrapa troppo e decido dentro me che voglio una sveltina con la Nara, a tutti i costi. Mi viene in mente che con la scusa di ordinare i sandwich e farmeli portare su in ufficio forse potrebbe salire su proprio lei a portarmeli, e lì sul momento avere un faccia a faccia ravvicinato con lei. Vinco la timidezza e telefono giù al bar, oggi sono solo in ufficio poiche’ i miei due colleghi sono in trasferta fuori città, ordino un paio di panini ed una coca cola per il pranzo, mi risponde proprio lei al telefono e prende l’ordinazione dicendomi che sarebbe salita entro una mezzoretta se avessi avuto pazienza, appena passata l’ora di punta giù in bar. Accetto naturalmente e aspetto la mezz’ora che diventa di quarantacinque minuti ed intorno alle 14.00 suona il citofono ed apro la porta. E’ proprio la Nara col vassoio in mano che mi sorride, la invito ad entrare e poggiare il tutto sulla scrivania di fronte alla mia, e mentre cerco i soldi per pagare il conto alzo la testa e vedo che mi guarda fisso tra le gambe. Penso di essermi sporcato con qualcosa dal vassoio e mi guardo anche io tra le gambe ingenuamente ma l’unica cosa che vedo è il gonfiore dei miei pantaloni, sono visibilmente eccitato ed anche la Nara se ne è subito accorta e mi fa una battuta delle sue che stavolta non lascia molto scampo: – “certo che sei sempre molto eccitato te Andrea…è da un po’ che ti osservo sai… non sarà mica che la tua morosa ti rende nervosetto….mica come il Gianni che in testa ha solo la motocicletta e a me non ci pensa più da un pezzo ormai….” , poi mi da il colpo di grazia definitivo – “magari avessi io un bel moroso come te, giovane e col pisello sempre duro, sai come mi divertirei finalmente…” Rosso come un peperone ma nello stesso arrapatissimo confesso alla Nara di essere particolarmente eccitato da qualche giorno ma senza spiegarle il motivo. Lei con fare malizioso e senza farsi troppi scrupoli si avvicina a me, mi spinge decisa all’indietro sulla scrivania e mi posa una mano sul gonfiore dei pantaloni iniziando a stringere forte, facendomi anche leggermente male. “quel pirla di mio marito non me lo dà da più due mesi ormai, ed anche quando me lo dà non è capace…io ho voglia di cazzo da troppo tempo ormai..” afferma esplicitamente, e lasciandomi basito prende a sbottonarmi la patta rapidamente e me lo tira fuori. Non è proprio una bella donna la Nara, ma sono arrapatissimo proprio dalla sua non bellezza, dalla voglia di trasgredire con una donna lontana dal mio stereotipo di strafiga, desidero assolutamente provare cosa si prova a scopare una donna non bella ma che ti arrapa. Mi lascio andare seduto sulla grande scrivania nera e la Nara piega la testa e me lo prende tutto in bocca iniziando a farmi un pompino in modo direi assolutamente eccitante, chiudo gli occhi per assaporare tutto il godimento che mi sta portando questa donna e sento nitidamente il suo ansimare nel succhiarmi il cazzo con l’avidità degna di una delle migliori baldracche. Sembra proprio che abbia fame di sesso tanta è la foga che ci mette e l’eccitazione che ne ricava sicuramente in mezzo alle cosce. Pare che non me lo voglia più mollare e mi da a tratti la goffa impressione di essere ad uno dei primi pompini dei suoi quarantanni, ma così sicuramente non è. Si concentra sui particolari, mi lecca per bene la cappella! arrossata e lascia scivolare maliziosamente la lingua lungo tutta la verga nella sua lunghezza, fin giù alla sacca dello scroto, andando perfino a sfiorare la zona perineale, cosa che mi fa letteralmente impazzire. Sborro copiosamente sul suo viso e la sporco anche ma non sembra aversene a male, anzi ha ancora decisamente voglia e prende il mio posto sulla scrivania, si siede ed allarga le cosce chiedendomi di farsi leccare a sua volta. Indossa un paio di collants che mi premuro di strappare per bene lungo il cavallo per ricavarne un apertura e scostatole lo slip inizio a frugarla focosamente tra le gambe, dove posso avvertire senza alcun dubbio tutta la sua eccitazione, trovandomi la mano totalmente umida dei suoi umori vaginali. Decido di fare l’egoista e di ricavare piacere da questa sveltina a modo mio, per cui le spalanco per bene le gambe, le sollevo portando le sue caviglie sopra le mie spalle e la penetro con un colpo brusco e ben centrato. La mia verga dura come un bastone nodoso non fatica affatto ad entrare in quella figa allagata ed assolutamente desiderosa di piacere, inizio quindi a chiavarla con grande gusto ed estremo godimento, mentre la sento gemere ed ansimare eccitatissima come forse da troppo tempo desiderava. Mi eccita troppo scopare la Nara in questo modo così anomalo e trasgressivo ed anche la Nara è del tutto scatenata con il mio randello in movimento forsennato tra le sue intimità. La scopata culmina nell’acme del piacere nel momento in cui decido di affondarle un dito ben lubrificato dai suoi umori dentro lo sfintere, mentre continuo a fotterla sulla scrivania, a quel punto la Nara inizia a sospirare come non aveva ancora fatto ed a sgoccialare tra le cosce, il mio dito medio insiste nel penetrarla in profondità dentro l’ano proprio mentre il mio cazzo la sta trapanando dentro la figa pelosetta e densa di fluida crema vaginale, l’eccitazione della donna è al culmine e me ne accorgo quando inizia a muovere il capo in mani! era scomposta da una parte all’altra ed inizia ad avere brividi lungo la spina dorsale che la fanno quasi tremare in un orgasmo violentissimo e prolungato. Anche io esplodo di lì a poco e le sprizzo sul petto un denso getto di sperma caldo che raccoglierà tutto con le dita per portarselo alle labbra e leccarlo. Si rialza tentando di ricomporsi e sciacquarsi per riscendere rapidamente giù al bar, mentre io mi sento completamente spossato sulla sedia della mia scrivania. Mi ringrazia dandomi un rapido bacio sull’uccello prima di aprire la porta e svanire verso gli ascensori. E’ stata sicuramente una splendida ed intensissima scopata, cosa che mai avrei creduto di poter avere da una donna non molto attraente. Meditate gente, meditate….. Ancora oggi la Nara mi porta i sandwich all’ora di pranzo nei giorni che sono da solo, ed ancora oggi essendo il marito sempre e solo fissato con la sua motocicletta del cazzo, si sdraia sulla mia scrivania per farsi sbattere come ha sempre desiderato….
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